Right Rugby
Served cool, shaken not stirred

Certo che il Sei nazioni è un torneo i cui significati trascendono facilmente il mero fatto rugbistico.
Lo evidenzia la BBC: la supersfida di sabato a Parigi tra Francia e Irlanda si va caricando di molta animosità, proveniente da ambiti diversi da quelli strettamente relativi al torneo. Il tutto per il godimento del terzo incomodo, l'Inghilterra che si sente oimè già in tasca quattro punti in classifica e ama vedere le altre due concorrenti a pieni punti incazzose e distratte.
Han cominciato gli irlandesi: qualcuno lassù ha avuto la bella idea di ricordare la recente eliminazione dell'Irlanda di Trapattoni dai mondiali di calcio in Sudafrica, causata dal gol con la manina di Henry ed ha reclamato la vendetta nel rugby, contro quella Francia che ha osato eliminare l'Irlanda con l'inganno senza ritirarsi dopo aver ammesso il misfatto. Tutto questo indignarsi suona un po' ridicolo e ingenuo se applicato al giuoco dei milionari analfabeti, ove vige la simulazione sistematica e al contempo il rifiuto ideologico a utilizzare ausili tecnologici per render più oggettive le decisioni arbitrali, ma tant'è.
Quando si scivola lungo crinali pendenti col bandierone al vento, i primi a cascarci sono i più giovani: Keith Earls ha dichiarato che se avesse la possibilità di prendersi un illecito vantaggio contro la Francia, non si farebbe alcun problema. Alla faccia del fair play, marchio di fabbrica del rugby ...
Il mediano titolare della Francia Morgan Parra, un altro giovane testa calda come lo può essere un francese - e grazie al cielo Dupuy è squalificato - è partito alla controcarica: "Trucchi, furbizie, inganni ("cheating")? Gli irlandesi del rugby li usano sistematicamente, ogni weekend". Non pago, Parra specifica: "Hanno una grande difesa, abile a far furbate in modo astuto. Le fanno molto bene" e, toccando le corde sempre molto tese del vittimismo gallico-latino: "Facessimo noi quello che fanno loro, ci punirebbero ogni volta".
Richiesto di commentare l'uscita di Earls, Parra ha detto: "Non mi stupisce: hanno giocatori molto esperti che possono farlo." E aggiunge: "Abbiamo studiato i loro video e non c'è un solo momento in cui gli irlandesi non usino trucchi". Poi il carico da dieci: "E sono la squadra meno penalizzata del torneo, il che colpisce veramente."
Tutto ciò detto, il mediano di Clermont si dice tranquillo: "L'Irlanda è una grande squadra con spina dorsale del Munster ma non mi dice granchè come team. Certi suoi singoli giocatori sono impressionanti, ma non la squadra." L'Irlanda che non perde un Test da un anno? Beh, quel record di 12 risultati utili consecutivi finisce sabato, chiosa sicuro Parra. Tanto più che è dal 1952 che l'Irlanda non vince una gara del Sei Nazioni in Francia.
E' la prima volta che trovo una dichiarazione prepartita così tranchant nel rarefatto e rispettoso mondo dello sport per carrettieri giocato da gentiluomini. Ma si sa, ils sont les francais ...
Anche l'ex capitano Nallet, più alto, grosso e posato di Parra (avete notato che i più velenosi son sempre i più piccoletti?), ha dichiarato di non veder certo l'Irlanda come la migliore del Mondo. "Giocare con loro non mi eccita granchè" ha detto, "sono una squadra sicuramente efficace, un riferimento a livello europeo, e sarà una gran battaglia soprattutto davanti, ma noi siamo lì ad aspettarli e non ci sentiamo tanto più in basso".
Poco da aggiungere: queste mancanze di rispetto, questi cuori pulsanti gettati oltre la barricata al suono della Marseillaise o di Soldier's Song, fanno divertire un mondo i cheater sistematici ma mascherati, gli anglosassoni, il punto di accumulazione di tutti Puritani e Riformati del mondo: so' beghe tra cattolici si dicono tra loro, sogghignando sotto i baffoni imperiali.
E la partita si carica di significati e motivazioni. Speriamo per i protagonisti che tutto questo prepartita non causi perdite di lucidità. Comunque vada, Francia Irlanda sarà una battaglia bella tosta.