martedì 9 febbraio 2010

6 Nations: l'Italia si scalda. A parole

È ormai ricominciata la settimana che porta alla seconda giornata del 6 Nations, con l’Italia che sarà impegnata domenica pomeriggio al Flaminio contro l’Inghilterra, felice e contenta per la vittoria contro il Galles nel derby giocato a Twickenham sabato pomeriggio, con tanto di festa per i cento anni dello stadio londinese.

Azzurri al lavoro, ma al di là di quanto capita in allenamento, tengono banche alcune dichiarazioni che erano uscite già poco dopo la sconfitta del Croke Park e che hanno allertato il management italiano. Perché non ha parlato soltanto il presidente della Federugby Dondi, secondo il quale è giunto il tempo di smetterla “con il gioco al piede”; ma ha detto la sua anche Sergio Parisse: “Con questo piano di gioco riuscirebbero a difendere contro di noi anche Romania e Portogallo”. A parte il fatto che agli ultimi Mondiali per poco l’Italia non ci pianta una magra figura con le due nazionali sopra indicate, la risposta alle critiche è arrivata da Troncon: “McLean è stato molto bravo sui palloni alti, Tebaldi ha avuto delle difficoltà e abbiamo commessi alcuni piccoli errori individuali che ad alto livello si pagano, ma credo che i nostri trequarti abbiano giocato nel complesso una buonissima partita”.

Il commento di Abr: come spesso capita in Italia fan piu' rumore le parole dei fatti. Contrariamente a molti noi preferiamo non dar troppa importanza a queste uscite a nostro avviso dovute.
Dondi ha solo fatto la sua parte, quella dell'azionista di maggioranza che reclama maggiori dividendi dagli Amministratori e quindi giustamente pretende una scossa.
Anche la voce di sen sfuggita al capitan Parisse va interpetata come una difesa d'ufficio istintiva dei compagni di squadra e segnatamente di reparto: sul banco degli accusati forse per la prima volta infatti ci stanno gli avanti, terza linea a parte; ovvio che il capitano cerchi di deviare il colpo sul game plan invece che sulla poor execution. Il piano italiano non era rinunciatario, era solo giustamente prudente; e' ripiegato sulla trincea, peraltro ben fatta, per gli errori sulle fonti di gioco (rimessa, mischia ordinata, uscita da ruck).
Quanto a Troncon come dargli torto, anche nelle sue escandescenze ("chi accusa l'Italia non capisce niente di rugby")?
Per la prima volta nell'era Mallett era riuscito a vedere, nei primi dieci minuti, alcune azioni multifase da parte dei trequarti; poi pero' ha assistito impotente al loro spegnimento per assenza di rifornimenti, mancando il controllo degli avanti sulle fonti di gioco, inclusi gli errori, le lentezze e le scelte sbagliate nelle ripartenze da ruck (servirebbero per fissare la difesa ma se li' si perde controllo o si rallenta troppo, sono utili solo al nemico). A quel punto non restava ai trequarti che la difesa ("mai visti due centri difendere cosi' "), gli intercetti e il gioco al piede, in cui McLean s'e' difeso in modo piu' che sufficiente considerando l'avversario (O'Gara).
A chi sostiene che, vista la mala parata, il nostro estremo avrebbe potuto ripartire palla in mano piu' del paio di volte che ha fatto e la massa di Masi poteva esser impiegata prima per provare degli sfondamenti dritto per dritto, Troncon risponde che non capiscono niente di rugby.
Noi propendiamo per una sana via di mezzo: si doveva e poteva tentare piu' di sortit
e alla mano, ma con grandissima attenzione e discernimento, abbassando quel 50% e passa di rinvii al piede a un piu' normale 40-45% ( stiamo parlando di due, tre attacchi a partita in piu').
Attenzione infatti, le cariche sciab
ola in mano dalla propria meta' campo, dove t'ha ridotto il piede educatissimo avversario, sono un'arma spesso letale, ma per chi la attua: e' esattamente quello che una ben nutrita e schierata Irlanda vorrebbe che l'avversario privo di Bastareaud o Habana facesse.
E' la situazione in cui sopra alla nostra panchina si materializzerebbe la faccia da triglia in foto, al secolo l'Ammiraglio Akbar della Flotta dei Ribelli ne "Il ritorno dello Jedi", a urlare "e' una trappola!"
. A meno che non ci sia ancora in giro il mito della "bella morte" giocando come la Scozia senza averne le caratteristiche (ma pure avendole, perde pure lei). Tradotto, questo ci pare il senso della reazione di Troncon al preside Dondi e ai commentatori ad esso per questa volta allineati.

2 commenti:

ringo ha detto...

Ci mancava appena che McLean ripartisse palla in mano: poi metti che finiva nelle mani sbagliate e con O'Gara pronto a rovinarti la festa.
Ps: da quando è che scriviamo "okkio"?

Abr ha detto...

It's a trap: McLean e' partito un paio di volte, ha fatto la cosa giusta, di piu' sarebbe stato suicida (non tanto per O'Gara ma per Heaslip etc.). Si puo' provare ad aggiungerne un altro paio, si puo' schierare Masi al centro, ma non di piu'.

Ps.: okkei l'ho sempre scritto cosi', ma ora e' trasmutato in un "attenzione".

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