6 Nations, tempo di bilanci - II. Italia
Veniamo a un primo bilancio del Sei nazioni 2010 per l'Italia: i numeri a prima vista non paiono granchè, una partita vinta - meglio dell'anno scorso ma uguale al 2008, più o meno la stessa differenza tra punti fatti e subiti dell'anno scorso.
Ma un anno fa giocammo tre partite in casa; quest'anno segnamo più del doppio delle mete: cinque di cui 4 fuori casa, più delle tre della Scozia e ne subiamo "solo" 12 di cui metà in un episodio solo, siamo rimasti agganciati al Galles che ne ha subite 11.
Se si togliesse una partita dalle cinque -ma non quella con la Francia, piuttosto il primo tempo con la Francia e l'acciaccato secondo con il Galles - la prestazione complessiva non sarebbe malvagia per un anno con tre partite fuori casa e il risultato di quattro mete fatte e sei subite sarebbe stato eccezionale. Se poi fossimo riusciti a segnare una meta all'Inghilterra (nota bene, non abbiamo detto: "se avessimo evitato la marcatura di Tait"), anche non trasformata arrivando al pareggio, sarebbe stato realisticamente un bel risultato storico.
Poi uno nota che coi "se" non si va lontano, son dieci anni che battiamo la Scozia ad anni alterni e sempre lì siamo; francamente però prendersela con Mallett al riguardo - non mi pare sia accusabile di marchiani errori di formazione o tattici quest'anno, a parte forse una prima partita troppo guardinga e contratta contro l'Irlanda - sarebbe imputare a lui i problemi di un intero movimento e ci parrebbe ingeneroso oltre che fuorviante.
Al limite, se ci si vuol sfogare si chieda conto a Dondi e ai suoi decennali approcci top down delle Accademie centralizzate, dei "progetti statura" e dei ridisegni di presenza territoriale, pensati per trascinare il movimento ma che hanno prodotto quantità molto modiche di forze fresche locali - e vorrei anche vedere: è il problema di tutti gli approcci dall'alto, sarebbe come se la Cassa del Mezzogiorno avesse generato posti di lavoro stabili, ripagandosi ...
Se tra i commentatori fosse diffusa la cultura del progetto e degli obiettivi al posto di atteggiamenti da pallonari alla Zamparini, ci si renderebbe conto del percorso progressivo del coach: primo anno a esperimenti selvaggi per identificare il gruppo, secondo anno abbozzo di impianto difensivo, terzo rafforzamento difensivo e primi abbozzi di attacco. Non è un granchè, ma quando se ne andrà dovremo riconoscere che è il primo coach a lasciare una eredità e non solo dei risultati effimeri, buoni o cattivi che fossero: ha operato una diagnosi spietata ma realistica dello stato del rugby in Italia e ci ha insegnato a difendere per ottanta minuti - dopotutto le case si iniziano dalle fondamenta non dal tetto.
Per il quarto - e ultimo - anno Mallettiano, speriamo gli obiettivi siano l'ampliamento ragionato e non indiscriminato della rosa, tenendo conto di ruoli e situazioni chiave come i piazzati e il gioco al piede e che uno dei limiti del tipo di gioco dispendioso che giochiamo sono gli infortuni; speriamo in una rinnovata enfasi dell'attacco con gli avanti: maul e rimesse laterali a parte dove basterebbe esercitarsi perbene, davanti avremmo degli ottimi ball carrier, speriamo la Scozia dei tre B's (e del tattico e preciso Parks) faccia scuola.
Abbiamo sovente criticato Mallett, i cui limiti sono tanti, nei fatti; ma mollare tutto alla caccia del Sant'Antonio Taumaturgo a un anno dai Mondiali ci parrebbe troppo persino per dei tifosi. Giusto stimolarlo e chiedergli conto come lui fa coi giocatori, ma senza fare i Savonarola per vellicare quelli col bandierone, al fine magari di distrarre da altro.
Se chi critica il coach anglo sudafricano - che ribadiamo non è certo il massimo della simpatia e dell'efficacia - avesse una cultura per obiettivi, dovrebbe misurare la distanza tra dove siamo rispetto a dove vorremmo essere: ci manca una vittoria in più, ma di quali fallimenti stiamo parlando? Capiremmo al limite se se "lo spogliatorio" gli fosse contro ma così non pare essere.
Ci piacerebbe che una analisi sui progressi da imprimere al team Azzurro - fatta con e non contro Mallett- uscisse dal mondo dei sogni del giocare alla pari con la Francia, dai rozzi stilemi da opinionisti del calcio; che la si smettesse di perder tempo sui nomi e si discutesse pacatamente di approcci, mentalità, tattiche e tecniche utilizzando l'esempio della Scozia, riuscita in ciò che noi vorremmo fare - una vittoria importante in trasferta come primo step - facendo leva sui propri plus e non imitando scimmiescamente il rugby "d'attacco" altrui. Ma tant'è, Eleanor Rooselvelt una volta disse che i grandi discutono di idee, i più s'attaccano alla cronaca e i mediocri criticano le persone.
Dopo il Mondiale se ne discuterà: Mallett non ci sarà più e sarà il momento giusto per definire un progetto nuovo, anche per problemi anagrafici di quasi tutti gli attuali "senatori" e identificare un nuovo "skipper". Tra l'altro, viste le prestazioni delle nazionali minori, non ci sarà da star granchè allegri. Ma per quello c'è tempo. Per intanto avanti sempre, se possibile con un briciolo in più di consapevolezza, fiducia e serenità: non ci pare abbiamo molte altre scelte.
12 commenti:
Abr, sottoscrivo ogni punto della tua analisi e desidero esprimerti tutto il mio sostegno e ammirazione per l'onestà e la lucidità delle parole che hai scritto riguardo a Mallett. Onore a te: credo che chi, come me, si è affezionato a questo blog, abbia avuto un'ulteriore conferma della competenza e onestà intellettuale con sui tu e il Socio scrivete di rugby. Bravi!
Grazie mille Alessandro.
Esisitiamo per dare uno spazio a chi ami ragiornarci sopra, contrastando una evidente "pallonizzazione strisciante" in atto di questo fantastico sport.
Scoprire che ci siete voi là fuori che ci suppportate oltre ch esopportarci è un gran conforto e stimolo a essere sempre più attenti e precisi.
mi associo ai complimenti di Alessandro..siete davvero dei grandi..sempre lucidi e precisi..ovviamente anch'io sottoscrivo in pieno la tua analisi...molti pretendono la luna dalla nostra nazionale senza valutare con onestà le nostre attuali possibilità e sopratutto quelle dell'avversario di turno
Tnxs anonimo, è una incultura falsamente rivendicativa e molto contradaiola del "tutto e subito" (o del "volemo la f..ga senza fadiga" come si diceva ai tempi universitari).
La quual eincultura troviamo che oltre che incolta sia pure controproducente: non fa altro che portar acqua al mulino degli eventuali responsabili.
Perchè è ovvio che non va tutto bene, ma questo significa capire e non predenrsela col primo bersaglio incolpevole come si fa nel calcio.
Ciao,
dallo scorso sei nazioni che seguo il vostro blog ma è la prima volta che commento.
Innanzitutto vorrei farvi i complimenti per le analisi, molto tecniche e obiettive.
Ho l'impressione che almeno uno di voi due abbia giocato o giochi a rugby...sbeglio?
Vorrei fare un paio di considerazioni riguardo la nostra Nazionale:
è vero che il bacino a cui attingere giocatori non è certo quello di altre nazionali più blasonate, ma si sarebbe potuto ricorrere ad un turn over maggiore richiamando in nazionale più giocatori della nazionale A (penso ad esempio a Favaro e Picone).
E poi perchè non utilizzare i giocatori nel proprio ruolo (tipo Masi e Bercamasco centri)?
Visto il gioco espresso in questo triennio mallettiano ho paura che anche ai mondiali 2011 non andremo oltre il girone di qualificazione ai quarti... obiettivo per cui si è puntato su Mallet.
l'analisi dei dati che fai è giustissima: abbiamo fatto poco peggio dello scorso anno e abbiamo vinto una partita.
ma lo scorso anno non era stata una stagione disastrosa a causa delle Elv? con il ritorno alle vecchie regole abbiamo fatto persino peggio...
Anonimo, grazie per seguirci da tempo, del contributo e dei complimenti.
In effetti entrambi siamo ex terze linee ("... and preferably play in the pack"), da luoghi diversi.
Riguardo al turnover: infortuni a parte (Marcato), in effetti Mallett è molto conservativo nei ricambi, ma gli allenamenti li vede lui coi suoi collaboratori ... Sicuramente a suo discarivo va detto che non è certo il 6N il otrneo dove provare le alternative, lo sono invece i test match; ad esempio in quelli di Novembre Tebaldi ha soffiato il posto di Picone.
Quanto a Favaro, proprio a novembre a mio avviso s'è fregato: indimenticabile quel pronti via a Udine, placcaggio in ritardo su Mornè Steyn e cartellino giallo. Il rugby è spietato.
Masi serviva tatticamente contro le moli di Earls (un altro centro), Monye e Sean Lamont, infatti col Galles di Shane Williamsera previsto Robertson: mossa logica, non puoi marcare Miccoli con Materazzi.
Quanot a Mirco B., gioca stabilmente ala forte e non più centro nello Stade e po iandava preservato per i calci (una scelta questa ... vabbè è andata bene).
Infine, andar oltre nei quarti con Australia e Irlanda nel 2011 sarebbe difficile anche per Graham Henry e Lievremont.
Mission ragionevole quando fu assegnata nel 2007 visto che allora li sfiorammo (gara persa per due punti con la Scozia), ma nearly impossible adesso: noi saremmo anche lievemente migliorati, ma gli altri han fatto passi da gigante e il girone non è più quello del 2007 (Nzl e Scozia). Fu una occasione sprecata.
Anonimo, tocchi un punto importante: la grande truffa delle Elv e soprattutto della loro cancellazione.
Salutata (la cancellazione) come la panacea di tutti i mali al Nord, nella realtà sono state mantenute 10 ELV (tra cui quella sui calci diretti in touch solo dai 22m, che genera il gioco tattico) e abolite 3: maul non abbattibili e parità di saltatori in rimessa.
La vera Elv rivoluzionaria, quella della punizione indiretta (half arm) per gran parte dei falli per limitare lo strapotere dei piazzatori, non era mai stata applicata al Nord.
Nella realtà le Elv hanno influenzato molto poco la debacle dell'anno scorso, semplicemente non eravamo in grado di difendere per ottanta minuti come quest'anno; molto vero rimane che dall'abolizione (di alcune elv) non siamo riusciti ancora a tirar fuori granchè quest'anno. Mi riferisco ovviamente alle maul.
Premetto che di rugby me ne intendo poco, anche se lo seguo a livello internazionale dal 1985 più o meno.
Vorrei commentare questo punto: "primo anno a esperimenti selvaggi per identificare il gruppo"
Che significato ha?
Arriva un allenatore, prende in mano una nazionale che avrà visto perlomeno in televisione se è un allenatore serio e durante il 6 nazioni schiera la squadra a cazzo di cane (scusate il termine) per identificare il gruppo? Ma che senso ha? Gli esperimenti andrebbero fatti prima o dopo, non durante l'obiettivo principale della stagione. Si dirà: ma lui ha come obiettivo il mondiale 2011. Questa è un'altra cosa che trovo assurda. Il 6 nazioni per il nostro livello è l'obiettivo, dove cercare di crescere, possibilmente ben figurando, e dove potremmo battere qualcuno ogni tanto. Al mondiale se va benissimo si passa un turno in più e poi? Quindi buttare via un anno di sei nazioni senza ricavarne vantaggi la considero una cosa criminale.
Altra osservazione/provocazione: si dice che ora è troppo tardi per mandare via Mallet perché nel 2011 ci sono i mondiali. Ma non c'è un altro 6 nazioni in mezzo? Che magari verrà sacrificato alla preparazione per il mondiale (che per me è diventata una iattura a questo punto)?
Siamo sicuri che un altro allenatore che prendesse ora in mano la squadra non riuscirebbe a fare meglio?
Provocazione a parte, per quel poco che ne capisco quest'anno ho visto tre cose positive rispetto agli anni scorsi: una difesa che regge fino alla fine (galles a parte ma era finita la benzina), una squadra che sembra tenere psicologicamente anche quando rischia la catastrofe e abbozzi di gioco alla mano, che sono sempre poco ma rispetto alla pena precedente è qualcosa.
Emanuele, grazei del contributo e per le civili e motivate "provocazioni". 1985 non è male, manco c'era il professionismo!
Nel merito:
- Mallett ha iniziato male con noi proprio dal punto di vista psicologico, chissà cosa si credeva, chissà cosa aveva capito.
Credeva di poter fare il demiurgo non il selezionatore, di poter cambiare tutto (IL RUGBY INTERO, non solo la nazionale), vagheggiando di container pieni di sudafricani da equiparare, per lanciare tramite le loro vittorie il rugby in un "paese con sessanta milioni di abitanti", secondo il vecchio approccio dondiano top down.
Poi s'è scontrato coi sisi ma non ce n'è di Dondi e se n'è fatta una ragione solo da poco, da giugno scorso.
- volenti o nolenti l'obiettivo del suo ingaggio è i mondiali 2011. Mi pare abbastanza naturale del resto, vale anche per Lippi.
Gareggiare per vincere tutte le partite, sempre? Siamo ancora lontani.
- cambiar mallett: nel caso del nostro rugby, dove il materiale umano è più o meno dato (quello è), che senso avrebbe? Sta facendo errori marchiani? Non mi pare, "fissa" prima i punti essenziali poi un po' alla volta si sta allargando ad altre fasi.
Diverso sarebeb se fossimo l'Inghilterra e quindi potessimo permetterci un SELEZIONATORE, che deve scegliere tra una miriade di ottimi giocatori quelli che meglio si adeguano ai suoi schemi possibilmente innovativi e vincenti.
Non è il nostro caso.
E non è un caso che Asthon sia arrivaot alla finale dei mondiali dopo pochi mesi,mentr enoi siamo ripartiti daccapo ad ogni cambio di allenatori e sempre lì a battere la scozia ad anni alterni siamo.
Personalmente sono più critico nei confronti dei collaboratori di Mallett, che stanno tralasciando aspetti cruciali ma relativamente "semplici" da preparare perchè ben localizzati e non rischiosi nei confronti di altre fasi del gioco. Mi riferisco alla rimessa laterale e alle maul: eravamo stati i migliori in tali fasi nel 2008, ora abbiam perso tutto.
ocordo infine suoi progressi che delinei. Non è tanto ma è qualcosa.
Veramente Mallet doveva lavorare oltre che per i mondiali 2011, anche per quelli successivi ...che dovevano essere giocati in Italia .
Da questo punto di vista ... ZERO.
In questo 6N abbiamo pagato in modo pesante la scarsissima "role depht" , in pratica non abbiamo ricambi , i pochi che Mallet ha provato li ha scartati (in modo tutt'altro che chiaro e trasparente, sia per le chiamate che per le eliminazioni , vedi Toniolatti)
E' già tardi per il 2011 , per il 2014 rischiamo di arrivarci con più di metà squadra fuori per età.
Stiamo in realtà pagando i frutti degli ultimi 6-7 anni dove la politica federale ha favorito le squadre che COMPRAVANO i giocatori ed emarginato quelle che li formavano.
Un lavoro sul breve termine -ovvero per il 2014, perchè il 2011 è già domani, non dopodomani, sarebbe ancora possibile, ma richiederebbe un sostanziale azzeramento della politica federale per le giovanili, nonchè rinunciare alla usuale vittoria "salva poltrona" per rischiare di più nei test match.
Se la FIR fosse una "cosa normale" sarebbe molto semplice e veloce da fare , per le giovanili si vanno a prendere chi produce i risultati migliori con le PROPRIE risorse (non una singola società , ma diverse, che esistono) e gli si affida non solo la nazionale, ma anche la sistemazione dei campionati giovanili, perchè i giovani non arrivano dal nulla o dalle accademie , ma dalle attuali U.16 e U14 ... sono loro che giocheranno in Giappone!
Invece abbiamo avuto una sostanziale rivoluzione passata senza il più minimo confronto.
Si Giorgio ma Mallett ha dichiarato che dpo il 2011 sarà stanco di girare il mondo e non per far turismo.
Il punto vero non è Mallett: è che "in realtà pagando i frutti degli ultimi 6-7 anni dove la politica federale ha favorito le squadre che COMPRAVANO i giocatori ed emarginato quelle che li formavano".
Nellò'intervista a Volpi del Corriere dello Sport Dondi ce l'ha con le società che importano stranieri, ma dimentica di ricordare che fu la SUA FIR a caldeggiare la nascita di club staccati da ogni vivaio, e non facciamo nomi ...
Se la "rivoluzione " fosse chiara negli obiettivi e nelel vie che percorrerà, magari sarebbe positiva aldilaà della sua anti democraticitaà; invece per adesso c'e solo confusione e ambiguità, fatto salvo un punto: la FIR controlla tutto, club inclusi.
No, non è Mallett il problema. Leggete il prossimo post.
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