sabato 10 aprile 2010

Vendetta francese in Heineken


Heineken Cup quarterfinal, Stade d'Anoeta, San Sebastian, Spain

Biarritz 29 - 28 Ospreys

(Half time: 16-15)

Biarritz: I Balshaw; T Ngwenya, K Hunt, D Traille, I Bolakoro; J Peyrelongue, D Yachvili; E Coetzee, B August, C Johnstone, J Thion (capt), M Carizza, W Lauret, F Faure, I HarinordoquyReplacements: R Terrain, F Barcella, R Hugues, T Hall, F Alexandre, V Courrent, A Mignardi, JB Gobelet.

Ospreys: L Byrne; T Bowe, A Bishop, J Hook, S Williams; D Biggar, M Phillips; P James, H Bennett, A Jones, AW Jones, J Thomas, J Collins, M Holah, R Jones (capt)Replacements: E Shervington, R Bevington, C Mitchell, I Gough, F Tiatia, J Nutbrown, S Parker, N Walker


Mete: Balshaw, Ngwenya
Trasf.: Yachvili 2
Pens: Yachvili 2
Drops: Traille 3
Mete: R Jones, Byrne, Walker
Trasf. Biggar 2
Pens: Biggar 2
Drops: Biggar
A volte il destino è bizzarro: al secondo scontro tra rappresentanti della Lega Celtica e del Top14 francese - rispettivamente un campionato progettato per le Coppe e quello più competitivo dell'ultimo anno - abbiamo la seconda vittoria per un punto: 29-28 anche stavolta e ancora tre mete a due per la sconfitta, ma stavolta vince la francese.
Tanto ieri s'erano viste due squadre molto complete, quadrate e attente, Clermont più vogliosa di imporsi e l'altra più passiva ma altrettanto attenta e molto produttiva, a San Sebastian invece scendono in campo due team per costituzione meno preoccupati degli errori: quello gallese tutto individualità, quello basco con più opzioni a disposizione in attacco, vero motivo della sua pur striminzita vittoria. Ne risulta una gara meno sopraffina di quella di Dublino ma molto entusiasmante e combattuta.
Biarritz schiera un reparto arretrato tutto piedi buoni - Yachvili mediano, Peyreloungue apertura, Traille primo centro, Balshaw estremo, ma c'è anche la velocità di Ngwenya all'ala; contrapposti i trequarti Ospreys non necessitano presentazioni: il mediano Phillips ha Biggar all'apertura, Hook primo centro affiancato a Bishop, con due ali come Shane Williams e Tommy Bowe. Aldilà dei nomi la superiorità del pack basco guidato da Imanol Harinordoquy e capitan Jerome Thion sarà invece notevole, a tratti imbarazzante nelle fasi chiuse.

Si parte con la notevole pressione di Biarritz che mostra di voler imporre gioco e quesiti multipli alla difesa gallese: appena raggiunta la "zona rossa", Yachvili apre indietro a Traille che piazza il suo primo drop.
Appare chiaro da subito che gli Ospreys faranno affidamento sulle individualità del reparto arretrato, mentre cominciano i loro problemi in fase di recupero del possesso: incertezze in rimessa laterale e anche in mischia, gli restano solo le palle perse e i calci avversari in campo.
Al decimo minuto la seconda mischia sui 22m baschi a introduzione gallese, si risolve in un ribaltamento del pack Ospreys, la palla è rubata, viene aperta a Traille sul lato chiuso che attira la guardia e apre a Takudzwa Ngwenya sul lungolinea destro . Questi supera il recupero di Phillips e vede Shane Williams davanti a lui. Nonostante la decina di metri di vantaggio del gallese, se lo mangia con una accelerazione lungolinea impressionante, andando in meta dopo ottantacinque metri di volata. Peggio di una schiacciata in faccia per la talentuosa ala gallese: il più manovriero e decorato dei caccia battuto nell'air scramble! Questa potrebbe essere la meta della stagione (vedi video in fondo). Al 10' la gara è sul 10 -0 e agli Ospreys manca la regolarmente la biada per la sua sopraffina cavalleria: campare di sole palle perse dagli avversari è dura.
Biarritz continua ad attaccare ma la qualità di alcune azioni lascia a desiderare. Gli Ospreys invece sono pericolosi ogni volta che riescono a mettere la palla in mano a un trequarti: sanno battere regolarmente il primo placcatore e dopo essersi mangiati tre chiare occasioni di meta per la fretta, egoismo o improvvisazione, segnano due belle marcature su iniziative individuali prima della pausa, con capitan Ryan Jones lanciato da Bowe e con Lee Byrne all'angolo.
Una punizione di Yachvili e un secondo drop di Traille distanziano nuovamente i gallesi la cui classe non è acqua, ma un drop di Dan Biggar chiude il gap a fine del primo tempo a un imprevisto ma giustificato 16 -15: maggiore il controllo sia di territorio che di possesso dei francesi, ma gallesi decisamente più pericolosi.

Nel secondo tempo Biarritz torna a imporre il suo controllo alla gara e manda Iain Balshaw in meta, ancora con la collaborazione di Ngwenya; risponde Biggar al 50' segnando la seconda punizione e riportando i suoi sotto break. Poco dopo Traille centra il suo terzo drop e sembra finita ma al 75' arriva la meta di Nikki Walker sostituto al centro di Bishop a riaprire la gara. La trasformazione riporta gli ospiti a distanza di un solo punto, Biarritz prova a seppellire palla nelle ruck ma non ci riesce fino alla fine, lasciando un minuto finale di speranza ai gallesi; alla fine un tentativo di drop da 40 metri di Biggar risulterà corto. Francamente sarebbe stato un po' un furto, ma Biarritz è stata sprecona e alla fine di tutta la sua superiorità come squadra rimane da ringraziare la freddezza e precisione dell'eterno Damien Traille coi suoi drop.

Gli Ospreys di quest'anno ricordano molto il Galles visto nel Sei Nazioni (di fatto tutti i XV titolari del team di Swansea sono internazionali): per quanto eccelsi siano in attacco non si può pensare di vincere partite senza non dico dominare, ma almeno controllare decentemente le fasi statiche; come la nazionale dei Dragoni, i Falchi Pescatori si trovano all'eterno inseguimento degli avversari, affidandosi alla classe dei singoli.
Càpita così che per l'ennesima volta la squadra forse più rappresentativa del rugby gallese si fermi di regola ai quarti di finale della Coppa Europa. Mentre al drop finale di Brock James del quarto di finale precedente sono mancati centimetri a quello di Biggar mancavano metri, purtuttavia gli Ospreys hanno avuto l'opportunità di vincere la partita.
Quanto al Biarritz Olympique - Pays Basque, è squadra guidata per mano da Yachvili e Traille, più la classe immensa di Harinordoquy a guidare il pack; ha giocato in modo decisamente più variegato e "come squadra" degli avversari, ma molto ha sprecato e stavolta non si tratta di calci come per Clermont: non ha la copertura di tutti i ruoli che competerebbe a una semifinalista di Coppa Europa, anche Ngwenya stesso quando viene lanciato è irraggiungibile, ma in difesa si è fatto bucare sovente; se il pack è solido come da tradizione latina, dietro la linea dei centri Traille incluso, l'estremo Balshaw e l'altra ala Bolakoro hanno commesso imprecisioni che potevano costare molto caro a questi livelli.
Vedremo se in semifinale, contrapposta a un'altra grande esperta dell'aria rarefatta che s'incontra alle massime quote europee, saprà sfruttare ancora una volta il fattore Anoeta (sei vittorie una sconfitta). Dopotutto, ricordiamolo, l'esperienza di finali non le manca.
Comunque vada ora, l'edizione 2010 della Heineken Cup parla decisamente francese: aldilà delle quattro qualificate su otto alla fase a eliminazione diretta, entrambe le semifinali avranno un team del Top14 ospite, saranno giocate in Continente e la finale sarà allo Stade de France.

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