sabato 27 febbraio 2010

6 Nations: la Francia batte Lazzaro a Cardiff


Millennium Stadium, Cardiff. Wales 20 - 26 France
Wales: L Byrne (Ospreys); L Halfpenny (Cardiff Blues), J Hook (Ospreys), J Roberts (Cardiff Blues), S Williams (Ospreys); S Jones (Scarlets), R Rees (Cardiff Blues); P James (Ospreys), H Bennett (Ospreys), A Jones (Ospreys), B Davies (Cardiff Blues), D Jones (Cardiff Blues), J Thomas (Ospreys), M Williams (Cardiff Blues), R Jones (Ospreys, capt)
Replacements: K Owens (Scarlets), R Gill (Saracens), L Charteris (Newport Gwent Dragons), S Warburton (Cardiff Blues), M Phillips (Ospreys), A Bishop (Ospreys), T Shanklin (Cardiff Blues)
France: C Poitrenaud (Toulouse); J Malzieu (Clermont Auvergne), M Bastareaud (Stade Francais), Y Jauzion (Toulouse), A Palisson (Brive); F Trinh-Duc (Montpellier), M Parra (Clermont Auvergne); T Domingo (Clermont Auvergne), W Servat (Toulouse), N Mas (Perpignan), L Nallet (Racing-Metro), J Pierre (Bourgoin), T Dusautoir (Toulouse, capt), J Bonnaire (Clermont Auvergne), I Harinordoquy (Biarritz)
Replacements: D Szarzewski (Stade Francais), J-B Poux (Toulouse), S Chabal (Racing Metro), A Lapandry (Clermont Auvergne), F Michalak (Toulouse), D Marty (Perpignan), M Andreu (Castres)
Referee: Jonathan Kaplan (SA)
Da una parte la Francia che ha dimostrato che quando ha la mente sgombra, non lascia scampo. Dall’altra il Galles che ha ribadito tutte le sue potenzialità e tutti i suoi limiti. Il risultato è che i francesi hanno aggirato un massiccio scoglio in vista della vittoria finale, mentre i padroni di casa si leccano le ferite e si guardano perplessi. Al Millennium Stadium di Cardiff i galletti di Lievremont si impongono per 26-20, subendo nel secondo tempo il ritorno dei red dragons, ma chiudendo la prima frazione sul 20-0 a proprio vantaggio. E la meta del Galles che avrebbe dato agli uomini di Gatland le chiavi per scardinare la difesa ospite arriva troppo tardi, al 79’, dopo aver sprecato almeno tre buone occasioni per ripetere le gesta di due settimane fa contro la Scozia.
Prima degli inni un minuti di silenzio per ricordare la mamma di Bradley Davies, uno dei migliori poi in partita tra i gallesi nonostante le evidenti mostrate dalla squadra in rimessa laterale e in mischia ordinata. Dopo il fischio di Kaplan, si fa ben chiara la strategia del Galles: attaccare, attaccare, attaccare. Ma di fronte ha una linea difensiva francese perfetta, che la Maginot in confronto era un colabrodo (cosa che poi si rivelò effettivamente, ma quella fu altra storia).
Linea invalicabile - I dragoni sbattono sulle porte chiuse, mixando veloci raggruppamenti a palloni al largo tremendamente lenti che si trasformano in facile preda dei francesi, sui blocchi partenza come centometristi. Basta pescare l’anello debole di congiunzione nella manovra del XV di Gatland ed è James Hook, appannato. Su una trasmissione arrugginita con tanto di salto di uomo partendo tutti da fermi verso Halfpenny arriva di gran corsa Palisson che attraversa il campo e si tuffa sotto i pali al 7’. Parra trasforma e al Millennium scende il gelo.
Dall’altra parte, oltre la barricata, la Francia può contare su tre se non quattro registri in splendida forma: oltre a Parra e Trinh – Duc, è bravissimo Pointrenaud, elegante e tranquillo. E poi c’è Jauzion che può benissimo agire da seconda apertura. Il motore va che è un piacere per i transalpini, che allungano guadagnando calci di punizione dai break down e dallo scontro tra le due mischie, al 19’ e al 26’, sempre con Parra per volare sul 13-0.
Difesa, difesa, difesa: così viene sbarrata la strada al Galles che invece di avanzare, indietreggia. Gli scarichi sono complicati, manca sempre un sostegno adeguato ed è come se stessero dando in replica il primo tempo contro la Scozia. Poi quando gli spazi nelle ripartenze dai propri 22 si chiudono, non c’è scampo. Shane Williams scivola, cerca di liberarsi dell’ovale in direzione di uno suo compagno, ma Thrin-Duc è l’uomo sbagliato: l’apertura francese non ha nessuno davanti e allo scadere dei primi quaranta minuti arriva la seconda meta. 0-20.
Entra in campo Lazzaro - Questa Francia fa paura, ma a quanto pare il Galles ha un tesserato di più, tale Lazzaro, che inietta il genio alla sregolatezza. Tant’è che il secondo parziale, 20-6, è particolarmente significativo se si considerano i 21 errori dei gallesi e i 15 turnover subiti durante il match. Ma c’è un altro dato che colpisce: gli 11 falli concessi dalla Francia. Due di questi permettono a Stephen Jones di rimettere i suoi sul binario giusto tra il 45’ e il 49’ con due piazzati che centrano i pali: 6-20. Cardiff torna a crederci, mentre la Francia prova ad applicare la strategia della gestione. Non le riesce particolarmente bene perché il Galles ora ha quel timing giusto nelle entrate oltre che a quella manualità che mancava per tenere vivo l’ovale. Insomma, a proprio modo veste quasi i panni della Francia. E’ infatti da una azione in più fasi che arriva la meta di Halfpenny al 62’: ora solo una meta divide le due. E gli ospiti rimangono in 14 per un giallo a Parra.
Ma anche Lazzaro non può fare il miracolo. Il Galles ha tre occasioni, dicevamo, per girare la sorte dalla sua. Prima un incrocio mal gestito tra Roberts e Hook che si sarebbe concluso con una meta. Poi due calci di punizione verso la rimessa laterale miseramente falliti da Byrne: prima, a ridosso dell’area di meta, calcia direttamente oltre, poi dalla propria metà campo e con un buon angolo consente a Poitrenaud di recuperare palla sul filo della linea. Tutto respiro per la Francia che si ritrova ferma sulle gambe e che allunga con Michalak entrato al posto di Trinh-Duc (giusto per sottolineare la qualità di certi cambi). Il galletto si ripete poco dopo e al 78’ si è sul 26-13.
Il treno buono per un posto al sole è passato, anche se c’è il sussulto del folletto Williams allo scadere, giusto in tempo per festeggiare i suoi 33 anni. Evita il placcaggio di Chabal, salta un altro avversario, cambia angolo di corsa e schiaccia in meta. Finisce qui, sul 20-26 perché la Francia non è la Scozia e il drop di ripartenza si spegne oltre la linea laterale.
Il Grand Slam è all’orizzonte per Lievremont e i suoi che godono di ottima salute. Nonostante il pericoloso black-out del secondo tempo, hanno messo in luce un killer istinct da grande squadra, tant’è che le due mete sono arrivate da intercetti: vale a dire che hanno atteso l’avversario al varco e lo hanno stangato. Mentre il Galles di Gatland è talmente imprevedibile che ha regalato una sola conferma: è il terzo match su tre incontri che prende a giocare con 40 minuti di ritardo.

Il commento di Abr
Alla fine sono due mete a due, due intercetti contro due incursioni delle ali al largo, sempre quello sinistro. Questo a guardare la partita col paraocchi offensivo: vero che vince chi segna di più, ma c'è un altro vecchio adagio sportivo adatto a questa partita: l'attacco fa vendere i biglietti ma la difesa vince le partite.
In tal senso le dichiarazioni di Gatland sono capibili: "abbiamo schiacciato il bottone dell'autodistruzione" e "i francesi non hanno giocato molto rugby". Fin che il Galles gioca in modo prevedibile e attacca "scolastico", concede regolarmente i primi tempi agli avversari; non solo, concede anche dieci punizioni di cui 4 piazzate e trasformate, quel che alla fine farà la differenza (due i piazzati gallesi).
L'unico sbocco da tre gare a questa parte che rimane a questo Galles prevedibile indietro e oggettivamente inferiore nel pack sia in fase statica che dinamica, è l'attacco veemente e improvvisato: funziona per mettere tutti gli avversari sulle ginocchia nei secondi tempi, ma porta a casa solo una gara su tre, quella contro avversari - gli scozzesi - con problemi di lunghezza della panchina.
Il gioco del rugby, Gatland lo sa bene - e con buona pace anche di certi orecchianti nostrani - non è solo cavalleria all'assalto, è anche e soprattutto disciplina, comportamentale e soprattutto tattica.
Tant'è che stavolta la vera fine del Lazzaro risorto di rosso vestito è stata l'incapacità di gestire la superiorità numerica, sorta nella disattenzione di tutto lo stadio regìa tv inclusa. E' andata così: al 60' una penetrazione sulla destra di Byrne viene fermata da Parra che lo atterra e non lo molla, anzi tenta da terra di impedirgli il riciclo della palla "nuotandogli" sopra; il riciclo riesce e Kaplan attentissimo dà il vantaggio (viene dall'altro emisfero, dove la pulizia del placcaggio è nel mirino arbitrale), l'azione prosegue alla mano cambiando velocemente versante e si conclude con la meta di Halfpenny sull'estrema sinistra. Mentre viene trasformata, Kaplan non inquadrato chiama Parra e gli mostra il cartoncino giallo; 'na decisione spietata, che se in questo sport alignassero i Mourinho - o se fosse capitata ai nostri - poi te la racconto ...

Cosa si potrebbe volere di più? Sette punti da recuperare, diciotto minuti da giocare, superiorità numerica, tetto del Millennium chiuso: uno scenario da corrida annunciata. Invece avversari ed errori imbrigliano la riscossa annunciata.
Sugli scudi la velocità di reazione di Lievremont e l'immensità di opzioni del rugby francese: ha in Michalak l'uomo giusto per coprire ambo i ruoli della mediana, quindi lo mette al posto di Trinh Duc; appena s'accorge dei primi scricchiolii difensivi, entravano nell'ordine Swarzewski per Servat, Chabal per Pierre (due ottimi grillotalpa e due ripartenze per il Caveman) e soprattutto Marty per uno sfinito Bastareaud, poi l'esordiente Andreu da Castres per l'altrettanto boccheggiante Poitrenaud; unica sostituzione col brivido, il solito immenso Harinorodquy deve lasciare il posto all'esordiente Lapandry, il quale poco dopo si renderà protagonista di un riciclo da ala consumata che per un pelo non lancia in meta Malzieu.
La difesa francese appoggiata sul controllo totale delle fasi statiche è consistente, si tratta solo di impegnare gli avanti gallesi ed attenderne gli errori. Difatti i padroni di casa non solo si schiantano senza esito sulla linea francese ma subiscono addirittura i tre punti sopra il break, contravvenendo al postulato di De Rossi (una espulsione costa dieci punti).
Al 73' rientra Parra, Michalak si sposta apertura e la partita è chiaramente finita: il pallino è in mano francese, con Michalak a colpire il palo con un drop e Parra a segnare la quarta punizione; la meta di Shane Williams arriva in pieno garbage time, tanto che il calcio di rimessa in gioco di Michalak è spedito volutamente fuori per chiudere la partita. Il Galles ha ballato in modo veemente e disarticolato per soli venti minuti: too little too late, sorry Gatland non è solo questione di errori commessi.
Quanto alla Francia, la panchina lunga e la calma olimpica nella gestione delle fasi anche più toste si appoggia sul controllo totale delle fonti di gioco: mischia ordinata, rimessa (solo tre rimesse gallesi rubate su dodici ma tutte costantemente sporcate), una terza linea trionfale e imperante pur senza Ouedraogo, con Bonnaire man of the match in grado di coprire tre ruoli: flanker, secondo saltatore e alla fine anche numero otto al posto di Harinordoquy. Chapeau.
La Francia si conferma bestia nera gallese: i Dragoni han vinto al Millennium coi Galletti solo nel 2008, in occasione del loro Grand Slam. Con l'eliminazione del Galles dai vertici del torneo 2010, rimane verosimilmente solo l'Inghilterra tra la Francia e il suo 17' trofeo continentale, il quinto Sei Nazioni su undici disputati; dipende da stasera, in caso di vittoria dell'Irlanda sera plus facile.

4 commenti:

gio ha detto...

...però sulla meta di Halfpenny il passaggio in avanti era evidentissimo...

Abr ha detto...

dici? Non mi era parso cosi' blatant ma in effetti, rivedendo gli highlights qui sopra ... non spariamo sulla croce rossa comunque :)

gio ha detto...

Ma certo, infatti questo è solo l'ulteriore dimostrazione di quello che dicevi, che cioè il risultato è equilibrato solo in apparenza, ma in realtà la Francia non ha mai rischiato nulla.
Mi riesce comunque difficile capire come un guardalinee possa non vedere un in avanti su un passaggio così lungo...

Abr ha detto...

Ehh, i guardia so' umani, e queste oggettivamente son decisioni 50-50, per la velocita' dell'azione e proprio per la distanza: quando sono vicini e' piu' facile vedere l'avanti. Infatti me ne sono accorto solo dopo la tua segnalazione.

Preciso sul fatto che la Francia non abbia rischiato nulla: i Galletti han retto superbamente e per giunta in 14 una pressione sgangherata e affidata alle individualita', come del resto ha fatto l'Inghilterra; l'unica che ha ceduto e' stata la panca corta della Scozia. Ma pe rrischiare, tutte han rischiato.
A fine marzo vedremo l'Italia al Millennium ... fiato ne abbiamo, pare ...

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