Treviso si riprende Monigo di mischia
Nella Marca hanno appreso la lezione: in Celtica, anche quando le cose volgono per il meglio bisogna tenere aperti gli occhi. Contro i Newport Dragons, Benetton Treviso mostra di avere le carte in regola e ci riesce, finché non va a complicarsi la vita tra leziosità, imprecisioni e indisciplina. Ma alla fine mette in pratica le richieste di coach Smith: cattiveria agonistica, chiudere i discorsi invece di lasciarli in sospeso e ci riesce quando ormai mancano meno di cinque minuti alla fine. Riprendendosi così lo stadio di Monigo e conquistando la terza vittoria in campionato, tutte in casa dopo Scarlets e Leinster. Tra le note positive, la conferma che la mischia biancoverde è un grimaldello sicuro per scardinare le resistenze avversarie e che anche stasera ha fatto la differenza. Finisce 20-13.
La cronaca - Treviso potrebbe passare in vantaggio già dopo pochi istanti, quando Tobias Botes schierato estremo prova il piazzato da posizione non difficile, ma l'ovale esce sulla destra dei pali. Gli ospiti rispondono poco dopo, quando da un fuorigioco di Manoa Vosawai decidono di andare a giocare in rimessa nei 22 veneti per incanalare subito dalla loro il match, ma sprecano due occasioni. I Leoni si difendono bene sulla prima pressione offensiva avversaria e riportano il gioco nella metà campo opposta, con un ottimo calcetto di Chris Burton che sorprende la retroguardia di Newport. I biancoverdi sfruttano al meglio la touch in loro possesso e gli avanti rubano terreno, addirittura Vosawai avrebbe l'off load per lanciare due compagni in meta ma non vede lo spazio. E allora i Dragons recuperano palla, rispedendo Treviso indietro.
Tra un minimo sussulto e l'altro, arriva il giallo al 16' per Fabio Semenzato, fiscalmente punito dall'arbitro irlandese Paterson per aver un fallo in ruck sulla linea dei 22. Stavolta Matthew Jones mira i pali ed è il 3-0 di Newport. Che dura poco, perché tre minuti dopo, Burton segna nuovamente di drop dopo una percussione dei suoi per riagguantare il pareggio: 3-3. Partita equilibrata che non decolla, anche se la compagine gallese ha l'occasione per far male con Aled Brew, fermato in tempo dalla chiusura di Benjamin De Jager. Intanto Vosawai lascia il campo acciaccato, entra Alessandro Zanni in una mischia che mette sotto quella avversaria: non è un caso che quando si porta in attacco, i trevigiani possano fare affidamento sull'abbrivio dei ball carrier pesanti e da qui arriva il vantaggio. Robert Sidoli si fa ammonire per non lasciare il placcato sulla nuova percussione biancoverde al 26' e Botes trasforma il penalty per il 6-3. Parziale positivo seppur con un uomo in meno. E va ancora meglio quando sono i gallesi in inferiorità: da un'altra rimessa sui 5 metri dettata da Leonardo Ghiraldini, la maul di casa si mette in moto finché l'italo canadese Robert Barbieri va a schiacciare in meta. Con il calcio di Botes è 13-3 al 31'. Nel frattempo, la mischia ordinata conferma di essere superiore. Sul finale di primo tempo però la Benetton si addormenta: rientra Sidoli e i Dragons si affidano alla velocità della coppia di ali Adam Hughes e Brew che sfugge a Ludovico Nitoglia al suo esordio Celtico, prima di essere placcato ad un metro dalla linea di meta, ma a sostegno c'è la seconda linea Scott Morgan che marca. Non va a segno la conversione di Jones ed è 13-8.
Trascorrono pochi minuti dalla ripresa quando Franco Smith come fa quasi sempre mescola le carte: entra Brendan Williams al posto di Semenzato e Botes torna mediano di mischia, mentre Pedro Di Santo e Franco Sbaraglini sono i nuovi piloni. Newport si affida al gioco al piede, ma a differenza di una settimana fa contro Cardiff, Treviso si fa trovare pronta. Ezio Galon è prezioso nella chiusura degli spazi quando l'estremo Will Harries si inserisce nella linea avanzante dei gallesi, che però non hanno le idee molto chiare. Al 48', Botes non trova nuovamente i pali per l'allungo. Ci prova Nitoglia, che finalmente sembra prendere il ritmo, ma sull'intervento del Numero 8 Andrew Cooms, uno dei più positivi dei s uoi anche in attacco, non riesce a riciclare. I Leoni sprecano un'altra ottima occasione con Zanni che parte con l'assistenza di Paul Derbyshire dalla mischia nei 22 avversari, ma Barbieri rovina tutto tuffandosi oltre. I veneti hanno la partita in mano ma sbalgiano troppo anche dal punto di vista disciplinare e non riescono a smuovere il tabellino, rischiando il doppio. Jones sbaglia un piazzato prezioso su fuorigioco di Corniel Van Zyl, ma l'indisciplina costa cara ai padroni di casa: cartellino giallo per Barbieri per un fallo inutile nel break down al 57'.
Altro giro di cambi, con Enrico Pavanello per Van Zyl e Simon Picone per De Jager. Il guaio è che la Benetton ha smarrito il focus e da una rimessa nata da un'altra indisciplina, i Dragons passano: si vendicano con la maul delle umiliazioni subite in mischia, va in meta il pilone Phil Price. Jones non azzecca neppure la trasformazione non proibitiva, ad un quarto d'ora dalla fine è pareggio. La sensazione che qualcosa non vada ha una conferma anche da una pessima ciabattata di Botes. Al 72' fa il suo ingresso il giovane Ashley Smith, centro lontano dai campi negli ultimi sei mesi per infortunio. Forze fresche per i Dragons, tra trequarti e avanti. Ghiraldini lascia il posto a Rouyet e Sbaraglini diventa tallonatore.
E così, nello stallo e coi Dragons che sembrano crederci di più, arriva lo spunto di Dingo Williams che crea il break nella metà campo nemica, l'ovale s'allarga fino a Andy Vilk che arriva quasi alla bandierina sinistra e ritorna velocemente verso il centro, con Burton che prima perde pall all'indietro, poi la ritrova e ha il guizzo giusto nella difesa sbilanciata gallese per marcare pesante quasi sotto i pali. Stavolta Botes non può sbagliare: al 76' Treviso si porta sul 20-13. I Dragons si lanciano nell'assalto finale ma le maglie della Benetton si chiudono e mettono la parola fine alla pratica.
Una gara che ha mostrato che questa Benetton "sudafricana" (*) se la può giocare alla pari (almeno in casa) con almeno la metà delle avversarie - e anche le varie Leinster etc. devono star concentrate nella tana dei Leoni; al contempo fa vedere che per rimanere a quel livello i trevigiani non possono permettersi il minimo calo di concentrazione. A questo livello si pagano tutti, sempre; se sinora sono riusciti a coprirli, è grazie al cuore e all'orgoglio. L'area di miglioramento principale rimane il numero di mete concesse, ad oggi unica statistica "perdente" dei veneti (terz'ultimi del torneo con 12 mete subite, contro le sole 4 subite dai migliori, gli Ospreys). Rimane ancora da gestire la tensione iniziale dei veneti, che giocano sempre contrattissimi la prima metà gara; un'altro aspetto su cui lavorare nel tempo è l'incapacità di guadagnar punti di bonus sia offensivi che difensivi, concendendone invece agli avversari, anche stasera. Ma per adesso va benissimo così.
La cronaca - Treviso potrebbe passare in vantaggio già dopo pochi istanti, quando Tobias Botes schierato estremo prova il piazzato da posizione non difficile, ma l'ovale esce sulla destra dei pali. Gli ospiti rispondono poco dopo, quando da un fuorigioco di Manoa Vosawai decidono di andare a giocare in rimessa nei 22 veneti per incanalare subito dalla loro il match, ma sprecano due occasioni. I Leoni si difendono bene sulla prima pressione offensiva avversaria e riportano il gioco nella metà campo opposta, con un ottimo calcetto di Chris Burton che sorprende la retroguardia di Newport. I biancoverdi sfruttano al meglio la touch in loro possesso e gli avanti rubano terreno, addirittura Vosawai avrebbe l'off load per lanciare due compagni in meta ma non vede lo spazio. E allora i Dragons recuperano palla, rispedendo Treviso indietro.
Tra un minimo sussulto e l'altro, arriva il giallo al 16' per Fabio Semenzato, fiscalmente punito dall'arbitro irlandese Paterson per aver un fallo in ruck sulla linea dei 22. Stavolta Matthew Jones mira i pali ed è il 3-0 di Newport. Che dura poco, perché tre minuti dopo, Burton segna nuovamente di drop dopo una percussione dei suoi per riagguantare il pareggio: 3-3. Partita equilibrata che non decolla, anche se la compagine gallese ha l'occasione per far male con Aled Brew, fermato in tempo dalla chiusura di Benjamin De Jager. Intanto Vosawai lascia il campo acciaccato, entra Alessandro Zanni in una mischia che mette sotto quella avversaria: non è un caso che quando si porta in attacco, i trevigiani possano fare affidamento sull'abbrivio dei ball carrier pesanti e da qui arriva il vantaggio. Robert Sidoli si fa ammonire per non lasciare il placcato sulla nuova percussione biancoverde al 26' e Botes trasforma il penalty per il 6-3. Parziale positivo seppur con un uomo in meno. E va ancora meglio quando sono i gallesi in inferiorità: da un'altra rimessa sui 5 metri dettata da Leonardo Ghiraldini, la maul di casa si mette in moto finché l'italo canadese Robert Barbieri va a schiacciare in meta. Con il calcio di Botes è 13-3 al 31'. Nel frattempo, la mischia ordinata conferma di essere superiore. Sul finale di primo tempo però la Benetton si addormenta: rientra Sidoli e i Dragons si affidano alla velocità della coppia di ali Adam Hughes e Brew che sfugge a Ludovico Nitoglia al suo esordio Celtico, prima di essere placcato ad un metro dalla linea di meta, ma a sostegno c'è la seconda linea Scott Morgan che marca. Non va a segno la conversione di Jones ed è 13-8.
Trascorrono pochi minuti dalla ripresa quando Franco Smith come fa quasi sempre mescola le carte: entra Brendan Williams al posto di Semenzato e Botes torna mediano di mischia, mentre Pedro Di Santo e Franco Sbaraglini sono i nuovi piloni. Newport si affida al gioco al piede, ma a differenza di una settimana fa contro Cardiff, Treviso si fa trovare pronta. Ezio Galon è prezioso nella chiusura degli spazi quando l'estremo Will Harries si inserisce nella linea avanzante dei gallesi, che però non hanno le idee molto chiare. Al 48', Botes non trova nuovamente i pali per l'allungo. Ci prova Nitoglia, che finalmente sembra prendere il ritmo, ma sull'intervento del Numero 8 Andrew Cooms, uno dei più positivi dei s uoi anche in attacco, non riesce a riciclare. I Leoni sprecano un'altra ottima occasione con Zanni che parte con l'assistenza di Paul Derbyshire dalla mischia nei 22 avversari, ma Barbieri rovina tutto tuffandosi oltre. I veneti hanno la partita in mano ma sbalgiano troppo anche dal punto di vista disciplinare e non riescono a smuovere il tabellino, rischiando il doppio. Jones sbaglia un piazzato prezioso su fuorigioco di Corniel Van Zyl, ma l'indisciplina costa cara ai padroni di casa: cartellino giallo per Barbieri per un fallo inutile nel break down al 57'.
Altro giro di cambi, con Enrico Pavanello per Van Zyl e Simon Picone per De Jager. Il guaio è che la Benetton ha smarrito il focus e da una rimessa nata da un'altra indisciplina, i Dragons passano: si vendicano con la maul delle umiliazioni subite in mischia, va in meta il pilone Phil Price. Jones non azzecca neppure la trasformazione non proibitiva, ad un quarto d'ora dalla fine è pareggio. La sensazione che qualcosa non vada ha una conferma anche da una pessima ciabattata di Botes. Al 72' fa il suo ingresso il giovane Ashley Smith, centro lontano dai campi negli ultimi sei mesi per infortunio. Forze fresche per i Dragons, tra trequarti e avanti. Ghiraldini lascia il posto a Rouyet e Sbaraglini diventa tallonatore.
E così, nello stallo e coi Dragons che sembrano crederci di più, arriva lo spunto di Dingo Williams che crea il break nella metà campo nemica, l'ovale s'allarga fino a Andy Vilk che arriva quasi alla bandierina sinistra e ritorna velocemente verso il centro, con Burton che prima perde pall all'indietro, poi la ritrova e ha il guizzo giusto nella difesa sbilanciata gallese per marcare pesante quasi sotto i pali. Stavolta Botes non può sbagliare: al 76' Treviso si porta sul 20-13. I Dragons si lanciano nell'assalto finale ma le maglie della Benetton si chiudono e mettono la parola fine alla pratica.
Una gara che ha mostrato che questa Benetton "sudafricana" (*) se la può giocare alla pari (almeno in casa) con almeno la metà delle avversarie - e anche le varie Leinster etc. devono star concentrate nella tana dei Leoni; al contempo fa vedere che per rimanere a quel livello i trevigiani non possono permettersi il minimo calo di concentrazione. A questo livello si pagano tutti, sempre; se sinora sono riusciti a coprirli, è grazie al cuore e all'orgoglio. L'area di miglioramento principale rimane il numero di mete concesse, ad oggi unica statistica "perdente" dei veneti (terz'ultimi del torneo con 12 mete subite, contro le sole 4 subite dai migliori, gli Ospreys). Rimane ancora da gestire la tensione iniziale dei veneti, che giocano sempre contrattissimi la prima metà gara; un'altro aspetto su cui lavorare nel tempo è l'incapacità di guadagnar punti di bonus sia offensivi che difensivi, concendendone invece agli avversari, anche stasera. Ma per adesso va benissimo così.
(*) Aldilà dell'origine di molti giocatori e del coach, la Benetton difatti appare impostata "alla sudafricana" sulla capacità di riposizionarsi rapidamente in difesa e sul gran lavoro del pack, sull'aggressività nei punti di contatto e, una volta ritornata in possesso palla, su percussioni e ricircoli veloci della palla, tenendo il gioco abbastanza "chiuso" in modo da minimizzare i rischi in caso do perdita del possesso; unica licenza di "fantasia" a Dingo Williams con le partenze da dietro, alla Habana dei tempi migliori. Burton studia per diventare il Mornè Steyn della situazione e Botes incarna la parte di Steyn affidabilissima nei piazzati; mancano ancora gli up&under, con qualche ala potente e veloce per arrivarci bene sotto, quindi ci si affida alle più statiche rimesse laterali e soprattutto alla mischia ordinata. Sin dalgi albori RightRugby sostiene che tale approccio "somigli" molto e quindi sia adatto alle caratteristiche italiane, a partire dalla nazionale.
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