sabato 10 luglio 2010

Gli All Blacks suonano la sveglia ai sudafricani

Tri-Nations 2010 - Auckland

New Zealand 32 - 12 South Africa

Se John Smit aveva predetto che i neozelandesi se la sarebbero presa male nel perdere la prima partita di questo Tri Nations 2010, gli stessi All Blacks non hanno concesso sogni al capitano del Sud Africa e ai suoi: ad Auckland finisce 32-12 per la Nuova Zelanda. Il conto è presto fatto: quattro mete per i padroni di casa, quattro calci di punizione per gli Springboks, giusto per sottolineare come sono andate le cose in campo. Da una parte automatismi collaudati, ottima esplorazione degli spazi e una determinazione palpabile già dalla Kapa O Pango prima del fischio d'inizio; dall'altra una formazione pallida, spersa e convinta che per il prossimo sabato deve mettersi al lavoro duramente. Nel finale, a risultato ormai acquisito, arriva la quarta meta con Tony Woodcock, ambasciatore di una prima linea perfetta, a sancire il punto di bonus e accompagnata dalle braccia al cielo di Graham Herny a testimoniare che la missione era stata raggiunta: più punti possibili quando si gioca nelle mura di casa.
Il Sud Africa passa in vantaggio con un piazzato del solito Morné Steyn, dopo che Dan Carter al terzo calcia fuori da un fallo di Bakkies Botha che rifila una testata a Jimmy Cowan: la terna arbitrale grazia la seconda linea Springboks, sormontata dai boo del pubblico, ma che la sua sia una serata storta, complice una condizione fisica cigolante, lo si capisce poco dopo. Muliaina non chiama un mark dopo una presa sicura nei propri 22 e rilancia il contropiede AB, affidandosi ai sostegni di Nonu e dell'onnipresente McCaw che corre lungo l'out di sinistra: i neozelandesi spostano l'accampamento nei pressi dell'area di meta e snervano le guardie avversarie nei raggruppamenti, finché Botha commette un fallo intenzionale in ruck rallentando la liberazione dell'ovale: questa volta arriva il giallo e al 13' Carter fissa il 3-3.

Muliaina sugli scudi - E' di nuovo l'estremo tutto nero a dare il via all'azione della prima meta, attaccando sulla velocità i lenti Steenkamp e Schalk Burger: il motore neozelandese fila via che è un piacere, McCaw fa nuovamente da trasmissione e stavolta Conrad Smith va a marcare nell'angolo. Carter allunga per il 10-3: superiorità numerica e di gioco, non c'è scampo. Questi All Blacks hanno tutto: mettono sotto la mischia sudafricana, ingrippano l'ingranaggio degli Springboks in rimessa laterale, tanto che le casseforti le costruiscono loro, hanno in Donnelly, Kaino e Thorn i portatori di palla pesanti, mentre i trequarti sanno come cavarsela.
A cinque minuti dall'intervallo, il colpo di grazia con la meta di Nonu (ottimo ritorno) che si ritrova un grubber fra le mani, aziona Rokocoko all'ala, Thorn veste i panni della testa di ponte per avvicinare nuovamente l'ovale all'area di meta e di nuovo Nonu chiude la pratica evitando il placcaggio di De Villiers volando radente all'erba. La prima frazione si chiude sul 20-3 per gli All Blacks che, tra i tanti, hanno il merito di impedire ai campioni del mondo di mettere in atto il piano bombarda alta e pressione a più non posso, tanto che di gente come Habana e Fourie non si hanno notizie.
La ripresa vede M. Steyn andare a segno due volte su calcio di punizione, accorciando sul 20-9, per quanto la sensazione è che oltre alla precisione dell'apertura coach Peter De Villiers non abbia soluzioni alternative. Ben presto lasciano il campo Bakkies Botha e Francois Louw a favore di Rossouw e Bekker: ma anche cambiando i fattori, il risultato non cambia.

Un affare di mischia - Al 56' Kieran Read si gode una proficua giornata di duro lavoro con la terza meta AB, nata guarda caso dalla presenza di Muliaina nei paraggi e dalla combinazione degli uomini del pack, con Donnelly che corre avanti con l'ovale tra le mani, Kaino che fa il McCaw della situazione ed infine il numero 8 che chiude la conversazione. E' il 25-9 dopo la conversione di Carter.
Steyn segna la quarta punizione e ferma il punteggio dei suoi a quota 12. Kahui prende il posto di Rokocoko e con Cory Jane si impegna in un paio di sfuriate offensive che fanno intendere come Henry abbia detto ai suoi di non fermarsi. Butch James in pochi minuti viene ripreso per due battibecchi con il rivale di turno, indice della frustrazione generale. Gli Springboks non hanno palloni giocabili, i loro punti chiave come la rimessa e la mischia hanno sofferto troppo per avere l'ossigenazione che occorre. E quando manca un minuto alla fine, dopo un'altra mischia ordinata che mette a dura prova il pack avversario, Woodcock va a marcare la quarta meta che vale il punto di bonus e fissa il risultato sul 32-12.

4 commenti:

Abr ha detto...

Già, superiorità schiacciante ovunque.
Gli AB si sono affidati alla Vecchia Guardia, s'è visto che è ancora motivatissima. Una questione di intensità e di ritmo, sottolineano giustamente i cronisti.

Però però ... l'ineffabile old fart Lewis (ma non doveva arbitrar l'altro irlandese, il più giovane Clancy?) ci ha messo del suo, cacciando alla prima occasione Bakkies mentre poco prima e anche poco dopo, perdonava gli AB che si tuffano regolarmente oltre il placcato.
E han poco da far boo a Botha per la testata a Cowan, dovevano farlo a Lewis che unico nel Pianeta non ha visto la trattenuta per la maglietta stile terzino di calcio.

Ma tant'è. Lato Boks, DuPreez si sente quando manca: non solo per il gioco al piede come dice Munari, ma in quanto è il vero metronomo e direttore dell'orchestra, mentre Steyn e Januarie sono due pur validi strumentisti.

I Boks non hanno trovato oggi granchè su cui ancorarsi, mancando la mischia ed essendo gli AB capaci di destrutturargli persino le casseforti.
D'altronde, siamo seri: le probabilità di inanellare 4 vittorie in fila contro gli AB erano così limitate che, va ben crederci sempre ma insomma ...

Prossima gara? I Boks paradossalmente devono cambiar molto poco (Kirchner, DeVilliers all'ala che gioca da centro), devono solo alzare il ritmo e far quello ceh sanno fare, a partire dalal rimessa laterale. E' finita la ricreazione, ora c'è compito in classe.

Abr ha detto...

Ah, abbiamo trascurato il punto fondamentale: al 65' appariva una stats., 26 i placcaggi mancati dai Boks.
Credo sia difficile pensare che la prossima NON sarà una partita diversa.

Anonimo ha detto...

...credo anch'io sarà una partita diversa e la guardero con molta attenzione. Faccio parte del coro di quelli che non amano il rugby dei Books, per gusto personale, come dire, senza togliere meriti a nessuno. Come ho avuto modo di dire in passato, pensare che quello sia il livello più alto del rugby, renderebbe questo sport, ai miei occhi, noioso, ancorché "perfetto". Detto questo sono assai felice che gli All Blaks li abbiano strapazzati in tutti i settori: touche, mischia e trequarti... e tuttavia non mi pare credibile che il Sudafrica che ho visto sia quello vero Perciò forza All Blaks, fatemi sognare ancora che però questa volta mi sa che troverete i VERI Books, quelli più che mai motivati dalla cocente delusione
Panta

Abr ha detto...

Beh Panta, i "veri" Boks potrebbero essere quelli che li han strapazzati tre volte in fila l'anno scorso ...
Come sempre tutto è dinamico, tra forme e infortuni, uno sale e l'altro scende, è difficile stabilire chi sia "meglio" e chi possa giocar meglio: c'è sicurament eun tema di intensità decisamente risolvibile dai Boks, ma ad esempio DuPreez è un'assenza molto pesante, decisiva nell'economia del loro gioco.

Sul tema generale del "non juego" dei Boks anche qui ci siamo espressi - e schierati. E' la bellezza del design essenziale, che interpreta magistralmente e senza fronzoli i materiali (gli skill individuali) e la fisica (le regole), contrapposto alla creazione di colori ed evoluzioni wow del barocco: la va a gusti.

E siamo giunti alla conclusione che vincere non è solo un'obiettivo, è anche "bello".
Come quando devi difendere la tua famiglia e la tua mandria contando solo sul tuo fucile, senza Settimi Cavalleria in soccorso, è meglio se fai le cose dannatamente semplici e lineari ma perfette e senza sbavature.
Solo così puoi sperare di venirne fuori contro gente che non ti prende sottogamba e non ama scherzare: gli Zulu - e gli Inglesi - ieri, gli AB -senza dimenticare i Wallabies - oggi.
Opinioni a confronto.

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