lunedì 28 febbraio 2011

C'è chi sta peggio di noi?

Riportiamo tradotto un articolo apparso oggi sull' Irish Indipendent a firma George Hook, segnalatoci dal lettore Alessandro Cossu che ringraziamo.
Mentre da noi molti continuano a guardarsi l'ombelico, come segnala SkySport coi suoi sondaggi: "italiani del rugby equamente divisi tra catastrofisti e soddisfatti", ci piace guardar le cose con gli occhi altrui e scoprire che molte delle nostre farneticazioni (cfr. ultimo post) trovano conferme, da esperti che dissodano terreno vergine in prossimità del nostro.
Non solo nell'analisi delle gare (Scozia-Irlanda ma anche Italia-Galles, Italia-Irlanda e l'arbitraggio "eccentrico" di Inghilterra-Francia) ma anche nelle prospettive per l'Italia a breve (Cucchiaio di Legno contro la Scozia) e a medio termine (contro l'Irlanda a Dunedin ai primi di ottobre). E che non sia un copia-e-incolla (nostro o di Hook?) è mostrato dalle divergenti valutazioni se il gioco scozzese sia troppo moderno per loro (nostra idea) o troppo antiquato per i tempi (idea di Hook), ma il senso non cambia.
Neanche a dirlo, tutta questa consonanza la troviamo fuor di confine: forse ha ragione Mallett quando ci ricorda che son molti qui quelli che di rugby non capiscono un biiip e forse manco gli interessa, dopotutto si fa meno fatica a seguire i gossip dei "postpartita". Buona lettura.


Servono cambiamenti radicali per recuperare una prospettiva per l'Irlanda

Ieri al Murrayfield, l'Irlanda è stata incapace di non soffrire con quello che appare il peggior team del rugby mondiale. Persino la mediocre Italia andrà a Edinburgh con buone speranze di vittoria.
Gli ospiti erano sotto assalto nell'ultimo quarto e sono stati aiutati dalla mancanza di volontà scozzese di marcare un drop per guardagnarsi un buon pareggio. Il che dice qualcosa riguardo al loro rispetto per l'Irlanda.
Gira nel rugby irlandese una sorta di rassegnazione per le brutte vittorie. Ci stiamo negando che la squadra che va alla World Cup si trovi nella stessa spirale discendente del team di Eddie O'Sullivan quattro anni fa. Unica tra le squadre del torneo, i giocatori irlandesi sembrano incapaci di comprendere le regole del gioco e il management sembra privo del potere di cambiare il loro approccio.
Le sostituzioni sono state indicative di un coach privo di una chiara visione. Quando la partita è diventata confronto per una sola marcatura, abbiamo visto in campo un tallonatore che non poteva lanciare (Cronin, ndr), un flanker con la propensione a regalar punizioni (Leamy, ndr) e un mediano di apertura privo di provata abilità a chiudere le partite: di fatto Jonny Sexton ha rifiutato di portare il gioco nelle aree giuste del campo.
Raramente prima di un Test match si sono avuti più messaggi contraddittori dal campo irlandese. Il capitano era in disaccordo con i coach sui messaggi e in una intervista straordinaria, Jamie Heaslip è sembrato mettere in dubbio il diritto di Declan Kidney di selezionare la squadra. Poco sorpendente che l'Ireland necessitasse della chimica aggregante di una vittoria esterna.

Le partite del sabato erano state istruttive, nessuna più di quella a Roma. Il Wales è una squadra mediocre, altamente dipendente dalle capacità di James Hook. La sensazione al fischio finale è stata che Cardiff non sarà un posto più intimidatorio del Murrayfield.
In ogni caso, la forma mostrata dall'Italia sarà un problema per Declan Kidney guardando ai mondiali in ottobre a Dunedin. Contrariamente all'Irlanda, Nick Mallett ha forgiato una linea di trequarti che corre negli spazi e non addosso agli avversari, e avanti che han veramente compreso che la continuità di gioco è prodotta da offload fatti rapidamente.
Martin Castrogiovanni è stato una rivelazione per il modo in cui teneva viva la palla nel campo aperto e il senza pari Sergio Parisse ha mostrato a Heaslip e Sean O'Brien come un back-row intelligente debba agire come tramite tra backs e forwards.
L'Italia, al contrario dell'Irlanda, di fatto ha scelto di mettere la gente negli spazi. Solo una giornata disastrosa in rimessa e una insufficiente precisione nei piazzati li ha prevenuti da una clamorosa vittoria.

Scotland godeva di un gran vantaggio in rimessa e voleva chiaramente targettare la mischia ordinata irlandese. Il pack scozzese era pieno di gente grande e grossa per restringere i potenziali bersagli dei lancidi Rory Best e l'Ireland non è mai stata in controllo lì. Come prevedibile, è tutto ulteriormente peggiorato all'ingresso del tallonatore Sean Cronin.
Moray Low, Ross Ford e Allan Jacobsen non sono cambiati rispetto alla linea imbarazzante con la Francia. Ciò dice qualcosa riguardo alla nuova mischia irlandese, non più quella che ci faceva trattenere il respiro alla introduzione, ora presenta dei punti deboli. I miglioramenti nella mischia sono bilanciati negativamente dal fallimento in rimessa laterale.
Più di dieci anni fa, Jim Telfer diede al suo Paese (la Scozia, ndr) un game plan semplice, basato sulla aggressività sul punto di contesa. Ieri con Andy Robinson, è sembrato che il tempo si fosse fermato e il suo team giocasse un gioco antico, con gli aventi a portar palla e mantenere il possesso fin che un varco apparisse.
Ireland ha giocato pochi possessi, ferite auto inflitte e gioco povero dei trequarti. Ronan O'Gara ha fatto la differenza. Due grandi calci nella prima mezz'ora han dato la posizione in campo da cui l'Irlanda ha approfittato per marcare 14 punti.
Dopo una settimana spesa a discutere sul numero di punizioni concesse, gli irlandesi erano in fuorigioco alla prima ruck. Nonostante il bonus dei sette punti dalla meta di Heaslip, le punizioni contro piovevano spesse e venivano concesse opportunità a un team incapace di marcar mete. Cinque punizioni nei primi venti minuti, tre delle quali piazzabili.
A fine del primo tempo il conto delle punizioni era 9-2 contro l'Ireland. Eppure l'arbitro Nigel Owens era lieve contro gli infringimenti seriali degli irlandesi, mentre brandiva il cartellino giallo a Jacobsen dopo due falli in mischia ordinata. Dopo l'eccentrico modo di punire la mischia francese di George Clancy's sabato e la mancata espulsione di Nick Easter, c'è qualcuno sorpreso che giocatori e coach siano confusi?

Non c'è dubbio che le scelte di Kidney riflettessero la pressione della necessità di una vittoria a tutti i costi e, con O'Gara, Ireland aveva il massimo dei piazzatori e l'uomo più in grado di implementare strategie di controllo della gara.
La Scozia è stata semplicemente inguardabile. Heaslip s'è solo buttato avanti quando Nick de Luca ha caricato l'attaccante sbagliato e Eoin Reddan ha fatto lo stesso tra il medesimo caos difensivo.
Ma Ireland si rendeva vincere estremamente difficoltoso. O'Brien si faceva beffe del modo di placcare degli scozzesi ma raramente la pulizia delle ruck risultava efficace. Ha fatto gran scorribande in campo e ha lasciato la difesa intimidita dai numeri, ma gli scozzesi hanno avuto molto tempo per recuperare.
Cambiamenti nel personale non sono il problema di Kidney. Il vero problema è chiaramente il morale, l'organizzazione e gli obiettivi. Vincere laTriple Crown potrebbe mascherare i fallimenti e postporre la chirurgia radicale necessaria.

George Hook, Irish Independent

13 commenti:

ringo ha detto...

Sì sì, ma intanto ce l'hanno tirata - o gufata, meglio - per la trasferta in Scozia...

Abr ha detto...

E va beh, noi siamo qui a sbatterci di tecnica e tattica e informazione globale, per dare un minimo contributo alla sporvincializzazione del rugby italico (che non è provinciale perchè si gioca poco nelle grandi città, con buona pace di gran parte dell'informazione dedicata) e sul più bello ti piomba il Socio papape papale, tutto ucci ucci, gatti neri, civette e surtileggi, ma come si fa, non si interrompe un sogno ...
Va ben, lo perdoniamo nel ricordo dell'immortale Nereo Rocco ;)

ringo ha detto...

Ahahahah. Ma quale? Quello del "vinca il migliore!". "Speremo de no"?
Interessante spunto sui mezzi d'informazione dedicata: noi, piccolo blog passionale, ci muoviamo compatibilmente con i nostri impegni. Le grandi testate disertano le celtiche quando giocano sul suolo italiano - si affidano ai collaboratori, che per lo meno sono del territorio e quindi - magari - conoscono meglio la realtà in questione. Però è indice di molte cose, diciamo. Mentre le straniere, soprattutto con l'Heineken, hanno al seguito tutti i cronisti possibili, con un fiorire di radio che raccontano la partita.

catoplepa ha detto...

Mi pare un po tragico Mr.Indipendent, a quanto pare invidia parecchio questa mediocre Italia o sbaglio? Io sono positivo, abbiamo fatto una bella gara, con maggiore freddezza e precisione possiamo fare un bel mondiale!

ringo ha detto...

Tragico o meno, è che in Irlanda quattro anni fa hanno visto la nazionale uscire al primo turno ai Mondiali: d'accordo, era un girone difficile, ma quegli irlandesi fecero una pessima figura anche contro la Namibia. E il giornalista Irish teme che questo gruppo arrivi in NZ come arrivò in Francia: senza strategia. Per due anni avevano lamentato la scarsità di idee di O'Sullivan, ora lo fanno con Kidney - fermo restando che QUESTA sia l'Irlanda che andrà al Mondiale: personalmente ho qualche dubbio.

Alessandro Cossu ha detto...

A me piace molto leggere il vostro blog e apprezzo molto lo sforzo organizzativo che fate per dare aggiornamenti puntuali su ogni torneo, perché non fornite analisi di corto respiro e fornite argomentazioni - su cui si può dissentire o meno - basate su un'analisi tecnica solida. Una cosa che ho apprezzato molto è il fatto che, a differenza dei molti siti di argomento rugbistico spuntati in Italia e affetti da strabismo "calcistico", voi avete analizzato l'evoluzione - e le involuzioni, talvolta - della Nazionale sotto la guida di Mallett senza isterismi. La capacità di analizzare i fatti tecnici (e pure la psicologia...) con sicurezza e competenza è la condizione necessaria per informare correttamente e per proporre giudizi non effimeri. Dal basso della mia esperienza di (scarso) giocatore ai tempi dell'università ho potuto riconoscere, nelle vostre pagine, l'esperienza di chi a rugby ci ha giocato e ha la passione e la lucidità per parlarne: perciò vi leggo! Ora smetto, sennò qualcuno pensa che mi pagate per segnalarvi gli articoli. Continuate cosí, però.
P.S. Mio figlio si è dovuto accontentare di un piatto d'amatriciana, dopo Italia-Galles vista assieme al Flaminio, ma in compenso gli è venuto l'appetito rugbistico (ha solo sei anni), dato che si è voluto guardare Inghilterra-Francia in tv e ha voluto rivedere la partita col Galles il giorno dopo su Sky.

Abr ha detto...

Alessandro, la gente oramai lo sa che sei il nick di uno di noi ... scherzo, e ti ringraziamo per il supporto e gli spunti che ci offri. Sono i lettori come te che ci motivano a continuare.
Del resto, con le "lenzuolate" analitiche che pubblichiamo e le dirette che ci sbattiamo, attuiamo una poderosa "selezione all'ingresso" che scoraggia i gossippari, i bandieroni e quelli del "clamoroso al Cibali".
Per loro c'è abbondanza di fonti. Noi preferiamo la nostra nicchia. Perchè parafrasando "300", THIS IS RUGBY.

Tattica perfetta col figlio, Alessandro: il rugby è un virus che si trasmette dagli occhi, per tramite dei parenti ...

Abr ha detto...

@ cato: l'articolo è certamente critico, molto critico, non solo nei confronti dell'Irlanda ma di tutte le celtiche: "Galles mediocre", "Scozia inguardabile".
Ma ha il pregio di esser puntuale e di non "personalizzare": è la differenza tra l'approccio costruttivo e quello calciottardo.

Poi uno può esser d'accordo o meno (difficile essere in disaccordo secondo me), ma si è lontani dai loop "Dondi è un cretino" (non lo è, believe me, casomai è troppo furbo) e Mallett non sa allenare (non è vero, casomai è troppo bravo e troppo allenatore più che selezionatore), il tutto sostenuto con veemenza da illustri non-so-chi.

In Italia non trovi analisi di questo tipo (a parte RR): quelli che sanno stanno zitti (sono ancora nel film degli alchimisti, secondo cui la conoscenza se la condividi, la perdi) e quelli che non sanno sbraitano le loro noiose convinzioni e i loro risibili "come avevamo anticipato".
I giornalisti "educati" dal calcio preferiscono l'analisi del labiale a quella tecnica. Del resto si fa meno fatica.
Dopotutto meglio così, meno concorrenza per noi!

Alessandro Cossu ha detto...

Avendo ora vinto la resistenza di mia moglie a farlo giocare a rugby, conto di farlo iniziare al piú presto a giocare davvero, perché non c'è nulla di meglio per farsi contagiare dal virus in maniera irrimediabile... Semel rugbysta, semper rugbysta, se mi passate il latino maccheronico.

Abr ha detto...

.. e vedrai che la moglie, superate le comprensibili paure che si faccia troppa bua, diventerà la sua prima tifosa.
Appena vedrà come crescerà solido, determinato, "principled", poco fregnone come dicono a Roma e ... stanco da morire la sera.

catoplepa ha detto...

I timori del giornalista Irish sono comprensibili ripensando al mondiale Francese, comunque non concordo sul lato tragico. L'Irlanda rimane una squadre capace di vincere con tanto di Grand Slam un torneo lungo e difficile come il VI Nations. A 2 anni di distanza hanno perso sicuramente perso qualcosa per strada, ma credo che ritroveranno morale e gioco. Quante partite mancano al mondiale, 4 o 5? Pensi che ritoccheranno i 15 di molto?

catoplepa ha detto...

ps : mi aggancio ai complimenti di Alessandro, trovo i vostri articoli completi e appassionanti. Concordo con il vostro punto di vista su Mallet, per me e' un bravissimo allenatore, ha fatto un buon lavoro con la nostra Nazionale.

Abr ha detto...

Tnxs Cato per i complimenti ma soprattutto per frequentarci.
Quanto all'Irlanda, non credo che ritoccheranno molto, solo qualche inserimento tipo il recupero di Sean O'Brian. Anche la diatriba Sexton-O'gara: se Kidney si sveglia, comprende che O'Gara è un closing pitcher come Wilko, utile e capace sempre ma indispensabile nei finali.

Ciò perchè questo è per Kidney, ma anche e soprattutto perchè non è che bussino alle porte Verdi chissà quanti altri campioni.
L'Irlanda ha due problemi grossi: il logoramento, accelerato e reso evidente post tournee Lions 2009 (sono impressionato dall'anonimato in cui è piombato Fitzgerald solo per fare un esempio, uno che allora sembrava dover spaccare tutto; che dire poi di d'Arcy?), e la decisione di intraprendere con forze logore un cammino rischioso verso un gioco più aperto.
Chissà che quell'unico, storico grand slam potrebbe rimanere l'achievement massimo (coppe e campionati a parte) di una generazione eccezionale.
(Siamo ottimisti pro domo nostra ...)

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)