venerdì 11 settembre 2009

MYscellanea pre weekend

Tanti, troppi i temi sul piatto in questo weekend per seguirli tutti con l'attenzione che meriterebbero: Tri-Nations, punto sulla Premiership, inizio del campionato italiano, anticipi dei campionati australi e boreali ....
Lasceremo stare come al solito gli anticipi - stare sulla "notizia" non è l'obiettivo di questo sito, ce n'è altri più tempestivi di noi, elencati nelal sidebar - per focalizzarci sulle questioni principali: prepartita TriNations, partenza del campionato italiano, primi squarci di Premiership.

Ovviamente iniziamo dal top, dalla creme de la creme, domani mattina la "finale" del Tri-Nations ad Hamilton Nuova Zelanda, la casa dei Moloo (i Waikato Chiefs), stadio dove nel 1981 NON si disputo' il contestatissimo test degli Springoboks dell'apartheid.
Il Sudafrica va col chiaro obiettivo di prendere il titolo mediante conquista di almeno un punto di bonus senza darlo agli avversari. La formazione sara' la medesima della settimana scorsa con la novita' del piedone di Frans Steyn all'estremo - segnale chiaro che si torna alle pedate alte e agli schemi semplici e monofase di inizio torneo - e, ultim'ora, Schalk Burger flanker al posto di Juan Smith che non ce la fa. In panca ritorna Kankowski a fianco di Roussow e degli altri soliti avanti, con Pienaar e Jacobs trequarti.
Brisbane è servita per porre in evidenza il punto debole dei Boks, la resilience del pack; Smit supportato da Botha ha parlato di "intensity" non al massimo sabato scorso. Stavolta sono consci della posta in gioco, e sulle ali della vittoria di Dunedin dell'anno scorso dopo dieci anni, hanno la consapevolezza che farcela laggiù è nelle loro possibilità.
Per gli All Blacks vale solo vincere, possibilmente con bonus altrimenti pazienza, i conti li faranno nell'ultima sfida a Wellington con l'Australia. Confermata sostanzialmente l'ultima squadra schierata: Cowan mediano, Carter apertura, tutto il pack ultimo con Franks e Reid tra gli altri e le due alone figiane.
Il buco stava al centro per gli infortuni a Luke McAlister e Conrad Smith; Graham Henry ha scelto la coppia Donald primo centro e Ma'a Nonu outside; evidentemente vuole proporre un gioco al piede "all'australiana" (piu' che sudafricano), mediante l'alternanza dinamica tra l'apertura dei Chiefs e Carter, col primo a scegliere quando sfondare con Nonu/Sivivatu o calciare con Donald.
In panca lato trequarti tornano i jolly Isaia Toeava e Cory Jane. L'ovviamente confermato estremo Muliaina dice di esser pronto al bombardamento aereo (e ci si allena, in foto), ma noi restiamo convinti che come con l'Australia, Ndungane, Steyn e Habana e supporti (in primis DuPreez) staranno naso all'aria almeno quanto l'esperto estremo dei Kiwis, se non di più.
Ci stupiremmo infatti se la strategia Boks fosse riposta tutta sugli up&under: i due centri da 1,90m per 105kg DeVilliers e Fourie dovrebbero tentare di incanalarsi sovente tra quei numeri 10 e 12 Tutti Neri, magari contando sul sostegno piu' che per gli offload tra loro come a Brisbane.
Novita' anche sul lato avanti della panchina neozelandese: oltre a DeMalmanche e Afoa torna il rosso Adam Thomson, seduto vicino a So'oialo; sono entrambi adatti a dar continuita' alla spinta del pack come rilievi per gli ultimi quindici minuti, il momento critico dei Boks.
Sempre a proposito di mischia, si mormora anche di qualche inserimento del potente Kaino dalla terza in seconda linea, scambiandosi con Isaac Ross piu' focalizzato sulle rimesse. Forse la spinta piu' che il piede sara' la chiave del gioco All Blacks: un sano ritorno al rugby dell'universita' del Canterbury, tutto ruck e velocita' aggressiva degli avanti. Poi quando serve, ci stanno le mani buone di tutti e i piedi eccellenti di un paio.
Previsioni? Come indovinare un testa e croce. Sbilanciamoci: vincono i padroni di casa, azzardo con 13 punti di margine di cui sette segnati nel finale, ma senza segnar le 4 mete. Ragion per cui la settimana dopo dovranno battere l'Australia con 14 punti di margine e col bonus offensivo.


Il secondo tema del weekend è la partenza del campionato d'eccellenza italiano. Ottantesima e forse ultima edizione, sicuramente l'ultimo Super10 per come lo conosciamo oggi. Poi arriverà, checchè ne magnifichi Dondi e Federazione tutta, un Semisuper12 semipro, un panchinone celtico, depauperato di Heineken Cup (riservato alle franchigie celtiche) e anche di Euro Challenge, offerta a quattro non ancora identificate selezioni zonali.
Alla faccia della crescita del movimento: da quando la Germania Est e il suo modello sportivo centrato sulle rappresentative nazionali ha chiuso per fallimento economico e ideale nonchè ... chimico, l'unico modo per far crescere un movimento sportivo in Paesi con più di 5 milioni di abitanti ci risultava essere l'investimento privato, con le squadre e non le "Accademie Federali" ma tant'è, si vede che Francia e Inghilterra stanno su pianeti diversi e noi saremmo un Galles, una Scozia.
E' vero che ce sta 'a crisi, ma a maggior ragione si doveva procedere in modo più cauto: il primo effetto (annuncio!) Celtic sul rugby nazionale è stata lo scaling down di Calvisano e il dissolvimento della Capitolina, e se il buongiorno si vede dal mattino ... Imputabile poi all'effetto annuncio anche il ridimensionamento estivo di Petrarca, Venezia e delle due Parma ma anche di Rovigo, nonostante il pregevole e intelligente "movimentismo", o l'attendismo lievemente furbetto di Futura Park Roma e Viadana.
In compenso salgono con entusiasmo la storica l'Aquila e la novella I Cavalieri Prato, ambede team dotati di grande slancio, l'una per dimenticare i guai della vita e l'altra con la forza dei neofiti.
Ultimi ma non poco importanti i campioni in carica, quei Benettoniani imperterriti a dragar campioni come se dovessero partecipare al Top14 (o alla Celtic). Non solo forti sulla carta, ma pure dotati di una carica di rabbia da non sottovalutare: basti considerare la determinazione con cui hanno schiantato Parma nella finale di Supercoppa italiana lo scorso weekend: 28-8, cinque mete a una, rara avis in Italia, manco fosse un Auckland-Counties Manukau di Npc.
Ridimensionamenti, attendismi ma anche finaloni in bellezza troverebbero giustificazione in uno scenario da cupio dissolvi: dato il clima economico e politico sportivo sfavorevole, molte tra cui venete e parmensi han deciso di "scendere in clandestinità ", concentrandosi sui vivai e sullo sport ricreativo zonale semipro: stringono la cinghia insomma, in attesa di tempi e opportunità migliori; forse, udite udite, Benetton inclusa.
Forse a Treviso chi tiene i cordoni della borsa non è granchè dispiaciuto dell'esclsuione dalla Celtic League. Tanto peggio tanto meglio, si vince l'ultimo campionato, si prova a far bella figura in Heineken Cup, a fine anno si farà cassa e tanti saluti con una "bella morte"; vadano pure avanti a rompere il ghiaccio i pupilli della Fir con tanti auguri. Poi forse dopo, al momento dell'inevitabile patatrac federal sportivo organizzativo, forse, fuori Dondi Rosolen Mallett e professori diplomati vari, in fase di inevitabile prossima rifondazione del rugby in Italia, se ci saranno le condizioni ... si vedrà.
Lasciamo polemiche e scetticismi riservando il sarcasmo per fine mese, quando dopo il voltafaccia Dondiano ("ho votato Treviso", anzi no, "Treviso farebbe meglio a capire per quali errori suoi non è stata votata"), emergeranno le "risultanze" dell'analisi tecnico economica Fir.
Adesso invece si gioca, si parte con l'anticipo l'Aquila - Viadana.
Le altre della prima giornata saranno Venezia - Rovigo, Parma - Roma, Petrarca - Gran Parma, Prato - Benetton. Non ci dilunghiamo sul mercato e forza delle squadre; questo sito non pretende di essere esaustivo - altrimenti il profluvio di hot link che, unici, offriamo in sidebar da autentico portale del rugby e per il rugby quale ci picchiamo di essere, che ci starebbe affà? - consigliamo agli interessati di consultare questo quadro riassuntivo.


Prima giornata di Guinness Premiership, lo scorso weekend: abbiamo presentato il campionato, non abbiamo commentato i risultati che ovviamente saprete:

Round 1
Fri 4th19:45Sale Sharks15 - 12Leicester TigersEdgeley Park8,751
Sat 5th14:30Saracens18 - 14London IrishTwickenham67,684
Sat 5th17:15London Wasps26 - 15HarlequinsTwickenham67,684
Sun 6th13:15Northampton Saints20 - 17Worcester WarriorsFranklin's Gardens12,073
Sun 6th15:00Leeds Carnegie9 - 9Newcastle FalconsHeadingley Carnegie7,144
Sun 6th15:30--Gloucester Rugby24 - 5Bath RugbyKingsholm12,815

Squadre ancora contratte davanti a grande pubblico, tutte vittorie casalinghe e un pareggio, zero bonus offensivi e tre difensivi attribuiti (Worcester, Leicester e Irish).
Recuperone casalingo dei Saints perdenti 0-17 coi Warriors alla mezz'ora, superati con tre mete grazie anche all'espulsione di Willy Walker.
Anche i Wasps se la vedono brutta davanti alla folla record di Twickenham con gli Harlequins: alla meta iniziale di Monye risponde il neo arrivato Varndell ("ho ancora qualcosa da dire grazie al rugby sevens", ha dichiarato); poi segna Camacho lanciato da un calcio perfetto di Nick Evans, cui risponde ancora Varndell e i calci lasciati da Cipriani a Van Gisbergen .
Notare, pronti via e l'arbitro mostra il cartellino rosso al lock dei Quins Robson per un abbozzo di testata lontano dall'azione. Della serie state in campana Quins, dopo il bloodgate siete nel mirino.
Poco da dire sul decimato Leicester che perde a Sale per un calcio entrato in meno (notare l'errore iniziale di Charlie Hodgson degli Sharks: lascia le successive punizioni al centro Lee Thomas, mossa vincente).
Avevamo presentato bene Bath, ma senza piedi non si può giocare a questi livelli: lungodegente Butch James, non ancora pronto Nicky Little che entra nel secondo tempo, il giovane centro Ryan Davis sbaglia tre calci su tre all'inizio, poi Gloucester ingrana la sua marcia lenta e segna tre mete di cui due di intercetto (la seconda di Simpson-Daniels e quella di Nicky Robinson , 14 punti e migliore in campo).
Avevamo parlato bene pure dei Saracens, che battono gli Irish grazie a Glen Jackson (13 punti). Quanto a Newcastle che pareggia a Leeds, esordio così così per il Kiwis Jimmy Gopperth: mette a segno 3 calci su sette tentativi.

4 commenti:

Nicola ha detto...

Dondi, Rosolen, Mallett, Frang'Ascione... Mah, chissà se basterà così "poco" per farli fuori. Certo il loro consenso è ai minimi storici. Basterà?

Abr ha detto...

Già, in effetti dò per scontato che fallimento del rugby italico, che si sfracellerà sulla Celtic (non perchè Celtic in se', ma per come è stata predisposta e confezionata), implichi automatico repulisti nella Fir ...
Manca l'alternativa credibile, ecco il problema: e questo è colpa in primis di Rosolen.

Nicola ha detto...

Nel modo più assoluto. "Divide et impera" funziona nei grandi imperi. Quando si è piccoli (in tutti i sensi immaginabili) tal sistema serve solo come accanimento terapeutico su organizzazioni che non funzionano. Su Rosolen poi stendiamo un velo pietoso... Uno che ha parlato della candidatura Benetton come di "affare in mano agli stupidi" (testuale) dovrebbe aver mozzata la lingua, se non altro perchè a Vossignoria chiedo: "E Lei cos'ha fatto per il movimento, nella Sua sconfinata saggezza?" E ancora, se mi è concesso: "Lei che parla con tanto disprezzo dei neuroni altrui, per quali iniziative imprenditoriali (e non) è noto nel mondo?". Voilà, sono caduto in tentazione: ho scritto un post ad personam. Invoco a mia difesa il fatto che è motivato da circostanze eccezionali, ovvero dall'eccezionale supponenza della vittima dei miei strali.

Abr ha detto...

Storie da basso impero Nicola: Rosolen è un valvassino, gli frega niente se l'Italia resta solo una espressione geografica, a lui interessa solo quanto fieno produce l'alpeggio sottoposto al suo feudo.

Peccato che, come nella storia del Medioevo, a questi furboni si applichi la storiella antica del cavallo che, minacciato dal lupo, chiese l'alleanza dell'uomo, concedendogli nell'emergenza la facoltà di cavalcarlo; solo che, una volta sconfitto il lupo, l'uomo non volle più saperne di scendere ...

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