Test Match, British Previev
Ci siamo dentro fino al collo oramai, Test Match in depth; dopo le formazioni, proviamo a cimentarci in quel quasi ossimoro che è la "analisi preventiva"; per meglio dire, cercare di indovinare quali potrebbero essere i game plan delle Major.
Iniziamo con Inghilterra - Australia:
il sentiment nei due camp è ovviamente diverso ma non del tutto dissimile. Dalla parte australe c'è la consapevolezza che il rugby che stan giocando è diventato il più produttivo del Mondo in questa fase, rimanendo il più spettacolare. Ribadiamo, i Wallabies non sono solo trequarti come si enfatizza: sono anche un pack roccioso in fase dinamica e implacabile dentro all'area dei 22m avversari, coi loose forwards dediti al recupero seriale di ovali nei punti di contatto. Tuttavia gli australiani sanno di danzare sull'orlo dell'abisso: una mischia ordinata impresentabile e un numero di errori esorbitante non sono biglietti da visita rassicuranti, soprattutto se affronti il bulldog inglese. Non per caso l'ultimo confronto, a Sidney in giugno, fu appannaggio degli Inglesi (21-20). Tant'è, squadra - e modulo - che vince non si cambia: i Wallabies potranno solo far più attenzione agli errori e provare a metter più fieno in cascina che possono, in previsione di un ultimo quarto sulle ginocchia e sotto i propri pali per via della mischia. Del resto coach Robbie Deans è confidente che i miglioramenti procedano man mano che si gioca:"The more time they have spent in game, the faster they have learned. This group is settling in their combinations and game sense very quickly."
Lato inglese, si sono convinti tutti di aver appena gettato un'occasione d'oro per battere finalmente gli All Blacks in casa. Sarà; a nostro avviso confondono una parte della gara, l'ultima, col tutto - e noi siamo pur quelli che han decantato la performance del bulldog mai domo, ma alla fine crediamo che non sia stato "sano" sfidare gli All Blacks sul loro terreno elettivo, il punto di contesa. Sta di fatto che il morale nella Real Casa è elettrico più che frustrato o abbattuto.
Adesso qualcuno tra loro annuncia che l'Australia verrà sfidata aprendo il gioco: dopo il breakdown con gli All Blacks, ci risiamo con la negazione di tutti i principi di Sun Tzu, quello che la battaglia non si combatte mai sul terreno preferito dall'avversario?
C'è comunque del vero in quel che afferma ad esempio Toby Flood, che sarebbe un errore fatale per l'Inghilterra scegliere un approccio puramente "territoriale" coi Wallabies, regalando il possesso con un kicking game poco oculato a James O'Connor e Kurtley Beale, i quali partono all'attacco da ovunque. Al contempo però gli inglesi dovrebbero non sottovalutare la capacità di David Pocock e compagni di recuperar possessi in fase dinamica, così come sottostimarono gli skill della mischia ordinata All Blacks, sabato scorso. Certo è che questi Australiani stanno ponendo quesiti non semplici a tutti, ne sanno qualcosa gli All Blacks e se ne rende conto coach Martin Johnson: "You have to be very sharp. They play with a huge amount of variation, maybe more than the All Blacks. You cannot say 'this is what they are going to do'. They may do something different this week".
Forse la soluzione migliore contro di loro sarebbe un gioco chiuso, fondato su una mischia dominante e solo reattivo in fase dinamica, coi calci "giusti", pronto ad approfittare di ogni eventuale "cassanata" di Quade Cooper (in foto) e dei numerosi errori di handling insiti nel loro gioco espansivo. Ma ci rendiamo conto che nel dirlo stiamo pensando più all'Italia a Firenze che non all'Inghilterra a Twickenham: noblesse oblige, ed Albione è pure molto convinta dei suoi mezzi.
Un solo cambio tra gli inglesi, il sanguigno Dylan Hartley s'è guadagnato il posto di "rake" titolare mandando l'esperto Thompson in panca; stesso avvicendamento in casa Wallabies, rientra Stephen Moore al nr.2, con Huia Edmonds dei Brumbies a rincalzo. Arbitra il sudafricano Craig Joubert, il migliore; e vinca quindi il migliore.
England:Ben Foden; Chris Ashton, Mike Tindall, Shontayne Hape, Mark Cueto; Toby Flood, Ben Youngs; Nick Easter, Lewis Moody (capt), Tom Croft; Tom Palmer, Courtney Lawes; Dan Cole, Dylan Hartley, Andrew Sheridan
Replacements: Steve Thompson, David Wilson, Simon Shaw, Hendrie Fourie, Danny Care, Charlie Hodgson, Delon Armitage
Australia:Kurtley Beale; James O'Connor, Adam Ashley-Cooper, Matt Giteau, Drew Mitchell; Quade Cooper, Will Genia; Ben McCalman, David Pocock, Rocky Elsom (capt); Nathan Sharpe, Mark Chisholm; Ben Alexander, Stephen Moore, Benn Robinson
Replacements: Berrick Barnes, James Slipper, Dean Mumm, Luke Burgess, Richard Brown, Lachie Turner, Huia Edmonds
Galles - Sudafrica
qui il mood pre game è diverso nei due camp.
Dalla parte Boks si respira tangibile sollievo: un piccolo ma significativo passo verso la sepoltura del loro annus horribilis è stato compiuto a Dublino, ora al Milennium serve una conferma. Conforta in particolare la rinnovata forza mostrata dal pack in mischia ordinata, dove la prima linea Sharks Mtawarira - DuPlessis Bros. sostenuta dal duo Botha-Matfield non ha tradito le attese: accoppiata al tradizionale controllo in rimessa laterale e alla maul devastante, consente quel gioco chiuso ma produttivo, fondato sul controllo delle fasi statiche e sul piede divino di Mornè Steyn (reduce del record mondiale di piazzati consecutivi in Test) che è la base del manuale del rugby scritto in afrikaans. Umiltà, approccio conservativo, gioire delle piccole cose, più qualche esperimento coi giovani rincalzi qua e là: questa la ricetta in casa Boks in questo scorcio di stagione. Lo sa anche Bryan Habana, simbolo di un anno molto sofferto:"It was a vital win to start the tour but we know it will be a big game on Saturday".
Sul versante Dragoni, le analogie si sprecano: vengono da un Sei Nazioni deludente, come i Sudaricani le han prese nel TriNations, come loro han sofferto assenze cruciali; contrariamente agli avversari di sabato però sono ancora alla ricerca del "safe harbour", del modello di gioco cui ancorarsi. In tal senso a molti gallesi, pure delusi per la sconfitta coi Wallabies (il Socio ci racconta che là è come il calcio da noi: primum vincere, deinde philosofari), è piaciuto il tentativo (suicida?) di giocare espansivo, e coach Gatland ha preannunciato che l'esperimento verrà ripetuto: "That is something we haven't tried before against the Tri-Nations. We will look to be more expansive and creative this week and move their forwards around the park". E' un ulteriore bel rischio che si prenderanno - i Boks sono abituati a chi tenta di aggirarli e ai loro forwards i polmoni non mancano di certo - ma se non altro e contrariamente agli Inglesi - almeno a parole e prima di scendere in campo - rimarranno coerenti all'approccio: repetita juvant.
Un aspetto della gara dal sicuro fascino per gli intenditori sarà lo scontro in mischia ordinata: se molti han decantato la prestazione di Gethyn Jenkins, Matthew Rees, Adam Jones e compagni, la resistenza opponibile dagli australiani non era granchè significativa; stavolta invece saranno misurati in un benchmark ben più tosto. Vedremo se i gallesi riusciranno a venirne fuori contro una delle loro bestie più nere: non battono i sudafricani da undici partite. Proprio per questo sarebbe una vittoria che segnala la luce in fondo al tunnel.
Tra ai Boks unico cambio Frans Steyn a sostituire il fuori ruolo Zane Kirchner al centro, ma Aplon resta estremo (mammamia ....); a proposito di giovani da provare, il flanker Willem Alberts debutta dalla panchina. Quattro invece i cambi per i Dragons: esordio per il teenager degli Scarlets George North all'ala (ne parla il Socio nel post precedente), rientra Lee Byrne in fondo, rispedendo James Hook ... al centro (e non all'apertura: dovrà andare in Francia per ritrovarla); rientra anche l'altro veterano Martyn Williams in terza linea, al posto dell'infortunato (e non esaltante, sabato scorso) esordiente Sam Walburton. Da segnalare il ritorno in panchina del "discolo"Andy Powell: della serie, i muscoli coi sudafricani non sono mai troppi. Arbitra il neozelandese Steve Walsh.
Wales: Lee Byrne; George North, Tom Shanklin, James Hook, Shane Williams; Stephen Jones, Mike Phillips; Jonathan Thomas, Martyn Williams, Dan Lydiate; Alun-Wyn Jones, Bradley Davies; Adam Jones, Matthew Rees (capt), Gethin Jenkins
Replacements: Huw Bennett, Paul James, Ryan Jones, Andy Powell, Richie Rees, Andrew Bishop, Chris Czekaj
South Africa: Gio Aplon; Bjorn Basson, Frans Steyn, Jean de Villiers, Bryan Habana; Morne Steyn, Ruan Pienaar; Pierre Spies, Juan Smith, Deon Stegmann; Victor Matfield (capt), Bakkies Botha; Jannie du Plessis, Bismarck du Plessis, Tendai Mtawarira
Replacements: Chiliboy Ralepelle, CJ van der Linde, Flip van der Merwe, Willem Alberts, Francois Hougaard, Zane Kirchner, Patrick Lambie
2 commenti:
Se pensate che quello tra Wales e South Africa è un derby all'interno di Right Rugby, beh, ci avete azzeccato. ;)
E' solo la vostra occasione più ghiotta di sempre ... ;)
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