Ormai ci siamo
Dopo tante parole, i fatti. La Celtic League apre i battenti con il prossimo week end e per le italiane è tempo di scendere in campo dopo la preparazione estiva e gli ultimi match di riscaldamento in terra albionica. Benetton Treviso e Aironi se la vedranno con gallesi, irlandesi e scozzesi per tutto l'anno, mentre proveremo a capire cosa rimane del campionato italiano. Le Federazione ha catechizzato: Andate e lavorate per noi. I club si sono dati da fare, mentre in giro per l'Italia c'è chi storce il naso perché "Viadana e Treviso? E chi se le fila?": due buchi nella Val Padana anziché città eterne o turisticamente arrapanti. Robe di provincia, che ci fanno sentire a casa.
Fuori dai confini nazional-popolari, intanto, parlando di noi. In Irlanda, ad esempio, si pongono domande sugli Aironi. Il ragionamento fila: il Treviso lo conosciamo tutti, è la solita società che ha giocato in Heineken Cup, mentre la franchigia che è nata a cavallo del Po, tra Parma e Viadana è la vera novità dell'annata 2010/2011, considerati alcuni ritorni "eccellenti" come quelli di Fabio Ongaro, Salvatore Perugini, Marco Bortolami che hanno lasciato l'Inghilterra o la Francia. Per tutti, nell'articolo in questione, parla Josh Sole che affronta argomenti come quello dell'arbitraggio, dell'organizzazione, del vecchio modello del Super 10 e così via. Temi dei quali abbiamo già trattato a lungo in questo blog.
Provando ad essere quindi meno autoreferenziali - e meno provinciali -, qual è lo stato di salute della Magners League? Perché Oltremanica il dibattito dura da molto tempo: è più ganza la Celtica o la Premiership tutta inglese? Le due fazioni si battagliano metaforicamente sulle riviste. Solitamente ha la meglio la Premier nei giudizi degli addetti ai lavori: un torneo competitivo, dove tutte le squadre, anche le meno favorite, hanno la possibilità di battere le grandi, rendendo il prodotto sportivamente eccitante. Il guaio è il modus operandi, con alcuni match che, con la brutta stagione, diventano lenti, macchinosi, noiosi. La Celtic sarebbe, da questo punto di vista, più frizzantina. Però... Però la prima parte di stagione scivola via con le big che hanno entrambi gli occhi puntati sulle coppe europee nelle quali sono coinvolte, in primis la Heineken Cup. Una volta intuito il percorso, agiscono di conseguenza: campionato sì o campionato no?
Altro appunto fondamentale da segnarsi: è una bufala la storia per cui le franchigie celtiche operano a seconda di alcune indicazione generali provenienti dalle rispettive Unions. Anche questo passaggio lo abbiamo sottolineato un sacco di volte, sed repetita iuvant. Giustamente, ogni club fa come meglio crede, non è un mercatino dove l'acquirente di turno (la Union) passa e compra quel che pretende, facendo lui il prezzo. Va da sé che un certo gentlemen agreement non ha mai fatto male a nessuno e che il buonsenso serve a mettere tutti d'accordo. Ribadiamo il tutto con l'esempio: Leinster e Munster. I primi producevano buoni trequarti, i secondi buoni avanti: è ciò che narra la leggenda, oggi entrambi i club vantano ottimo giocatori in entrambi i reparti, grazie ai rispettivi piani di crescita.
E per cominciare meglio la settimana, ecco l'intervista dove Gareth Jenkins, ex coach di Llanelli e della nazionale gallese, afferma che "the Celtic League is the best league in Europe. It's better than the league in France and I really believe that". Il Jenkins, tra l'altro, dice che dieci anni già andava dicendo che era ora di allargare la competizione di includere gli italiani, ricevendo come risposta delle grasse risate.
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