lunedì 15 marzo 2010

6 Nations: lezioni di rugby latino

Le considerazioni sul 46-20 di Francia Italia meritano per una volta post dedicato invece del solito "quattro mani". Non tanto per dettagliare un minimo di cronaca - in fondo trovate gli highlights ma la partita l'han vista tutti - ma soprattutto perchè le considerazioni da fare sono diverse, alcune delle quali decisamente controcorrente.

Iniziamo dalla fine: se non ancora matematicamente, la Francia ha in tasca il Trofeo delle Sei Nazioni 2010.
Ora Les Bleus sono a otto punti e +64 nella differenza punti contro i sei e il +14 dell'Irlanda: la Francia potrebbe perdere il torneo solo se l'Inghilterra vincesse Le Crunch di settimana prossima e contemporaneamente l'Irlanda schiantasse la Scozia con uno scarto di 51 punti meno il margine guadagnato dagli inglesi: ad es. con almeno 31 punti di margine se gli inglesi vincessero a Parigi con 20 punti di scarto (!!!).
Realisticamente quindi, all'ultima giornata rimane solo da stabilire se lo sconfinato orgoglio e "mastineria" albionici riusciranno a negare ai Continentali il fin troppo mitizzato Grand Slam (dai commentatori interessati al sensazionalismo: quel che resta in bacheca è il Trofeo, come lo si conquisti è cronaca o al meglio statistica).
Un altro verdetto da sancire nell'ultima giornata riguarda l'Italia: dato per poco probabile una vittoria scozzese a Dublino e quindi abbastanza sicura di evitarsi il Cucchiaio di Legno quest'anno (che spetta, ricordiamolo ancora, all'ultima arrivata e non a quella che le perde tutte), giocherà al Millennium contro il concorrente diretto Galles per il quarto posto, cioè il miglior piazzamento di sempre già ottenuto nel 2007. Scusate se è poco.

Entriamo quindi nella partita: cos'è mai successo?
Enunciamo subito la nostra tesi per esser chiari: non sono i nostri a essere regrediti, ci siamo trovati di fronte una grandissima squadra, non solo se paragonata alle nostre forze ma a quelle di tutte le altre europee. Una boccata d'aria fresca rispetto a tutto quanto visto sinora, titola molto significativamente la critica inglese. Siamo (orgogliosamente) difformi in questa conclusione da gran parte della critica locale - esclusi Raimondi e Munari, va detto, ma inclusi gli illustri opionionisti Sky.
Molti infatti si allineano alla lettura-sfogo di Mallett: l'Italia è stata deludente, la peggiore vista quest'anno, ha fatto un passo indietro rispetto alle prime tre partite, sono riapparsi i troppi errori individuali di un tempo, tutti i titolari sono da bocciare esclusi Bergamauro e Craig Gower, le due mete segnate contano poco perchè era già garbage time e la Francia aveva oramai abbassato le difese immunitarie.
La nostra umile opinione di fuori dai giri che contano è difforme.
Chiariamo: non si tratta del banale "l'ha detto Mallett quindi è sbagliato per definizione"; al contrario, crediamo che il compito del coach e del suo staff sia proprio di giudicare guardando solo ed esclusivamente in casa propria. Quindi si giustifica. Altro discorso è se sia il caso di lavare i panni sporchi in pubblico, ma la sincerità dell'emozione va apprezzata.
Il compito della critica invece, anche quella italiana di parte, dovrebbe essere più orientato alla oggettività e all'analisi, tenendo presente che nello sport come nella fisica tutto è relativo: le prestazioni non sono mai assolute ma dipendono (a) dagli avversari e non da una somma di individualità tipo staffetta 4x4 perchè è (b) uno sport di squadra. Altro che pagelle!
Cadere nella trappola è un attimo: comprensibile per un coach come Kirwan o per uno in pectore come Domingues; a livello di critica tutte le opinioni han ovviamente diritto di cittadinanza, incluse quelle più classicamente "tifoserecce" stile odio-amore, tutto bene o tutto male senza vie di mezzo; il nostro approccio invece vuol rivolgersi a chi desideri letture più analitiche e razionali, per quanto nelle nostre possibilità.

Un esempio di cosa intendiamo: se si imputa la meta di Andreu ma anche quella di Jauzion (uguale è) a un errore di posizione di Garcia, si è formalmente corretti e Mallett deve vederla così per migliorarlo, ma non si spiega cos'è successo davvero.
Proviamo a spiegarlo: chiamiamo "ore sei" la direzione tra Trinh Duc con la palla e il mezzo dei nostri pali; Marty taglia diretto a ore sette, Andreu cala a ore cinque e Palisson verso ore tre. Tutti vicini, tutti veloci, tutti nella zona presidiata da Garcia. Il quale deve fare UNA SCELTA e come la fa è fregato: sceglierà Marty e lo pagheremo caro, ma se anche andasse su Andreu il rapido Trinh Duc avrebbe (almeno) altre due opzioni di offload disponibili e non è detto che Gower scalando ci arrivasse o Canale tenesse l'altra ala.

Il segreto di questi attacchi francesi non è il dribbling di un Ronaldinho, un singolo taglio da indovinare: sta nel numero di alternative disponibili, nella costante polifonia.
Per tenere attacchi così ben articolati servirebbero meccanismi difensivi sinora mai testati, nè contro i conservativi irlandesi nè tantomeno contro gli sconnessi scozzesi o gli inglesi timorosi che partivano da lontano. Questa insomma non è una "regressione" difensiva, è l'improvviso e doloroso incontro con il rugby perfetto.
Gli "errori" dei nostri 10, 12 e 13 arrivavano oltretutto da lontano: dall'assorbimento delle nostre terze linee e del mediano da parte del superbo pack avversario, oltre che dalla perfezione nel rischierare in mezzo al campo un estremo senza paura, due numeri undici e due centri dinamicissimi (Marty al posto di Bastareaud è stata la pietra tombale per l'Italia, non a caso ha segnato due mete).
Si parla di placcaggi sbagliati dai nostri: le statistiche recitano 97 placcaggi italiani di cui 7 sbagliati contro 63 placcaggi francesi di cui 5 sbagliati, quindi percentualmente ne han mancati di più loro; infatti su tale tipo di errore abbiamo segnato due mete contro una (la seconda di Marty). Le altre sono arrivate dalla loro netta superiorità tattica, dalla loro capacità di presentare per un'ora quesiti multiple choice ai nostri difensori.
Errori marchiani individuali ne abbiamo fatti, certo, soprattutto nelle prime due mete, ma si trattava di errori forzati dagli avversari più che incapacità o distrazione. Erano i più forti individualmente ed erano più squadra, punto e fine della discussione.

Altro aspetto tattico importante, pur avendo noi cercato di limitare le cessioni di palla - solo il 40% dei nostri possessi è stato calciato, percentuale bassa per noi - loro il possesso se lo sono preso e tenuto. Poitrenaud, meritato Man of The Match e vera "arma segreta" di questa Francia rinovata e completata, non calcia ma assalta, e non l'ha fatto solo con noi. Sul controllo del possesso (15 minuti contro 6 nei primo tempo, 11 contro 9 nel secondo) i francesi han costruito anche il controllo del territorio: 22 minuti contro 19 nella metà campo avversaria nel primo tempo, 23 contro 18 nel secondo. Bussa e ribussa alla porta, se non aprono prima o poi la sfondi.

All'inizio li aspettavamo al largo e ci hanno trafitto vicino al pack; poi abbiamo stretto le maglie mediana - pack e ci hanno perforato al centro ... Va ammesso onestamente invece che dar la caccia all'untore in casa: come titolava il Socio, attualmente Les Bleus sono troppo forti tatticamente, fisicamente, individualmente, per ogni singolo reparto e soprattutto come intelligenza in campo rispetto ai nostri. Ma anche rispetto a tutti gli altri.
L'abbiamo già detto, l'attuale Sei Nazioni vede due fasce di squadre: la Francia con (staccata) l'Irlanda poi tutte le altre, con il Galles eccentrico. Quest'ultima come i francesi gioca sequenziale con offload sistematici ma non possiede la stessa capacità di scegliere la giugulare più indifesa dell'avversario e nemmeno la flessibilità di cambiare vena in corso d'opera; in tal senso con il Galles per noi potrebbe essere più facile, ma ne riparleremo più avanti.

Quanto all'Italia, partiamo da un dato: venti i punti segnati alla Francia è quanti ne ha saputi fare il Galles in casa sua; le altre glie ne hanno infilati solo nove (Scozia) e dieci (Irlanda), una meta in due partite.
E non veniteci a dire che abbiamo marcato le nostre mete quando oramai erano rilassati: problemi loro se abbassano la guardia! Il rugby è come il pugilato, chi si rilassi compiacente rischia grosso. Crediamo al contrario che forzare al massimo la "pesca italiana" fosse uno degli obiettivi primari dei francesi, al fine di mettersi al sicuro da ogni possibile ritorno irlandese e dalla rabbia inglese di sabato prossimo.
Quindi onore al merito dei nostri che hanno raddoppiato le mete segnate nel torneo; un po' meno a chi ha fatto quadruplicare quelle subite ...
Onore al merito quindi di chi è entrato "tardi": Paul Derbyshire ammirevole per sicurezza, una rivelazione, ma anche Riccardo Bocchino, prodottosi in un paio di placcaggi su Bastareaud da fanteria d'arresto. Anche Aguero s'è fatto rispettare, Ongaro e soprattutto Del Fava han dato il loro contributo. Ottimo non solo l'attacco ma anche la difesa finale degli avanti, della linea e contro le maul: non ci hanno schiantati. Non siamo comunque tra quelli che fanno i confronti individuali sulla base di dieci o quindici minuti: i giovanotti sono il futuro, oggi sono solo ottimi rincalzi da impiegare gradualmente sia pur più sistematicamente, come fossero piloni.
Caso diverso è quello di Pablo Canavosio: non è il miglior mediano del mondo e infatti s'era giocato il posto qualche tempo fa, ma oggi è in un momento di forma straordinaria e in fase d'attacco è unico nell'esser sempre presente a proporsi dietro al portatore di palla. Meritava il posto di titolare già da questa gara, l'ha ribadito entrando alla mezz'ora a Tebaldi bocciato - fregato da Parra nella prima meta, autore del mancato placcaggio a Harinordoquy nella seconda; il ragazzo avrà tempo per rifarsi, rimanendo un po' in panchina a farsi esperienza.

Quanto alla "delusione" di tutti gli altri titolari Mauro e Gower esclusi, effettivamente nessuno ha brillato. Dopo aver ribadito che i meriti avversari sopravanzano i demeriti dei nostri, va riconosciuto che ancora una volta gli Azzurri devono essere entrati in campo con la mentalità sbagliata: troppo scarica e fatalista stavolta, ben evidenziata dalla risposta di Castro. alla domanda su cosa ci servisse per battere i Galletti ("una botta di culo"). Ma poco cambiava.
Analizzando i reparti, a veder la partita m'era parsa disastrosa la rimessa e in generale tutte le fonti di gioco (i primi 5 insomma), ma la statistica non conferma: 11 vinte e 4 perse le nostre rimesse, 9 e 3 quelle francesi. Evidentemente abbiamo perso "solo" quelle importanti dentro ai 22m avversari, dove Bortolami è stato ridicolizzato come una debuttante da qualche spintarella esperta e da un immenso Harinordoquy in marcatura a uomo; molto meglio quando variamo il lancio su Sole o quando Ghira. sbaglia misura e centra Perugini ...
Quando alla fine abbiamo smesso di sognare di passare al largo, fermandoci regolarmente alla terza fase col calcio di liberazione che riconsegnava il possesso a Incubus-Poitrenaud, quando la pressione del pack francese s'è un filo allentata e sono entrate in azione le terze linee Azzurre in attacco (e mettiamoci anche la seconda con DelFava), con un mediano capace di star dietro e proporsi per gli offload e i ricicli, allora s'è visto cosa son capaci di fare Zanni, Derbyshire, Aguero come ball carrier e dove starebbe il nostro vero tesssoro sfruttabile in fase d'attacco.
Anche nella disciplina siamo stati solo lievemente insufficienti vista la pressione e l'arbitraggio, giallo a parte (ma Garcia è oramai un target arbitrale, tipo Muntari dell'Inter): 14 punizioni concesse contro 10 prese e Bergamirco autore di un gran 100% sui calci piazzati; l'arbitro Lewis ha iniziato "alla australe" ed ha proseguito all'insegna della confusione, limitata negli effetti nefasti solo dalla esemplare correttezza in campo e dalla manifesta superiorità fisica francese, che li portava a dominare non solo gran parte delle collisioni ma anche, se ci avete fatto caso, in molte delle palle aeree (qui impreciso Zanni) e vaganti.

In conclusione, una sconfitta per ventisei punti e tre mete subite per tempo non è sicuramente presentabile come un bicchiere mezzo pieno, ma non è la tregenda che altri vi spacciano. Non è stata la peggior partita dei nostri al Sei Nazioni 2010, con buona pace di chi vorrebbe Davide vincente su Golia sempre e non come eccezione; piuttosto troviamo avesse ragione Mallett, quando alla vigilia aveva dichiarato: "questa partita servirà per capire se siamo migliorati molto o sono Inghilterra e Scozia a giocar male". E' la seconda che ha detto: non siamo "regrediti", al limite siamo rimasti fermi. Non sono stati i nostri placcaggi sbagliati quindi, ma la loro capacità di premere dove la nostra coperta era più corta.
Quel parziale di ventiquattro a diciassette nel secondo tempo, di 14 a zero in dieci minuti, quei venti punti segnati alla di gran lunga miglior squadra europea, andrebbero considerati un buon punto di partenza contro il Galles, (brutta) copia di questa Francia nell'approccio giocato ma non nell'efficacia e nella qualità diffusa. Se invece, complice la critica miope e poco oggettiva, iniziamo a autinfliggerci le solite giaculatorie, ancora una volta non ci passerà più.

29 commenti:

gio ha detto...

CLAP! CLAP! CLAP!
Finalmente un commento all'insegna della ragione e non dell'isteria!! Poi, si può essere d'accordo o no (io lo sono al 100%), ma almeno ci sono una serie di argomentazioni.
Bravo.

Anonimo ha detto...

Nessun commento sulla mischia chiusa? In Francia si lodava il fatto di come la melée francese fino ad ora avesse messo sotto tutte le altre, con consequenti manie di grandeur che è meglio omettere. A mio avviso la mischia italiana ne è uscita bene, sempre solida e a tratti addirittura soverchiante... forse mi sbaglio, ma la riprova è che, dopo il match, i media francesi hanno glissato su questo punto.

Pim

Abr ha detto...

Grazie mille gio.

Tutti hanno il diritto di pensarla come credono e di scriverlo. Lunga vita a tutti gli opinionisti dagli argomenti un po' latitanti o tirati per i capelli, che si rivolgano al pubbico dei tifosi, degki orecchianti etc.etc. Servono anche loro.
Servono anche a noi: sennò che ci staremmo a fare? :)

Anonimo ha detto...

Peraltro a quelli che dicono che le due mete sono state segnate quando la Francia aveva ormai mollato, farei notare che i Bleus hanno tentato disperatamente di riallungare negli ultimi minuti orgogliosamnte rintuzzati dai nostri.

ringo ha detto...

Che poi ho trovato, basta fare loro un paragone. Del tipo: presente quando gioca il Barcellona e tutti a dire che per quanto si possa fare bene, il Barcellona è sempre di più? Ecco, ora provate ad immaginarli forzuti, robusti e con un ovale in mano. A dir loro così, si acquietano.

Abr ha detto...

Infatti forthose, infatti ringo.

tagus ha detto...

analisi eccellente,abr.
e che,more solito,condivido in toto.
è sport di squadra ma mi permetto di soffermarmi su un singolo che trovo abbia fatto fino ad ora una campagna deludente.
tebaldi:ne sono un estimatore,ricordo che ha bruciato i tempi per rientrare da un infortunio in tempi utili e posso pure glissare sia sul fatto che si è fatto infilare l'interno da parra come da o'leary(a volte la foga di andare a chiudere cerniere può spingere ad anticipare) sia su alcune scelte sbagliate.ma i calci nei box,spesso senza pressione, che finiscono in grande percentuale fuori di 2 metri non sono accettabili; è solo questione di esercizio,di mettersi lì un'ora die e di far cadere la palla fra i due conetti.non c'è pressione psicologica che tenga,se non quella innescata dall'insicurezza figlia della mancanza di consuetudine con il gesto.per passare dal particolare all'universale:non sarà che a 22 anni si sente già titolare indiscusso e si è seduto?che si dia una svegliata;la concorrenza nel ruolo non manca:i già pronti canavosio e picone,ed i giovani semenzato e ,soprattutto,gori.
per il resto credo pure io che la partita dei nostri sia da archiviare prendendo buona nota del diverso livello delle 2 contendenti e ripartendo per cardiff facendo leva sulle 2 mete e sulla piavesca difesa successiva.
semprechè mallett non si rimetta a fare l'elefante da swarosky(ma ce l'ha per vizio?)e,parimenti,che i nostri dimostrino di avere la testa solida,senza mettere su il broncio appena uno li critica e andando in campo per dimostrargli che farebbe meglio ad accertarsi che il cervello sia collegato,prima di parlare.

Abr ha detto...

Tnxs tagus, I appreciate :)
Tebaldi è giovane m ail suo vero problema è che ha giocato 10 partite vere in du eanni: non è aduso ai ritmi veri, speriamo la Celitc gli serva. Come un anno di panca in nazionale, alla Bocchino.

Anche a Ghiraldini cmq. andrebbero inflitte cento rimesse in touch di punizione al dì, tipo cento pushup.

Mallett è un emozionale, si sfoga tra l'altro come fanno gli anglosassoni sui loro giocatori ma poi rimangono stick to their choices.
mente si sfoga alla Martin Johnson però si rende conto e si pente, vedi com'è scappato via dal mic di Moreno Molla.

L'ha anche riconosciuto: errori, delusione, ma non dimentichiamo le altre tre partite dei nostri "senatori".

Ciò detto col Galles mi aspetto Canavosio titolare, Masi centro al posto di Garcia, Kaino dentro (davanti a Shane W.) e Del Fava al posto di Bortolo.

Emanuele ha detto...

Ma nei 97 placcaggi sono compresi anche quelli in cui si bloccava il francese indietreggiando di metri e metri? Perché se si placca indietreggiando in quel modo si finisce nei guai ugualmente.

Abr ha detto...

Emanuele, placcaggio e' placcaggio. Pochi tra l'altro, sono meno di cento: non 'e un numero da partita spesa in trincea, di molto inferiore dei numeri irlandesi o inglesi di sabato ad esempio.

Che poi i francesi vincessero regolarmente la collisione e questo sia stato uno dei punti di loro vantaggio, lo abbiamo sottolineato nel post. Sono prevalsi nella tecnica e fisicamente. E non si puo' dire che i nostri non sappiano placcare o siano deboluicci, si vedano sorti di scozzesi e inglesi con noi.

gio ha detto...

Purtroppo siamo un paese calciocentrico, e questo porta a distorcere pesantemente la prospettiva. Questo anche e soprattutto in un punto che forse non sempre viene fatto rilevare: è provato con sufficiente certezza che il calcio è lo sport di squadra in cui più spesso i pronostici vengono sovvertiti, anche grazie al fatto che esistono e sono frequenti risultati come 0-0 o 1-0. Accade che la squadra che ha dominato la partita perda per pura sfortuna, o quasi.
In tutti gli altri sport, rugby incluso, normalmente chi è più forte sulla carta vince, oppure quel giorno lì le cose girano storte, ma il caso di solito c'entra poco.
Mentre tanti sembrano aspettrsi il risultato a sorpresa, che non capita quasi mai.
Questo denota scarsa conoscenza dello sport in questione, e anche scarso rispetto dell'avversario. Ignoranza, in una parola.

ringo ha detto...

"Questo denota scarsa conoscenza dello sport in questione, e anche scarso rispetto dell'avversario. Ignoranza, in una parola".
Quoto giusto per sottolineare la tua affermazione, gio. Una bella insegna in alcuni redazioni sportive, ad esempio, non farebbe male. Sempre che sappiano leggere.

Abr ha detto...

Concordo con entrambi; il calcio notoriamente non e' uno sport ma un "giuoco", essendo afflitto dalla sempre incombente "mano de Dios" e/o arbitro che cambiano il risultato della gara (ma per alcuni questo e' il suo bello), mentre negli sport propriamente detti chi ha talento e esegue bene vince.

Cio' detto il calcio e' un fenomeno planetario imprescindibile e anche godibile e coinvolgente nel suo ambito, come le corse ippiche a Bisanzio o i gladiatori a Roma antica.
Purtroppo talvolta la mentalita' associata ad esso dilaga altrove, e tutti si sentono in grado di banfare su tutto.

Laporte ha detto...

Pazienza essere ottimisti è vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma 46-6 a pochi minuti dalla fine, non è un bel risultato

Tutti gli errori sono "forzati dagli avversari"

Anonimo ha detto...

Volevo "commentare il commento", ma quest'ultimo intervento di Laporte è troppo comico, mi costringe ad una replica.
Siamo entrati nel campo della patologia. Per poter essere negativi al massimo grado adesso si deve considerare solo il momento in cui il risultato era il peggiore? 46-6? Ma le persone "normali", di solito non discutono, semmai del risultato finale?
Ci sarà un francese che dica ai suoi: "Va bene, avete vinto, però un 14 a zero in pochi minuti non è un bel risultato"... ;-)

Anonimo ha detto...

Essere d'accord con commento. Francia andrà a vincere il Grand Chelem che è molto molto molto megliore che vincere il Torneo(anche se tu dici di no). Francia fortissimo.
Però Lievremont dice che non si aspetta Italia così facile. Lievremont conosce bene sua squadra e sa che è al 100% però avanti il match pensa la partita essere più difficile.
Io penso che Lievremont ha ragione. Italia molto meglio con Inghilterra e Scozia. Non buono placcaggio.

Zamax ha detto...

"Le altre sono arrivate dalla loro netta superiorità tattica, dalla loro capacità di presentare per un'ora quesiti multiple choice ai nostri difensori."
Secondo me questo è il punto dirimente, al di là delle ovvie differenze tecniche. E' in questa cosa che non solo la nazionale ma tutte le squadre italiane sono ancora indietro. Quando il Munster ci ha bastonato qui a Treviso molti si lamentavano dei mancati placcaggi e non si accorgevano che i poveri placcatori venivano presi in mezzo da "pacchetti" di giocatori che andavano a concentrarsi, ad "offrirsi", nella loro zona in una sorta di "pressing" offensivo.
Abbiamo problemi di mobilità, di riposizionamento, dovuti non tanto a cause atletiche, ma agli automatismi, all'abbattimento dei tempi morti, e tutto ciò si può fare se non si hanno riserve mentali. Sennò, perso l'attimo, sei finito. E' per questo, secondo me, che le nostre azioni d'attacco sono così asfittiche.
Ed è per questo che otteniamo buoni risultati quando riusciamo a giocare intorno alla mischia.

Zamax ha detto...

Un'altra cosa: Mallett guardi un po' di più allo stato di forma dei giocatori. Poitrenaud, lo scorso anno di questi tempi, se non sbaglio, era in forma disastrosa. Tanti erroti ed incertezze. Oggi fa miracoli.

Abr ha detto...

Benvenuto a Laporte.
Non so se hai letto il post, se si il commento si traduce con "non sono d'accordo".
Nelle analisi dei fatti non siamo ne' ottimisti ne' pessimisti, stiamo ai fatti, letti ovviamente secondo le nostre competenze ed esperienze.
Le opionioni invece sono tutte legittime.

Abr ha detto...

Beh anonimo, ognuno vede il mondo secondo il colore degli occhiali che indossa: rosa, oppure tutto nero ...
Ripeto, le opinioni sono tutte lecite.
Dacci il tuo commento originale piuttosto!

Abr ha detto...

Merci e complimenti per aver letto tutto.
Non ho detto che il Grand Chelem non conta, ho detto che conta di piuà le Tournoi: c'est la logique.

Lievremont parla da entreneur. Sui placcaggi vedi le statistiques: Italia meilleur que France ...
Italia meglio con Inghilterra e Scozia? Certamente, perchè loro più deboli della Francia. Tutto è relativo.

Abr ha detto...

Tnxs Zamax.
Un punto importante: tornare a concentrarci attorno alla ruck-mischia per ripartire in attacco, senza più sognare troppi allargamenti. Abbiamo delgi ottimi ball carrier tra gli avanti e col mediano giusto ...

ringo ha detto...

Un grazie ai nostri lettori perché il dibattito c'è, le idee pure e tutto questo dimostra che siamo di fronte ad uno sport. Senza voler fare i gradassi, ma il peso del rugby italiano passa anche per di qui.

Anonimo ha detto...

Sono l'Anonimo di prima (a proposito, come faccio a darmi un nome? dove ci si registra?) ed accontento la richiesta di un parere.
Non sono certo uno che "vede nero". Tanto per fare un esempio, un ricordo positivo anche nel grigiore del primo tempo: due "contro-ruck" della mischia azzurra nei confronti della Francia. Non mi ricordo, in tempi recenti, altre occasioni in cui i galletti siano stati rispediti al mittente in quel modo da un qualsiasi avversario. Peccato siano rimasti episodi isolati.
Un'altra nota di altro genere.
La prestazione di Derbyshire (ottima, ottimissima) sta creando un'esaltazione tipo quelle di Tebaldi in giugno in AUS e NZ, e guardiamo adesso il povero Tito dov'è finito. Ci vorrebbe più equilibrio. Le doti di Paul sono ben conosciute e solo chi non lo conosce si può essere stupito di quello che ha fatto ieri.

Abr ha detto...

Pienamente d'accordo anonimo: ad oggi con questra francia possiamo oslo vender cara la pelle. Ha un bel dire Lievremont che ci credeva piu' tosti, a Parigi 20 punti li han presi solo dagli AB.

Per il nome: sotto su "seleziona profilo" scegli dove sei gia' registrato; se non lo sei da nessuna parte, seleziona "nome/url" oppure anche "anonimo", e scrivi il tuo nome a fine commento.

Emanuele ha detto...

Tornando un attimo ai placcaggi: secondo me bisogna tenere conto anche della qualità del placcaggio. Dire che i francesi hanno fatto peggio di noi perché percentualmente ne hanno sbagliati di più ha poco senso se poi quando riuscivano a farli loro fermavano i nostri sulla linea (si dice così?) mentre noi spesso indietreggiavamo di metri. E poi se Mallet a fine partita ha detto che si è fatto schifo evidentemente anche a lui molte cose non sono piaciute.
Comunque non è che contesto l'articolo in se, anch'io penso che a un francese tipo incassare dall'Italia due mete in pochi minuti non faccia piacere, e poi faccio il confronto con gli anni scorsi in cui si beccavano più punti e si crollava psicologicamente, cosa che in questo caso non mi pare sia stata.
Vorrei fare un'ultima osservazione: da sempre soffriamo il gioco veloce e i giocatori agili; se la Francia era in formissima (non l'avevo vista prima perché non ho sky) perché si arrabbiano in tanti per questo risultato? Voglio dire che anni fa secondo me ne avremmo presi di più e segnati di meno e soprattutto non avremmo retto fino alla fine.

Abr ha detto...

Emanuele, il tuo punto finale riassume a mio avviso il senso: Mallett fa bene a incazzarsi perche' deve guardare in casa sua e basta, ma gli altri che s'incazzano a fare, che l'anno scorso abbiam preso un 50 - 8 A ROMA?
Quesot non significa suonar le trombe a festa, o dire che va tutto bene ( questione placcaggi: forse quei 7 sbagliati sono risultati decisivi, mentre i 5 francesi sono stati coperti, tranne due che ci han dato le mete).
Il post richiama all'equilibrio nelle valutazioni, ecco.
In un forum un lettore lo ha riassunto cosi': non siamo gli All Blacks ma non abbiamo nemmeno fatto schifo.
Sottoscrivo.

Anonimo ha detto...

Non ho detto che il Grand Chelem non conta, ho detto che conta di piuà le Tournoi: c'est la logique.
Abr, Lièvremont ti ha sentito e ti smentisce! ;-)
http://www.planetrugby.com/story/0,25883,3551_6030983,00.html

Abr ha detto...

Eh si, ci segue regolarmente :)
Il ragazzo (39 anni) fa solo il suo mestiere: stimola i suoi. E noi che boccaloni non siamo, facciamo il nostro: oggettivizzare.

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