martedì 22 settembre 2009

Lezioni di francese

Quest'anno, dal "campionamento casuale" di gare e highlights che ci e' capitato di vedere da Sky, streaming, web e non ancora live purtroppo, ci pare di poter affermare che il livello del Top14 abbia raggiunto quello della Premiership inglese: pari in interesse del pubblico pagante, superiore in densita' di campioni ma anche spesso sul profilo tecnico; qualunque partita capita di vedere, si casca bene.
Un esempio: Montauban-Castres, derby del Midi -Pirenees profondo, recupero della terza giornata, giocato mercoledi' 16 e finito 18 pari, avrebbe all'occhio del commentatore distratto tutte le caratteristiche per il mero annuncio del risultato: deep province, media classifica, pareggio, ecchiliconosce, ecchissene ...
Invece e' stata gara fremente, dai livelli agonistici ma anche tecnici validi, a tratti entusiasmante; soprattutto, giocata a viso aperto. Partita inizialmente in mano ai padroni di casa, avanti 15-3 al 20' (due mete di Delasau, una trasformazione e un penalty del mediano Audy), Montauban incassa attorno al trentesimo prima la meta dell'ex Rolland che accorcia le distanze e subito dopo l'espulsione definitiva del tallonatore avversario Mathieu Bonello.
Il secondo tempo e' bagarre: dopo il rosso quattro cartellini gialli (Chris Masoe e Joe Tekori di Castres - a proposito di livello del rugby di provincia in Francia; gialli anche per il marocchino Boutaty e Clarkin di casa), ma oltre alla durezza c'e' gioco, ripartenze dai propri ventidue, attacchi in 13 contro 15, lingue fuori: appassionante.
Finisce con Castres, la squadra sponsorizzata "Tocqueville", che raggiunge il pareggio con la meta di Garcia centro ex Clermont e i calci dell'estremo Romain Teulet (con Tillous Borde mediano e McIntyre apertura, non male come triangolo "pensante", sempre a proposito di livello).
Risultato molto positivo per Castres, sinora sconfitta solo dallo Stade Francais "risorto" di settimana scorsa. Le consente di rimanere in zona playoffs pur con una partita in meno, da recuperare ad Albi (quindi 4 punti molto probabili).
Reale battuta d'arresto invece per Montauban, sinora la sorpresa del campionato: questo derby chiude una striscia di 3 risultati pieni ma soprattutto "sfianca" il team, costringendolo al turnover nella successiva partita del settimo turno, domenica a Perpignano, difatti persa per 28-9 (mete di Gerrie Britz, Durand e Farid Sid, 13 punti di Laharrague), che li fa piombare dal sesto al nono posto in classifica.

I temi e gli spunti interessanti per noi dal campionato francese sono notevoli: ad esempio siamo sicuri che noi italiani abbiamo un problema nazionale all'apertura dai tempi dell'abbandono di Gonzales?
Siamo alla settima giornata e un tal Luciano Orquera parte per la settima volta titolare a Brive davanti a un certo Andy Goode.
La sfida casalinga con Biarritz non va bene, ai tre penalty del nostro piu' un drop dell'alone Waqaseduadua risponde il mediano Courrent, vice di Yachvili infortunato, schierato apertura in coppia col diciottenne mediano Lesgorgues, autore di 4 punizioni e del drop finale che chiude la gara 12-15. Si ma, Orquera gioca e fa giocare gente come Jamie Noon e Horacio Agulla solo per citare i trequarti schierati domenica. La squadra del Correze rimpinzata di inglesi e dalle grandi ambizioni non va bene: perdono in casa e non vincono fuori; l'allenatore Laussucq ha dichiarato:"Nous sommes déjà dans la m…".
Sia come sia, non finisce qui per le "nostre" aperture: a Parigi scende finalmente in campo tal Alberto di Bernardo, ex apertura del Leeds ora del Bourgoin, il cui cartellino era stato bloccato a pegno dalla Federazione per i problemi finanziari del team dell'Isere, ora superati.
Schierato a dar rilievo a Boyet che poi entrera' ma al posto del mediano Forest, offre una gara positiva e di personalita': si prende la responsabilita' di una punizione da cinquanta metri (e la sbaglia), poi centra un bel drop che li porta temporaneamente avanti e segnera' tutti punti dei suoi.
La partita finisce 20-6, e a proposito di italiani la seconda vittoria in fila dello Stade porta la firma di Mirco Bergamasco oramai saldo titolare all'ala sinistra. E' autore della seconda meta in due partite, quella che lancia il vantaggio dei padroni di casa, seguita poi da quelle di Arias e Bastareaud e da cinque punti di Oelschig. Non tutto va bene per gli italiani a Parigi: lungodegente Sergio Parisse con Leguizamon che si radica al nr.8 parigino, cattive notizie per Mauro Bergamasco, oramai stabilmente sopravanzato da Haskell e Rabadan nelle due posizioni di terza ala.
A proposito di italiani a Parigi, male il Racing Metro sconfitto a Castres per 9-6; due calci di Mehrtens contro tre di Teulet; nessun italiano titolare dei quattro che ce n'e', solo LoCicero entra nel secondo tempo in coppia con Orlandi argentino ex Rovigo.
Mentre i Tarnais continuano a volare - sono sesti pur con una partita in meno - per la squadra di Pierre Berbizier, LoCicero, Dellape', Masi e Festuccia penultimo posto con due vittorie e cinque sconfitte, di cui le ultime 4 in fila: si fa concreto il rischio di essere il "Tolone 2008-09" di questa stagione. Ma stanno per sfoderare l'arma segreta: e' atterrato lunedi' a Parigi tal Francois Steyn.
Ritorniamo alle aperture "italiane" (i due precedenti sono entrambi argentini di nascita, ma non formalizziamoci troppo): Craig Gower, il titolare designato secondo Mallett, dopo una vita da centro passando per il league continua a far esperienza nel ruolo a Bayonne. Vincono in casa con Montpellier con un netto 26-3: quinta meta della giovane ala Benjamin Fall metaman del torneo, Gower e' "protetto" nel ruolo da due ottimi mediani, Arrayet autore di undici punti e l'ex titolare Garcia che in dieci minuti ne segna dieci con una meta. A proposito di subentrati, si rivede finalmente per un quarto d'ora anche Perugini.
Un altro "italiano" stabilmente titolare e' il centro Gonzo Canale di Clermont che raggiunge la vetta della classifica schiacciando Albi 8-40 con sei mete e dieci punti per Brock James.

Bilancio italiano a luci ed ombre insomma: sovrabbondanza mai vista di aperture (ma due su tre portano accento e fisicita' poco gradite allo staff tecnico nazionale), finalmente Mirco passa da promessa a realta', al centro Canale solido e Masi chi l'ha visto, problemi fisici e di forma tra gli avanti.
Aldila' del momento, constatare a ogni pie' sospinto la quantita' di "sinergie" vere, gia' esistenti e incrementabili tra il rugby nostrano e i club francesi, a qualsiasi livello e modalita', ce se ripropone regolarmente quasi a mo' di singulto; non e' solo questione di numero di nazionali, e' anche evoluzione del gioco, di mentalita' "latina" (i francesi non si vergognano di essere loro stessi, nel bene e nel male) e alla fine di spettacolo.
Invece noi allestiamo spedizioni scaciate verso incognite terre celtiche, che se hanno un merito, agli occhi britannici ma non solo, e' di essere sempre state talmente sfigate da aver consentito di popolare un impero vasto un terzo delle Terre Emerse del Pianeta coi loro numerosi transfughi (solo nella Compagnia delle Indie, il rapporto tra scozzesi e inglesi era 5:1).... Perdonateci, evidentemente non possediamo le doti "visionarie" dei nostri capintesta.


Chiudiamo l'analisi francese con il top della settima giornata: Tolone - Tolosa, non ci sono italiani ma sotto il cielo mediterraneo torna a splendere l'astro di Jonny Wilkinson, autore di tutti i punti della vittoria dei suoi per 18-13 contro la nazionale francese schierata per Tolosa (i titolari, a parte Albacete in seconda linea e il pilone sudafricano Daan Human ma con Poux in panca: 2 Servat, 3 Lecouls, 4 Millo-Chluski, 6 Nyanga, 7 Dusatoir, 8 Picamoles, 9 Elissalde, 10 Michalak, 11 Clerc, 12 Fritz, 13 Jauzion, 14 Heymans, 15 Medard ... da paura! La' sono gia' pronti per il futuro piu' autarchico).
A occhio tutto nasce per una provocazione di Michalak: attorno al 15' segna un penalty e subito dopo caccia dentro un drop. Wilkinson risponde con una punizione e DUE drop uno in fila all'altro; il francese replica al 50' andando in meta. Niente paura, Wilko piazza altre due punizioni e ole', drop finale, il terzo della sua partita.
Tolone quarto a 20 punti, 5 di distacco da Clermont, potrebbe essere ancora piu' in alto: quattro vittorie un pareggio (la prima del campionato con lo Stade) ma soprattutto due sconfitte all'ultimo minuto, a Montpellier e Montauban, dovute alla disciplina e a decisioni arbitrali 50%-50%. Ci sta, siamo solo all'inizio del campionato piu' lungo del mondo, la squadra di Saint Andre' sta imparando progressivamente a non lasciar punti per strada.
Per Tolosa - o dobbiamo chiamarli Les Bleus anche se sono rossoneri? - preoccupante fase in cui si vince solo in casa. E non sono gli unici in terra di Francia.

9 commenti:

Nicola ha detto...

Caro Abr, per sapere certe cose esistono 2 strade: viaggiare molto con l'umiltà di chi vuole imparare (quindi evitando l'atteggiamento di quelli che tu hai argutamente chiamato "professori diplomati") oppure leggere buoni libri. Combinare le 2 cose, poi, è il massimo. Peccato che entrambe le attività costino fatica a chi è intellettualmente pigro.

Nicola ha detto...

Capiamoci: non è che voglia affermare che chi è curioso non sbagli mai, eh? Ovviamente no, anzi a volte se le va a cercare. Ma almeno non sbaglierà "a caso".

Anonimo ha detto...

Caro Nicola, intendi l'assenza di opzioni alla scelta celtica, in non informarsi dei "responsabili" sulle affinita' elettive che con la Francia genererebbero a mio modestissimo avvoso tante belle utili sinergie?
Dopotutto, loro son andati a finire piu' lontano, approdando in Keltia ... 'sti curiosoni :)

Oppure intendevi sottolineare un nostro eccesso di critica alle "coraggiose" scelte federali?
Non credo, ma in ambedue i casi noi (il socio e io) ci sentiamo scettici per formazione e curiosi per scelta: critichiamo non tanto l'approdo (anche se secondo me in particolare ce ne sarebbero di migliori) ma il metodo.

Nb.: posti belli come l'Irlanda o certi scorci gallesi ce n'e' pochi, giusto per rifarmi di quanto scritto sopra.
Rimane il fatto che guarda caso i celtici e non gli anglosassoni colonizzarono l'Impero.
ciao, Abr

Nicola ha detto...

Ma no... Cosa avete capito? Intendevo dire che per conoscere - e comprendere - le vicende del composito impero britannico ci vuole la cultura e soprattutto la vivacità intellettuale che qui abbondano (ne avete dato ampia prova), ma mancano ai nostri condottieri federali. E' più chiaro?

Abr ha detto...

Ok, piu' o meno la prima che avevo detto allora. Piu' o meno. Tnxs!

Nicola ha detto...

Ecco, all'incirca. Per intenderci, voi ve la sentireste di spiegare ad Ascione (OK, è come sparare sulla Croce Rossa ma non l'abbiamo messo noi lì) che probabilmente per motivi culturali lassù saremmo "gli altri" per moltissimo tempo mentre in Francia l'integrazione sarebbe molto meno impervia? Io non ne avrei il coraggio, perchè è chiaro che mancano le basi culturali cui accennavo. Se poi si è abituati a girare per il mondo senza mai atterrare mentalmente nel Paese che stiamo visitando, certe idee strampalate saranno la logica conseguenza.

Abr ha detto...

I don't know, diceva Giacomo, I really don't know.
Forse coi fsranzosi non c'erano spazi, dopotutto il loro movimento avanza pur coi problemi globali, ma forse non ci abbiamo nemmeno provato.
Anche ammesso fosse la Keltia l'unico approdo, e dato che due erano i team, ci voleva tanto a dire: ci vanno le prime due del campionato o, in alternativa, ci vanno due selezioni super partes con i seguenti 5 club feeder la prima e gli altri 5 club feeder la seconda?
Fatto come l'han fatto, sembra proprio uno scannatoio, una tonnara per infilzare i club e i relativi tifosi, quelli che si magnano tra loro senza capire che alla fine perde il rugby tutto.

tagus ha detto...

temo che gli spazi non ci siano:in francia non mancano certo i galli nel pollaio della prod2:hanno promosso racing e tolone solo negli ultimi 2 anni,ed ora hanno squadre come narbonne,dax,agen,oltre a città come lione e bordeaux e dubito che sarebbe stato accettabile inserire altre bocche da sfamare(magari pure competitive come tv) in un campionato che sembra perfettamente in grado di vivere di vita propria.
è un fatto,però,che l'ipotesi non è stata nemmeno presa in esame e da anni si parla solo di celtic,campionato che a me,ma si tratta solo di una mia sensazione,pare avere prospettive di sopravvivenza meno solide e quindi bisogno di sangue e denari nuovi.
tuttavia,nonostante se ne parli da anni,si è arrivati alla farsa dell'ultimo momento a dimostrazione,della quale non c'era peraltro alcun bisogno,del dilettantismo che impera alla fir.
è naturale che poi il dilettantismo divenga terreno di coltura per piccoli caporalati personali e notti dei lunghi coltelli in cui regolare conti coi dissidenti.
sono convinto che spesso la forma coincida con la sostanza e trovo emblematiche del basso livello fir perfino le scelte lessicali per definire le attività della federazione:si va da concentramento ad educatore fino al tristissimo legalese da distretto militare con il quale vengono vergate le sanzioni disciplinari(senza andare alla sostanza demenziale di alcuni progetti ritenuti strategici come il progetto mengele sull'altezza dei giovani,ma mi taccio per carità di patria).

Abr ha detto...

Gia' tagus, l'idea creativa (del tutto personale) poteva essere quella di un Super12 affiancato al ProD2 con playoff tra le prime (due, quattro?) per l'ingresso al Top14. Noi non si perdeva il campionato nazionale (oltre ai club) e si metteva il naso a un livello piu' alto, loro ampliavano mercaot e interesse dei loro, senza contare il biziness playoff.
Ma tant'e', coi burocrati che come noti si appiattiscono sul burocratese ...

Quanto al progetto "mengele", lo trovo assurdo: mica siamo in Giappone, la media d'altezza dei giovani e' tranquillamente paragonabile a quella europea, mentre le dimensioni crescono con palestra e la pappa (e speriamo null'altro).
Tutti gli sport di team a partire dal calcio cercano giovani alti e grossi oramai, ma la chance la si dovrebbe dare a tutti (poi magari scopri i Giovinco), la selezione la dovrebbe fare il campo.
Ma tant'e', queste sono le idee dei dirigisti centralisti de'noantri.

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