Il vero peso dell'Italia
L' articolo di Nicolas Espitalier su Sud Ouest, giornale dell'area Doc del rugby transalpino, chiarisce molte cosette su chi siamo e quanto "pesiamo" realmente nel contesto del rugby europeo. Lettura utile per tutti, ma soprattutto per i gufi e flagellanti nostrani, sempre pronti a rilanciare la minima perdita d'aria dall'estero purche' avversa all'Italia. Credono cosi' di rafforzare la loro idea, in realta' avvelenano i pozzi di tutti. Ma tant'e', sputtanare tutto per colpire l'avversario e' incultura comune nel BelPaese.
Volentieri allora traduciamo l'articolo, anche se agli occhi di qualche metropolitan snob nostrano (ha ha ha), SudOuest potrebbe venir considerato un giornale "di provincia" ....
Il vero peso dell'Italia
Se pure l'Italia non ha mai fatto meglio di un quarto posto nel Torneo delle VI Nazioni, essa e' divenuta da quest'anno la terza Nazione in termini di ricavi televisivi
Ma questo bilancio non e' che la punta dell'iceberg. Poiche' dietro allo schermo che presenta l' 85 % di sconfitte, «l'interesse » alla presenza dell'Italia nel Torneo si e' fatto incontestabile anche agli occhi delle nazioni britanniche piu' dubbiose al suo ingresso.
E quest'anno cio' e' vero piu' che mai. Chi trasmettein Tv il Torneo delle VI Nazioni nella Penisola e' cambiato, Sky Italia ha rimpiazzato LaSette. I diritti televisivi pagati da Sky Italia sono maggiori di quelli che paga RTE, la televisione irlandese. Anche se France Télévision e la BBC, che coprono tre nazioni (Inghilterra, Francia, Scozia) pagano di piu', il segnale e' forte.
Nell'ambito della contabilita' crescente del Torneo, il peso dell'Italia e' cresciuto anno dopo anno. Il presidente del VI Nazioni dal 2002 al 2008, Jacques Laurans da Agen, lo riassume cosi': « Mi spiace parlare in termini meramente commerciali, ma l'Italia ci ha aperto un mercato da 60 milioni di abitanti. »
Pierre Camou, presidente della Fédération française de rugby che ha difeso l'ingresso dell'Italia nell'antico torneo franco-britannico, reagisce cosi' alle domande sull'argomento: « Rimango di stucco quanto mi si domanda qual'e' il valore della presenza dell'Italia nel Torneo e non me lo si chiede anche nei riguardi della Scozia ... »,
Ricordando la vittoria (32-40) degli Italiani sui Francesi a Grenoble nel 1997, che precedette i negoziati tra la federazione transalpina (cioe' quella italiana, NdT) e le cinque nazioni, Pierre Camou giudica l'Italia « un componente essenziale e importante del VI Nazioni ».
Una necessita' economica
Di fatto, lo Stivale e' pian piano diventato la TERZA POTENZA nel novero rugby europeo. « Il loro ingresso nel 2000 fu preceduto da risultati probanti rispetto alle cinque nazioni e l'aspetto sportivo fu primario nella loro integrazione. Ma si puo' dire che oggi siano diventati una necessita' economica», taglia corto Jacques Laurans.
«All'inizio, va ricordato, certe federazioni guardarono con occhio sfavorevole l'arrivo di un intruso con cui dividere il piatto in sei parti invece che cinque. L'accordo fu che non ci fosse nessun versamento da fare, ne' alcun vantaggio specifico da accordare ... » (come nel piu' recente approccio celtico: sempre uguali sono, NdT). Ma col suo potenziale incomparabile rispetto a Paesi come il Galles (3 milioni di abitanti), la Scozia (5 milioni) e l'Irlanda (6 milioni), l'Italia ha largamente contribuito a ingrandire il piatto. Cumulando gli introiti dallo sponsor principale (la Royal Bank of Scotland) e i diritti televisivi, il Torneo va a raccogliere dal 2010 al 2013 ricavi annui di 77 milioni di euro contro i meno di 55 milioni degli anni precedenti. A titolo di comparazione sulla stessa base, la Coppa del Mondo 2007 in Francia ha generato 150 milioni, che vorrebbe dire 37,5 per anno.
Nel frattempo, nei dieci anni di partecipazione, la Federazione italiana di rugby ha moltiplicato per 2,5 i suoi iscritti, ha portato 80 000 spettatori all'incontro con gli All Blacks a Milano lo scorso novembre e ha ingrandito lo stadio Flaminio, passato quest'inverno a piu' di 40 000 posti. Non gli rimane che battere un giorno gli Inglesi, gli Irlandesi e i Francesi. « Ma non questa domenica », sorride Pierre Camou.
6 commenti:
A parte che i giornali di provincia forniscono sempre ottimi spunti e soprattutto notizie, abbiamo pure un francese che dice che l'Italia è «un componente essenziale e importante del VI Nazioni».
Manco è arrivata la Pasqua, che pare già Natale.
Macchenesai tu de franzosi ;)
Se siamo dove siamo (dove?) lo dobbiamo a leurs, e non solo in quanto a coaches.
So' provincialotto io eh :D
Anch'io d'origine, ma poi come te so' venuto a labura' a Malano :D
"ha ingrandito lo stadio Flaminio, passato quest'inverno a piu' di 40 000 posti."
Direi che l'autore dovrebbe informarsi un poco. Il Flaminio non ha 40 000 posti e li avrà forse tra due anni.
Per il resto nulla di nuovo. Con 60 milioni di abitanti si sa che l'Italia interessa da un punto di vista economico e non sportivo.
Gabriele
Ok Gabriele, manderemo la precisazione a Sud Ouest. Per il resto rimane che l'hanno e lo stanno ampliando.
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