venerdì 9 aprile 2010

Heineken Cup: Leinster ringrazia le ciabattate di Clermont

Heineken Cup quarter final, Royal Dublin Society, Dublin: Leinster 29 - 28 Clermont

Leinster: R Kearney; S Horgan, B O'Driscoll, G D'Arcy, I Nacewa; J Sexton, E Reddan; S Wright, J Fogarty, C Van Der Linde, L Cullen (capt), N Hines, K McLaughlin, S Jennings, J Heaslip.

Replacements: B Jackman, M Ross, C Healy, M O'Kelly, S Keogh, P O'Donohoe, S Berne, G Dempsey

Clermont Auvergne: A Floch; A Rougerie (capt), M Joubert, G Canale, J Malzieu; B James, M Parra; T Domingo, M Ledesma, D Zirakashvili, J Cudmore, T Privat, J Bonnaire, A Lapandry, E Vermeulen

Replacements: B Cabello, V Debaty, C Ric, J Pierre, A Audebert, K Senio, G Williams, W Fofana

Referee: Dave Pearson (Eng)

I campioni in carico di Dublino vincono tra le mura domestiche per uno striminzito punticino e prenotano un posto in semifinale dopo una bellissima partita aperta fino all'ultimo secondo contro i francesi del Clermont. E nell'economia del punteggio pesano i cinque calci sbagliati dai transalpini (4 da Brock James, 1 da Morgan Parra) e i due drop falliti nell'assalto finale. Il risultato dice quindi 29-28 dopo ottanta minuti di ribaltamenti che hanno messo in evidenza i meriti di entrambe le formazioni.
La folata francese... - Passa Leinster e passa la concretezza dei padroni di casa dopo un avvio traumatico per i fan di casa: un parziale di 10 a 0 per il Clermont, firmato da una meta di quello che è stato il migliore dei suoi, Malzieu, e dal piede dell'apertura australiana Brock James. Per quasi venti minuti sono loro i proprietari del campo e più cala la sera sulla capitale irlandese e il cielo si fa blu notte, più sembra che i detentori della Heineken non siano in grado di accendere il barlume. Ed invece, da campioni quali sono, rimettono le cose a posto concretizzando le prime folate offensive. La tattica del Clermont è chiara: stringere su Nacewa facendo convergere nella zona dell'ala neozelandese il possente Rougerie in ogni modo, anche con un paio di cross kick che mettono in seria difficoltà il trequarti del Leinster, sul quale giunge in soccorso l'estremo Kearney, in buon spolvero a differenza delle prove dimesse e imprecise durante il 6 Nations. E' da una combinazione James-Rougerie-Malzieu che quest'ultimo viene lanciato da Canale per il 7-0 con il quale si apre il conto. Poco dopo l'australiano numero 10 allunga con un calcio di punizione per un placcaggio alto di Kearney da posizione defilata.
Dopo quasi l'intero primo quarto di gara passato in apnea sotto la pressione dell'alta linea difensiva portata dagli uomini di mischia francesi e da quella offensiva dettata anche dalle incursioni di un bravo Gonzalo Canale, Leinster trova finalmente la metà campo avversaria: lo fa con una percussione di CJ Van Der Linde che aiuta i suoi a puntare decisi verso l'area di meta avversaria. Il ritmo è alto, i placcaggi sono seri, la consistenza fisica si fa sentire da entrambe le parti e il match risulta piacevole, meritevole di essere un quarto di finale. Sexton trasforma il primi tre punti dei Dubliners con un piazzato sotto i pali per fuorigioco della linea difensiva; Leinster apporfitta del momento di sbandamento francese per cogliere subito i punti più pesanti con quel bel ball carrier che sa essere Heaslip, alla conclusione di un'azione orchestrata da Brian O'Driscoll che assorbe James e Rougerie prima di scaricare con un pregevole sottomano all'esterno. In due minuti, al 22' il punteggio torna pari sul 10-10.

... e quella irlandese -
La parità è destinata a durare poco, perché se i francesi non smettono mai di affrontare i padroni di casa a viso aperto, i dublinesi sornioni sanno essere molto produttivi. D'altra parte Brock James comincia ad avere l'occhio spento quando è chiamato a calciare tra i pali: tradito in parte dal vento contrario, il miglior realizzatore del Top14 per due anni in fila manca di potenza e/o precisione e sbaglia tre punizioni in fila.
La buona prova degli avanti guidati da
Ledesma procurano nel primo quarto di gara un predominio territoriale e nel controllo dell'ovale per Clermont più imponente di quanto dica il punteggio, ma la svolta avviene quando l'estremo Floch combina un pasticcio, toccando indietro una palla calciata alle sue spalle nei 22, per poi spedirla in rimessa senza farla rimbalzare in campo: l'arbitro Pearson (nei suoi soliti standard, senza infamia e senza lode) lo considera come un ovale portato nei propri 22. Rimessa a ridosso dell'area di meta, quella di Leinster guidata da capitan Leo Cullen funziona perfettamente, Heaslip va nuovamente a marcare. Sexton trasforma ed è 20-10 a quattro minuti dalla fine del primo tempo: massimo risultato con il minimo sforzo. Parra prende il posto di James al piazzato alla fine della frazione, ma anche la sua conclusione controvento da lontano si spegne prima dei pali.
Secondo tempo - Con la ripresa si rivede il Clermont assatanato: al 44' sempre Malzieu va in meta al termine di un'azione che vede protagonista ancora James: marcato regolarmente all'interno dove Rougerie prova sempre a convergere, allarga all'esterno verso il sudafricano Joubert, questi passa lungo all'accorrente ala che supera a sinistra l'intervento in extremis di Shane Horgan: 20-15.
Il quale più tardi combina un pasticcio improvvisandosi fine calciatore - nel senso di gioco del calcio - e pretende di stoppare un ovale che gli rimbalza davanti di esterno destro: il solito Malzieu probabilmente sa che ci sarà un motivo se Horgan pratica il rugby e non il calcio, ne approfitta per impadronirsi dell'ovale e siglare la sua terza meta, stavolta trasformata da James.
Al 62' è
28-23 per Clermont, con Sexton che tiene legati i suoi ai francesi, incapaci di allungare perché il piede di James continua a non inquadrare i pali nonostante il cambo di campo e fallisce un'altra opportunità per piazzare, centrandone una.

La meta non meta di Reddan -
Nella cronaca trova spazio anche la meta fantasma e non concessa al mediano di casa Eoin Reddan al termine di raggruppamento sulla linea di meta, un ruck disperato che si fissa quando Kearney sembra ormai averla varcata. Reddan spinge l'ovale a toccare la linea ma Pearson non è sicuro e non lo è neppure il Tmo, quindi si torna su un vantaggio per Leinster dovuto a un placcaggio alto. Leinster si fa sotto a due soli punti, 26-28 e al 69' il colpo che non ci vuole per i transalpini: Floch si becca un giallo per un deliberato "kill the ball" da ultimo uomo su un passaggio del solito O'Driscoll diretto a Horgan.
Clermont in 14 e i drop sbilenchi - Clermont regge bene in 14 ma consuma falli, soprattutto coi nuovi entrati nel pack (non sempre l'esperienza è utile, in periodi in cui gli arbitri applicano nuove e più stringenti interpretazioni della sottile arte del placcaggio); Sexton fallisce la prima punizione ma tre minuti dopo ne piazza un'altra, è l'ultimo sorpasso dell'incontro, il 29-28.
Brock James nel finale sempre più concitato prova due drop: il primo al 76', calciato con le spalle girate, il secondo all'80' da posizione azzerata ma non centrale rispetto ai pali e sotto pressione da parte dei corridori di casa.

Niente pagelle, considerazioni complessive - Ancora una volta vittoria o sconfitta a questi livelli sono una questione di pochi centimetri: in un'altra serata il drop sarebbe potuto anche giungere a destinazione ma non era destino.
I campioni d'Europa in carica tirano un sospiro di sollievo, ringraziando la freddezza di O'Driscoll, la voglia di Sexton, le rimesse laterali di Leo Cullen e il suo solido sostegno assieme a Nathan Hynes alla prima linea, le penetrazioni di Heaslip e la ritrovata efficacia di Kearney, mentre dovrebbero tirar le orecchie a Horgan e D'Arcy e ringraziare CJ Van Der Linde per aver tenuto la mischia chiusa, in real trouble alla sua sostituzione con Healey. I Dubliners attendono ora di sapere se dovranno dirigersi al Sud o al Nord della Francia per offrire la rivincita in semifinale a un club translpino, Tolosa o Stade Francais.
Al club del cuore della Francia che ha fatto vedere il miglior rugby nella fase a gironi della Coppa va senza dubbio l'onore delle armi: è una sconfitta da mangiarsi le braccia fino ai gomiti con tre mete segnate contro due fuori casa.
Manca ancora una volta agli Alverni quel quid per essere vincenti quando realmente conta - oggi incarnato dagli errori di Floch e James e da un Parra "scolastico" e poco carismatico; rimane "solo" uno dei migliori team d'Europa, completo in tutti i reparti: Rougerie e Malzieu dominanti alle ali, centri propositivi Canale e Joubert, pack aggressivo con Domingo, il georgiano e Ledesma, poi Privat e Pierre, Bonnaire Cudmore e Lapandry.

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