6 Nations: Euan, il pilone che sacrifica la mischia a Dio
Euan Murray è un ragazzone alto un metro 1,85 per “Gesù ha detto ‘se mi ami, segui i miei comandamenti’ e i comandamenti sono dieci, non nove”: così ha spiegato a tutti la sua scelta, ricordando che nella lista in questione ne compare uno che recita “ricordati di santificare le feste”. Non si tratta di una conversione sulla via di Damasco, a Glasgow – dove è cresciuto – non ci pare ne esistano. Ma nel 2005, complice un infortunio, ha preso del tempo per pensare a questa faccenda: il veterinario – perché Euan è un ha una laurea in veterinaria – è giunto alla conclusione di voler fare bene nel rugby “perché è dove mi è stata data l’opportunità di servire Dio, ma deve fare i conti con il modo con cui voglio vivere la mia vita”. D’altra parte “non è questione di andare due ore in chiesa e poi a giocare a rugby o giù al pub, dura tutta la giornata”. Il giorno sabbatico, il Domini Dies. Tanto per non farsi mancare nulla, quelli del Nothampton, il club inglese che lo ha sotto contratto, sono chiamati Saints. "God made me fast" - Da Glasgow ad Edimburgo, l’Atene del Nord con la Old Town che appoggia sulle colline e attraversata dal Royal Mile e la New Town ai suoi piedi, diretta verso la riva meridionale del Firth of Forth. Dai giorni nostri agli anni ’20, ma di mezzo c’è sempre la maglietta blue navy per via della tonalità di colore che contraddistingue la divisa della nazionale scozzese, simile a quello di chi serve nella Marina di sua maestà. L’ha indossata per sette volte Eric Liddell, che non era un pilone, ma una rapidissima ala. Tanto rapida da partecipare nel 1924 alle Olimpiadi di Parigi. Ottenne nell’occasione un bronzo nei La sua storia è conosciuta perché impressa sulla pellicola di “Momenti di gloria”, fil diretto da Hugh Hudson nel 1981 e memorabile per la scena di apertura, con gli atleti della Gran Bretagna che corrono sulla spiaggia di St. Andrews accompagnati dalla famosissima colonna sonora. “Credo che Dio mi abbia fatto con uno scopo, ma Egli mi ha fatto anche veloce. Quando corro, sento il Suo piacere”, diceva di sé Eric Liddell, scomparso il 21 febbraio 1945 da missionario in Cina, in un campo di prigionia giapponese. Era rientrato in una trattativa di scambio di prigionieri tra i britannici e l'esercito di Tokyo. Pare che lo stesso Winston Churchill si fosse mosso perché Liddell venisse liberato, ma lui cedette il posto ad un altro internato. Un salto, indietro – Nella lista potrebbe starci anche Jonathan Edwards che non è mai stato rugbista, ma in compenso se la cavava bene nel salto triplo. Ha vinto un oro alle Olimpiadi di Sydney 2000, due ai Mondiali (Goteborg 1995 ed Edmonton 2001), uno agli Europei (Budapest 1998). Figlio di evangelici, all’inizio della carriera aveva deciso che di domenica non si sarebbe esibito, ma nel ’93, in seguito ad una riflessione con il padre, cambiò idea perché era lecito saltare anche nel giorno del Signore. Nel 2007 la vera svolta: in un’intervista dichiaro di aver perso addirittura la fede, invaso dai dubbi in seguito ad una crisi personale. Si vede che non ha giocato a rugby.
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