Geopolitica ovale
Ce l'hanno un po' tutti con l'Inghilterra di Martin Johnson, non solo la Francia di Marc Lievremont che ieri ha aperto le danze in attesa del big match di sabato a Twickenham, quando le due contendenti spariglieranno questa edizione del Six Nations. Tutti ce l'hanno con il più forte. Se infatti un anno fa era i transalpini i favoriti, i pesi ora sono cambiati e le dichiarazioni del tecnico francese tradiscono un certo nervosismo. Perché se è vero che punzecchiare e istigare l'avversario è una strategia, bisogna per sempre capire che tipo di strategia sia.
Lievremont ha del malcontento da gestire, certe ferite faticano a rimarginarsi e quella lasciata dall'Australia a novembre è stata profonda, al di là del fatto che è passato del tempo e che bisogna guardare avanti. C'è frizione con i club, con la federazione. Occorre una prova convincente - e vincente va da sé - in casa del nemico, dopo la trasferta a Dublino dove i galletti hanno sì portato a casa il risultato, ma il loro blu era sbiadito. Dunque, bisogna galvanizzare il proprio gruppo e sperare di far arrabbiare l'Inghilterra nell'intento di non farla ragionare tranquillamente. "Non ci piacciono ed è meglio dire piuttosto che essere ipocriti", ha affermato Lievremont, come se dall'altra parte della Manica già non lo sapessero, e facendosi ambasciatore dei desideri delle altre protagoniste, che avrebbero scaricato su di lui il compito di bloccare l'avanzata degli uomini di sua maestà.
"Li rispettiamo. Per quanto mi riguarda rispetto ognuno di loro. Ma noi apprezziamo i nostri cugini italiani con i quali condividiamo lo stesso stile di vita. Apprezziamo i celti e la loro convivialità. Non ci piacciono gli inglesi". Che un francese apprezzi i cugini italiani sembra una barzelletta. Risulta più convincente la seconda affermazione: galli e celtici che si alleano contro la perfida Albione, non sarebbe certo la prima volta nella lunga storia d'Europa.
Adesso viene il bello perché il generale Lievremont deve pretendere dalla sua truppa di espugnare la fortezza nemica. Dove l'altro comandante in capo, Johnson, non cede alle provocazioni, adottando la stessa linea usata con Warren Gatland prima del match contro il Galles. "Se ho letto bene le dichiarazione di Marc, ha detto che ci rispetta come squadra", ha detto nel corso di un incontro con la stampa. Notare come abbia dato del tu al collega. E ricordarsi di come, storicamente, l'Inghilterra se la sia cavata, pur trovandosi sola e circondata da nemici.
Agli inglesi importa solo lavorare al momento, stando alle note ufficiali, dal momento che "queste grandi partite sono ciò per cui lavoriamo". "Alla gente piace battere l'Inghilterra. E' una questione storica e per la maggior parte nemmeno rugbistica. Questo è ciò che rende questo torneo divertente e la gente si diverte".
Napoleone però non si fece grandi risate, a conti fatti.
Venendo all'aspetto puramente tattico, nel XV scelto da Lievremont per "Le Crunch" di sabato non ci sono né Morgan Parra né Damien Traille che vanno ad accomodarsi in panchina: Dimitri Yachvili va in mediana a portare l'esperienza sempre da Biarritz tolta dal centro e Yannick Jauzion si schiera come primo centro a fianco di Rougerie. Molto sorprendente la scelta in mediana anche alla luce della precisione nei piazzati mostrata da Parra: forse si tratta della ricerca di solidità e consistenza, dell'eliminazione di ogni fronzolo e rischi connessi, dopotutto la Francia risolse la partita con l'Irlanda grazie a una azione lineare e perfetta innescata proprio dal mediano di Biarritz. A proposito del nervosismo di cui si faceva cenno, anche se Lievremont declassa il tutto a "sano turnover" in ottica mondiali. Clement Pointrenaud cede il posto di estremo a Maxime Medard ("a Dublino non è entrato in partita", afferma Lievremont, senza dire che s'attendeva più gioco al piede dagli irlandesi che non c'è stato) e Vincent Clerc va a rimpiazzarlo all'ala forte, mentre viene confermato Huget a destra nonostante qualche errore ("ha il potenziale", insiste Lievremont). Nel ruolo di openside flanker il coach deve fare a meno del flessibile Julien Bonnaire (caviglia dolorante) e opta per la massa di Sebastien Chabal, forse temendo l'altra massa dell'altro "parigino" Haskell. Nessun cambio nei primi cinque davanti, com'era ovvio. In panchina due prime e un seconda linea puro, nessun flanker, un mediano e due utility backs; più che in campo è nei cambi che Lievremont ci pare si prenda dei rischi.
L'allenatore della difesa, Dave Ellis, ha fissato la prerogativa: non concedere agli inglesi palloni buoni da immettere nel gioco. Specialmente a Chris Ashton, che va fermato impedendo a Flood e Youngs di giocar facile: "You watch Ashton's lines of running. He supports in midfield, runs lines, knowing that a lot of play will come back there. First and foremost, you've got to stop giving England decent ball". Tutto l'opposto di quanto fatto dagli Azzurri: "Italy gave them far too much. They were allowed to play at their own tempo. We won't let them do that". France: M Medard (Toulouse); Y Huget (Bayonne), A Rougerie (Clermont Auvergne), Y Jauzion (Toulouse), V Clerc (Toulouse); F Trinh-Duc (Montpellier), D Yachvili (Biarritz); T Domingo (Clermont Auvergne), W Servat (Toulouse), N Mas (Perpignan), J Pierre (Clermont Auvergne), L Nallet (Racing Metro), T Dusautoir (Toulouse), Chabal (Racing Metro), I Harinordoquy (Biarritz)
5 commenti:
"apprezziamo i nostri cugini italiani"
ah,davvero?da qui non sembrava.
aspetto a stretto giro di posta la solita elegante esternazione prepartita di gatland
Guardate che tra i franzosi il "ti stimo fratello" nei nostri confronti è norma diffusa. Quel che non è vero è il viceversa ...
A proposito di mentalità comune come gli piace pensare, amano auto raffigurarsi come degli "italiani perennemente incazzati".
Basta solo che ci mettiamo bene in testa di non provare ad uscire mai dal clichè del "fratellino minore" tutto simpatia, pasticci e spensieratezza ...
Non vale solo per loro, checchè ne dicano i giornaletti: è lo stesso anche tra gli anglosassoni, con qualche pruderie da complessi di inferiorità freudiani in più (raderebbero al suolo Bath pur di dimenticare chi gli portò l'acqua corrente e le case in muratura).
Confermo: quando ho avuto modo di parlare con qualche francese (in inglese), dimostrava il colloquiante di turno apprezzamenti per casa nostra: ah che bella Roma, Napoli, Milano, Firenze; che buona la cucina italiana; che belle le vostre donne. Ecco appunto, se poi provavo ad allargare il discorso, l'attenzione del cugino veniva meno...
Posso dire? Dalal formazione mi pare che Lievremont abbia optato per il "nascondersi". Pensa al Mondiale più che a questo Sei Nazioni.
E' un bel furbetto. Così metti caso che vinca: sai che robe? L'Inghilterra che perde contro una Francia che non schiera il massimo del massimo?
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