sabato 10 aprile 2010

Munster formato europeo

Thomond Park, Limerick: Heineken Cup quarter final; Munster 33 - 19 Northampton

Munster: P Warwick; D Howlett, K Earls, J de Villiers, I Dowling; R O'Gara (captain), T O'Leary; M Horan, J Flannery, J Hayes, D O'Callaghan, M O'Driscoll, A Quinlan, D Wallace, J Coughlan

Replacements: D Varley, J Brugnaut, T Buckley, B Holland, N Williams, N Ronan, P Stringer, L Mafi.

Northampton: B Foden; C Ashton, J Clarke, J Downey, B Reihana; S Myler, L Dickson; S Tonga'uiha, D Hartley (capt), E Murray, C Lawes, J Kruger, P Dowson, N Best, R Wilson

Replacements: B Sharman, R Dreyer, B Mujati, I Fernandez Lobbe, M Easter, A Dickens, S Geraghty, J Ansbro

Referee: Nigel Owens.

Gli habitué della Heineken Cup vincono, battono nuovamente Northampton al Thomond Park di Limerick e preparano i bagagli per San Sebastian, dove li attenderà il Biarritz formato 100% basco. I Saints tengono botta finché possono, chiudono in vantaggio la prima frazione, ma alla fine pagano un ispiratissimo O'Gara e la consistenza del Munster che quando è recita sul palcoscenico europeo veste, nel bene e nel male, i panni del protagonista. Non era d'altronde facile questo ennesimo incrocio tra i due club che si erano sfidati già nella fase a gironi: a gennaio gli inglesi avevano perso per tre punti, questa volta il risultato è netto. Bene O'Gara, dicevamo, e benissimo il compagno di reparto in mediana O'Leary che conquista il titolo di Man of the Match.

La gara comincia subito con le furie rosse intente a spostare il gioco nella metà campo avversaria e con l'apertura che dopo nemmeno 60 secondi infila il primo calcio di punizione per fuorigioco. Il grande assente è il capitano O'Connell, in dubbio fino all'ultimo: al suo posto O'Driscoll che non farà sentire la mancanza del rosso di capelli in rimessa laterale. In mischia il discorso è diverso, d'altronde è il reparto in cui i Saints partono per assoluti favoriti, con gli avanti gialloverdi che operano bene anche in fase di contesa del pallone, apportando un paio di belle contro ruck che servono a non precipitare nel baratro già nel primo quarto d'ora. Perché infatti, al 4', Warwick segna la prima meta grazie ad un potentissimo drive del Munster nell'area dei 22 che gli libera l'autostrada per la segnatura pesante: la conversione non va a buon fine, ma l'allungo sull'8-0 c'è. Sono di Myler i punti grazie ai quali i Saints non mollano la presa: 6 punti regalati dall'indisciplina dei padroni di casa con il loquace Quinlan prima che non rotola via e con la mischia che va in apnea.
Ma Howlett al 23' corre di nuovo in meta grazie ad una corsa in profondità del solito O'Gara. Munster ribadisce il concetto "not in my backyard", ma al Northampton non fa impressione. Particolarmente ispirato l'armadio Ashton che calcia, corre, va a mettere pressione costringendo gli irlandesi a commettere altri falli: quelli che concedono nuovamente a Myler il piazzato per accorciare. Finché Clarke sul finire dei primi 40' va a marcare quella che sarà l'unica meta degli inglesi e che con la conversione della loro apertura fissa il risultato su un inaspettato 16-13 per i Saints. Il pubblico di Limerick quasi non ci crede, ma non per questo si zittisce e smette di cantare per incitare i suoi, o si mette a fischiare i piazzati avversari.

Nella ripresa la battaglia si inasprisce e si innervosisce, un classico dei Munsteriani in cui i Santi delle Midlands cadono da polli inesperti: calcettini, spintoncine, mancati rotolamenti, parlantine di Quinlan, placcaggi lontani dalla palla di Flanney, tutto il classico repertorio Rosso viene utilizzato sotto gli occhi pigri e un po' lontani dell'arbitro
Nigel Owens in rosa, chiamato a riprendere più volte le due parti: da tempo non si vedevano i canonici dieci metri di punizione nei riguardi dei più pettegoli. Per un paio di volte si assiste a risse lontane dal gioco, con i bollenti spiriti inglesi, capitan Hartley ovviamente in prima fila, a cadere nella trappola e disinteressarsi al gioco per inseguire vendettuncole da poco.
Northampton cerca di alzare il ritmo e la linea di attacco ma la trincea di Munster regge grazie ad alcune precisissime cannonate di O'Gara che riporta regolarmente il gioco nei 22 avversari, dopodichè c'è la maestria in rimessa dei Rossi a generar quesiti ai neroverdi.
Da una rimessa laterale nasce una mischia perché la maul dei Saints non si muove e l'ovale nelle mani di
Kruger non esce. Nuova mischia ai cinque metri a introduzione Munster, O'Leary scarica fuori per l'accorrente De Villiers che segna una meta da running back di football americano, forse la più preziosa della sua esperienza boreale.
Termina così la fase di equilibrio instabile durata per quasi metà del secondo tempo, col gioco in mano a Munster ma il punteggio a favore dei Saints: Munster torna a guidare per
20-16.
A questo punto sono i calci delle due aperture a fare la differenza in termini di risultato, ma è chiaro che la compagine irlandese vuole arrivare per la nona volta in semifinale più che non gli inglesi, irretiti prostrati e innervositi fino a perdere il bandolo della matassa che a fine del primo tempo pareva in loro mani.
Dixon viene graziato di un giallo quando impedisce a Marcus Horan di agguantare un pallone che il pilone aveva già stoppato sul nascere dal piede dello stesso mediano di mischia Saints. Il calcio di punizione di O'Gara stavolta esce.
Geraghty entra al posto di Myler nell'intenzione di aumentare la pressione d'attacco fino ad allora non continua, ma gli effetti sperati non si fanno vedere. Al 66' altri tre punti per quelli di Limerick (26-19). Dieci minuti più tardi il finale trionfale: Warwick cerca un drop un po' approssimativo per chiudere definitivamente i conti, l'ovale viene toccato da un giocatore del Northampton e finisce oltre la linea di bordo campo. Mischia sui 5 metri per Munster, O'Leary esplora quel tanto che resta di campo per poi fornire l'assist giusto ad Howlett che timbra la sua seconda segnatura pesante a cinque dalla fine. La conversione che ne segue è solo la ciliegina sulla torta. La pressione finale dei Saints è solo orgoglioso palliativo per limitare il passivo, tutta sfogo di nervi e scarsa lucidità.
Gli inglesi scendono dalla giostra europea, ora puntano dritti al titolo in Guinness Premiership per fare il paio con la Anglo-Welsh Cup vinta mentre era in corso il 6 Nations. Per quanto riguarda Munster, beh, che dire: questa volta non trova Leinster sulla sua strada, se non nel caso raggiungessero entrambe la finale di Parigi. Sulla loro strada troveranno i galli francesi: alle furie rossa toccano addirittura i rossi dal sangue basco di Biarritz, che hanno già staccato la testa ad una celtica, Swansea.
Comunque vada a Tolosa nell'ultima semifinale di domenica tra i due Stade, emerge che le semifinali della Heineken Cup 2010 saranno una confrontation franco-irlandese. Entrambe nel Continente. E la finalissima allo Stade de France.

Maestosa prestazione del pack di Munster, il più dannatamente sporco ed efficace che ci sia, sia nelle fasi statiche che dinamiche, pur messo in sofferenza nel primo tempo dall'irruenza dei molteplici ball carrier neroverdi - Tonga'huila, Hartely, Kruger, Best.
Triangolo allargato rosso con i vertici australi Warwick e Howlett in gran spolvero, centri Earls e DeVilliers attenti e pronti all'intervento; ma oggi è stata la mediana O'Leary - O'Gara a interpretare magnificamente lo spartito tattico che nel secondo tempo ha spuntato le armi del ritmo ai Saints.
Northampton di coach Mallinder azzecca alla perfezione il game plan per mettere in crisi i padroni di casa: ritmo e percussioni dei suoi ball carrier avanti e arretrati, peccato riescano ad eseguirlo solo per un tempo. Nel secondo tentano di difendere il vantaggio ma così facendo oltre a cedere territorio lasciano il pallino ai padroni di casa e cadono nella trappola del nervosismo che spezzetta il ritmo e lo fa scendere alle velocità predilette da Munster. Myler fa il suo compitino diligente e Dickson è sempre presente a far ripartire veloce l'azione; mancano occasioni di mettersi in evidenza per il potente trio arretrato Foden - Rehiana - Ashton, con solo l'ultimo a pungere in un paio di occasioni.
Non male comunque per la giovane squadra campione in carica della Challenge Cup, da quelle parti solo i Tigers al massimo spolvero sono usciti vincitori in Coppa; rimane però il fatto che l'ultima rappresentante del movimento inglese, il più importante d'Europa, se n'esce ai quarti di finale di Coppa col risultato sinora più netto e inappellabile.

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