Springboks alla prova gestione
Che poi va a finire quasi sempre così: una partita brutta, una prestazione opaca, una tegola sulla testa dopo che il match è concluso. Il Sud Africa deve averlo intuito se, a distanza ormai di quattro giorni, la pressione in vista della seconda sfida contro la Nuova Zelanda continua a crescere. L'intoppo, sempre che così si possa chiamare, arriva dalla squalifica di Bakkies Botha per nove settimane.
In attesa di vedere gli Springboks all'opera, sul campo, al momento sono concentrati su una prova non meno importante, quella della gestione di tutto l'ambaradan. Basta prestare attenzione alle parole del capitano John Smit che pizzica il collega e a quelle di coach Peter De Villiers che conferma di essere un volpone, riuscendo sempre a spostare su un altro obiettivo gli occhi dei giornalisti e dei commentatori. Nel passato, di fronte ad alcuni comportamenti al limite dei suoi giocatori, li attirava su di sé: ora sulla televisione - e sugli arbitri: TV took over the game too much. What happened before that? Nobody ever saw that on TV, how they pulled him back without the ball. If that penalty were made, nothing else would have happened.
Il capitano, invece, pensa al bene del gruppo: The fact of the matter is that in a team sport, you can't afford to have too many big egos. If you have one that is outside the team ethos, it hurts a team. It was probably the least penalties we've conceded in a long period of time but all you remember is one act of silliness. It's been dealt with, thankfully. I think it's just reward for silly behaviour.
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