mercoledì 17 marzo 2010

6 Nations: i francesi se la legano al dito

I primi a lagnarsi sono stati avviamente gli scozzesi: coach Robinson ha sottolineato due aspetti dell'arbitraggio di Jonkers, a suo dire influenti sul pareggio al Murrayfiled dell'Inghilterra di sabato scorso.
Il primo e' che, nonostante le numerose punizioni fischiate agli inglesi per il placcatore che non rotolava via, nessun cartellino giallo sia stato estratto nei loro confronti; il secondo, la a loro avviso superiore mischia scozzese sarebbe stata "tarpata": il vice coach Massimo Cuttitta sottolinea come la prima linea inglese sia collassata per ben 12 volte e solo una penalita' le sia stata fischiata contro.
Va ben che basta un nonnulla a girare un pari, ma queste ci paiono Peanuts: benvenuti nel club ci verrebbe da dire, s'e' visto di peggio a livello di arbitraggi nei test match di novembre e anche qua e la' in questo Sei Nazioni, che pur mediamente non ha presentato arbitraggi scandalosi come ad esempio l'anno scorso, anzi ne ha offerto uno ottimo - Barnes in Francia - Irlanda, e uno perfetto: Joubert al Croke Park.

Ora pero' arriva Le Crunch, tutto entra nel ventilatore prima della la superclassica Francia - Inghilterra. I due punti "tecnici" sottolineati dal management scozzese non eccitano granche' i calibri polemici francesi, c'e' ben altro per le loro sensibilita', sfuggito agli scozzesi stessi.
La lingua batte dove il dente duole: dopo i casi Attoub e Dupuy (70 e 23 settimane di ban per ditate negli occhi in una partita di Heineken Cup), della ultima Calcutta Cup i francesi hanno evidenziato una rissetta scoppiata tra i due tallonatori dopo una mischia, sottolineando come le ditone di Dylan Hartley apparentemente cerchino gli occhi di Ross Ford (si veda foto). Nulla ne e' seguito, sembrerebbero le solite mani in faccia e il guadalinee dichiaro' di aver visto prima un pugno di Ford, ma coach Lievremont non s'e' trattenuto: "It's incredible that he has not been cited,". Oh la la la ...
Sono i prodromi: la fisicita' e la necessita' di una prestazione significativa inglesi sommate alle ansie francesi avendo il trionfo a portata di mano, predispongono un incontro gia' di solito teso verso la autentica ferocia.

In effetti Francia Inghilterra non e' mai un incontro come gli altri, e' l'epitome di una rivalita' storica e "di pelle" dentro e fuori dai campi sportivi. A maggior ragione quest'anno, coi Galletti a un passo dal trionfo del Grand Chelem come lo chiamano loro e con gli inglesi del tutto committed a rovinargli beffardamente la festa, il che girerebbe in senso quasi positivo il bilancio di questa loro parte di stagione.
Il torneo e' gia' in cassaforte francese, ma portarlo a casa perdendo l'ultima partita, beh .... La cosa non riguarda solo il sucettibilissimo orgoglio francese, si ricordera' l'anno scorso l'extra sforzo profuso dall'Irlanda per quel 15-17 fuori casa nell'ultima partita col Galles.
Lievremont sta battendo la grancassa, affermando ai suoi e alla stampa tutta che sarebbe deluso di vincere il suo primo torneo da allenatore (uno lo vinse da giocatore) senza lo Slam. Ovviamente non si puo' rimaner freddi di fronte alla tua bete noire: due mancati ingressi in finale di Coppa del Mondo sconfitti dai bianchi della Rosa, la mancanza di vittorie con gli inglesi dal 2006, le quattro sconfitte di fila negli ultimi quattro incontri incluse la semifinale di Coppa del Mondo in casa e, forse addirittura ancor piu' bruciante, quel 34-10 dell'anno scorso a Twickenham, che a dirla tutta fino al 42' era un terribile cappotto 34 a zero - e' giusto ricordarlo a Lievremont, se i punti segnati a risultato acquisito contano poco, come ha sostenuto dopo la partita con l'Italia ...
Una sconfitta quella dell'anno scorso che Lievremont denuncia come la sua piu' grande delusione da allenatore, come un frontale con un'auto in corsa; una ferita solo parzialmente sanata, ha dichiarato, dalla vittoria con gli All Blacks in Nuova Zelanda a giugno.
C'e' di tutto nell'aria insomma: baruffa, revanche, grievance e chi piu' ne ha ne metta.
Sara' anche extra carica ma questo clima teso non crediamo giovi alla squadra nettamente piu' forte nei valori tecnici e soprattutto tattici: di solito interessa ai piu' deboli sulla carta e ai piu' cool "buttarla in vacca" come si dice in gergo. Per Harinordoquy invece il pericolo e' nell'esser troppo rilassati: " Nel passato con loro ci siamo trovati nei guai quando eravamo i favoriti", condito da un bel" Non ho nulla di personale contro di loro ma sono un tipo vendicativo". Tant'e' : "ci attendiamo l'apice in termini di coinvolgimento e ferocia", profetizza facile Lievremont. Prepariamoci a Le Crunch.

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