Finito il Carnevale, è già ora di Quaresima
Prime uscite dei vice italiani Troncon (responsabile trequarti) e Orlandi (responsabile avanti) in conferenza stampa, a delineare l'impegno con la Scozia al Murrayfield e la ripresa degli allenamenti.
Dato il clima di euforie che ci (ri-) anima, faremo una eccezione alle nostre regole segrete e riprenderemo, commentandole, le considerazioni più tecniche che han condiviso coi giornalisti.
Tanto per iniziare c'è la conferma in blocco, come visto e piaciuto, dei 23 selezionati del Flaminio ultimo (i 22 in campo più Alberto Sgarbi), cosa che toglie dal tappeto uno degli argomenti più "silly" - chi c'è, chi manca, ma quello è fuori ruolo etc.etc.
Prima di analizzare, facciamo il punto sulla vexata questio del Wooden Spoon, il mitico Cucchiaio (virtuale) di Legno che contrariamente alla vulgata ancora corrente dopo tutti questi anni, non è ancora evitato. Esso infatti non spetta semplicemente alla squadra che perde tutte le partite (quello dicesi whitewash) , bensì all'ultima arrivata nel Torneo, indipendentemente dal numero di sue vittorie.
Ora, in classifica l'Italia ha 2 punti ma una differenza tra punti fatti e subiti pari a meno 55, mentre la Scozia è a zero punto ma con differenza migliore della nostra, meno 40. Dato che il criterio per stabilire la classifica a parità di punti è proprio la differenza tra punti fatti e subiti lungo tutto l'arco del torneo, se ne deduce che alla Scozia basterà vincere, anche solo di un punto, per evitare il Cucchiaio e di conseguenza rifilarcelo a noi per la nona volta in dodici partecipazioni (con 5 whitewash). In compenso agli Azzurri basterebbe il pareggio per evitarlo e rifilarlo alla Scozia ... Tenetelo presente.
Ciò chiarito - quindi concentrazione massima e niente euforie, meglio anzi una buona scorta di "sana paura", piedi ben saldi per terra e tanta sacchiana straordineria umiltè, gli eterni bagagli dell'italiano vincente - andiamo pure a sentire Troncon e Orlandi.
“Sottovalutare gli scozzesi sarebbe il più grave degli errori” ha detto ben cominciando Alessandro Troncon, “e si tradurrebbe quasi sicuramente in una pesante sconfitta". Meno male, le lezioni servono, diamo per evitata quindi una Twickenham Due la Vendetta, non andremo là con l'idea di sfidare i cagnacci anglosassoni dentro la loro cuccia a chi fa più male a morsi.
"Contro la Francia la nostra capacità di dominare fisicamente nell’uno contro uno ha fatto la differenza, è la stessa ricetta con cui dobbiamo andare ad affrontare gli scozzesi a casa loro”. Parole sante, e mi piace non parli da arretrato di "attacco" o "difesa", il concetto di dominanza sul punto di contatto vale sempre. Non è solo questione di forza e neppure di uno-contro-uno: non so se avete fatto caso come arrivano adesso i nostri sostegni, mica si buttano sopra o addosso subito (solo Mirco lo fa ancora): aspettano un attimo, inquadrano il potenziale grillotalpa e zac, lo tolgono di mezzo. Grande tecnica. Così come in fase di possesso, ognuno faceva almeno un passo o un metro strisciante in più al placcaggio. Coi francesi abbiamo dominato il punto di contatto e bisognerà insistere su quella strada, ma non basterà con gli scozzesi che vanno a nozze con lo schema "giù il gettone, vince chi corre e spigne di più" (sono un po' "montanari", loro).
“Andrea Masi ha giocato una grande partita – ha aggiunto Troncon – sfruttando al meglio tutte quelle che sono le sue peculiarità come giocatore, avanzando e leggendo con grande abilità i sostegni: adesso dovrà confermarsi, probabile che ne abbia opportunità già ad Edinburgo”. Troncon ci rivela che con tutta probabilità Masi verrà schierato estremo (e Luke McLean? Apertura no, figurarsi: potrebbe finire all'ala, a fermare Max Evans ... ). Con ciò sembra pensare che la Scozia farà uso del gioco tattico - quindi magari schierando Parks dall'inizio - mentre non è detto, a maggior ragione dopo che avran visto anche loro questo Masi. Con l'Inghilterra poi, ma anche con la Francia, i Cardi sono sempre ripartiti palla in mano almeno a inizio gara, occhio quindi.
Sarà piuttosto fondamentale puntare costantemente i riflettori al centro e al largo, serrando bene i ranghi: lì le provano tutte con insistenza per passare, con Sean Lamont, Joe Ansbro e, pericolo pubblico numero uno , Max Evans, un furetto scattoso e potente di gambe. Non si potrà semplicemente aspettare che facciano il solito offload di troppo, o perdano palla con scelte poco meditate, bisognerà forzarli all'errore con tanta attenzione e prevenzione all'offload, senza perà uscire troppo dalla linea coi blitz da linebaker Nfl.
In mediana non dovrebbero esserci problemi: loro mettano chi gli pare, il nostro playmaker è Fabio Semenzato di fisso; se all'apertura sceglieranno di iniziare con Luciano Orquera - che in fase difensiva si sposta al largo (occhio a diventar target!) - è per tener possesso, se invece metteranno subito Kris Burton sarà per tentare di sbilanciarli con alternative sorprese (anche se, con quel Paterson visto con l'Inghilterra dietro ...).
Carlo Orlandi, tecnico degli avanti, pare avere una visione chiara del perchè alla fine abbiamo vinto di un solo punto con la peggior Francia mai vista, pur dominando quasi ogni singola collisione e aldilà delle differenze nei potenziali individuali: “Ci aspettavamo una Francia forte in mischia ordinata (...), forse c’è stato qualche individualismo di troppo, ma soprattutto nel finale i nostri avanti sono stati bravi a non perdere lucidità ed a non farsi fischiare contro un calcio di punizione che avrebbe potuto costarci la sconfitta”. La disciplina è stata fondamentale lungo tutto l'arco della gara e lo sarà anche al Murrayfield, non solo in mischia ordinata.
Individualismi: ah beh, con cinque su sei della prima linea nel medesimo campionato, il duello era nell'aria; qualcuno dei nostri (uno biondo tinto in particolare ...) ha provato a fare il pistola solitaria e ogni volta che loro son partiti in seconda spinta, ci han rollato la maglietta. Quanto a quella mischia finale, stendiamo un velo e ringraziamo l'arbitro vah ...
“Anche l’ingaggio in mischia – prosegue l’ex tallonatore – non è stato soddisfacente, abbiamo ingaggiato un po’ alti ed è qualcosa su cui lavoreremo in vista della partita con la Scozia, che in mischia è meno maliziosa ma più scorretta dei francesi". L'anno scorso Allan Jacobsen stava per fregarci quasi da solo: corto, ben piantato, è uno di quelli che Castrogiovanni non può soffrire. Si fa presto a dire "ingaggiar bassi" ... E tornerà Euan Murray, uno dal grande passato che non ha fatto belle figure nelle due gare sinora disputate, quindi ha gran bisogno di riscatto davanti al suo pubblico.
Continua Orlandi: "Gli scozzesi contro l’Inghilterra han fatto vedere tanta aggressività e tanta voglia di portare avanti il pallone, anche se hanno finalizzato poco per quanto hanno costruito: sappiamo che ci aspetta un’autentica battaglia sabato a Murrayfield”. Analisi corretta. Sull'uno contro uno, personalmente credo gli Azzurri siano superiori: tutto 'sto gran parlare delle Killer Bee's, ammesso e non concesso ne recuperino almeno due dopo la botta presa da Banahan, non le scambierei con Barbieri Zanni e Parisse del Flamino. Qualche problmemino invece potrebbe sorgere in seconda linea, dove Al Kellock e Richie Gray son due alti e aggressivi e anche molto dinamici, sempre a disturbare le rimesse avversarie.
Ecco, Orlandi non ne parla (come non parla mai di maul) ma c'è da pensare - e temere - che la supremazia aerea possa rappresentare una delle chiavi di una gara altrimenti molto equilibrata. Lì saremo sulla difensiva, basterebbe riuscire a perderne una o due sole. E col Ghiraldini probabilmente in campo, a risentirne tutta la pressione ...
Errori e indiscipline - speriamo più loro che nostre - a parte. Hey, abbiamo detto disciplina, sapete chi sarà l'arbitro? Steve Walsh. Almeno così asserisce il sito ufficiale del Six Nations, anche se originariamente era annunciato Alain Rolland - un trombone protagonista che c'è sempre piaciuto poco. Certo che però Walsh ... Neozelandese, ora trasferitosi in Australia, è stato sospeso due volte in carriera per inappropriate behavior (litigi nel corso di partite) nel 2003 e nel 2009, doveva esser radiato invece è tornato da poco nel giro che conta - SuperRugby e Test Match. Speriamo abbia messo la testa a posto; sicuramente è arbitro assertivo, sensibile al "clima" e capace di tutto, nel bene come nel male. La mischia ordinata poi ... Ma qui sospendiamo il giudizio: il comandamento agli arbitri di "tagliar corto" coi minuetti tra ippopotami alle volte ci potrebbe anche agevolare se, invece della sfida individuale a chi ce n'ha di più, riusciremo ad usare il cervello anche lì sotto.
Ultimo elemento, quello psicologico: l'esaltazione per la vittoria e la convinzione che essa sola ti instilla - sono bravo, funziona tutto, possiamo farcela - può venir sfocata appena entri nell'arena avversa, lontano dal pubblico amico che ti sostiene. Non siamo gli All Blacks noi, non abbiamo una Haka per caricarci e "committarci" da soli; chiunque abbia giocato sa cosa significa trovarsi "in 15 contro tutti". A maggior ragione al Murrayfield, dove già l'Inno ti scioglie, vorresti fosse il tuo; invece sei nel mezzo di un Paese dove manco gli Antichi Romani riuscirono ad arrivare - o vollero, il che a pensarci è pure peggio.
Dato il clima di euforie che ci (ri-) anima, faremo una eccezione alle nostre regole segrete e riprenderemo, commentandole, le considerazioni più tecniche che han condiviso coi giornalisti.
Tanto per iniziare c'è la conferma in blocco, come visto e piaciuto, dei 23 selezionati del Flaminio ultimo (i 22 in campo più Alberto Sgarbi), cosa che toglie dal tappeto uno degli argomenti più "silly" - chi c'è, chi manca, ma quello è fuori ruolo etc.etc.
Prima di analizzare, facciamo il punto sulla vexata questio del Wooden Spoon, il mitico Cucchiaio (virtuale) di Legno che contrariamente alla vulgata ancora corrente dopo tutti questi anni, non è ancora evitato. Esso infatti non spetta semplicemente alla squadra che perde tutte le partite (quello dicesi whitewash) , bensì all'ultima arrivata nel Torneo, indipendentemente dal numero di sue vittorie.
Ora, in classifica l'Italia ha 2 punti ma una differenza tra punti fatti e subiti pari a meno 55, mentre la Scozia è a zero punto ma con differenza migliore della nostra, meno 40. Dato che il criterio per stabilire la classifica a parità di punti è proprio la differenza tra punti fatti e subiti lungo tutto l'arco del torneo, se ne deduce che alla Scozia basterà vincere, anche solo di un punto, per evitare il Cucchiaio e di conseguenza rifilarcelo a noi per la nona volta in dodici partecipazioni (con 5 whitewash). In compenso agli Azzurri basterebbe il pareggio per evitarlo e rifilarlo alla Scozia ... Tenetelo presente.
Ciò chiarito - quindi concentrazione massima e niente euforie, meglio anzi una buona scorta di "sana paura", piedi ben saldi per terra e tanta sacchiana straordineria umiltè, gli eterni bagagli dell'italiano vincente - andiamo pure a sentire Troncon e Orlandi.
“Sottovalutare gli scozzesi sarebbe il più grave degli errori” ha detto ben cominciando Alessandro Troncon, “e si tradurrebbe quasi sicuramente in una pesante sconfitta". Meno male, le lezioni servono, diamo per evitata quindi una Twickenham Due la Vendetta, non andremo là con l'idea di sfidare i cagnacci anglosassoni dentro la loro cuccia a chi fa più male a morsi.
"Contro la Francia la nostra capacità di dominare fisicamente nell’uno contro uno ha fatto la differenza, è la stessa ricetta con cui dobbiamo andare ad affrontare gli scozzesi a casa loro”. Parole sante, e mi piace non parli da arretrato di "attacco" o "difesa", il concetto di dominanza sul punto di contatto vale sempre. Non è solo questione di forza e neppure di uno-contro-uno: non so se avete fatto caso come arrivano adesso i nostri sostegni, mica si buttano sopra o addosso subito (solo Mirco lo fa ancora): aspettano un attimo, inquadrano il potenziale grillotalpa e zac, lo tolgono di mezzo. Grande tecnica. Così come in fase di possesso, ognuno faceva almeno un passo o un metro strisciante in più al placcaggio. Coi francesi abbiamo dominato il punto di contatto e bisognerà insistere su quella strada, ma non basterà con gli scozzesi che vanno a nozze con lo schema "giù il gettone, vince chi corre e spigne di più" (sono un po' "montanari", loro).
“Andrea Masi ha giocato una grande partita – ha aggiunto Troncon – sfruttando al meglio tutte quelle che sono le sue peculiarità come giocatore, avanzando e leggendo con grande abilità i sostegni: adesso dovrà confermarsi, probabile che ne abbia opportunità già ad Edinburgo”. Troncon ci rivela che con tutta probabilità Masi verrà schierato estremo (e Luke McLean? Apertura no, figurarsi: potrebbe finire all'ala, a fermare Max Evans ... ). Con ciò sembra pensare che la Scozia farà uso del gioco tattico - quindi magari schierando Parks dall'inizio - mentre non è detto, a maggior ragione dopo che avran visto anche loro questo Masi. Con l'Inghilterra poi, ma anche con la Francia, i Cardi sono sempre ripartiti palla in mano almeno a inizio gara, occhio quindi.
Sarà piuttosto fondamentale puntare costantemente i riflettori al centro e al largo, serrando bene i ranghi: lì le provano tutte con insistenza per passare, con Sean Lamont, Joe Ansbro e, pericolo pubblico numero uno , Max Evans, un furetto scattoso e potente di gambe. Non si potrà semplicemente aspettare che facciano il solito offload di troppo, o perdano palla con scelte poco meditate, bisognerà forzarli all'errore con tanta attenzione e prevenzione all'offload, senza perà uscire troppo dalla linea coi blitz da linebaker Nfl.
In mediana non dovrebbero esserci problemi: loro mettano chi gli pare, il nostro playmaker è Fabio Semenzato di fisso; se all'apertura sceglieranno di iniziare con Luciano Orquera - che in fase difensiva si sposta al largo (occhio a diventar target!) - è per tener possesso, se invece metteranno subito Kris Burton sarà per tentare di sbilanciarli con alternative sorprese (anche se, con quel Paterson visto con l'Inghilterra dietro ...).
Carlo Orlandi, tecnico degli avanti, pare avere una visione chiara del perchè alla fine abbiamo vinto di un solo punto con la peggior Francia mai vista, pur dominando quasi ogni singola collisione e aldilà delle differenze nei potenziali individuali: “Ci aspettavamo una Francia forte in mischia ordinata (...), forse c’è stato qualche individualismo di troppo, ma soprattutto nel finale i nostri avanti sono stati bravi a non perdere lucidità ed a non farsi fischiare contro un calcio di punizione che avrebbe potuto costarci la sconfitta”. La disciplina è stata fondamentale lungo tutto l'arco della gara e lo sarà anche al Murrayfield, non solo in mischia ordinata.
Individualismi: ah beh, con cinque su sei della prima linea nel medesimo campionato, il duello era nell'aria; qualcuno dei nostri (uno biondo tinto in particolare ...) ha provato a fare il pistola solitaria e ogni volta che loro son partiti in seconda spinta, ci han rollato la maglietta. Quanto a quella mischia finale, stendiamo un velo e ringraziamo l'arbitro vah ...
“Anche l’ingaggio in mischia – prosegue l’ex tallonatore – non è stato soddisfacente, abbiamo ingaggiato un po’ alti ed è qualcosa su cui lavoreremo in vista della partita con la Scozia, che in mischia è meno maliziosa ma più scorretta dei francesi". L'anno scorso Allan Jacobsen stava per fregarci quasi da solo: corto, ben piantato, è uno di quelli che Castrogiovanni non può soffrire. Si fa presto a dire "ingaggiar bassi" ... E tornerà Euan Murray, uno dal grande passato che non ha fatto belle figure nelle due gare sinora disputate, quindi ha gran bisogno di riscatto davanti al suo pubblico.
Continua Orlandi: "Gli scozzesi contro l’Inghilterra han fatto vedere tanta aggressività e tanta voglia di portare avanti il pallone, anche se hanno finalizzato poco per quanto hanno costruito: sappiamo che ci aspetta un’autentica battaglia sabato a Murrayfield”. Analisi corretta. Sull'uno contro uno, personalmente credo gli Azzurri siano superiori: tutto 'sto gran parlare delle Killer Bee's, ammesso e non concesso ne recuperino almeno due dopo la botta presa da Banahan, non le scambierei con Barbieri Zanni e Parisse del Flamino. Qualche problmemino invece potrebbe sorgere in seconda linea, dove Al Kellock e Richie Gray son due alti e aggressivi e anche molto dinamici, sempre a disturbare le rimesse avversarie.
Ecco, Orlandi non ne parla (come non parla mai di maul) ma c'è da pensare - e temere - che la supremazia aerea possa rappresentare una delle chiavi di una gara altrimenti molto equilibrata. Lì saremo sulla difensiva, basterebbe riuscire a perderne una o due sole. E col Ghiraldini probabilmente in campo, a risentirne tutta la pressione ...
Errori e indiscipline - speriamo più loro che nostre - a parte. Hey, abbiamo detto disciplina, sapete chi sarà l'arbitro? Steve Walsh. Almeno così asserisce il sito ufficiale del Six Nations, anche se originariamente era annunciato Alain Rolland - un trombone protagonista che c'è sempre piaciuto poco. Certo che però Walsh ... Neozelandese, ora trasferitosi in Australia, è stato sospeso due volte in carriera per inappropriate behavior (litigi nel corso di partite) nel 2003 e nel 2009, doveva esser radiato invece è tornato da poco nel giro che conta - SuperRugby e Test Match. Speriamo abbia messo la testa a posto; sicuramente è arbitro assertivo, sensibile al "clima" e capace di tutto, nel bene come nel male. La mischia ordinata poi ... Ma qui sospendiamo il giudizio: il comandamento agli arbitri di "tagliar corto" coi minuetti tra ippopotami alle volte ci potrebbe anche agevolare se, invece della sfida individuale a chi ce n'ha di più, riusciremo ad usare il cervello anche lì sotto.
Ultimo elemento, quello psicologico: l'esaltazione per la vittoria e la convinzione che essa sola ti instilla - sono bravo, funziona tutto, possiamo farcela - può venir sfocata appena entri nell'arena avversa, lontano dal pubblico amico che ti sostiene. Non siamo gli All Blacks noi, non abbiamo una Haka per caricarci e "committarci" da soli; chiunque abbia giocato sa cosa significa trovarsi "in 15 contro tutti". A maggior ragione al Murrayfield, dove già l'Inno ti scioglie, vorresti fosse il tuo; invece sei nel mezzo di un Paese dove manco gli Antichi Romani riuscirono ad arrivare - o vollero, il che a pensarci è pure peggio.
Nessun commento:
Posta un commento