Francia nel tritatutto sudafricano
Newlands Stadium, Città del Capo: South Africa 42 - 17 France
(primo tempo 25 -10)
Agli Springoboks rimaneva una ultima missione da compiere, dopo essersi tolti negli ultimi anni tutte le soddisfazioni possibili ed aver lanciato tutti i messaggi "giusti" agli avversari in vista dei prossimi Mondiali: chiudere la striscia perdente coi francesi lunga 5 incontri, ultima vittoria risalente al 2005.
Lo fanno a modo loro, come han gestito la vittoriosa trasferta al Millennium la settimana precedente: senza preoccuparsi minimamente delle assenze di rilievo che li affliggono, mettendo la squadra e i suoi automatismi davanti ai singoli protagonisti.
Se coach Lievremont aveva tentato di minimizzare l'impegno, evidenziando la stanchezza di fine stagione dei Bleus e lasciando fuori qualche pedina importante ma non fondamentale, ci aveva pensato la merdeuse Morgan Parra ad agitare il drappo rosso davanti ai Bulls del Sud: a domanda su cosa apportasse Ricky Januarie nel suo ruolo al posto di DuPreez infortunato, aveva sardonicamente risposto "solo i suoi chili". Mal glie ne incolse, ma francamente non crediamo sarebbe cambiato granchè, anche avesse detto che Ricardo era sempre stato il suo modello: le macchine so' macchine, salvo inceppamenti compiono il loro lavoro senza guardare in faccia a nessuno. E questi Boks so' spietati, quasi insensibili Terminator da combattimento.
La partita inizia coi francesi per nulla timidi, a giostrar la palla veloci da un lato all'altro del campo. Ma gli Springboks non perdonano il minimo errore: Marty in movimento orizzontale viene intrappolato dai due centri Boks e si libera frettolosamente dell'ovale verso Poitrenaud sull'out destro, ma Habana attento lo intercetta e parte, sostenuto da Jaque Fourie e Pierre Spies che vola in mezzo ai pali prima che l'orologio segni il minuto e mezzo di gara.
Sette a zero, i Bleus hanno tutto il tempo che vogliono per recuperare e infatti ripartonpo senza timidezze. Solo che emerge la "macchina", ed è impressionante vedere come i Boks facciano sempre le medesime, semplici, efficacissime cose.
Automatismi automatismi automatismi: se l'avversario calcia per guadagnare territorio, la palla è di Mornè Steyn o altri backs che non pensano al possesso e manco al territorio, cercano la rimessa laterale tranquilla. Tanto lì vige da subito la legge di Victor Matfield: ruba o sporca ogni singola rimessa laterale francese a partire dal terzo minuto di gara. Impressionante, per gli avversari è come tentare di arrivare a Mosca senza rifornimenti.
Il più attivo a provare le traversate della steppa bruciata è Vincent Clerc: un paio di incursioni pericolose, la seconda fermata da un suo non tempestivo "release the ball", del resto i Boreali sanno che l'arbitro Lawrence applica la tolleranza zero in voga al Sud.
Qui si palesa un altro automatismo Boks, la maul: la punizione di Steyn mette in rimessa laterale, snodo fondamentale del gioco sudafricano; Matfield conquista palla a due mani in fondo, parte la maul avanzante che guadagna quindici metri, aprono a Januarie, s'infila l'aletta Gio Aplon rasente, va in meta intonso: sette minuti sull'orologio, 14 - 0.
Nell'azione successiva alla ripresa in gioco, ancora "i chili" di Ricky Januarie in evidenza: gira al largo destro con un doppio passaggio attaccando la metà campo, al montare della linea francese la scavalca con un calcetto in corsa col contagiri, prende al volo Zane Kirchner partito perfetto (altro automatismo), bloccato dal recupero di Clerc sulla linea di meta e ai francesi va di fortuna che l'estremo Boks non si avvede dei sostegni di Januarie stesso e Schalk Burger e prova da solo ad allungarsi in meta, perdendo palla in avanti. L'azione comunque frutta tre punti ai Boks, per una tirata di maglietta a uomo senza palla.
Al decimo siamo 17 -0, al primo quarto di gara 20 -0 (altra punizione di Steyn per tenuto di Poitreanud, bloccato in partenza dalla muta di cani Boks, con Louw in evidenza) e il pensiero dell'italiano è combattuto: "gioire" in prospettiva della prossima settimana per il mal comune mezzo gaudio - persino i francesi sono brutalmente messi a faccia sotto - o tremare perchè con 'sti qui come si farà a evitare il centone?
Il tutto, badate bene, senza aver ancora effettuato i soliti placcaggi duri e i ripetuti sfondamenti in mezzo col coltello tra i denti: è pura superiorità tattica, è execution perfetta di compiti semplici e lineari con un rigore da minimalismo Zen.
La seconda parte del primo tempo vede la reazione francese: Aurelien Rougerie schierato all'ala forte riesce a infilarsi in meta, finalizzando sull'out destro una insistita azione con Bonnaire a fare il break, ma dopo pochi minuti "l'affronto" viene lavato dai Boks quando Steyn con un lancio a scavalcare manda in meta sul largo sinistro il Troll Gurtrho Steenkamp che mette le ali da farfalla, tranne tornare ippopotamo quanto tonfa rimbalzando al suolo. Una bella penetrazione di Dusatoir viene fermata fallosamente, ne nascono due minuti di mische ordinate chiuse dal fischio dell'arbitro a favore della punizione di Parra che chiude il primo tempo sul 25 -10; i francesi vanno al riposo sapendo che poteva andar anche molto peggio.
Al rientro in campo il Sudafrica ammaina la bandiera per manifesta superorità - e per precauzione: capitan John Smit l'allenatore in campo viene tenuto negli spogliatoi, entra Chilliboy Ralepelle, l'eterno secondo tallonatore "protetto" dalla dirigenza Saru (persino nel suo club: e pensare che il Sudafrica avrebbe gente come Shalk Brits nel ruolo), che pure offrirà una prestazione buona.
I francesi conquistano metri e provano a premere ma emerge la solita difesa sudafricana, tutta scrambling ma mai in affanno, i Boks non perdono metri anche perchè la mischia ordinata regge ottimamente, anzi mette in difficoltà i francesi quando Poux entra al posto di Domingo. Difatti BJ Botha e Gurthro Steenkamp procurano un ulteriore piazzato di Steyn.
Arriva poi la seconda meta personale di Gio Aplon, un coast to coast su una palla persa in un attacco francese che pareva destinato alla meta: Trinh Duc apre lungo a sinistra ma i centri Bleus si ostacolano a vicenda, il piccolo coloured raccoglie palla e s'invola vincendo la sfida di corsa con Poitrenaud, oggi attivo come sempre ma sottotono. Poco dopo i francesi vano nuovamente vicini alla meta ma Parra viene sbattuto fuori da Roussow a un passo dalla linea.
All'ora di gioco entra tutta la panchina dei Boks, incluso il "pentito" Jean De Villiers, fa l'esordio assoluto Flip Van Der Merwe in seconda linea. Il ragazzo figlio d'arte (curiosità, è l'undicesimo rampollo di dinastie Boks che ha giocato quest'anno) beccherà molto presto un giallo ma poco male, i suoi marcano al 72' la quinta meta con Francois Louw, a coronare una impeccabile performance in terza linea.
Per i francesi, dopo il giallo a Yachvili subentrato a Parra ('sti linguacciuti mediani transalpini, abituati in patria a contestare le decisioni dell'arbitro manco fossero calciatori ...) arriva una meta anche nel secondo tempo, su guizzo personale nel finale di Marc Andreu entrato da poco.
Tutti perfetti i Boks, con l'eccellenza in seconda linea Matfield - Roussow, la terza impenetrabile e molto corretta Schalk Burger - Louw - Spies, con Januarie particolarmente ispirato (thanks to Parra?), Steyn il solito killer e i due centri Fourie e Olivier a fare la loro gran mole di lavoro; ottime le due ali Habana, conservativo ma letale come un mamba, e il razzente Aplon.
La prima linea BJ e Troll ha retto bene, anche se con qualche affanno a fine del primo tempo, i potenti francesi; tranquilla quando Domingo è stato rilevato da Poux, è diventata addirittura dominante con l'ingresso di Jannie Du Plessis. John Smit è tornato a fare il suo mestiere di tallonatore e si vede; giudizio ancora sospeso su Zane Kirchner, non tanto perchè leggerino, quanto per il suo judgement - o forse perchè con Frans Steyn siamo abituati troppo bene.
Lato Bleus si salvano oggi le due ali Clerc e Rougerie, parzialmente la prima linea e la terza che ha limitato il passivo e ha procurato l'occasione di Dusatoir conclusa con un piazzato e la meta di Rougerie aperta da Bonnaire, mentre tutto il resto va impietosamente sotto: umiliata a ripetizione la seconda linea, Parra e Trinh Duc messi in ombra, centri privi del ritmo necessario a questi livelli, Poitrenaud attivo ma poco efficace, Szarzewski indaffarato anche lui a a cercare di rendersi utile ma con poco costrutto.
I Bleus potranno rifarsi con i decisamente più potabili Argentini che pur avendo recuperato molti dei loro campioni, risultano ultimamente unpo' più perdenti che nel passato, vedi gara con la Scozia nel weekend.
A patto di star molto attenti, ovviamente: i Pumas rappresentano la bestia nera dei Bleus, le motivazioni degli argentini quasi tutti impiegati in Francia andranno a mille.
(primo tempo 25 -10)
Agli Springoboks rimaneva una ultima missione da compiere, dopo essersi tolti negli ultimi anni tutte le soddisfazioni possibili ed aver lanciato tutti i messaggi "giusti" agli avversari in vista dei prossimi Mondiali: chiudere la striscia perdente coi francesi lunga 5 incontri, ultima vittoria risalente al 2005.
Lo fanno a modo loro, come han gestito la vittoriosa trasferta al Millennium la settimana precedente: senza preoccuparsi minimamente delle assenze di rilievo che li affliggono, mettendo la squadra e i suoi automatismi davanti ai singoli protagonisti.
Se coach Lievremont aveva tentato di minimizzare l'impegno, evidenziando la stanchezza di fine stagione dei Bleus e lasciando fuori qualche pedina importante ma non fondamentale, ci aveva pensato la merdeuse Morgan Parra ad agitare il drappo rosso davanti ai Bulls del Sud: a domanda su cosa apportasse Ricky Januarie nel suo ruolo al posto di DuPreez infortunato, aveva sardonicamente risposto "solo i suoi chili". Mal glie ne incolse, ma francamente non crediamo sarebbe cambiato granchè, anche avesse detto che Ricardo era sempre stato il suo modello: le macchine so' macchine, salvo inceppamenti compiono il loro lavoro senza guardare in faccia a nessuno. E questi Boks so' spietati, quasi insensibili Terminator da combattimento.
La partita inizia coi francesi per nulla timidi, a giostrar la palla veloci da un lato all'altro del campo. Ma gli Springboks non perdonano il minimo errore: Marty in movimento orizzontale viene intrappolato dai due centri Boks e si libera frettolosamente dell'ovale verso Poitrenaud sull'out destro, ma Habana attento lo intercetta e parte, sostenuto da Jaque Fourie e Pierre Spies che vola in mezzo ai pali prima che l'orologio segni il minuto e mezzo di gara.
Sette a zero, i Bleus hanno tutto il tempo che vogliono per recuperare e infatti ripartonpo senza timidezze. Solo che emerge la "macchina", ed è impressionante vedere come i Boks facciano sempre le medesime, semplici, efficacissime cose.
Automatismi automatismi automatismi: se l'avversario calcia per guadagnare territorio, la palla è di Mornè Steyn o altri backs che non pensano al possesso e manco al territorio, cercano la rimessa laterale tranquilla. Tanto lì vige da subito la legge di Victor Matfield: ruba o sporca ogni singola rimessa laterale francese a partire dal terzo minuto di gara. Impressionante, per gli avversari è come tentare di arrivare a Mosca senza rifornimenti.
Il più attivo a provare le traversate della steppa bruciata è Vincent Clerc: un paio di incursioni pericolose, la seconda fermata da un suo non tempestivo "release the ball", del resto i Boreali sanno che l'arbitro Lawrence applica la tolleranza zero in voga al Sud.
Qui si palesa un altro automatismo Boks, la maul: la punizione di Steyn mette in rimessa laterale, snodo fondamentale del gioco sudafricano; Matfield conquista palla a due mani in fondo, parte la maul avanzante che guadagna quindici metri, aprono a Januarie, s'infila l'aletta Gio Aplon rasente, va in meta intonso: sette minuti sull'orologio, 14 - 0.
Nell'azione successiva alla ripresa in gioco, ancora "i chili" di Ricky Januarie in evidenza: gira al largo destro con un doppio passaggio attaccando la metà campo, al montare della linea francese la scavalca con un calcetto in corsa col contagiri, prende al volo Zane Kirchner partito perfetto (altro automatismo), bloccato dal recupero di Clerc sulla linea di meta e ai francesi va di fortuna che l'estremo Boks non si avvede dei sostegni di Januarie stesso e Schalk Burger e prova da solo ad allungarsi in meta, perdendo palla in avanti. L'azione comunque frutta tre punti ai Boks, per una tirata di maglietta a uomo senza palla.
Al decimo siamo 17 -0, al primo quarto di gara 20 -0 (altra punizione di Steyn per tenuto di Poitreanud, bloccato in partenza dalla muta di cani Boks, con Louw in evidenza) e il pensiero dell'italiano è combattuto: "gioire" in prospettiva della prossima settimana per il mal comune mezzo gaudio - persino i francesi sono brutalmente messi a faccia sotto - o tremare perchè con 'sti qui come si farà a evitare il centone?
Il tutto, badate bene, senza aver ancora effettuato i soliti placcaggi duri e i ripetuti sfondamenti in mezzo col coltello tra i denti: è pura superiorità tattica, è execution perfetta di compiti semplici e lineari con un rigore da minimalismo Zen.
La seconda parte del primo tempo vede la reazione francese: Aurelien Rougerie schierato all'ala forte riesce a infilarsi in meta, finalizzando sull'out destro una insistita azione con Bonnaire a fare il break, ma dopo pochi minuti "l'affronto" viene lavato dai Boks quando Steyn con un lancio a scavalcare manda in meta sul largo sinistro il Troll Gurtrho Steenkamp che mette le ali da farfalla, tranne tornare ippopotamo quanto tonfa rimbalzando al suolo. Una bella penetrazione di Dusatoir viene fermata fallosamente, ne nascono due minuti di mische ordinate chiuse dal fischio dell'arbitro a favore della punizione di Parra che chiude il primo tempo sul 25 -10; i francesi vanno al riposo sapendo che poteva andar anche molto peggio.
Al rientro in campo il Sudafrica ammaina la bandiera per manifesta superorità - e per precauzione: capitan John Smit l'allenatore in campo viene tenuto negli spogliatoi, entra Chilliboy Ralepelle, l'eterno secondo tallonatore "protetto" dalla dirigenza Saru (persino nel suo club: e pensare che il Sudafrica avrebbe gente come Shalk Brits nel ruolo), che pure offrirà una prestazione buona.
I francesi conquistano metri e provano a premere ma emerge la solita difesa sudafricana, tutta scrambling ma mai in affanno, i Boks non perdono metri anche perchè la mischia ordinata regge ottimamente, anzi mette in difficoltà i francesi quando Poux entra al posto di Domingo. Difatti BJ Botha e Gurthro Steenkamp procurano un ulteriore piazzato di Steyn.
Arriva poi la seconda meta personale di Gio Aplon, un coast to coast su una palla persa in un attacco francese che pareva destinato alla meta: Trinh Duc apre lungo a sinistra ma i centri Bleus si ostacolano a vicenda, il piccolo coloured raccoglie palla e s'invola vincendo la sfida di corsa con Poitrenaud, oggi attivo come sempre ma sottotono. Poco dopo i francesi vano nuovamente vicini alla meta ma Parra viene sbattuto fuori da Roussow a un passo dalla linea.
All'ora di gioco entra tutta la panchina dei Boks, incluso il "pentito" Jean De Villiers, fa l'esordio assoluto Flip Van Der Merwe in seconda linea. Il ragazzo figlio d'arte (curiosità, è l'undicesimo rampollo di dinastie Boks che ha giocato quest'anno) beccherà molto presto un giallo ma poco male, i suoi marcano al 72' la quinta meta con Francois Louw, a coronare una impeccabile performance in terza linea.
Per i francesi, dopo il giallo a Yachvili subentrato a Parra ('sti linguacciuti mediani transalpini, abituati in patria a contestare le decisioni dell'arbitro manco fossero calciatori ...) arriva una meta anche nel secondo tempo, su guizzo personale nel finale di Marc Andreu entrato da poco.
Tutti perfetti i Boks, con l'eccellenza in seconda linea Matfield - Roussow, la terza impenetrabile e molto corretta Schalk Burger - Louw - Spies, con Januarie particolarmente ispirato (thanks to Parra?), Steyn il solito killer e i due centri Fourie e Olivier a fare la loro gran mole di lavoro; ottime le due ali Habana, conservativo ma letale come un mamba, e il razzente Aplon.
La prima linea BJ e Troll ha retto bene, anche se con qualche affanno a fine del primo tempo, i potenti francesi; tranquilla quando Domingo è stato rilevato da Poux, è diventata addirittura dominante con l'ingresso di Jannie Du Plessis. John Smit è tornato a fare il suo mestiere di tallonatore e si vede; giudizio ancora sospeso su Zane Kirchner, non tanto perchè leggerino, quanto per il suo judgement - o forse perchè con Frans Steyn siamo abituati troppo bene.
Lato Bleus si salvano oggi le due ali Clerc e Rougerie, parzialmente la prima linea e la terza che ha limitato il passivo e ha procurato l'occasione di Dusatoir conclusa con un piazzato e la meta di Rougerie aperta da Bonnaire, mentre tutto il resto va impietosamente sotto: umiliata a ripetizione la seconda linea, Parra e Trinh Duc messi in ombra, centri privi del ritmo necessario a questi livelli, Poitrenaud attivo ma poco efficace, Szarzewski indaffarato anche lui a a cercare di rendersi utile ma con poco costrutto.
I Bleus potranno rifarsi con i decisamente più potabili Argentini che pur avendo recuperato molti dei loro campioni, risultano ultimamente unpo' più perdenti che nel passato, vedi gara con la Scozia nel weekend.
A patto di star molto attenti, ovviamente: i Pumas rappresentano la bestia nera dei Bleus, le motivazioni degli argentini quasi tutti impiegati in Francia andranno a mille.
4 commenti:
Allora tra una cosa e un'altra ho potuto vedermi SAF-FRA ... menghia che roba! Ho avuto la tua stessa impressione, professionisti dello scasso! Forse si possono tirare fuori scuse varie di fine stagione per i Boreali, trasferta, superiorità australe... ma a me sembra che sti sudafricani siano dannatamente cattivi, affamati e sadici perchè non si fermano a contemplare chi si trovano di fronte, loro girano forsennatamente la manovella del tritacarne e da sopra spingono per fare in fretta e finire il lavoro.
Mi domando cosa ci potranno fare tra 7 giorni, speriamo mangino pesante il giorno prima... e che piova, che piova tanto...
:) Saluti PR
Beh PR, quanto al piovere la vedo male: Witbank è in una regione alquanto arida e siamo nella stagione secca ...
Meglio star molto preoccupati, e non lagnarci troppo se vedremo l'Italia più chiusa di sempre, con McLean a calciare up e nessuno ad andar under ...
Guarda, a me basterebbe vedere un team che osa, tanto sappiamo che siamo a distanze per il momento incolmabili, ma ciò che più mi fa dispiacere è vedere dei calci appunto, solo UP senza Under.
Lo so che anche il risultato in numeri è importante ma a me piacerebbe giocarla, insomma "primo non prenderle" non mi sconfiffera: ne prendo mille ma almeno una pizza te la piazzo! :D :D :D
Non credo proprio PR: sara' primo ma anche secondo terzo quarto etc.etc. non prenderle.
Che poi le prendi lo stesso, ma almeno puoi dire: hai visto? Se ero piu' spregiudicato, sai quante ne prendevo in piu'!
Posta un commento