I Barbarians rovinano il ruolino All Blacks
Da quanti anni, da quante partite i Tutti Neri non perdevano in Europa, Coppa del Mondo a parte? Conteggio semplice per Graham Henry: non aveva mai perso un Test quassù da quando li allena. Finalmente qualcuno, anche se non è una Nazionale e questo non è un Test Match ufficiale, ja' sporcato 'a fedina: a Twickenham Barbarians 25 - 18 New Zealand.
I Baa-baa's non battevano i Kiwis dal 1973, e ora i Tutti Neri tornano a casa non imbattuti come ogni anno ma anche con delle mete subite, le prime in questo novembre (anche se, ripetiamo, una tecnica se la sarebbero ampiamente meritata a San Siro).
E' andata che Bryan Habana, Irb World Player del 2007, ha piazzato a McCaw, Irb World Player 2006 e 2009, un perfido hat trick (tripletta) da standing ovation - prima meta a sostegno di un contropiede, seconda di intercetto, terza a finalizzare al largo una azione alla mano. E non è casualità, o solo la prestazone del singolo o di alcuni singoli ad aver fatto la differenza.
Non capita spesso di vedere un team "vero" perdere contro un aggregato pur di grandi campioni, allenatosi assieme (si fa per dire) per solo due sessioni; c'è allora da farsi delle domande sulla consistenza e l'amalgama dei rincalzi All Blacks, pur con McCaw a portare la bandiera.
Prendiamo le parole di Fili Tupua su Sportingo per spiegare quanto siano cambiate le cose rispetto ai bei tempi in cui gli All Blacks facevano sempre paura, indipendentemente da chi scendeva in campo : " During the 2005 tour, coach Graham Henry had the luxury of sending out two completely different XVs on consecutive weekends, smashing Wales and Ireland for the small matter of 86 points (41-3 and 45-7 respectively). By 2007, the ‘rotation policy’ and ‘rest and recovery’ methods were a myth – with New Zealand's subsequent World Cup failure hammering it home. Two years on, the All Blacks have once again dominated their Northern Hemisphere rivals. But realistically, this ‘second-string’ team left a helluva lot to be desired". E l'aveva certificato proprio l'Italia.
Vista in positivo, la vittoria dei Barbari è comunque dovuta anche alla impostazione di coach Mallett; pochi concetti ma ben chiari, i soliti che conosciamo: difesa attenta e organizzata, palla lunga e lasciar pedalare gli avversari, calciare in rimessa solo quando la linea è "rotta" o le lingue sono fuori, attacco in poche fasi e possibilmente sfruttando i break.
La sfida chiude in gloria l'anno 2009 come era definito, cioè felice per i molti sudafricani convocati ed è anche conferma di happy ending per gli australiani presenti, tutti schierati in posizioni strategiche. La gara offre agli All Blacks un finale d'anno amarognolo, familiare nel 2009 ma quasi dimenticato, indipendentemente da chi fosse schierato. La cosa è positiva anche per noi: da oggi ci sono tre italiani che possono dire di aver battuto gli All Blacks - Perugini, Del Fava e Geldenhuys. Speriamo che aver rotto il ghiaccio sia di buon auspicio per battere finalmente l'ultima delle europee che ci mancano, l'Inghilterra.
Già il primo tempo è concluso pro Barbarians 14 -10: stuzzicate da un primo, fischiatissimo calcio di Donald (il pubblico era lì per veder gioco), le squadre cominciano a correre. Su una incursione All Blacks, Drew Mitchell schierato estremo ruba palla nei suoi 22m, s'invola lungo l'out sinistro trovando il sostegno e la meta dell'imprendibile Bryan Habana. I Kiwis reagiscono, anche se regge la difesa bianconera incentrata sulle terze George Smith, Rocky Elsom e Schalk Burger. Una incursione di McAlister, oggi molto attivo, apre la strada per il soprannumero a destra e la meta di Ben Smith che riporta sopra i neozelandesi. I Tutti Neri provano a sfruttare il momentum pressando i Baa-baa's nella loro metà campo, ma una apertura telefonata di Donald trova il rapace Habana attento e imprendibile, e arriva la seconda meta.
Nel secondo tempo la pressione neozelandese sale, anche per l'uscita di Perugini che consegna il controllo della mischia ai Kiwis. I Barbari ne escono con un calcio di punizione di Matt Giteau, fischiato pure questo. Finalmente l'insegimento degli avanti Tutti Neri viene parzialmente premiato, il Tmo conferma una meta di Boric che Delany non riesce a trasformare: 17-15 per i Barbarians. Dopo la girandola delle sostituzioni che non incrinano il tasso tecnico in campo, ancora Habana marca la terza meta decisiva, su passaggio di Mornè Steyn schierato primo centro e Giteau che inizia l'azione (la cosa la dice lunga sulle idee "sudafricane" di Mallett: se davanti sei ben coperto e dietro hai Fourie, allora i bei piedi si sprecano, vedi anche ingresso di Halfpenny). I Kiwis provano a accorciare con una punizione di Delaney, subito rintuzzata da una di Steyn.
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