Abundandis in abundandum
Come direbbe Totò nel mentre che detta la lettera per salvare il nipote dalle grinfie una signorina della rivista. Ma qui non si tratta di una commedia, quanto di stretta attualità. Coach Martin Johnson continua a tenere concentrata la truppa inglese che nel fine settimana dovrà vedersela con la Scozia: sulla carta, l'Inghilterra parte favorita nel faccia a faccia che vale tra le altre cose la Calcutta Cup, ma il tecnico non molla la strategia di low profile nelle dichiarazioni perché l'euforia, si sa, può giocare brutti scherzi. Tant'è, in queste prime ore della nuova settimana che ci porta alla quarta giornata di Six Nations c'è chi aggiunge nomi alla lista del gruppo di Johnno. E non è uno tra i tanti, ma Brian Moore, l'ex tallonatore della nazionale con la rosa tatuata sul petto e dei British Lions. Oggi fa il commentatore e, dando un'occhiata alla partita tra Leicester Tigers e Saracens, ha concluso che Johnson in vista dei Mondiali neozelandesi potrebbe fare un pensiero a Manu Tuilagi e Matt Stevens (nella foto).
Il primo è il trequarti dei campioni inglesi che è salito alla ribalta per la meta segnata sabato pomeriggio contro i Sarries: una serie di sportellate mentre correva lungo la fascia, andando a schiacciare palla alla bandierina. In realtà, il giovanotto (classe '91, nato samoano, ma oramai 100% English man) ha solo messo la ciliegina sulla torta ad una stagione che fino a questo punto l'ha visto migliorare di partita in partita, ha ricordato Moore prima di sottolineare che ha la fortuna di giocare con i due mediani della nazionale, Ben Youngs e Toby Flood. Insomma, si ritroverebbe con i compagni di club e la cosa faciliterebbe il suo ingresso "internazionale".
Il secondo è il pilone sudafricano pure lui naturalizzato che dopo essere finito al centro della bufera per essersi fatto beccare con della cocaina in corpo ai tempi di Bath, ha smaltito i due anni di squalifica tenendosi allenato con la boxe e altre discipline tonificanti come il ju jitsu. Ora è di nuovo sul campo, i Saracens hanno scommesso su di lui e lui li ha ripagati mettendo in difficoltà con un rivale qualsiasi, ma Martin Castrogiovanni. D'altra parte, prima di combinare la frittata, Stevens ha collezionato 32 caps con l'Inghilterra tra il 2003 e il 2008.
"C'è chi dice che non abbia buone mani", scrive Moore in merito a Tuilagi, ma c'è gente con qualità gestuali non lontane dalle sue. E poi, sarebbe il rincalzo quasi perfetto di Mike Tindall: due secondi centri fisicamente portentosi, due badili al posto delle dita se vogliamo, uno vecchio, l'altro giovane. Se Tindall fosse il numero 13 titolare in Nuova Zelanda, sulla lunghezza di una Coppa del Mondo il fiato aggiunto da Tuilagi farebbe molto comodo.
Stevens, da parte sua, oltre agli skills in mischia, ha saputo portare palla e ha esperienza: il dubbio è che se Andy Sheridan dovesse ritrovarsi nuovamente azzoppato, Johnson potrebbe puntare su Alex Corbisiero dei London Irish, ormai destinato a chiudere il 6 Nazioni nel gruppo nazionale. E però, un sostituto non fa mai male.
Insomma, qualcosa bolle in pentola. Poi tocca al cuoco, si sa.
Il primo è il trequarti dei campioni inglesi che è salito alla ribalta per la meta segnata sabato pomeriggio contro i Sarries: una serie di sportellate mentre correva lungo la fascia, andando a schiacciare palla alla bandierina. In realtà, il giovanotto (classe '91, nato samoano, ma oramai 100% English man) ha solo messo la ciliegina sulla torta ad una stagione che fino a questo punto l'ha visto migliorare di partita in partita, ha ricordato Moore prima di sottolineare che ha la fortuna di giocare con i due mediani della nazionale, Ben Youngs e Toby Flood. Insomma, si ritroverebbe con i compagni di club e la cosa faciliterebbe il suo ingresso "internazionale".
Il secondo è il pilone sudafricano pure lui naturalizzato che dopo essere finito al centro della bufera per essersi fatto beccare con della cocaina in corpo ai tempi di Bath, ha smaltito i due anni di squalifica tenendosi allenato con la boxe e altre discipline tonificanti come il ju jitsu. Ora è di nuovo sul campo, i Saracens hanno scommesso su di lui e lui li ha ripagati mettendo in difficoltà con un rivale qualsiasi, ma Martin Castrogiovanni. D'altra parte, prima di combinare la frittata, Stevens ha collezionato 32 caps con l'Inghilterra tra il 2003 e il 2008.
"C'è chi dice che non abbia buone mani", scrive Moore in merito a Tuilagi, ma c'è gente con qualità gestuali non lontane dalle sue. E poi, sarebbe il rincalzo quasi perfetto di Mike Tindall: due secondi centri fisicamente portentosi, due badili al posto delle dita se vogliamo, uno vecchio, l'altro giovane. Se Tindall fosse il numero 13 titolare in Nuova Zelanda, sulla lunghezza di una Coppa del Mondo il fiato aggiunto da Tuilagi farebbe molto comodo.
Stevens, da parte sua, oltre agli skills in mischia, ha saputo portare palla e ha esperienza: il dubbio è che se Andy Sheridan dovesse ritrovarsi nuovamente azzoppato, Johnson potrebbe puntare su Alex Corbisiero dei London Irish, ormai destinato a chiudere il 6 Nazioni nel gruppo nazionale. E però, un sostituto non fa mai male.
Insomma, qualcosa bolle in pentola. Poi tocca al cuoco, si sa.
3 commenti:
Eh, cose che capitano a chi ha dodici o quattordici club e non solo due o anche quattro "franchigie" (nel senso vero del termine cioè "organizzazioni autorizzate" e non come si crede qui, federazioni di club o emanazioni federali). Da lì, facile che ci siano almeno tre - sei "buoni", aborigeni o "naturalizzabili" (pacifici o sudafricani nel caso inglese, africani e tra un po' maghrebini nel caso francese) per ogni singolo ruolo.
Potenza della statistica e della logica - e di campionati competitivi, guarda caso anche se ripieni di stranieri.
Potenza delle spirali virtuose, via.
Riguardo il presunto vantaggio di Stevens su Castrogiovanni , riporto un pezzettino dal forum di planetrugby.com ...
"Magpie26 wrote on Mon, 07 March 2011 12:10
Quote:
Indeed, the Italian’s limitations were demonstrated when he was made to bind legally on Stevens’s shirt, as opposed to the illegal binding on the arm of opponents, which gives him an unfair advantage.
I thought the refs had wised up to this a while ago with Castro, seems not Sad
Endquote
4071 Wrote
They wised up - Castro was made to bind properly on Stevens' shirt. Stevens, on the other hand, was allowed to drop his bind entirely and drive up and across Castrogiovanni.
As long as Stevens is allowed to do that in every game, he will be a potent threat at scrum time."
In effetti veramente molto dubbio il CP preso da Castro (che ha dato il vantaggio ai Sarries); pesantemente criticata la decisione arbitrale perchè Stevens poggia il braccio a terra e fa un "boring in" da manuale...
L'ho vista. Castro difatti s'è molto lamentato. Però però ... l'impressione mia complessiva è che (a) avesse ragione ma (b) che un po' Castro "l'abbia lasciato fare", nel mettersi di traverso così facilmente e "bene" per la prospettiva dell'arbitro.
Difatti, ho aggiunto di mio pugno al pezzo di Ringo: era come se in fondo a Castro. non importasse granchè esser lì, s'è fatto prender troppo all'amo come un pischello. E va ben che può capitare anche a Mas (vedi Eng - Fra).
Nella valutazione del gioco dei piloni, come ben sai l'utilizzo dei "trick" va sempre messo nell'equazione, assieme al terzo elemento (dopo l'esperienza) che è la preparazione dell'arbitro.
Io credo che non stiamo parlando di verginelle, e che si conoscano bene tutti, anche se Stevens è come se fosse nuovo (ma Castro è entrato nel secondo tempo, un po' se lo sarà studiato live). E che i tre "pilastri" (esperienza, trick, arbitro) facciano tutti e tre parte del gioco, si sa e lo sanno.
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