giovedì 23 settembre 2010

Le preghiere della Benetton arrivano sul Corriere

Riproduciamo come sta un bell'articolo del Corriere della Sera online, sezione Veneto. Finalmente qualcuno della "stampa importante" (non la Gazzetta del Calcio, ovviamente), grazie alla ottima partenza della Benetton in Celtic Magners League s'accorge del fenomeno rugby e di certe sue caratteristiche peculiari, tipo un certo qual ancoraggio a valori attualmente considerati "passè", comunque la si pensi, dalla società che spinge i ragazzi a indossare le magliette dei Rooney, Ribery e dei Cristiano Ronaldo, per poi dichiararli traditori puttanieri.


RUGBY E PREGHIERA PER I LEONI DI SMITH: "PER NOI E' UNA FORZA IN PIU'"

TREVISO — Per anni il Benetton Treviso ha dominato nel campionato italiano di rugby, risultando però sempre in ritardo rispetto al professionismo europeo e venendo inesorabilmente ridimensionato in occasione dei confronti di Heineken Cup. Dall'arrivo di Franco Smith i biancoverdi, superata non senza affanni la metabolizzazione di metodi e idee, si scoprono protagonisti sui palcoscenici più prestigiosi: l'anno scorso cadde a Monigo il Perpignan campione di Francia, oggi la roccaforte trevigiana è inviolata dopo due match di Magners League. Dopo gli Scarlets gallesi sabato è toccato alla corazzata irlandese del Leinster tornarsene dalla trasferta italiana senza un solo punto in tasca. L'uomo che ha trasformato il Benetton arriva da lontano, da Bloemfontain, capitale del Free State boero, le pianure (altipiani, ndr) nel cuore del Sud Africa che sono la culla del rugby marcato Springboks. Ha conquistato l'ambiente grazie alle competenze e ad una delicata sensibilità, insospettabile di fronte ad una personalità all'apparenza riservata e ad una intensa dedizione alla guida di uno staff. Ha creato attorno al nocciolo di giocatori sudafricani uno splendido melting-pot tra atleti di diverse provenienze e culture: dall'Argentina alle Isole Fiji, dal Canada all'Australia, oltre naturalmente agli italiani. Trentotto anni, sposato e con tre figli, Smith ha solidi valori: lavoro, famiglia, comunità, ma sopra a tutto una fervida fede religiosa, componente intrinseca della cultura afrikaner. Dopo un'esperienza di alto livello nello staff tecnico dei Cheetahs, è tornato nel 2007 a Treviso di cui aveva vestito la maglia da giocatore per tre stagioni (2002-05). All'indomani del secondo successo in tre incontri di Magners League, tira le somme del suo lavoro.
Smith, quale la soddisfazione più grande in questo momento? «La più grande soddisfazione? Avere creato un senso di appartenenza per cui c'è un gruppo che ha fiducia in sè ed un grande carattere: nei minuti finali contro il Leinster eravamo stanchi e potevamo concedere loro la meta per poi calciare fuori e chiudere la partita, invece abbiamo difeso fino alla sfinimento e segnato noi nell'ultima azione. E per la prima volta Treviso ha un pubblico che è un fattore della partita, ha un suo significato per le nostre motivazioni».
Quali sono ora i suoi obiettivi? «Abbiamo dimostrato che a Monigo ogni avversario dovrà temerci e rispettarci. Continueremo ad affrontare ogni partita come fosse una finale. L'obiettivo resta la crescita dei giocatori, sia per Treviso che per la Nazionale: già nei test match di novembre si capirà se l'ingresso nella Magners League avrà un effetto positivo anche per l'Italia. Finora è scesa in campo una squadra consolidata dalle scorse stagioni, ora progressivamente dovremo trovare spazio per i nuovi e portare tutti al massimo livello».
Tre cartellini gialli in tre partite. Gli arbitri della Magners League penalizzano il Benetton? «Anche il rispetto degli arbitri va guadagnato con i risultati sul campo. A Swansea a parlare per noi era Enrico Pavanello e per gli Ospreys era Jerry Collins (stella degli All Blacks, ndr). A quale dei due darà retta l'arbitro?»
Che impegno comporta il suo lavoro di coach del Benetton? «Dal lunedì al mercoledì comincio alle sei e finisco alle otto. Poi ci sono trasferte e partite, con orari un po' differenti. Sul riposo alla domenica sono invece intransigente. Mi infastidisce se vengono programmate partite nei giorni festivi. Sono credente e frequento le funzioni, ognuno è naturalmente libero di non farlo ma non trovo giusto che non ne venga data la possibilità con impegni di domenica o il 25 dicembre, come inizialmente era in calendario il nostro derby con Viadana. Vacanze? Una settimana in Sardegna a giugno, il resto si vedrà».
Prima delle partite la squadra si raccoglie in preghiera. Che significato ha questo gesto per voi? «In Sud Africa è parte della nostra cultura rugbistica, lo fanno da sempre squadre come i Bulls e i Cheetahs (le franchigie del Super 14 con base rispettivamente a Pretoria e a Bloemfontain, ndr). A Treviso cominciai a farlo per conto mio, poi si unirono alcuni giocatori, infine è divenuto un gesto abituale per tutta la squadra. Nessuno è obbligato a pregare, ci sono diverse culture tra di noi e le rispettiamo. Si tratta di un momento di raccoglimento che aiuta il gruppo a consolidare il senso di appartenenza, ci fa sentire uniti contro le avversità».
C'è posto per la religione nello sport professionistico, un mondo così secolarizzato e commercializzato? «La vita non è uno sport e ci sono dei valori molto più alti. Lo sport è uno strumento che ci è stato dato per far divertire gli uomini e per renderli migliori. Nella mia visione, ogni cosa accade per un disegno. Prima di tutto c'è Dio».
Smith, cosa le piace e cosa invece non le piace dell'Italia? «Sono affascinato dalla vostra storia, amo molto fare delle lunghe passeggiate a Venezia con la mia famiglia. Lo stile di vita italiano mi piace, l'unico disagio sono gli spazi: in Sud Africa la nostra casa ha ettari di parco intorno dove corrono le antilopi, a Treviso ci dobbiamo accontentare di un appartamento. Vorrei che i miei figli potessero crescere a maggior contatto con la natura».

Elvis Lucchese, 23 settembre 2010

  • Ecco il XV contro Cardiff
Nel frattempo, coach Smith ha svelato i nomi del XV che domani sera scenderanno in campo per la quarta giornata di Magners contro i Cardiff Blues allo stadio di Monigo. Qualche cambiamento in vista nel reparto degli avanti dove è tempo di debutti per il flanker Marco Filippucci e per il tallonatore Franco Sbaraglini. Torna titolare capitan Antonio Pavanello in seconda linea, mentre la prima linea si completa con Augusto Allori e Pedro Di Santo. Per il resto, tutto rimane come sabato scorso contro Leinster: Brendan Williams è l'estremo, Joe Maddock e Luke McLean chiudono il triangolo allargato; Tommaso Benvenuti e Alberto Sgarbi sono la coppia di centrali, mentre in mediana non si tocca la ditta Botes-Burton.

Benetton Treviso Team: 15 Brendan Williams; 14 Joseph Maddock, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Alberto Sgarbi, 11 Luke McLean; 10 Kristopher Burton, 9 Tobias Botes; 8 Manoa Vosawai, 7 Alessandro Zanni, 6 Marco Filippucci; 5 Corniel Van Zyl, 4 Antonio Pavanello (captain); 3 Pedro Di Santo, 2 Franco Sbaraglini, 1 Augusto Allori.

Replacements: 16 Leonardo Ghiraldini, 17 Ignacio Fernandez Rouyet, 18 Lorenzo Cittadini, 19 Enrico Pavanello, 20 Robert Barbieri, 21 Paul Derbyshire, 22 Fabio Semenzato, 23 Simon Picone.

I gallesi rispondono schierando la miglior formazione possibile, tenendo conto di alcuni guai fisici. Non ci saranno ad esempio Xavier Rush, Casey Laulala, Richie Rees, Jamie Roberts e un turno di riposo è concesso al trequarti Chris Czekaj e alla seconda linea Bradley Davies. Torna però in panchina il mediano Gareth Cooper, anche lui passato per una lunga serie di infortuni: l'ultima volta che è stato visto con Cardiff era in occasione della semifinale di LV Cup contro Gloucester a marzo. La prima linea ha i volti conosciuti - ed internazionali - di Gethin Jenkins e Rhys Thomascon Filise, mentre un altro nazionale gallese di lunga data, Martyn Williams, è l'uomo di casa in una terza linea "pacifica" con Molitika e Paterson. In seconda linea col veterano Deiniol Jones i capelli rossi di Paul Tito, il capitano. Il micidiale scozzese Dan Parks è schierato apertura a far coppia mediana col ventenne Lloyd Williams; in fondo l'altro piede micidiale di Ben Blair. Leigh Halfpenny nel suo ruolo di ala in coppia con Thom James, mentre Tom Shanklin è al centro con Hewitt.

CARDIFF BLUES: 15 Ben Blair; 14 Leigh Halfpenny, 13 Tom Shanklin, 12 Dafydd Hewitt, 11 Tom James; 10 Dan Parks, 9 Lloyd Williams; 8 Maama Molitika, 7 Martyn Williams, 6 Michael Paterson; 5 Paul Tito (capt), 4 Deiniol Jones; 3 Faao Filise, 2 T Rhys Thomas, 1 Gethin Jenkins.
Replacements: 16 Kristian Dacey, 17 Tom Davies, 18 John Yapp, 19 Andries Pretorius, 20 Sam Warburton, 21 Gareth Cooper, 22 Ceri Sweeney, 23 Gavin Evans.

Referee: Andrew McMenemy (SRU)

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