Italia rugby sospeso tra presente e futuro
E' iniziata lo scorso weekend la volata finale per la regular season dell'ultima edizione del Super10 italiano: da qui all'otto di maggio verranno disputati i sei turni rimanenti, più un recupero (oggi 30 marzo) di una gara di gennaio non disputata per neve.
E' questa linea lunga un paio di mesi, resa possibile dall'assenza di impegni di coppa, l'unica certezza italiana: cosa sarà l'anno prossimo del massimo campionato domestico, è dato sapere solo a grandi linee. In teoria sarà un torneo semipro a 12 club, divisi in due gironi da sei per rendere possibili grandi pause.
Il 10 aprile la Fir si riunirà per - si spera - definire tutti i dettagli ancora aperti: chi parteciperà, con quali modalità, con che finalità e premi, con che rapporti con le due "elette" celtiche in termini di scambio di risorse.
Se da una parte la Fir proclama di volere un campionato domestico di livello e quindi invita anche le due prescelte celtiche a investirvi - anche perchè altrimenti si negherebbe il "link" tra Keltia e realtà domestica, base di tutta l'operazione - dall'altra deve rassicurare le rimanenti e così pianta dei bei paletti.
Ad esempio la proibizione di far giocare "pro" celtici nel campionato domestico. Un limite che taglia i ponti con la madrepatria per Treviso e gli Aironi: già dovranno allestire squadroni in grado di gestire i fronti Celtico e Heineken, le esigenze della nazionale e come se non bastasse, realtà collegate ma distinte per il campionato locale?
Gli Aironi in particolare s'erano già sbilanciati col lato parmigiano del superclub, assegnandogli la responsabilità del campionato nazionale; ma adesso con quali giocatori? Quelli "bravi" ambiranno a fare i "pro" e quindi la Celtic, ma Dondi dice che non permetterà che i club vengano depauperati, quindi semipro li faranno restare? E questi ci starano? E i giovani promettenti dove li schiereranno, nelle panchine celtiche o solo nel campionato locale, quello dove la Fir dice che non si cresce? Mah ...
Se tra tutti questi proclami e interessi confliggenti una quadra non venisse trovata, Treviso e le tre (o quattro) componenti degli Aironi non parteciperanno al torneo domestico. Poichè la Fir si è dichiarata restìa a far troppi ripescaggi in caso le aventi diritto rinuncino, in ogni caso il rischio è di trovarsi un campionatino a otto-dieci squadre. Giusto una buona scusa per smantellare nel giro di un anno quel poco che rimane del rugby sui territori e far ingurgitare agli appassionati tanti bei "Lazio vs. Piemonte" o "VenetoFir 1 contro VenetoFir 2" al posto di antiquati derby Rovigo - Petrarca o L'Aquila - Roma.
Un altro rischio di questa fase è la riduzione delle partecipanti italiane alla Challenge Cup europea. Del resto mal che si vuole non duole, quest'anno l'Italia è arrivata al vero e proprio affronto alla organizzatrice ERC : un club, Futura Park Roma, dopo aver incassato il contributo ERC ha esplicitamente e ufficialmente dichiarato che avrebbe usato le sfide di coppa - tra l'altro contro team del calibro di Wasps e Racing Mètro - per far fare esperienza ai giovani e a quelli che giocano poco in campionato.
Soldi a parte, una Federazione seria visto che la Lega non c'è più, avrebbe verificato preventivamente intenzioni e capacità, ed eventualmente imposto la immediata sostituzione con altra squadra più motivata a difendere più appropriatamente bandiera e onorabilità dello sport italiano. Invece niente: si va in Celtic perchè le sfide internazionali fan crescere, ma la Challenge evidentemente non conta, alla faccia ad esempio di Northampton Saints che s'è lanciata proprio con tale coppa vinta nella stagione scorsa.
Oltretutto al peggio non c'è limite, per la serie "passi indietro" aleggia il progetto Fir di mandare in Challenge non club ma delle non meglio specificate "selezioni territoriali semipro". Una idea retrograda che speriamo vivamente la ERC bocci: in Coppa le nazioni evolute mandano team con tesserati veri qualificatisi attraverso campionati veri e solo Paesi rugbisticamente poco significativi sono autorizzati a inviare selezioni artefatte e apposite.
Tra idee balzane per la coppa e per il campionato domestico, forse è così che questa dirigenza Federale ha deciso di perpetuarsi: da un lato spedendo lontani tra le brughiere celtiche gli indomabili rompic ...., dall'altro creando il deserto in casa.
Veniamo al rugby giocato lo scorso weekend in attesa del recupero di oggi:
Treviso fresca di Coppa Italia si libera agevolmente di Parma per sei mete a una, quattro nel primo tempo: Sgarbi, doppietta di DeJaeger, tripletta per Brendan Williams (130 mete in carriera italiana, miglior straniero di sempre) e undici punti per il redivivo Marcato schierato apertura.
Nell'anticipo Viadana batte Prato che resta in gara fino al 70'. Otto pari al 20', 11-8 a fine primo tempo, l'indisciplina e i cambi attuati dal tecnico viadanese danno il colpo di grazia ai toscani nel secondo tempo.
Ne approfitta Rovigo che battendo Roma raggiunge il Petrarca al terzo posto. Dopo lo svantaggio iniziale, la Femi chiude in vantaggio il primo tempo per 9-6 con tre punizioni di Bustos, poi nel secondo tempo si scatena Andrea Pratichetti nipote dell'allenatore avversario, segnando tre mete in quindici minuti e una quarta nel finale.
Il Petrarca perde a l'Aquila per due punti, in una battaglia a calci tra Fraser e Mercier.
In fondo alla classifica il Gran Parma batte in casa Venezia e lascia ai lagunari l'ultimo posto in classifica: incontro in bilico fino al 36' della ripresa quando Tito Tebaldi (14 punti totali) segna la meta decisiva.
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