Passi indietro di Coppa
Terza giornata del weekend di coppa, tutta da dimenticare per le italiane.
Iniziamo dalla Heineken Cup:
Pool 3: Leicester Tigers 47 - 8 Viadana
Le aspettative italiane non erano molto elevate, e in effetti i padroni di casa liquidano la pratica bonus offensivo in circa mezz'ora. Cinque mete nel primo tempo più due nel finale (due per Hipkiss, una per Woods e Flood che mette a segno anche 5 trasformazioni, due per Hamilton dopo la tripletta all'andata, infine Mauger), una meta della bandiera per Canavosio. Infortunio ai legamenti per Tom Croft, salterà le prime gare del Sei Nazioni.
Nella stessa pool, Clermont Auvergne 27 - 7 Ospreys
Bella partita che conferma la forza degli Alverni quest'anno, almeno in casa. Gonzo Canale parte dalla panchina, la prestazione in campionato a Tolosa lancia Seremaia Bai titolare al centro a fianco di capitan Rougerie. I gallesi con la sicurezza del rientrato estremo Lee Byrne in evidenza e Biggar all'apertura (il giovane sostituto in pectore di Stephen Jones in nazionale non si mette in luce, a parte qualche bel calcio in touch) mettono subito in difficoltà i padroni di casa. Dopo aver rischiato una meta di rapina da parte di Nalaga, segnano al sesto una bella meta con Tommy Bowe dopo ripetute minacce allargando in velocità il gioco. Clermont si ricompone e nel giro del tempo recupera e supera gli avversari grazie al piede di Brock James (un drop, tre punizioni su quattro nel primo tempo) per il 12-7 alla pausa. Nel secondo tempo Clermont tiene costantemente il pallino del gioco grazie alla rapidità di Parra in mediana e alla varietà di soluzioni d'attacco, al largo (Malzieu, Nalaga) e in mezzo (Floch, Bai, Rougerie). Finisce nel modo classico, con due mete delle ali, una su manovra (Malzieu) e una di rapina da pressione (Nalaga); meno classici sono i ben tre pali centrati da James, autore di 17 punti.
NellaPool 3 ora i Tigers sono a 17 punti, Ospreys e Clermont a 16; nel prossimo turno i gallesi riceveranno Leicester in una superclassica che sarà un win or die probabilmente per il secondo posto del girone, a meno che i Tigers vincano col bonus: Clermont infatti a Viadana verosimilmente incasserà 5 punti e in caso di parità di classifica conta la contabilità degli scontri diretti, con Clermont vincente su entrambe le concorrenti.
In Pool 1: Benetton Treviso 7 - Munster 44
Un bel passo indietro di Treviso, tornato al livello delle performance di coppa tipiche delle italiane: sei mete a una, bonus offensivo concesso agli avversari in circa mezz'ora, come succede regolarmente a Viadana, Roma o Rovigo. E anche dopo il ventesimo e per quasi tutto il secondo tempo quando si ricompone, la squadra spreca due chiare occasioni di meta. La spiegazione migliore della debacle la dà coach Franco Smith: il record di pubblico a Monigo e la carica emotiva accumulata hanno "suonato" completamente i biancazzurri, e il risultato è stato quel primo quarto d'ora imbambolato in cui han subìto 3 mete (Hurley, Earls autore di una doppietta, O'Callaghan) fatte con lo stampino: ripartenza veloce da lontano dei rossi irlandesi, primo placcaggio mancato, buco nella linea, assenza di assistenza e recupero. E aggiungo, mancato abbattimento del corridore avversario che ha passato palla, in modo che non possa più dar sostegno all'azione d'attacco: a very basic, altrimenti si gioca a touch rugby. Vero è che davanti c'era Munster, primo club del ranking europeo (e probabilmente mondiale), tornata a dare il meglio dall'ultima partita di coppa a Perpignan, ed era peraltro dichiarato il game plan irlandese: partire subito forti per evitare le sorprese dell'andata. Sta di fatto che il ritorno di Treviso a passivi da stagione 2008-9 in casa è stata una sorpresona veramente inattesa e negativa, davanti ai celti e ai nostri primi avversari del Sei Nazioni, in un momento di scelte decisive per il futuro dell'Italia del rugby.
Il primo tempo si chiude sul 7-30, dopo la meta di rapina di Zanni che risveglia i trevigiani; dopo averne sfiorate altre due grazie alla potenza della mischia, poco dopo la mezz'ora si fanno infilare dalla velocità di Warwick per la meta del bonus, obiettivo ideale dei visitors. Dopo essere andati nuovamente vicini alla meta irlandese nel finale del primo tempo, nel secondo i trevigiani tornano in campo meno carichi negativamente; con gli irlandesi appagati dall'obiettivo bonus raggiunto è un'altra partita, tutta in equilibrio. Al 63' arriva la seconda meta di Earls, ma ci sta dopo venti minuti 0-0 nel tempo; in pieno "garbage time" l'arbitro White e il Tmo regalano infine agli irlandesi una meta viziata da due chiarissimi passaggi avanti, ma tant'è.
Divertente siparietto a metà secondo tempo: alcuni tifosi irlandesi tentano di regalarsi un souvenir d'Italie non restituendo l'ovale uscito dal campo (chissà come si dice in gaelico "ci facciamo sempre riconoscere"); dietro di loro si alza il Ct degli Azzurri Mallett e si fa restituire il maltolto. Forse l'intervento più applaudito della sua carriera in Italia.
Con questi cinque punti certamente non garantiti alla vigilia, Munster scava un solco nella classifica della Pool 1. Domenica i Saints ricevono Perpignan ma ben che vada potranno arrivare massimo a 2 lunghezze di distanza dagli irlandesi, per poi passare nell'ultima giornata dal Thomond Park.
Le altre di Heinken Cup:
Pool 4: Stade Francais 15 - 13 Bath
La partita che aveva rovinato la stagione dei parigini l'anno scorso stavolta si chiude positivamente anche se per il rotto della cuffia. Succede tutto nel primo tempo, due mete dell'ala Arias e 5 punti di Beauxis chiudono la strada agli inglesi nonostante la meta di Claaassens e gli otto punti di Little. Nel secondo tempo il tempo inclemente frena tutti. Mirco ala forte titolare e unico italiano presente. Ai parigini basterà un punto nella prossima partita a Edimburgh per conquistare il primo posto.
Pool 2: Gloucester 23 - 8 Biarritz
Vittoria d'orgoglio due mete a una per gli inglesi oramai tagliati fuori; poco male per i baschi zoppicanti per i tre infortuni decisivi subiti nell'ultima di campionato (Yachvili, Barcella e Traille), alla loro prima sconfitta in coppa: il primo posto in Pool2 è di Biarritz indipendentemente dai risultati dell'ultimo turno.
Pool 5: Cardiff Blues 36 - 19 Sale Sharks
Riscossa all'ultima gara utile per i semifinalisti gallesi dell'anno scorso: alla fine sono tre mete pari, ma i Blues guidano tutta la partita, la differenza la fanno i 18 punti di Ben Blair e i tre di Halfpenny dalla lunga distanza.
Cardiff raggiunge gli Sharks nella classifica della Pool5, ma Tolosa ha la possibilità di portarsi a distanza di sicurezza e guadagnarsi in casa la qualificazione anticipata con la partita di domenica coi Quins.
Pool 6: Leinster 27 - Brive 10
La difesa molto attenta di Brive disunisce i campioni in carica che impiegano 26 minuti a schiodarsi dallo zero a zero (meta tecnica trasformata da Sexton, autore in tutto di 7 punti). Il seocndo tempo si apre con la seconda meta, Nacewa porta Leinster a guidare 15 -0, poi accorcia le distanze Uys. Nel finale chiudono la gara le mete dei due centri d'oro D'Arcy e O'Driscoll, Nonostante Brive segni al sua seconda con Spedding. Orquera apertura titolare, rimasto perè a zero punti di score personale.
Domani Scarlets - Irish dirà se la corsa a due tutta ... Irish continua, in attesa della scontro diretto dirimente a Twickenham.
In Amlin Euro Challenge si giocavano quattro partite, due delle quali con italiane in casa: sono state due gare combattute, in un caso fino in fondo ma con risultati nulli e massimo bottino concesso alle avversarie.
Avevamo sottolineato fin dall'inizio, aldilà del ridimensinamento delle nostre compagini, come la formula di Challenge di quest'anno paresse fatta per affossare gli stimoli delle nostre (e sta costando carissima pure alle francesi).
Ciò detto, l'Europa mette in evidenza il gap nella intensità tra il nostro campionato e quelli altrui: squadre come Worcester o la stessa Montauban spingono per orgoglio fino alla fine anche se non hanno nulla da guadagnare, mentre quello delle nostre, o meglio le energie per supportarlo, dura tipicamente un tempo o poco più. Ciò detto, che la soluzione sia lanciare due team in orbita in un altro campionato e tutti gli altri ciccia, base inclusa, la dice lunga sulla miopia di chi regge le sorti del nostro sport in Italia, sul livello della critica e anche di molti appassionati: se proprio voglio copiare le "best practices" altrui, guardo che fanno i migliori, più simili a me e "fast growing" (i francesi) e non i più piccini, lontani e diversi. A pagamento per giunta.
In Pool 1, Rugby Parma 16 - 38 Leeds Carnegie
Due mete inglesi nel primo tempo vengono recuperate dai calci di Irving (in panca puniti alla mezz'ora) e da una meta di Vosawai per il 16 - 17 a fine primo tempo. Dopodichè la benzina padana termina e il secondo tempo è tutto per il Leeds che segna tre ulteriori mete per il bonus offensivo. Missione compiuta, gli inglesi pareggiano i punti in classifica di Bourgoin e attendono i francesi in casa per la sfida decisiva di settimana prossima.
In Pool 2, Worcester Warriors 54 - 3 Olympus Madrid
Otto mete, tripletta per il 21enne flanker Cox e doppietta per il collega e coetaneo Abbott. Tutto inutile visto il distacco da Connacht leader della pool e già qualificata.
In Pool 5: Petrarca Padova 23 - 31 Montauban
Due mete a testa nel primo tempo, di Cavalieri e Mercier per Padova, col Petrarca a prevalere per 16-14. Poi un penalty di Coll e altre due mete francesi in superiorità numerica chiudono la partita, nonostante una meta tecnica a favore dei patavini nel finale. I 5 punti presi dai francesi li portano a due punti dalla leader Newcastle, la quale attende in casa i patavini veramente sfortunati quest'anno, altrimenti potevano uscire dalla Coppa a testa alta anche sulla carta oltre che moralmente, mentre i francesi riceveranno Albi.
In Pool 4 in serata: Bayonne 24 - 14 Racing Metro
Esordio positivo per Gajan sulla panchina basca, vince escludendo tra gli altri Perugini e Gower (gli preferisce Manny Edmonds, ma la cattiva notizia per l'italo australiano è che a Baiona sta arrivando un'apertura di ruolo, Sebastien Fauquè che scappa da Tolone dove si trova "chiuso" da Wilko e Contepomi), mentre dall'altra parte dei quattro italiani disponibili sono titolari Masi e Dellapè, con LoCicero, Festuccia, Chabal, Nallett e Steyn fuori.
Squadra di Berbizier davanti per tutto il primo tempo, poi due mete a cavallo del 70' chiudono la gara a favore dei padroni di casa nonostante i due drop di Mehrtens.
Risultato che chiude i giochi della pool, i francesi si fregano tra loro le peraltro scarse residue speranze e i Wasps si qualificano con un turno d'anticipo.
12 commenti:
Caro Socio, concordo in pieno: il gesto di Mallett in tribuna è forse quello che meglio gli è riuscito sino ad ora. Complimenti.
Per il resto, la sconfitta di Treviso ci riporta coi piedi per terra nel senso che ci riporta al punto di partenza. Siamo davvero sicuri di voler andare in Celtic, indipendentemente da chi ci andrà? Treviso, fino ad ora, è stata la formazione che più di tutte ha fatto del bene nelle coppe europee. Ma quando va a finire che contro capita una squadra come Munster, inebriata di killer istinct, succede che i nostri - in generale - perdano la trebisonda e lo spettacolo avversario può avere inizio. Sono da sempre i nostri limiti, il discorso potrebbe valere anche per la nazionale. Gli irlandesi hanno premuto sin dall'inizio sull'acceleratore, segno che questa trasferta non l'hanno affatto presa sottogamba. Treviso ha pagato probabilmente l'emozione, ma soprattutto non è riuscita a costruire almeno la prima fila di mattonelle per imbastire il gioco.
Dispiace, era lecito attendersi di più. Ma la crudeltà di questo sport è che non è come il calcio, dove al massimo l'improvvisazione di un singolo può cambiare le carte in tavola.
Interessante anche un'altra cosa: consideriamo che di fronte c'erano due formazioni simili, nel senso che entrambe sono serbatoi della rispettive nazionali. Vuol dire tutto, ma soprattutto può voler dire anche niente. Fatto sta che ci aiuta a capire qualcosina: l'Irlanda è in forma, se gente come O'Connell & Soci manterranno le aspettative anche per il 6 Nations, sarà dura per tutte le altre.
Tornando a casa nostra, l'augurio è che comunque da queste batoste si apprendano errori e continui metodi di approccio alle sfide internazionali. Mica eravamo qui ad attenderci che Treviso o Viadana facessero di più: però stiamo attenti, che già gira la voce di quelli secondo cui "avete visto? La menavate tanto con questa Treviso e poi è pari alle altre". Bene, dunque siete ancora tutti dell'idea di voler andare spaesati Oltremanica. Facciano, lor signori.
Tutto vero Socio.
Ma era francamente inatteso che, dopo aver lavorato sul fisico per riuscire a tenere il ritmo delle avversarie, almeno in casa, per ottanta minuti, Treviso tornasse indietro a problemi di temper e controllo mentale.
Davanti c'era il top dei top club europei e forse mondiali, sfiga ha voluto li incontrassero dopo che s'è ritrovato alla grande a fine dicembre, quando anche Jean De Villiers ha compreso che non sta più in sudafrica.
Killer instinct il loro, corretto, come è corretto che non siamo nel calcio.
C'eravamo un po' illusi, e come nel momento delle belle prestazioni di Treviso le abbiamo giustamente sottolineate, ora ne sottolieiamo il passo indietro, che non preclude nulla (se hai conquistato una volta una super model, lo puoi fare ancora, se ci credi veramente).
Per quanto riguarda le nazionali, uno degli aspetti più trascurati a mio avviso è che non è vero che il cuore della nazionale italiana stia a Treviso: in realtà sta disperso all'estero e Treviso con Viadana supplisce i complementi.
Il fatto (non l'illusione) che Tv fosse riuscita a gestire intensità da altri campionati, faceva ben sperare per la nazionale nel suo insieme, nonostante il calendario infausto (tre su cinque partite fuori casa).
Il torto maggiore di Mallett, aldilà di due anni sprecati in scelte errate per certi ruoli chiave, è stato proprio quello di deprimersi fingendo che tutti i nostri frequentino il Super10 e non abbiano i ritmi dei campionati maggiori, finendo per deprimere pure loro.
Mallett non è malaccio, checchè ne dicano i detrattori meno competenti, solo che non era il coach adatto all'Italia, probabilmente lo ammetterebbe pure lui: troppo infatuato del suo mito di vincente, troppo alla caccia di scuse e di espedienti "scorciatoia", troppo convinto che la mentalità "giusta" sia quella anglosassone.
Il suo è stato un problema di "sintonia" coi giocatori, superato non da lui ma dallo "spogliatoio" solo dopo la tournee estiva 2009.
All'Italia serve un coach internazionale ma latino, che sappia come far leva sulla loro capacità di far tutto, nel bene e nel male (anche il sudafricano Franco Smith ha cannato totalmente ieri al riguardo).
Uno che non sa comprenderli e tanta di trasfomarli in british, magari a forza di innesti, è esattamente come la Celtic League: tempo e soldi sprecati nel posto sbagliato.
I francesi lo dimostrano ogni anno nonostante difficoltà e crescite anglosassoni: esiste una VIA LATINA al rugby di eccellenza. E sarebbe più probabile uscire dalla palta imboccando quella strada piuttosto che perderci tra le fredde brughiere attorno al Mar d'Irlanda.
Però c’è un problema di gioco che riguarda specificatamente Treviso, anche se è il riflesso di un problema nazionale. Specifico lo è nella sua profondità, vista la qualità dei giocatori. Cercare la spiegazione delle sconfitte, come fanno alla Benetton, nella mancanza di concentrazione o di ardimento o per l’emozione non è sufficiente. Treviso è una squadra uni-dimensionale. Riesce a fare ogni tanto meglio, diciamo pure molto meglio, delle altre squadre italiane perché ha una mischia di livello europeo. Diamo a Smith quello che è di Smith, e cioè il merito di aver costruito un gioco di mischia, al di là del valore degli uomini, veramente eccellente. Ma quando il gioco si apre la squadra si disunisce; ha grossi problemi - soprattutto di riposizionamento in difesa - anche a livelli italiani. Cosicché se riesce a tenere statico il gioco con la mischia e coi calci di liberazione, anche se in questo modo è difficile segnare mete, è capace di tenere viva la partita anche con degli squadroni. Evidentemente il Munster l'ha capito, e fin dal primo minuto della partita ha giocato alla mano, anche dai propri ventidue. Purtroppo da qualche settimana neanche la touche è brillante come il solito. D'altronde ieri avevamo di fronte il Munster di O'Connell & C. e la cosa è anche comprensibile. Nella fase d’attacco, con squadre che salgono veloci, anche in Italia, il Benetton ha grossi problemi. E quando conquista l'ovale, salvo qualche exploit personale di Williams, non riesce a contrattaccare armoniosamente con i trequarti. E le mete oggigiorno, se non si sfonda direttamente con gli avanti, il più delle volte vengono fuori così, quando gli spazi si aprono. Anche nel campionato italiano subiamo a volte delle lezioni che dovrebbero aprire gli occhi a qualcuno, specie da squadre "leggere" – “femmine” per così dire - predisposte al contrattacco, come il Prato qualche settimana fa: due mete tecniche per la Benetton e coltellate nel burro di Wakarua e Burton in prima fase di 50-60-70 metri. Ma io ricordo pure la sconfitta bruciante in casa contro il Parma di Cavinato l'anno scorso, quando subimmo tre o quattro mete dai loro 3/4 lanciati nelle praterie vuote della nostra metà campo, in una partita a dire il vero in cui la squadra cercava ostinatamente di giocare alla mano, ma le giocate risultavano sempre desolatamente orizzontali. Poi è chiaro che in difesa i problemi nascono quando si manca un placcaggio, ma la mia sensazione, guardando le partite dalle tribune, è che in parte succeda perché la squadra è in realtà in ritardo quando l'ovale esce dalla mischia o dai raggruppamenti e il campo sembra sempre troppo largo... Per non parlare poi quando si ciccano gli upper-under o i calci di spostamento, che probabilmente ci hanno costato la partita in casa con il Northampton con i giocatori pericolosissimi che si ritrova in quelle situazioni come Foden, Ashton e Geraghty. Fatto sta che ormai da tre anni è così. Insomma, questa è la mia sensazione, c’è qualcosa che non va a livello tecnico, che non può essere solo la qualità dei trequarti. Ma io non sono neanche lontanamente un tecnico. E più che altro chiedo lumi.
Bella atmosfera comunque. Mai vista tanta gente. Contro il “professionalismo” della “marea rossa” dei tifosi del Munster c’era ben poco da fare, tuttavia per la prima volta ho visto anche un bel po’ di verde.
Insomma: a noi serviva Berbizier :D Eccetto la parentesi Mondiale.
Berbizier era un "dead man walking" ai Mondiali, s'era già chiamato fuori annunciando il ritiro in corso d'opera (mai visto, il che la dice lunga sul clima federale), dopo le litigate con Troncon e il rifiuto di scegliere una apertura.
Prima ci aveva portato al pareggio in Galles nel 6Nazioni, oltre alla classica vittoria su Scozia e a una quasi vittoria (fu furto arbitrale) in Irlanda nel tour premondiale.
No, in realtà più che a Berby sto sempre pensando fisso a uno con le caratteristiche di Marcelo Loffreda, uno che oltre ad aver allenato in Uk ha saputo identificare, costruire e responsabilizzare un gruppo, facendolo vincente con pochissimo allenamento.
E non mi si dica che, a parte qualche fuoriclasse (ma li abbiamo anche noi: Parisse, Castro.), Argentina 2007 fosse coperta da campioni in tutti i reparti.
Zamax, le tue considerazioni "dal vivo" sono come sempre preziose.
Indubbiamente l'arma offensiva di Treviso è mono-tona, lo dimostrano il paio di clamorose occasioni, sprecate perchè dovrebbero ben inculcarlo ai nostri che più di tre mischie ripetute in fila non si possono dominare. Ma quando non hai altro ...
Eppure con Samoa McLean ha mostrato che saprebbe anche penetrare ogni tanto e non solo calciare (tattico: dalla piazzola invece gnente, insistete con Goosen che precisisiimo non lo è mai stato e oramai in più perde qualche pezzo); ieri non mi è piaciuto così bloccato, fuori misura e senza copertura d'attacco ai suoi u&u.
Un po' come l'Italia insomma, tranne che Gower adesso qualche centro in mezzo riesce al lanciarlo (per le ali in attacco, ripassare nel 2015, forse).
Per quanto riguarda invece la fase difensiva, quel che hai visto è indubbio per il primo quarto di gara, mentre dopo e nel secondo tempo la difesa avanzante di Tv è riuscita a tamponare bene tutte el offensive di Munster.
Tu dici, oramai s'erano rilassati? Si e no.
vero è che Earls ha bucato una volta anche nel secondo tempo (l'ultima meta non esiste), ma con questi Lions (e Boks ...), direi che ci sta.
Voglio dire, indubbio ci sia il "difetto di costruzione" cui fasi cenno, ma a mio avviso vale più per la fase palla in mano che non per la difesa: quando sono concentrati e presenti, riescono a tamponare sufficientemente bene persino i numeri uno al mondo.
Almeno per un tempo, soprattutto fuori casa, se li misuriamo in tutto il torneo e non in una sola partita.
Munari ieri giustificava i suoi lodando la determinazione e gli skill d'attacco di Munster a ragione, ma credevo e credo davvero che Benetton così com'è possa riuscire ad evitare tre mete in 15 minuti da chichessia, se c'è con la testa e il fisico.
Grande il progresso ne pubblico, concordo, finalmente in forze contro i turisti con le bautte veneziane alla caccia di palloni marchiati Heineken. E' la prima vera volta che succede non per la nazioanle, assieme parzialmente al Giglio in dicembre. Speriamo che sia segnale che il RUGBY avanza nella mentalità, non è solo l'inno.
Diamo i meriti a chi li ha : la mischia Benetton è allenata da Franchino Properzi ...
Il Benetton ha sofferto esageratamente la sconfitta di Padova, dove ha mostrato soprattutto arroganza, e le conseguenze si sono ripercosse anche su questa partita, dove di gioco se ne è visto molto poco.
Sarebbe da aprire un intero capitolo sull'arbitraggio però... perchè ho la sgradevole sensazione che White la meta tecnica contro il Munster per gli affossamenti della mischi non l'avrebbe mai data ?
Ehh White, qui già soprannominato "old fart" in tempi non sospetti: ho trovato scandaloso abbia assegnato col poco svelgio Tmo vistoin tv l'ultima meta.
Per quanto riguarda la "meta di punizione" (quello che da noi si chiama ancora meta tecnica), se c'è un arbitro francese te la dà quasi subito, altrimenti ripeto e vale anche per la Nazionale, dopo la terza ripetizione della mischia è fatica sprecata, peggio è un rischio.
Sul Benetton: per me c'è anche il fattore gennaio, il mese peggiore e più involuto per le latine comparate alle anglosassoni.
Petrarca si sa, è da sempre la bestia nera di Tv :)
se si decide che non si vuole\può giocare larghi e si ha una mischia forte esiste una valida soluzione:palla al cielo e sotto.
ma è un tipo di gioco che va preparato maniacalmente,l'abbiamo detto in tanti più volte commentando il gioco sudafricano.
fra l'altro è una via che trovo estremamente confacente alle caratteristiche della nazionale.
in quest'ottica e solo in questa trovo utile la creazione di una franchigia che in stretto contatto con lo staff della nazionale crei un tipo di gioco univoco coinvolgendo una buona parte dei giocatori di livello nazionale(diciamo i 2 o 3 nazionali non benetton e viadana, la nazionale a + il maggior numero possibile dei giocatori ora impegnati all'estero).
questa selezione,che dovrebbe conquistarsi nel campionato italiano(agevolmente credo,ma comunque non in modo octroiato)il diritto di giocarsi la heineken cup, avrebbe comunque la possibilità di giocare 15\16 partite d'alto livello ogni anno(almeno 6 di heineken,più il 6 nazioni maggiore e quello per le nazionali a nonchè i test estivi ed autunnali)più la possibilità di affinarsi e sperimentare nel campionato domestico.si otterrebbe così lo scopo di non vilipendere il cadavere del super 10 e di far giocare ed allenare insieme tutto l'anno un buon nucleo della nazionale. in più si eviterebbe di iniettare liquidità in un torneo sicuramente d'alto livello ma a parer mio molto a rischio di estinzione(o nel migliore dei casi a rischio di stravolgimento del format) se le cifre che circolano in questi giorni relative alla celtic league sono corrette.
Intervento che quoto in pieno tagus.
Molto d'accordo sulla parte tecnica e sul ruolo di esempio del rugby Boks per noi "terricoli avanticoli".
Solo che non basta un calciatore preciso per gli u&u, ci vorrebbero due super alone solide e veloci che vadano sotto rapide "attraverso" gli avversari come JP e Habana (Mirco ricondizionato e Quartaroli rifondato? o Masi riciclato?).
L'idea della selezione nazionale così come la disegni è sensata, soprattutto negli obiettivi sul breve termine, ma non mi convince in pieno. Rimango convinto assertore che un Pase da 60 milioni di abitanti con un minimo di radicamento territoriale di questo sport, possa e debba tentare di evolversi nel medio periodo verso soluzioni private e non centraliste.
Il primo motivo è che ritengo troppo oneroso per la fir riportare a casa italiani all'estero di prima fascia (non i LoCicero, DiBernardo, Orquera o oimè Bortolami, per dire). E senza di loro si combina poco nel breve.
Quindi, medio lungo per medio lungo, per non affossare i vivai dei club mediante accademie e stroncare dei club stessi espellendoli dall'Europa, mejo puntare all'unica soluzione vera, cioè RICREARE UNA LEGA che collabori con la Fir per distribuire franchigie si, ma LOCALI e non in campionati stranieri, a sponsor grossi che mantengano i club.
Sarebbe la Lega/Fir a identificare e convincere gli sponsor, non i quattro gatti locali del club. Un mix di sitema Nba/Nfl e franco-inglese.
Idee personali.
Interessante per concludere l'allarme Celtic che paventi: se han bisogno davvero dsi tutti quei soldi, potrebbe essere che siano alla canna del gas. E' certo che gli Ospreys sono pronti da mo' a fare il salto in Premiership.
Leoffreda sarebbe un ottimo ingaggio. Il problema è il suo modo di gestire il team. Insomma: torniamo lì, non mi pare uno che ha tanta voglia di farsi rompere la scatola, diciamo così.
Tu parli di gestire, io di costruire. Se per "chi rompe" intendi la Federazione, credo sarebbero felicissimi di avere un "faso tuto mi": o e' vincente o un ottimo capro espiatorio. Infatti cercavano un Demiurgo, e Mallet han trovato, il vincente incapace di accettare che si vince col duro lavoro, evitando le scorciatoie in mediana, all'apertura o nei campionati.
In tale scenario, i "pretoriani" attorno a Mallett sono li' non come controllori ma perche' ai tempi a Mallett gli dissero piu' o meno cosi': questo e' il totale soldi a disposizione per il coaching team, se li vuoi tutti tu allora ti tieni quel che passa il convento, se invece vuoi dei vice all'altezza allora ti tagli l'ingaggio per pagarli.
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