mercoledì 14 aprile 2010

Rugby virtuale in Italia

La Fir coi suoi comunicati inanellati uno sull'altro apre qualche piccola finestrella sui muri della prossima casupola Italia ma aldilà dei commenti già presentati qui, forse traspaiono più informazioni da quanto NON è stato ancora deciso.

Tanto per cominciare non è chiarita la struttura del cosiddetto "Campionato di Eccellenza" 2010/11. Si sa solo che prenderà il via il 12 settembre.
Quante squadre vi prenderanno parte? Difficilmente saranno 12: sarà un nuovo Super10, con i dieci team dell'Eccellenza attuale, meno le due Celtiche e una retrocessa, più tre promosse dalla serie A?
Non è ancora detto: senza considerare (ma senza escludere) il rischio di altri ritiri alla Calvisano, aleggia nell'aria qualche fusione interna al superclub Aironi: Viadana a parte ci sono le due Parma più Noceto e Colorno, entrambe in lizza per la promozione dalla A. Dipenderà da chi sale e chi scende.
La Benetton dal canto suo potrebbe trovare un accordo con altre venete, reso peraltro difficile dalla convenienza per Treviso di mantenere il "piede nella porta" di un team collegato nel campionato italiano; se un accordo fosse trovato, questo potrebbe causare altre defezioni.
C'è poi la Mantovani Lazio, in lizza per la promozione dalla A: verrà trovata la quadra dell'annunciato progetto Praetoriani di fusione con Futura Park e Capitolina?
L'unica certezza insomma è che l'Eccellenza domestica difficilmente si estenderà a 12 squadre; se va bene sarà ancora un Super10 o anche meno e in tal caso si aprirà la stagione del ripescaggio, con buona pace delle dichiarazioni precedenti. In ogni caso è chiaro che l'incertezza non aiuta la programmazione di nessuno.

Altro aspetto NON chiarito relativo al campionato: avranno i club partecipanti la possibilità di accedere alla coppa Euro Challenge? Ricordiamo ai non addicted, la Fir aveva indicato la volontà di mandare in Challenge delle non meglio identificate "selezioni territoriali", scatenando il panico nei club cui fan molta gola i soldini della ERC più annessi e connessi.
Probabilmente verrà attuato il più classico degli scambi, io ti dò una cosa a te e tu ..... Alla Fir rimarrebbe comunque da esercitare un importante ruolo di garante del pubblico: a scanso di sorprese stile Futura Park, che andò in Challenge dichiarando esplicitamente di usarla per "far fare esperienza a chi gioca poco" - una dichiarazione di sen sfuggita che devasta l'immagine internazionale del nostro rugby più di tutte le batoste prese e della mancanza di sedicenti "grandi piazze" nella Celtic.

Anche nei confronti della Celtic League, dopo i tira e molla delle trattative e i trionfalismi finali, sono forti i segnali di un po' di fastidio post orgasmico da parte Fir, quasi si fosse liberata con un classico "promoveatur ut amoveatur" di un paio di impiastri e ora non ne volesse più sapere.
Ad esempio non è ancora definita una lista nè quanti saranno gli atleti di interesse nazionale, quelli per i quali il 60% dello stipendio è a carico della Federazione. Si può intuire che non si tratti di elemento banale in una programmazione dei budget, quindi su quanto si possa investire.
In mancanza di certezze i club non si muovono granchè e i nostri nazionali all'estero han già capito che aria tira: sinora rientra solo Bortolami, gli altri se possono prolungano i contratti coi club stranieri, vedi Canale. Altro quindi che grandi rientri e stranieri "pochi ma buoni"- e cari: aldilà dei soldi, manca un progetto solido.

Come se non bastasse, la Fir ha garantito ai club minori che non approverà trasferimenti di giovani promesse italiane presso Benetton o Aironi; saranno al più prestiti dietro congruo compenso durante i richiami dei nazionali. Con buona pace dell'opportunità di crescita dei giovani mediante esposizione alle intensità di campionati ad alto livello: le nostre "promesse" resteranno semipro mentre loro coetanei come Dan Biggar, Chris Ashton, Ben Youngs o Tom Homer volano già alto.
Con questi buchi, ritardi, personalismi e mancanza di chiarezza, la partecipazione italiana alla Celtic è lasciata alle sole forze dei club, con sponsor già un po' sconcertati e stanchini, senza saper nulla di Tv e col supporto della Fir limitato al poco simpatico "metteremo bocca su tutto" preannunciato da Dondi: siamo disfattisti se preconizziamo una Celtic League di basso profilo per le italiane?

Di basso profilo sarà anche la cosiddetta "Eccellenza" domestica: essa farà parte del neonato "settore rugby di base", comprendente l’intera orbita non professionistica del rugby italiano – campionati nazionali, scuola e promozione, attività di formazione e centro studi - e lasciato alla guida del Prof. (di ginnastica) Francesco Ascione, famigerato architetto del "progetto dimensioni" per la selezione dei giovani.
Tra l'altro è una gran bella mandrakata l'idea del "semipro": consente alla Fir di aggirare le norme legali sulla libera circolazione dei lavoratori comunitari ed equiparati. Dondi ha così potuto rispondere picche a una cortese lettera aperta inviata alla Fir, c/c Ministero del Lavoro e delle Pari Opportunità da 500 cittadini italiani rugbisti, formatisi lontano dalla Penisola ma tra noi installati da anni, in cui lamentavano i nuovi limiti agli "stranieri" fissati per i campionati domestici e in vigore già dalla prossima stagione, non gradualmente come in Francia:
- Campionato d’Eccellenza: minimo diciassette su ventidue (o diciotto su ventritrè) atleti di formazione italiana,
- Campionato Serie A: minimo diciannove (o venti su ventitrè) atleti di formazione italiana,
- Campionato Serie B e C: minimo ventuno atleti di formazione italiana.
E' un limite valido solo per chi viene schierato in campo e panchina, le società sono libere di tesserare quanti stranieri vogliono, ha risposto il Dondi con cortese perfidia tutta alto-emiliana.

Nel mentre l'ineffabile Carlo Checchinato, l'indimenticato protagonista del pasticciaccio Praetoriano dell'anno passato, viene nominato direttore del settore tecnico di Alto Livello: finalmente abbiamo il "Rob Andrew de'noantri"!
La responsabilità comprende la Nazionale Maggiore, la Nazionale “A”, la Nazionale Seven maschile (per via delle Olimpiadi 2016), la Nazionale Under 20, le Nazionali Juniores, l’attività delle Accademie Federali ed i rapporti con le due rappresentanti italiane nella Magners Celtic League. A fianco avrà Mallett e tal Saccà, che speriamo c'entri nulla con quello della Rai.
Aldilà delle persone, i messaggi nemmen tanto freudiani che emergono dalla neonata diarchia "base-alto livello" sono coerenti: è la differenziazione come la chiamano loro stessi, tra rugby in Italia e quello a destino (inter-)nazionale: evidementemente si prevede che la nazionale d'ora in poi si approvigionerà solo dalle Celtiche e dall'estero.
L'altro messaggio conseguente è l'assenza di ogni link tra base italiana e spedizione celtica: invece di appuntare un dirigente di collegamento ne han fatti due per "differenziare", distaccare. Così se prima giocavano solo stranieri, ma almeno giocavano vicini ai nostri bambini, adesso una trentina di pseudo italiani giocheranno lontani nelle brughiere e tutti gli altri li vedranno in tv.

L'abbiamo già detto, qui non facciamo personalismi nè campagne elettorali e non ci interessa sindacare eventuali i limiti personali dei vari protagonisti nè spacciarci per i Signor SoTutoMi. Quello che sappiamo per esperienza diretta è che saper gestire non è questione di competenze tecniche o di numero di caps: c'è un gran bisogno di sprovincializzare l'ambiente, con gente che abbia frequentato ambiti dove l'organizzazione è roba seria e non riunione tra carbonari.
Siamo insomma a contestare non le persone ma un metodo poco trasparente e una filosofia da Gosplan: la mancanza di collegamento tra base e vertice sempre più profonda, il tenere la cosiddetta "Eccellenza" a livello semipro, il concentrare invece che diffondere, il centralismo statico al posto della selezione naturale di idee, approcci, sane competizioni e confronti. Del resto, uccisa la Lega, ognun per se Dio per tutti, questi sono gli effetti.

Ah, a proposito di Alto Livello Virtuale: abbiamo finalmente identificato la pagina web degli Aironi! Di un triste che era meglio se non la trovavamo (notare prego la rimozione del logo inizialmente usato: era un plagio).

UPDATE
ore 11:35 - Una risposta è arrivata a stretto giro di posta: mentre com'era logico la ERC ha accettato senza problemi il "posto fisso" di Benetton Treviso e Aironi (non Viadana) alla prossima Heineken Cup - simile a quello delle due scozzesi in Celtic League, a valle dell'incontro coi club la Fir ha proposto e la Erc immediatamente accettato, per quanto riguarda la Euro Challenge Cup, che saranno le prime quattro classificate nella regular season dell'attuale Super 10, esclusi ovviamente biancoverdi e Viadana, a difendere i colori italiani. Non "selezioni territoriali", non due ma quattro squadre. Speriamo ora la Fir attui una "moral suasion" sui team, che già saranno "semipro", affinchè almeno schierino costantemente le migliori formazioni possibili.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, a proposito di Alto Livello Virtuale: abbiamo finalmente identificato la pagina web degli Aironi! Di un triste che era meglio se non la trovavamo (notare prego la rimozione del logo inizialmente usato: era un plagio).
Mamma mia!! Da ex addetto ai lavori (web) rabbrividisco!
E si sono fatti pure fregare il dominio .it.
Se questa è l'immagine che dovremo dare all'estero stiamo freschi!

Duccio ha detto...

Ma no forthose,

diranno come per il logo plagiato, che anche il dominio .it non lo hanno preso perché loro sono internazionali, mica provincialotti. Quindi vanno di .net e non di .it!
Suvvia Abr, anche tu... eddai, ci sono cose ben più importanti di un sitarello internet da fare per un club professionistico di livello internazionale! Stanno decidendo chi porta la porchetta al terzo tempo!

Abr ha detto...

forthose, aldilà del mio solito e bidirezionale (o melgio biunivoco per i matematici) "tal contenuto tal forma", comincio a pensare che non sia solo questione di immagine.
Se prima dell'ok finale mi dicevo, si vede che son convinti di rimanere a casa, adesso mi sto formando l'idea che alla Celtic non ci credano più per i motivi sopra elencati: la papera non galleggia.

Duccio, la porchetta è importante, fondamentale direi. A questi "alti" livelli ...

Anonimo ha detto...

Abr, che ci credano o no ormai in CL ci sono. Non mi dirai che i padani si ritirano all'ultimo dopo il casino fatto per entrarci!
Secondo me si collega all'altro post che hai pubblicato: siamo un popolo di santi, poeti e navigatori. Non imprenditori.
Avere un sito web (UFFICIALE!!) del genere nel 2010 è come presentarsi al colloquio di lavoro in shorts e canotta!

Abr ha detto...

:) Bella quella del sito web!
Sul resto, non voglio preconizzare che si ritireranno, ma sicuramente non partecipano per vincere: sono come uno che fa fuoco e fiamme per venire assunto, ma una volta superato il periodo di prova si siede beato nel suo "posto fisso" senza far più granchè.
Manca come dici un approccio imprenditoriale "open", alla luce del sole perchè non è consentito in questo Paese, dalla Fir e dai Massimi Sistemi (mentalità etc).
Se uno come Craig venisse in Italia, basterebbe un volgare assessore comunale o un magistratuncolo trentenne neoabilitato a mandarlo fuori dal business nel giro di 18 mesi.

Volgio solo dire che non dobbiamo certo aspettarci che le due celtiche diventino una "Inter" (nel senso di miliardi investiti a profusione) ma nemmeno delle Samp.
Le mosse annunciate o sussurrate sul mercato? Una sorta di "regroup" minimalista (quasi) tutto interno all'Italia.
Poi vedremo, potrei sbagliarmi, potrebbe essere tutto sottotraccia come mi pare stile di queste dirigenze un po' "paesane".

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