L'Irlanda si complica la vita già difficile
Yarrow Stadium, New Plymouth: New Zealand 66-28 Ireland
Affrontare gli All Blacks non è mai una passeggiata, farlo in casa loro ribadisce il concetto. Andarsi a complicare la vita con una ginocchiata in testa ad un avversario complica soltanto le cose e così, quando dopo 15 minuti l'arbitro inglese Barnes chiama a sé il carro armato irlandese Heaslip per mostrargli un cartellino rosso, si può cominciare a presumere come andrà a finire. Finisce che i neozelandesi rifilano 38 punti di margine all'Irlanda: 66-28 il risultato finale. Va da sé che non è solo il fattore "uomo in meno" a giocare a svantaggio degli ospiti, quanto che questi All Blacks, pur rimaneggiati e a volte sornioni, hanno nella gambe molta più benzina degli avversari e dalle prime battute di gara inquadrano il match a loro piacimento: gioco veloce, serie di off-load che trovano un sostegno garantito e gran voglia di mostrare che le magliette sono di un nero lucido.
Da parte loro, gli irlandesi mettono l'orgoglio quando ormai il forte è stato accerchiato e assalito e alla fine segnano anche quattro mete contro le nove dei padroni di casa, contando su buone prestazioni (capitan O'Driscoll e Trimble) e argomenti da rivedere (Kearney è in giornata no, paga caro un grave errore che costa una delle mete).
Le cose si mettono male sin dall'inizio, quando gli AB passano in vantaggio grazie ad un piazzato di Carter che grazie al bottino della giornata (17 punti) supera quota 1000 punti in carriera ed entra nel club di Diego Dominguez, Neil Jenkins e Jonny Wilkinson. Pochi istanti prima, O'Gara aveva avuto la stessa possibilità su un fallo nell'area del breakdown, sprecandola miseramente. Altro errore, altro biglietto omaggio per la Nuova Zelanda che all'11' segna la prima meta con Conrad Smith: l'azione parte da un in avanti del tallonatore Cronin, Carter lancia il suo centro che allunga la falcata all'inseguimento di una sua pedata sulla quale Kearney si tuffa malamente, colpisce di ginocchio (ma pensa te!) l'ovale e Smith lo ringrazia.
Il rosso a Heaslip - Sul 10-0 la reazione irlandese è in una bella corsa di D'Arcy che cambia lato d'attacco nei 22 avversari, arriva ad un soffio dalla marcatura pesante, gli avanti di entrambi gli schieramenti si tuffano a terra per contendersi il pallone quando Heaslip giunge di gran carriera e centra due volte con il ginocchio la testa di McCaw, uno che dove c'è da contendere qualcosa non manca mai l'appuntamento. Barnes lo vede, lo chiama in disparte e gli mostra il rosso. Addio Heaslip, addio soprattutto al ball carrier che avrebbe fatto molto comodo nel proseguimento dell'incontro.
Il trambusto che si crea nelle retrovie irlandesi concede ai tuttineri di sferzare un altro attacco portato a termine dallo skipper Kieran Read per il 15-0 che porta anche la firma dell'estremo Israel Dagg, il giovanotto che conferma la fiducia di Graham Henry e chi si mostra solido in fase difensiva e quando deve proporsi. Ma non è così difficile in un meccanismo neozelandese che muove palla velocemente da un lato all'altra del campo e che può contare su una doppia ondata d'assalto con due registri, Carter e Smith. Il gioco al piede degli AB è finalizzato al mantenimento della palla, lo dimostra il cartellino giallo che si becca O'Gara al 24' quando trattiene il lanciato Jane senza palla: l'acqua monta nella cantina di Kidney che ora ha tredici uomini in campo contro un XV deciso a non fare sconti. E nei dieci minuti senza il numero 10, la Nuova Zelanda passa altre tre volte, una con Franks (al debutto con l'ambita maglia e, quindi, alla sua prima meta in un Test Match) e due con Cowan. Quest'ultimo deve dividere i meriti sia con Dagg che con Carter che al 33' fissa Mick O'Driscoll (il vice Cullen sia in nazionale che a Munster) dai propri 22, con un assist cestistico serve Thorn, il ball carrier che dicevamo manca all'Irlanda, il quale, sempre a mo' di gancio, lancia Cowan.
Un po' di verde - Le seconda linea Irish è piantato, prende il suo posto Tuohy che non spreca un attimo per mettersi in mostra e al 35' marca la prima meta dei suoi, cancellando lo zero dal segnapunti. Il modus operandi dei boreali quando riescono a spostare il baricentro nei 22 avversari è consolidato: serie di fasi che partono dalle ruck, ruoli ben assegnati e la grinta per dimostrare che non sono mai domi. Si va negli spogliatoi sul 38-7.
Secondo tempo - La ripresa vede i padroni di casa chiudere matematicamente il discorso nel giro di quattro minuti, con la seconda meta di Smith che viene servito da Jane, che evita in velocità il placcaggio di Tuohy per servire il compagno di squadra di Wellington. Al 49' Thorn lascia il posto a Whitelock che un minuto dopo segna la sua prima meta in un Test Match e che farà doppietta al 76'. Nel mezzo c'è la reazione dell'Irlanda guidata da O'Driscoll che al 56' viene placcato a ridosso dei 22 neozelandesi, l'azione prosegue e si trasforma in una ruck, il centro si rialza a si fa trovare pronto per esplorare l'ultimo pertugio concesso dalla difesa e schiaccia l'ovale. Cinque minuti dopo lo imita Tommy Bowe: al 61' è 52-21.
Al 65' è il turno di Tialata, anche lui da poco in campo, che schiaccia sulla base del palo. Trimble arriva vicino alla meta sull'angolo sinistro del campo, ma sul tuffo in allungamento perde il controllo dell'ovale. A cinque dalla fine, D'Arcy risponde al gigante maori. Ma il punto esclamativo lo mette, come detto, ancora Whitelock mentre Weepu converte nuovamente dopo che Carter dal 53' aveva lasciato spazio a Cruden.
Il sogno degli irlandesi di battere gli All Blacks nella loro tana è rimandato. Magari la prossima volta converrà trattenersi dal rovinare i piani di invasione con dei blitz da teste matte.
2 commenti:
Heaslip c'è cascato in pieno da alloccone, ma trovarsi una venticinquina di avanti Tutti Neri che, improvvisamente presi da infiacchimento ai polpacci, si afflosciano sopra all'irlandese placcato a venti centimetri dalla meta per impedire il riciclo, certo che fa proprio molto incavolare.
Heasplip non lo giustifico quindi ma lo capisco, soprattutto se penso a faccia-di-bronzo Graham Henry. quello che priam delel partite vorrebbe spiegare agli arbitri come e cosa si fischia nel breakdown e nella mischia ordinata.
Vedendo la cosa da un altro punto di vista, è una buona lezione per i furbacchioni irlandesi, abituati a farsi largo usando sovente sgambetti, tackle scivolati e altre ruvidezze. Fin che ci sono i soliti arbitri tardoni schierati nella Celtic passa tutto, ma con Barnes no.
Alla fine la decisione di Barnes di dare a Heaslip il rosso non il giallo, ha tolto ogni senso e significato alla partita.
Nei primi 15 minuti era capitato infatti l'infortunio da allocchi che racconti di Kearney, a parte quello c'era un certo equilibrio. Dopodichè tutto in discesa per i neozelandesi - mettici pure il periodo in 13 grazie a O'Gara ---
A parte la bella gara di Dagg e del solito Conrad The Snake Smith, sospenderei quindi il giudizio sugli All Blacks.
Beh, non è un caso che le ginocchiate le abbia date a McCaw, uno di cui ben conosciamo sia il valore tecnico che quello beffardo, diciamo così. Resta il fatto che cascarci non era proprio il caso, alla luce della volontà che gli irlandesi avevano messo in luce nella prima parte, pur contro alcuni AB ben determinati a ribadire il concetto che "we deserve" la maglietta ambita.
Sulle polemiche pre-partita legate alle lamentele "eh gli arbitri non regolano a sufficienza le aree del breakdown", ormai è una moda che accomuna i latini ad altre razze rugbistiche. Però ribadisco: se vai dai neozelandesi e ti lasci scappare certe movenze del corpo, non puoi pensare di passarla liscia. In un modo o nell'altro.
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