Italia ai piedi del Sudafrica
Stadio Fiuli, Udine, 30.500 spettatori: Italia 10 - 32 Sudafrica
Prima di tutto una nota d'ambiente: il mio ospite, abbonato al'Udinese, ammirato mormora: mai visto il Friuli cosi' pieno ...
Eh si, il pubblico del rugby del NordEst tutto e oltre "fa i fatti", senza troppi clamori come nelle sue abitudini e riempie il funzionale stadio di gente Azzurra, calorosa il giusto e competente altrettanto, lasciando solo una piccola zolla vuota in una delle due curve. Ci consentirete sottolinearlo, eravamo certi dell'autogol di quelli che "la cittadina ai confini della Slovenia", dei sussurri interessati di quelli che "il rugby decolla solo se entra nelle grandi citta'" ignorando storia, socioeconomia italiana e anche rudimenti elementari di marketing. Il nostro rugby non potrebbe permettersi divisioni, mica siamo l'Irlanda, ma viviamo tempi in cui difficilmente si riconoscono i meriti altrui, sportivi e non, e si tenta spesso di far leva sulle partigianerie, in un "mors tua vita mea" molto calcistico e improntato su chi le spara più grosse.
Veniamo alla sconfitta: inutile recriminare, era esito ovvio coi campioni del mondo, come se non bastasse motivati a porre fine alla serie di sconfitte nel tour. E' maturata con quello che nel calcio si direbbe "il piu' classico dei risultati": due mete per tempo contro una sola dei nostri.
Diciamo subito che gli Spingboks scesi in campo a Udine erano "necessari e sufficienti" per batterci. Non tanto come organico - abbiamo potuto ammirare gran parte dei trionfatori del TriNations e sui Lions - quanto in termini di concentrazione, prova la partita imprecisa al piede di un killer dalla piazzola come Morne' Steyn. Non che ci abbiano fatto sconti, beninteso, ma mischia a parte era chiaro che ai Verdi e' bastato giocare tra il 66 e il 75 percento del loro potenziale.
Lato Azzurro, quel che resta dopo la partita e' come a San Siro: mixed emotions.
Da un lato bravi per quella meta' partita, dal 20' al 60' circa, in decente e quasi paritaria pressione sui campioni del mondo; la meta che ne deriva e' significativa non solo perche' ben eseguita, ma in quanto mostra che se giocassimo non andrebbe peggio dello starcene asserragliati nel bunker difensivo, a sparacchiar via possessi alla membro di cane.
A fianco del positivo, peccato per i soliti trademark della squadra di Mallett - errori di impostazione, di esecuzione e nelle finalizzazioni, anche al piede (da cui il titolo) - che determinano punteggi "meritati ma ingiusti", se ci e' consentito l'ossimoro.
Lo sosteniamo da almeno un anno: e' assurdo giustificare le sconfitte tirando in ballo "errori individuali", dovuti alla scarsa pratica ad alto livello bla bla bla. Come se fosse possibile giocare gare perfette in qualsiasi sport! Tutti sbagliano, solo c'è chi rimedia e chi gioca rinunciatario per limitare i danni.
Sullo stesso piano è assurdo recriminare su quei sei o nove punti gettati al piede, se manca una corretta pianificazione dei piazzati, cosa assurda se il piano e' capitalizzare il lavoro della mischia. Invece, nel nome di una incomprensibile "responsabilizzazione" si decide di affidare le punizioni a un neofita come Gower che non calcia mai nel suo club, salvo poi il contrordine compagni, si passa senza preavviso a McLean che probabilmente non pratica da settimane, creando confusione smonamento e rendita nulla, quindi frustrazione tra lgi avanti che se lo fanno a fette per guadagnar punizioni e pretenderebbero solo che qualcuno li piazzasse. Le altre nazionali, mentre noi "responsabilizziamo" come nella rappresentativa del liceo, fan posto a cecchini come Wilko, Carter, Steyn, O'Gara, Paterson, chi puo' conta addirittura sulla figura dello specialista dalla lunga distanza (Halfpenny, Frans Steyn).
La cronaca: il primo quarto di gara è sofferenza autoinflitta per i nostri. Stiamo schiacciati indietro da un Sudafrica trotterellante poiche' gettiamo sistematicamente via il possesso guadagnato con fatica da una difesa solida e attenta ma tenuta bloccata copertissima da ordini di scuderia. Regaliamo quindi ovali ai piazzatissimi sudafricani, quindi ai piedi precisi di Steyn e DuPreez e alle ripartenze devastanti di Kirchner, Pietersen, Kankowski e Habana. E mentre siamo bravi a bloccare gli attacchi salendo aggressivi attorno alle ruck e lasciando poco tempo di ragionare al mediano o al flanker, non è sempre semplice fermare un sudafricnao grosso lanciato da lontano con sostegni su tutti i lati.
Come se non bastasse Favaro si fa espellere subito per un placcaggio in ritardo su DuPreez che ricorda quello di Masi contro l'Irlanda nel 6Nazioni ultimo (ma che je fanno ai nostri prima di scendere in campo, una iniezione di Tronconina?). La paghiamo subito: Kankowski si libera facilmente di Gower e lancia Habana in meta al 5' minuto. Meno di dieci minuti dopo, la paghiamo doppia: azione duale sullo stesso lato con Habana che libera Fourie, 12 -0 e partita in salita.
"Errori individuali" dei singoli (Favaro, Gower, Pratichetti), concluderà certamente Mallett. Certo, peccato che la causa vera sia la tattica suicida del calciare i nostri possessi graziosamente in bocca ai sudafricani, senza far montare veloci, senza mai puntare a riguadagnare l'ovale.
Una volta subìte le due mete, è come se i nostri si liberassero del peso del Fato: posizionati nella tacca che ci pertiene, ora si può rinfoderare l'artiglieria e cominciare a muovere palla a cuor leggero. E infatti iniziamo a giocare, guarda caso a partire dalla prima mischia, dominata, che arriva al 19'.
Inciso: L'arbitro Rolland se se sbatte altamente delle allucinazioni di Paddy O'Brien, sancendo costantemente il dominio Azzurro in mischia chiusa fin che dura. I sudafricani come anticipato non protestano, non fanno storie, retrocedono e pensano a riconquistar palla alla prossima azione.
Zanni l'udinese è il primo a scalfire pericolosamente la difesa Boks, arrivando a mezzo metro dalla meta con una incursione generata in prima fase da un bell'offload di Parisse. L'azione non prosegue, fermata dalla visione di Broussow che in piedi si allunga in tutto il suo metro e settantacinque, pesca fulmineo palla dalla nostra parte della ruck e se la riporta dalla sua. Da sola e' valsa il prezzo del biglietto.
Siamo installati nella loro metà campo grazie alla mischia e soprattutto al fatto che il possesso finalmente lo regaliamo solo sporadicamente. La rimessa laterale è sufficientemente affidabile ma non al 100% e a contrastare le loro manco ci proviamo. Ok, ci sta.
Alla mezz'ora c'e' un perfetto offload rovesciato di Gower che ricorda quello per Canale a San Siro sabato prima, Garcia taglia nel nulla e entra in meta vicino ai pali: 7 - 12, tripudio Azzurro. La sensazione è che se continuassimo a spingere, ne potrebberosuccedere delle belle.
Secondo tempo: l'Italia impostata sulla trazione anteriore della mischia insiste a pressare i trotterellanti avversari, ma non riesce a finalizzare al piede nè tantomeno su azione. Ovviamente la cosa frustra i nostri avanti, al punto che Parisse s'inventa un improbabile drop. Segnali pessimi. Eppure la disciplina regge decentemente, ma continuiamo a non punire le loro, praticamente a ogni mischia.
Loro invece passano all'incasso di quello che passa il convento: al 45' Steyn piazza una punizione, al 50' va in meta finalizzando una ripartenza sull'ennesimo calcio tattico dei nostri in bocca al piazzatissimo Pietersen, che parte, coinvolge Habana, Fourie il migliore in campo poi il mediano e tagliano la nostra difesa come il burro.
Nell'ultimo quarto nonostante i cambi ai nostri manca non solo motivazione ma ossigeno ai neurotrasmettitori, la mischia cede (*) e subiamo la quarta meta di Wynand Olivier su apertura standard di DuPreez dopo mischia avanzante loro; il Sud Africa chiude il 32-10 finale dopo la punizione finalmente piazzata da Gower.
(*): Nota per i tifosi (anche) sudafricani come il sottoscritto: la mischia Boks prende il sopravvento dal 60', con il ritorno di John Smit a tallonatore, coi piloni Mtawarira BJ Botha. E' la prima volta da un anno, interesting ...
Nessun giudizio individuale sui nostri, a maggior ragione stavolta emerge chiaro che nel rugby si gioca collettivamente e per reparti. Due cose determinano gli esiti di una partita piu' di ogni altra, aparità di skill a disposizione: le scelte tattiche e la precisione nelle esecuzioni. Fatta salva la classe superiore degli avversari pur non certo al meglio, ancora una volta il lavoro micidiale di una mischia dominante a livello mondiale non viene doverosamente "onorato" per mancanza di un calciatore specialista, allenato e "committed" in campo. Come se a una squadra di calcio mancasse un giocatore capace di "vedere la porta". Dopo e solo dopo vengono gli errori di esecuzione individuali: tutti sbagliano prima o poi, e a parita' di skill individuali se non aumenti le opportunita' d'attacco te lo devi aspettare che prima o poi gli avversari "rompano" un placcaggio o superino in velocita' la linea.
Si può parlare di sconfitta onorevole? Sì, se si intende che abbiamo meritato il rispetto degli avversari quando abbiamo giocato, se e' vero che han dovuto scuotersi un attimo per evitare una imbarazzante meta in piu' dei nostri. Si può parlare di passo avanti? Si, se questa partita servirà ad acquisire consapevolezza che giocando ci si difende meglio: si, se la finissero di guardare video per isolare gli errori individuali, perdendo di vista le impostazioni tattiche complessive erronee.
Persino Habana in maglia azzurra a fine partita (a proposito di rispetto) parla dei nostri progressi, dichiara che si vede come dieci dei nostri siano titolari nei massimi campionati continentali e cita Parisse e Castrogiovanni tra i leader mondiali nei loro ruoli: finiamola allora con le pietose scuse del livello basso dei nostri, coi diversivi sul basso livello del nostro campionato, delle partite affossate da errori individuali.
Mallett prima della sua tredicesima sconfitta consecutiva ha dichiarato a un intervistatore sudafricano che da quando è in Italia ha dovuto "abbassare i suoi standard" su ciò che è accettabile. Beh, anche noi da quando c'è lui abbiam dovuto abbassare i nostri.
Nella stessa intervista ci apre uno spiraglio di speranza, dichiarando che dopo i Mondiali avra' 55 anni e sara' ora per lui di privilegiare la "qualita' di vita" e la famiglia rispetto alle opportunita' professionali. Soffriamo in silenzio, ce' una luce in fondo al tunnel.
Intendiamoci, non sono certo queste le partite da vincere a tutti i costi; ma venti minuti nel primo tempo dimostrano che persino queste sono succose opportunita' gettate al vento.
Ora finito il dittico coi numeri uno mondiali (due opportunità storiche lievemente sprecate) arriva Samoa, importante crocevia della stagione per gli Azzurri. L'anno scorso i Pacific Islanders, con cui perdemmo 17-25, arrivarono dopo la decente partita di Padova con gli Australiani persa 20-30 e un 14-22 allarmante con l'Argentina. Quest'anno a livello meramente numerico partiamo peggio, non tanto sul lato "avere" quanto in quello "dare", cioe' segnar punti, piazzati o mete. Il gioco è un mezzo (per segnar punti), non un fine. Samoa, contro la quale peraltro non abbiamo mai vinto, e' piu' squadra degli Islanders; solo la stangata presa con l'aggressivissima Francia depone a nostro favore.
In caso di vittoria con più di 15 punti di margine, per la prima volta nella gestione Mallett recupereremmo una posizione nel ranking Irb tornando all'undicesimo posto (prima di lui nel 2007, ricordiamolo, eravamo arrivati all'ottavo. E le Elv non ci sono piu'). Speriamo la storia non si ripeta, senno' ci sara' da farsi male sul serio: senza il morale di una vittoria, come faremo a scendere in campo nel Sei Nazioni ed affrontare quel che si sta vedendo in Europa?
A proposito, tiriamoci su il morale: la Nazionale A ha sconfitto a Palmanova la forte Georgia per 9-8; e' la seconda vittoria in fila dopo quella con la Romania.
6 commenti:
dominare in mischia e perdere di 22 punti fa male al cuore.
una sensazione simile la provai quattro anni fa in scozia con la mischia che arava quella scozzese e orquera e de marigny che spadellavano tutti i calci conquistati dagli avanti.
ma è un fatto che grandi calciatori non ne abbiamo a parte forse marcato che mi sembra uno in grado di reggere la pressione.
qui i casi sono 2:o si punta su tebaldi che pare un buon prospetto e calcia nel club(anche se a me a 9 piace parecchio picone)o,quando recupera,volendo mantenere gower 10 si schiera marcato estremo(forse l'unico esperimento non peregrino di nm).
il problema è da risolvere in fretta:con samoa se il punteggio si alza si rischia molto.si può vincere,invece, tenendo il punteggio bassino ma per vincere col punteggio basso ci vuole uno che la sbatta dentro con regolarità.
dev'esserci una sorta di ordine di scuderia volto a far calciare comunque l'apertura anche se inaffidabile:nella a calcia bocchino che è un buon giocatore ma decisamente discontinuo dalla piazzola.
a proposito di nazionale a:direi che le vittorie su romania(larga) e georgia(risicata)raccontano di un innalzamento del livello delle seconde scelte,non è un dato da buttare.
Mi sto formando la convinzione che abbiamo un coaching team poco attento alle evoluzioni moderne del gioco, anche nei riguardi dell'apertura.
Va ben che gli altri possono permettersi di dar eper scontata la capacita' di placcare e possono attingere a bacini piu' ampi, ma sicuramente non danno la responsabilita' numero uno di piazzare a un avventizio come Gower.
Marcato sotto questo profilo e' decisamente il piu' affidabile, ma anche McLean a mio avviso, a meno di non allestirgli "sorprese" come sabato e mandarlo allo sbaraglio senza preparazione recente e commitment mentale (il ragazzo e' giovane ...). Quello che dici sulla A e Bocchino preoccupa, sottolinea che c'e' un problema di direzione tecnica.
In mediana preferisco anch'io Picone, e' piu' veloce a rigiocare di Tebaldi oltre a essere piu' fisico, anche se l'altro avrebbe piu' creativita'.
Dato che giochiamo a trazione anteriore (mischia), serve a maggior ragione uno col 90% di precentuale di trasformazione. Nulla e' piu' frustrante per un mischiarolo che veder fuori i "suoi" calci.
Grazie per il reminder sulla vittoria della nazionale A, l'ho sottolineato!
A mio avviso come sottolineo nel post, non abbiamo NESSUN problema di livello dei nostri giocatori (senza ovviamente sostenere che abbiamo Habana). Tutti sbalgiano, solo che se non gli dai possibilita' di rimediare attaccando ...
Completamente d'accordo con Tagus su Marcato (era anche il senso della mia domanda maliziosa a ABR sulla prestazione di McLean a Milano... il giovine manzo australiano non mi convince). Temo, però, che la fissazione di Mallett a schierare giocatori fisicamente imponenti - come McLean - sbarri la strada a Marcato estremo: e pensare che dobbiamo ad un suo drop l'ultima vittoria conseguita.
Concordo pienamente sulla nazionale A: è dall'anno scorso, se non vado errato, quando perdemmo di un soffio con gli Emerging Springboks, che lo staff della A sta raccogliendo risultati (eppure c'è gente sui blog che ha sparato a zero contro i tecnici della A, non faccio nomi). Speriamo di raccogliere presto (febbraio) i risultati.
Grazie ancora a ABR per i commenti molto puntuali sulla partita di sabato a Udine (sich, non sono riuscito a vederla).
Tnxs Alessandro,
anch'io sono per gli specialisti di ruolo, in particolare per un calciatore che è l'equivalente del portiere nel calcio: uno bravo ti cambia la vita, persino se sei una squadra inglese :)
McLean ha sbagliato due robe che se eri lì e le vedevi, lo odiavi forever. A sua parziale discolpa, tra professionisti non si può improvvisare e calciatore forse si nasce ma richiede esercizio, non si improvvisa.
Ciò detto, Marcato mi darebbe più affidamento, anche per tentare qualche drop.
Solo che l'ho visto malissimo, fragile fragile l'anno scorso a Twickenham alla prima del 6N con Mauro mediano ('na scelta da ricovero coatto per Mallett), targettato dalle terze linee britanniche.
Un paio di note ...
Ntawarira e la nostra mischia : non si tratta di forza de "The Beast", ma di clamorosa topica arbitrale!
qui http://www.rugby.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=15983&st=0&sk=t&sd=a&start=975
ci sono le immagini della mischia che ci è costata un CP al 71'
Non solo Ntawarira spinge storto, ma Brüssow addirittura scivola in avanti e si lega al SUO LATO ESTERNO!
Seconde note : la fetta di curva era vuota perchè con il maxischermo era impossibile vedere il campo, gli spettatori erano ridistribuiti dalle altre parti (con scale e corridoi pieni)
Molto positivo vedere poco meno di una dozzina di pullman da Slovenia, Austria, Croazia e Ungheria.
mmm ... anche quella mischia dici? L'ho vista dal vivo ma da lontano, mi sono fidato di Rolland che le aveva arbitrato "bene" (per noi) sino ad allora...
Comunque non era tanto la prestazione di The Beast che sottolineavo (tra l'altro non pare simpaticissmo a Castro.), quanto il ritorno di John Smit a tallonatore.
La fettina di stadio veramente -ina -ina vuota: ok meglio ancora, e buono a sapersi per la prossima volta ...
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