Scontro tra titani, prevale Leinster
Ma che partita è stata la semifinale di Heineken Cup all'Aviva Stadium tra Leinster e Tolosa? Un autentico scontro tra titani che ha onorato il livello della Coppa Europa, di cui entrambe le squadre possono andare orgogliose; avesse prevalso Tolosa con un filo di fortuna in più nel finale non avrebbe rubato nulla, ma ciò nulla toglie, anzi, ai meriti del vincitore.
E' stata la "partita perfetta" sul piano dell'agonismo e della sfida da godere per "neutrali" appassionati di rugby prima che di questo o quello: fasi di gioco interminabili, scontri senza paura, ripartenze fenomenali, un livello di gioco visto solo in questa partita in tutto il weekend, con tutto il rispetto per le prove di Stade, Harlequins e Saints: qui giocano tutt'e due e il risultato è stellare, un monumento al rugby giocato. Beninteso, non si arriva al livello di perferzione tecnica di certe uscite dei B&I Lions ma siamo decisamente ai massimi livelli per i club.
La partita finisce 32-23, due mete per parte tutte trasformate e ben sei punizioni centrate da Jonathan Sexton (100%) contro una sola di Skrela autore anche di un drop e una del subentrato Bezy. Già lo score aiuta a discernere l'andamento della partita: parità nella capacità di offendere e finalizzare, perfezione al piede, Leinster capace di imprimere e tenere un ritmo forsennato, tipico della squadra "in sedici contro quindici" (il fattore campo: quasi 50.000 presenti, almeno 40.000 tifosi scatenati vestiti di blu; lo ripetiamo sempre, giocare a rugby in casa è quasi uno sport diverso), retto da Tolosa al pesante costo di qualche fallo di troppo.
L'unico giallo della partita lo prende Brian O'Driscoll per un fallo giudicato "cinico" dall'arbitro Pearson, tipo da ultimo uomo del calcio, in realtà molto "borderline" (per tornare al leit motif arbitrale che attraversa tutte le semifinali europee); questo ci dice che manco gli irlandesi si son comportati da verginelle votate all'assalto positivo, semplicemente sono stati più attenti e forse anche un pelo meno sollecitati. Hanno anche ricevuto qualche regalino, i dublinesi: il cosiddetto "gioco tattico" francese, calci in campo a restituire possessi senza far faticare gli avversari. A volte i francesi rimangono legati a schemi superati senza spiegazione.
La partita - Davanti a un Leinster in formazioni ideale, i dubbi forzati presentati da Tolosa sono due: il mediano ventenne JM Doussain e la terza linea un po' raccogliticcia Boilhou-Nyanga-Picamoles. Invece gli inizi dei due supposti "punti deboli" sono più che incoraggianti: Doussain rivela zero timori reverenziali e personalità, mentre Nyanga si distingue per la rottura immediata delle certezze in rimessa laterale di Leinster, rubando subito palla nientepopodimeno che a Leo Cullen.
Al quarto minuto Skrela prova a piazzare la prima punizione guadagnata: centra il palo, l'ovale esce appena esterno e cade in area di meta in mezzo a tre irlandesi, che si guardano nel più classico dei prendila-tu-che-la-prende-lui; Florian Fritz ha la fede per correre forte e la provvidenza a dirigerlo: si fionda sull'ovale prima che faccia il secondo rimbalzo, schiaccia in meta, si gira e se ne va insalutato ospite. Una meta da polli Under16, ma così da polli che il pudìco Fritz manco esulta. Skrela trasforma facile, è 0-7 al 5'.
Priva di certezze nelle fasi statiche, a Leister non rimane che riversarsi in attacco e lo fa molto bene. Si mette subito in evidenza Gordon D'Arcy e al 10' minuto gli irlandesi guadagnano la punizione piazzata da Sexton per il 3-7.
Tolosa non sta a guardare, attacca anch'essa, anch'essa potente e manovriera, solo meno prolungata nelle sue insistenze (il gioco al piede ha i suoi minimi sindacali da rispettare in Francia); nel giro di un minuto, guadagnato il vantaggio, Skrela tenta il drop e gli entra, 3-10. Altro giro d'assalto corale da parte della truppa di Leinster, al 15' arriva la seconda punizione e Sexton piazza il 6-10.
E' difficile far nomi su chi si distingua dalle due parti, nessuno si sottrae alla lotta: da parte tolosana Cedric Heymans si fionda potente nei varchi a sostegno degli attacchi della linea, aperti da Skrela con Fritz, Medard molto assorbito in difesa e soprattutto Clerc; Poitrenaud naviga caracollando lungo la linea verticalizzando improvvisamente come fa abitualmente. Doussain è presente e rapido a estrarre palla dalle ruck, Picamoles fa il ball carrier con Servat, Census Johnson e Albacete.
Lato irlandese sono i due centri O'Driscoll-D'Arcy a far da fulcro degli attacchi, mentre Horgan e Fitzgerald alle ali stretchano la difesa avversaria e Nacewa fa da quinto trequarti in linea più che l'incursore. Sexton e Reddan in mediana alimentano costantemente la macchina del continuo riciclo cedendo pochissimi possessi, la terza linea McLaughlin-O'Brien-Heaslip non smette mai di bussare alla porta francese, proponendosi regolarmente come estensione della linea d'attacco.
Dopo un quarto d'ora di equilibrio instabile, Leinster trova soddisfazione all'immenso lavorìo ai fianchi: è proprio Jamie Heaslip a finalizzare l'azione d'attacco che segue un multifase con 20 ripartenze. Alla mezz'ora è primo soprasso, 13-10 con la trasformazione di Sexton.
Poco male per Tolosa che non si scompone, la gara è aperta.
Al 36' il caso del giallo a O'Driscoll: penetrazione potente dei francesi che lanciano Picamoles fino a pochi passi dalla meta; rotti un po' di placcaggi il nr.8 si trova a terra palla in mano senza avversari addosso e mentre si rialza arriva O'Driscoll in scrambling disperato dalal parte "sbagliata" del campo a soffiargli via con uno schiaffetto la palla di mano. L'arbitro Pearson non ha dubbi, è fallo professionale e giallo; ha correttamente visto un ovale affossato ma il dubbio è legittimo: non era ruck, non era fuorigioco, d'altro canto anche lo spintone che l'irlandese indubbiamente riceve non era certo un fallo, nè una scusa per mettere inavvertitamente mano sulla palla ... Forse il calcio di punizione e un warning era abbastanza ma tant'è, Pearson è uno che lascia giocare ma non tollera furbate e qui dopotutto sempre in Irlanda siamo.
Se il fallo di BOD salva probabilmente una meta fatta, costa dieci minuti in inferiorità e l'immediato pareggio 13-13 dei francesi, subito rintuzzato da una punizione piazzata da Sexton per il 16-13 di fine primo tempo. Prima della fine del periodo di inferiorità però, al 44' i francesi riusciranno a passare proprio con Picamoles, per il nuovo sorpasso 16-20.
Col rientro di O'Driscoll la sensazione è che il tempo giochi a favore dei padroni di casa: non che i rossi di Tolosa stiano mollando, solo che il Leinster non cala il ritmo e la cosa appare più costosa alla difesa che all'attacco. Al 50' Sexton può già marcare dalla piazzola il 19-20 e non c'è assenza di lucidità negli occhi pur spalancati dallo sforzo dei dublinesi. Anche i tolosani non appaiono rassegnati, abbattuti o preda della frustrazione come lo saranno i colleghi di Perpignan: spendono falli, è vero, ma per lo più sono quelli "giusti" e non smettono mai di attaccare, in modo pericoloso sia pure con un passo più "umano".
La china che la partita ha preso da dopo l'infortunio del 5' minuto rimane però sempre la medesima: al 55' Sexton piazza l'ennesima punizione, il 22-20 è il sorpasso definitivo. La prima linea e la terza han già ricevuto forze fresche - Human per Poux e Dusatoir al posto di Nyanga - e anche gli irlandesi poco dopo cambiano Cian Healy, che bene ha retto il confronto in prima linea ed è autore poco prima di una galoppata da centro, con Van der Merwe, McLauglin con Jennings e Reddan con Isaac Boss. L'impressione è che Leinster ci guadagni, impressione rafforzata dall'impatto assolutamente nullo nella gara dello spento capitano di Tolosa e della nazionale Bleus.
All'ora di gioco la pietra tombale sul punteggio di una gara che non ha mai smesso di esser giocata e non smetterà neppure dopo: la meta del "reprobo" Brian O'Driscoll, tanto per cambiare alla fine di una serie di 14 fasi di gioco. L'ultimo quarto di partita inizia sul 29-20.
Quel che succede negli ultimi 20 minuti è un sacco di roba, soprattutto di stampo tolosano; tutta roba però che vuoi per sfortuna, vuoi per frenesia, vuoi per la netta sensazione che chi merita stia davanti, produce alla fine solo un calcio di punizione al 76', centrato da Nicolas Bezy che ha rilevato al 60' Skrela, assieme a Jauzion al posto di Fritz e altri nel pack.
E' l'unico cedimento disciplinare dei padroni di casa da zona utile nel secondo tempo, dal lato del campo coach Novès chiede esplicitamente di piazzarlo per poi provare, dal 29-23, il colpaccio negli ultimi minuti. Funziona, incluso il tentativo serio di vincere la gara e Tolosa non avrebbe rubato nulla; ma all'ultimo minuto i rischi presi si tramutano in fallo e Sexton può incoronare la sua prestazione perfetta col piazzato del definitivo ma eccessivo 32-23: avevano ragione gli allibratori, che avevan determinato in sei i punti di vantaggio "giusti" per Leinster.
La gara finisce con gli applausi dei vincitori agli sconfitti, più sinceri e meno cerimoniali dei solito, ci sentiamo di interpretare. E' realmente difficile mettere in evidenza chi, da una parte o dall'altra, singolo o reparto, si sia messo in evidenza: all'Aviva Park si sono viste due squadroni coesi, esperti, determinati. Ha vinto il più forte nella situazione ambientale data. Una menzione la merita un grande professionista Brian O'Driscoll: vittima (si fa per dire) di una legittima ma opinabile decisione arbitrale, rientra in campo, ricomincia come nulla fosse e marca la meta decisiva (in foto).
Tolosa non potrà quindi difendere il suo titolo: si riconferma che il back-to-back è impresa ancora potabile nell'altro Emisfero del SuperRugby, dove i team realmente competitivi si contano sulle dita di una mano sola e anche un po' monca, mentre quassù no: ogni anno s'affaccia qualche nuova pretendente con le credenziali giuste per competere con le solite note; due di queste "solite", per la seconda volta in due anni si ritrovano ad eliminarsi una per l'altra in semifinale.
I francesi imparano inoltre assieme a Munster che, per quanto ti risparmi non è dato in Europa dominare impunemente il proprio campionato e rimanere forti nelle Coppe: bastano quei due o tre fuori forma o infortunati e, a fronte di prestazioni a mille all'ora del team opposto, non c'è esperienza e coolness che possa tirarti fuori.
In generale, il rugby francese che contava quattro semifinaliste e si ritrova con una sola finalista, l'inatteso Stade Francais (guarda caso, attualmente la più "scarica" di tutte le compagini delTop14) ed estromessa dalla competizione maggiore, paga l'essersi trovata a gestire l'appuntamento più importante fuori casa.
Se il "colpevole" è formalmente un sorteggio, va comunque sottolineato che, se al posto di tale questionabile modo di "ridar le carte" ci fosse stato il più solido considerare il piazzamento nei gironi, sarebbe emerso che Saints e Leinster (25 e 24 punti) avevano guadagnato più crediti di Perpignan e Tolosa (22 punti). Tant'è cari cugini d'Oltralpe, vi è andata più che bene nel 2010, ora spazio ad altri e sarà per un'altra stagione.
A tal proposito, la presenza in ambo le finali europee di club dall'Inghilterra, nazione fresca di Sei Nazioni conquistato e il tutto che nell'anno del mondiale, è tema ghiotto, quasi antropologico, da discutere a parte.
Leinster, squadra campione d'Europa 2009, eliminata l'anno scorso in semifinale proprio a Tolosa, è arrivata all'appuntamento che conta con le motivazioni e il personale giusto. Non ci sorprenderemmo se venissimo a sapere (in modo del tutto ufficioso) che la sconfitta di Munster l'ora prima, abbia provocato qualche gran sorriso e abbia ulteriormente stretto gli occhi ai giocatori di Leinster. Pur essendo ancora invischiata a conquistarsi la promozione nei playoff col piazzamento che le spetta, Leinster ha sfruttato bene il calendario e ha saputo fissare le priorità giuste nelle teste dei protagonisti. Ora si può comprendere il freno a mano tirato a Viadana la settimana prima.
I Saints, sfidanti al titolo europeo in quel di Cardiff, hanno un bel dire per caricarsi - o meglio per caricare di responsabilità gli avversari- di essere gli sfavoriti: è assolutamente vero. Se non fosse per l'inevitabile scarico di adrenalina e salita delle endorfine del piacere e dell'oblìo, che fatalmente prende i reduci dalle grandi imprese - Omero ne sapeva qualcosa.
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