Notizie dall'interno: lo sfascio Flaminio
Il Consiglio federale di Bologna ha concluso i suoi lavori sabato scorso con alcune decisioni relativamente importanti e una netta presa di posizione sulla annosa questione dello Stadio Flaminio: vedremo se sarà credibile o se è il solito perepepè.
Della divulgazione delle liste degli atleti di interesse nazionale abbiamo già riferito a parte.
Per il resto sul piano sportivo, è stato deciso che l'Accademia Federale di Tirrenia crei una squadra che parteciperà al campionato di serie A. Interessante esperimento già adottato in altri sport (volley femminile ad esempio), può apportare benefici a patto di aver scelto la categoria giusta: perdere sempre o al contrario vincerle tutte, difficilmente risulta stimolo alla crescita agonistica oltre che tecnica.
Un'altra decisione riguarda lo svolgimento del prossimo campionato di Eccellenza: in attesa dei calendari puntuali (sarà ancora afflitto da lunghe pause durante il Sei Nazioni?), sarà sempre a 10 squadre con una retrocessione/promozione e playoff a quattro; la novità è la finalissima, sarà costituita da una miniserie di tre gare dall' 11 al 27 maggio. Tant'è, in tutto il resto del mondo per le finali e non solo di questo sport di scontro e non di contatto, si preferisce giustamente l'approccio secco "alla Superbowl"; ma l'Italia è lunga e l'obiettivo è moltiplicare i pani e i pesci, capisc'ammè.
Nulla di nuovo sul noioso fronte dei diritti televisivi: la "riserva indiana" pur visibile a tutti Rai Sport trasmetterà tutto il Mondiale Junior alle porte in Veneto, mentre sarà il Board celtico a decidere (o a reperire?) la soluzione per la produzione delle partite della prossima Magners League in Italia. Ricordiamo che tali diritti non sono delle Società coinvolte; apparterrebbero alla Fir che però li cedette, in tutto o in parte, al Board della Lega per pagare il ticket di ingresso.
L'ultimo punto di rilievo, o meglio il sasso in piccionaia era già emerso venerdì alla fine della prima giornata di Consiglio. Il comunicato recita: "Il Consiglio Federale ha deciso che, in mancanza di una definitiva e rapida risoluzione delle problematiche relative allo Stadio Flaminio, gli incontri interni della Squadra Nazionale nell’RBS 6 Nazioni verranno trasferiti allo Stadio Artemio Franchi di Firenze".
Quali sarebbero le "problematiche dello Stadio Flaminio"? Usiamo la sintesi diretta e impietosa di espn-scrum: "Le strutture cadenti del vetusto Stadio, il manifesto fallimento della proprietà a rinnovare l'impianto (...)".
C'è chi afferma convinto l'impossibilità anche solo di pensare di migrare la Nazionale dalla Capitale. Peccato che come l'esser Capo - o Capitale - non sia (più) un diritto immanente affidato da Dio, bensì un fottutissimo IMPEGNO AL SERVIZIO, in era di Professionismo non ci si possa permettere di perder tempo con chiacchiere e distintivo; chi non è all'altezza dei tempi si faccia da parte (a tal triste proposito, nella foto i resti dello Stadio Filadelfia, casa del Grande Torino: della serie, mica son problemi solo romani).
Sarebbe quindi auspicabile che la Fir si fosse veramente e definitivamente "rotta" delle prese per il naso ai tifosi del rugby, italiani e non. Purtroppo è storia già vista, le precedenti ritirate non confortano: pare una "provocazione" per smuovere i dormienti Enti Pubblici preposti (ma tanto non serve a nulla: la loro è impotenza funzionale incurabile) o meglio, alzando lo sguardo fuor di Provincia, potrebbe essere un disclaimer alla RBS Ente titolare del Sei Nazioni per poter dire un domani, a fronte di probabile revoca al Flaminio per carenze e limitazioni di posti: "non è colpa mia e ho pronta l'alternativa".
Certo che anche questa alternativa, l'Artemio Franchi, ci par moderna e funzionale quanto il nome che porta (è sempre un progetto di Pier Luigi Nervi: un Maestro, solo d'altri tempi, quando uno stadio era gradoni e gabinetti, non certo parcheggi, tetto, ristoranti, Sky-Booths, merchandising e wi-fi ); ma tant'è, questo è quel che passa il convento in un Paese immobile in cui le ultime opere non infrastrutturali di rilievo risalgono al Ventennio.
Bastano pochi € a RyanAir per arrivare in un altro pianeta, al Millennium o a Twickenham - che vergogna far paragoni, e pensare che sono stati tutti edificati con importanti contributi tecnologici di imprese italiane! Da noi si pensa solo ai diritti tv, al massimo si lotta per un lifting agli atri muscosi e fori cadenti; altrove, posti ricchi di memorie come l'Highbury Park dell'Arsenal o il vecchio Lansdowne Road di Dublino sono stati abbattuti, sono diventati bei musei interni ai nuovi Emirates e Aviva Stadium; in tre anni. Macchine per far godere al pubblico pagante eventi live, non orinatoi decadenti con tribune posticce per sbandieratori.
Della divulgazione delle liste degli atleti di interesse nazionale abbiamo già riferito a parte.
Per il resto sul piano sportivo, è stato deciso che l'Accademia Federale di Tirrenia crei una squadra che parteciperà al campionato di serie A. Interessante esperimento già adottato in altri sport (volley femminile ad esempio), può apportare benefici a patto di aver scelto la categoria giusta: perdere sempre o al contrario vincerle tutte, difficilmente risulta stimolo alla crescita agonistica oltre che tecnica.
Un'altra decisione riguarda lo svolgimento del prossimo campionato di Eccellenza: in attesa dei calendari puntuali (sarà ancora afflitto da lunghe pause durante il Sei Nazioni?), sarà sempre a 10 squadre con una retrocessione/promozione e playoff a quattro; la novità è la finalissima, sarà costituita da una miniserie di tre gare dall' 11 al 27 maggio. Tant'è, in tutto il resto del mondo per le finali e non solo di questo sport di scontro e non di contatto, si preferisce giustamente l'approccio secco "alla Superbowl"; ma l'Italia è lunga e l'obiettivo è moltiplicare i pani e i pesci, capisc'ammè.
Nulla di nuovo sul noioso fronte dei diritti televisivi: la "riserva indiana" pur visibile a tutti Rai Sport trasmetterà tutto il Mondiale Junior alle porte in Veneto, mentre sarà il Board celtico a decidere (o a reperire?) la soluzione per la produzione delle partite della prossima Magners League in Italia. Ricordiamo che tali diritti non sono delle Società coinvolte; apparterrebbero alla Fir che però li cedette, in tutto o in parte, al Board della Lega per pagare il ticket di ingresso.
L'ultimo punto di rilievo, o meglio il sasso in piccionaia era già emerso venerdì alla fine della prima giornata di Consiglio. Il comunicato recita: "Il Consiglio Federale ha deciso che, in mancanza di una definitiva e rapida risoluzione delle problematiche relative allo Stadio Flaminio, gli incontri interni della Squadra Nazionale nell’RBS 6 Nazioni verranno trasferiti allo Stadio Artemio Franchi di Firenze".
Quali sarebbero le "problematiche dello Stadio Flaminio"? Usiamo la sintesi diretta e impietosa di espn-scrum: "Le strutture cadenti del vetusto Stadio, il manifesto fallimento della proprietà a rinnovare l'impianto (...)".
C'è chi afferma convinto l'impossibilità anche solo di pensare di migrare la Nazionale dalla Capitale. Peccato che come l'esser Capo - o Capitale - non sia (più) un diritto immanente affidato da Dio, bensì un fottutissimo IMPEGNO AL SERVIZIO, in era di Professionismo non ci si possa permettere di perder tempo con chiacchiere e distintivo; chi non è all'altezza dei tempi si faccia da parte (a tal triste proposito, nella foto i resti dello Stadio Filadelfia, casa del Grande Torino: della serie, mica son problemi solo romani).
Sarebbe quindi auspicabile che la Fir si fosse veramente e definitivamente "rotta" delle prese per il naso ai tifosi del rugby, italiani e non. Purtroppo è storia già vista, le precedenti ritirate non confortano: pare una "provocazione" per smuovere i dormienti Enti Pubblici preposti (ma tanto non serve a nulla: la loro è impotenza funzionale incurabile) o meglio, alzando lo sguardo fuor di Provincia, potrebbe essere un disclaimer alla RBS Ente titolare del Sei Nazioni per poter dire un domani, a fronte di probabile revoca al Flaminio per carenze e limitazioni di posti: "non è colpa mia e ho pronta l'alternativa".
Certo che anche questa alternativa, l'Artemio Franchi, ci par moderna e funzionale quanto il nome che porta (è sempre un progetto di Pier Luigi Nervi: un Maestro, solo d'altri tempi, quando uno stadio era gradoni e gabinetti, non certo parcheggi, tetto, ristoranti, Sky-Booths, merchandising e wi-fi ); ma tant'è, questo è quel che passa il convento in un Paese immobile in cui le ultime opere non infrastrutturali di rilievo risalgono al Ventennio.
Bastano pochi € a RyanAir per arrivare in un altro pianeta, al Millennium o a Twickenham - che vergogna far paragoni, e pensare che sono stati tutti edificati con importanti contributi tecnologici di imprese italiane! Da noi si pensa solo ai diritti tv, al massimo si lotta per un lifting agli atri muscosi e fori cadenti; altrove, posti ricchi di memorie come l'Highbury Park dell'Arsenal o il vecchio Lansdowne Road di Dublino sono stati abbattuti, sono diventati bei musei interni ai nuovi Emirates e Aviva Stadium; in tre anni. Macchine per far godere al pubblico pagante eventi live, non orinatoi decadenti con tribune posticce per sbandieratori.
15 commenti:
Beh, il Franchi dove non sempre la connessione internet funziona e dove la sala stampa è un buco. Direi che è un passo avanti.
Ohhh ma che pretese che hai!
Guarda che qui da noi ci abbiamo le Belle Arti, che tutelano il nostro passato dalle nostre riprovevoli esigenze di "raggiungere", "vedere", "comunicare", "non prender brutte malattie" etc.etc.
Per non dire poi di tutti quei poveri ambulanti che faticano al freddo con salsicce unte e magliette farlocche: che fine farebbero poveretti, se ci fossero ristoranti e merchandising interni come tra quei barbari anglosassoni?
Tornando seri: stadi nuovi vorrebbe dire "value for money", cioè privati e biglietti più cari: allora addio panem et circenses per le masse urbane bisognose di distrazione.
Ragion per cui, meglio occuparsi di diritti televisivi e lasciar le cose come stanno; il rugby si "calcifichi" pure lui, tutti a casa in poltrona, allo stadio solo gli sbandieratori coi fumogeni e nelle "Accademie" solo ragazzini immigrati bisognosi di riscatto quindi determinatissimi (nel calcio è già così).
Lascia stare, per tutto c'è una ragione.
Tristemente vero, come abbiamo più volte ribadito da queste parti.
Giusto, giusto: torniamo ad occuparci di robe serie. Del tipo il Perpignan al Camp Nou e della tornata di coppa. E lasciamo perdere il Manzoni ;)
All'Olimpic non al Camp Nou ...
La sostanza non cambia. Cambia la capienza, ecco ;)
Cambia, fatte le proporzioni, proprio come tra Olimpico e ... Flaminio: così chiudiamo il giro.
Cmq. quel che dici è pertinente, nel senso che a Barcellona gli stadi son tutt'e due rifatti a "Nou" (nuovi), mentre dei due nostri, il più fresco arriva dalle Olimpiadi del '60'.
Io semplicemente sono contento di vedere rugby di alto livello nella mia città!!
Sarò egoista e di corte vedute ma sono contento della notizia
Buon per te Irish ma ti conviene non dire gatto: non sarebbe la prima volta nè che la Fir si rimangia tutto e si resta a Roma (più che la Fir conviene contare sulla RBS), nè che Firenze dica sisi e poi invece la Fiorenthina dica nono: ricorderai il test col Sudafrica la scorsa stagione, fortunatamente - per me - sbarcato a Udine.
A proposito di "egoismi", chiaro che Firenze risulti più baricentrica per tutto il Centro Nord: 3 h da Milano, 2h da Padova, ben collegata da treni ...
Senza disprezzare quelli che vivono nel centro sud, sarebbe buona norma FRATERNA (sarcasmo per i provinciali pro Roma a prescindere, quindici giorni prima sdilinquiti nel "Italia una, unita e indivisibile"), fare un anno in uno stadio più a Nord (FI, BO) e un anno in uno più a Sud (RM), visto che gli stadi alla fine son tutti da Terzo Mondo in modo più o meno analogo.
A voler proprio esagerare ci sarebbe Milano - la cosa farebbe contento qualcuno, no? :)
D'altra parte se il Galles ai tempi in cui tiravano su il Millennium andò in "esilio" a Wembley, l'Italia potrebbe spostarsi un po' più a Nord una volta ogni due anni.
Si ma per trovare uno stadio come dico io, non ci si dovrebbe fermare con direzione Nord sino ad arrivare all'Allianz Arena di Munchen ...
Non è solo questione di comodosità sottocasa: io li farei volentieri 300km ogni 15 gg, a patto di trovare uno Sky Booth con vetri fumè, wi-fi e minibar, divano con escort e champagna, con scelta di ristoranti, hotel, edicole e negozi senza dover uscire dall'impianto.
Assicuro non essere fantascienza, nè (battute su escort a parte) serve essere Tarak Ben Ammar. Basta solo uscire dall'Italia e raggiungere un qualsiasi Paese Civilizzato.
Ah beh, e dopo sarei io quello con delle pretese.
Concordo in tutto e per tutto.
l'altro giorno, su un blog milanista, mi sono permesso di dire che sarebbe ora di abbandonare (ho scritto abbandonare eh, mica abbattere!) S. Siro per una struttura più moderna.
Hanno risposto "Impossibile! S.Siro è un pezzo di storia".
Ho evitato di ribattre con un "APPUNTO!" :-)
Già forthose, pare un problema di linguaggio e di educazione: qua ci insegnano a scambiar la memoria coi ruderi. Nel medioevo esponevano i cadaveri dei santi e dei sovrani, si vede che è un residuo di quella mentalità "camminano-tra-noi".
Nella realtà lo sbandieratore sa bene che a uno stadio messo un po' meglio di un orinatoio pubblico, lui e il suo branco non potrebbero mai accedere, quindi "gioca" a far il nobile memorialista.
Del resto è uno che probabilmente non ha mai saputo spiegarsi cosa ci facciano coi "musei".
Memoria personale: ho preso per i fondelli per anni un amico americano che una volta mi disse, ma perchè il Colosseo così importante non lo avete mai aggiustato?
Capii dopo cosa voleva dire, quando in una sorta di minidisney americana costruita attorno a un antico fortino spagnolo (St.Augustin, Florida), ebbi una istruttiva "experience" di full immersion in un villaggio di settlers del Seicento.
Attorno al Colosseo invece, il massimo dell' "experience" è la foto con gli accattoni travestiti da Pretoriano.
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