lunedì 14 marzo 2011

La parata delle stelle del Sei Nazioni

Pregustavamo sin da sabato sera l'appuntamento usuale con Adam Kyriacou di PlanetRugby e la sua lista dei Top Players della quarta giornata del Six Nations. E non ci delude: seleziona con la usuale onestà intellettuale SETTE italiani nella squadra delle stelle della giornata. Esaminiamo le sue scelte (messe per prime) e commentiamole accompagnandole con le nostre (in grassetto).


15 Andrea Masi (Italy) - Non ci sono dubbi, anche se concordiamo che Chris Paterson- e il suo salvataggio di una meta fatta di Foden - meriti una menzione speciale, il posto in panchina come usiamo qui. E sorridiamo al pensiero -scusate l'off topic - di tutti quelli che strepitavano "Masi va fatto giocare nel suo ruolo, al centro!"

14 Chris Ashton (England) - Sorry Adam, ma s'è visto solo in un paio di occasioni, quando gli avversari stavano finendo il fiato. Qui ci eleggiamo tutta la vita lo Scot Max Evans, l'uomo che più ha rotto la linea avversaria nel torneo; lo mettiamo all'ala destra perchè il nr.11 è già prenotato.

13 Gonzalo Canale (Italy) - A noi piacque di più nella gara col Galles che in questa ultima; sabato comunque è stato l'autore di una delle migliori iniziative azzurre e ha annichilito il suo capitano Rougerie. In lizza c'era il gallese Jamie Roberts (attivo ma non decisivo), ma per fare i politically correct eleggiamo l'antico Brian O'Driscoll, merita per la sua meta del record.

12 Shontayne Hape (England) - Vince per mancanza di alternative credibili: Jauzion è stato cacciato dalla squadra, Garcia ha fatto il suo al rientro, Davies e d'Arcy boh, Sean Lamont nella sua peggior partita.

11 Mirco Bergamasco (Italy) - We had to go for Italy's hero, dice Kyriacou, e noi non possiamo che adeguarci. Anche se sta diventando peggio di Paterson, un bouteur dedicato alla sudafricana (in particolare in 'sto turno, visto che lo scozzese s'è molto dato da fare). Merita l'onore per aver trovato le risorse interne per vincere lo scoramento dopo due errori in fila. La trasformazione in particolare è stata il momento decisivo di una gara che fa la storia.

10 James Hook (Wales) - Che lui si sia ripreso più per forza che per amore il numero 10 dei Dragoni è un dato di fatto. Secondo noi però , e ci scuserete se saremo nostalgici, ma l'iniezione di razionalità, semplicità e certezze in campo assicurate dall'ingresso di Jonny Wilkinson, ci ha esaltato. Ideale per partite chiuse e con alto stake morale e ginocchia molli in giro come la Calcutta Cup.

9 Fabio Semenzato (Italy) - E' stata la scoperta delle scoperte. Casuale fin che si vuole, ma si trovano così anche i diamanti da 100 carati. E gli diamo pure la foto, da Man of the Men of the Matches.

8 Sergio Parisse (Italy) - E' stato veramente l'anima della squadra, dalla scorsa partita. E ora che nei momenti topici c'è Mallett che si precipita giù dalla scala (a mo' di Professor Kranz tetesco di Cermania aka Paolo Villaggio agli albori) per suggerirgli cosa è giusto fare, va di molto meglio per tutti.

7 James Haskell (England) - Un incomprensibile man of the match a Twickenham per disperazione. Noi qui votiamo Alessandro Zanni tutta la vita, uno degli artefici della vittoria.

6 Robert Barbieri (Italy) - ha sconfitto due che han giocato bene, Sean O'Brien e Tom Wood. Il guerriero che ci mancava sia in proiezione offensiva che in difesa.

5 Alun-Wyn Jones (Wales) - Partita diligente, propositiva e senza errori la sua.

4 Richie Gray (Scotland) - Non ci ha mostrato nulla di trascendentale stavolta, ha fatto anche qualche errorino avendoci abituato bene, discordiamo dalla scelta. Cipiace spostar di numero ed eleggere Carlo del Fava, a premiare un rientro "sordinato" da qualche polemica sulle rimesse laterali nelle partite precedenti, fatto di tanto oscuro, disciplinato lavoro giù in miniera e da sacrificio fisico quando ha continuato a stare in campo pur menomato. Più che titanico, un'architrave.

3 Martin Castrogiovanni (Italy) - Va bene per via della partita straodinaria in fase dinamica, ma in mischia il Marconnet, poi segato da Lievremont più per il non aver saputo far da balia ai giovanetti che per altro, a lunghi tratti l'ha proprio sofferto.

2 Matthew Rees (Wales) - Dice Adam: "we don't like to reward someone for doing something not in the laws of the game", e allora non farlo! (gli italiani non si fanno tanti problemi con chi "ce prova", preferiscono dare le responsabilità a quelli poco svegli, nel caso gli irlandesi che non si sono precipitati a bloccare la veloce, ma vabbè). Tagliamo la testa al toro, premiamo Dylan Hartley, focoso ma stavolta "con" la squadra.

1 Alex Corbisiero (England) - Buona prova ma non impeccabile. Noi diamo l'Oscar alla carriera a Sylvain Marconnet in una giornata in cui è stato uno dei pochi dei suoi a fare il suo, dimenticandoci per che squadra ha giocato.

Da sette italiani, quattro inglesi, tre gallesi e uno scozzese per PlanetRugby a otto italiani, tre inglesi, uno scozzese, un gallese, un irlandese e... un francese (che però verosimilmente non vestirà mai più la maglia Bleue) per RightRugby. Anche perchè, ce lo consentirete, per come ha giocato l'Italia nell'ultimo turno, c'è un solo posto distinto ma distanziato, per una squadra candidata al Grand Slam, l'Inghilterra, mentre tutte le altre, pari e indistinte al nostro confronto sono ...

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