martedì 2 marzo 2010

L'invincibile rugby di Clint Eastwood

Non siamo critici cinematografici su questo blog, al massimo ci limitiamo a recensire le partite di rugby che vediamo lasciando ai nostri lettori il beneficio del dubbio e di ribattere. Però l’altra sera sono andato al cinema e ho visto “Invictus”. Bel film, magari non quel capolavoro che poteva regalarci Clint Eastwood, ma un’altra epopea è stata impressa sulla pellicola: quella del ritorno degli Spirngboks sulla scena internazionale passando dal purgatorio al paradiso. Campioni del mondo nel 1995, con una nuova nazione alle spalle e un futuro da riscrivere davanti.

La forza di “Invictus” è proprio il rugby, non un calcolo politico, ma umano come afferma il Nelson Mandela interpretato da Morgan Freeman. Senza fronzoli, diritto al punto, “Invictus” ha la mano di Eastwood. Poi i critici di professione dicono che l’americano si è quasi inchinato di fronte alla figura di Mandela, ma come suggerisce una battuta del padre di Francois Pieenar/Matt Damon, in Sud Africa la paura di diventare un nuovo Zimbabwe era grande. E sappiamo che fine ha fatto lo Zimbabwe.

È una celebrazione di un momento storico, reso veritiero dalle scene sul campo: riprendere il rugby con una telecamera in mezzo al campo non è facile, tanto che è difficile a volte seguirlo dalle telecamere a bordo campo. Gli impatti, i placcaggi, il sudore, i traumi, le ferite, gli ingaggi, le ruck, la preghiera di ringraziamento: non manca nulla, tanto meno non mancano i drop che hanno sdoganato per nostra fortuna gli Springboks. A tal proposito, bisogna ringraziare Mandela che decise che non era il caso che i nuovi governanti cancellassero il rugby per come era ed è inteso in Sud Africa: le maglie verde-oro sono sopravvissute alla storia e più metafora di questa non sappiamo davvero trovarne. Il rugby d'altronde insegna che l'avversario va combattuto, non sbeffeggiato e punito.

Ma c’è una scena in particolare che ha fatto se non commuovere, ma emozionare il sottoscritto: quando la nazionale è circondata dai ragazzini neri delle township che sorgono accanto alle grandi città. Danno loro in mano una palla ovale e li fanno giocare, insegnano loro le basi di questo sport su un campo polveroso: come quando il sottoscritto dirigeva gli allenamenti di alcuni pischelli sul campetto da calcetto in un oratorio vicino a casa sua. La magia, che sia nel mondo reale piuttosto che in quello cinematografico, rimane la stessa.

Come andarono quei Mondiali lo sappiamo tutti, o almeno lo sappiamo noi che seguiamo questo sport e cerchiamo di capirne la cultura che lo avvolge. E la Web Ellis Cup passata in mano a Pieenar dal Mandela che indossa la maglia del capitano ci fa venire in mente quel grottesco nuovo presidente, Jacob Zuma, mezzo corrotto mezzo corruttore, e con lui tutta quella cricca di bianchi che per celebrare il politicamente corretto laggiù ogni tanto se ne esce con idee come le quote di neri in campo (un affronto ai giocatori di colore che vogliono rappresentare il Sud Africa meritandoselo sul rettangolo di gioco) e le sempreverde proposta di cancellare il termine Springboks dagli annali.

Fortuna che c’è Clint a raccontarci come finirono realmente le cose.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

però quella storiella degli all blacks intossicati potevano almeno farla trapelare...

L'Aretino

Abr ha detto...

Tutte calunnie da ex colonialisti. Vedrete piuttosto quest'anno cosa non faranno coi Bafana Bafana! ;)

Anonimo ha detto...

Ciao, ho visto il film nello scorso weekend e guardandolo ripensavo a degli articoli letti su questo blog diverso tempo fa sulla situazione politico-rugbystica in sudafrica. Mi piacerebbe andare a rileggermeli, ma da una breve ricerca sotto "terzo tempo" e "campionati australi" non riesco a trovarli: mi dareste una mano?
Ciao, statemi bene.

Marco

Abr ha detto...

Eh Marco, in effetti col sistema di tagging molto "llose" che abbiamo scelto, non è semplice. C'è qualcosa anche sotto "fondamentali".
E' tutto comunqu e molto sparso, anche perchè qualche notarella qua e là non ce la siamo risparmiata anche fuori da post dedicati all'argomento.

L'approccio migliore è utilizzare la casella "search the blog & the net" nella sidebar : ci scrivi "springboks" e/o "south Afika" o "South Africa" etc.etc. (o "Mandela", "Stofile" "Watson" o quello che ti interessa) e cerchi tra i risultati elencati nella pagina che si presenta ("on this blog").
Good luck e grazie!

Abr ha detto...

Provando una ricerca, proprio "Stofile" è una traccia che aiuta: è un politicante che abbiamo particolarmente preso di mira.

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