Aperture ai Mondiali Junior
Il titolo non è un refuso, non intendevamo annunciare l'apertura dei Mondiali Junior per nazionali Under20 da venerdì 10 giugno prossimo nel Veneto, campi di Padova, Rovigo, Treviso: l'avevamo già fatto. Ora che le "ostilità" della Junior World Cup stanno per avere inizio, volevamo condividere qualche nominativo da tener d'occhio e un fatto che ci aveva incuriosito.
Non ci saranno solo volti nuovi da scoprire al Mondiale Junior: c'è un manipolo di "già famosi" e quest'anno pare particolarmente ben nutrito in un ruolo -l'apertura o la mediana in genere - che solitamente si ritiene esser posto "d'esperienza", mentre i giovani dovrebbero tipicamente esplodere prima dove servano doti di scatto e muscoli lunghi: come nel ruolo di ala.
Ricordiamolo, il Most Valuable Player dell'edizione dell'anno scorso in Argentina fu proprio un'ala, il neozelandese Julian Savea, un classe 1990 che quest'anno ha giocato oltre 500 minuti di SuperRugby partendo 5 volte come titolare negli Hurricanes e ha marcato 40 punti nell'ultimo campionato NPC per Wellington.
Ad andar oltre al solo Mvp del torneo e a guardar chi poi si sia affermato sul serio, ci s'accorge che la prevalenza delle aperture tra gli Under20 di successo internazioale non è una novità. Oltre a Savea in Argentina emersero altri due classe '90, i sudafricani Patrick Lambie e Elton Jantjies. Oggi sono entrambe titolari all'apertura in team del SuperRugby, rispettivamente di Sharks e Lions: come a dire esser titolari in Heineken Cup per gli europei. Il primo ha marcato 162 punti nel presente SuperXV dove è il quinto marcatore in assoluto e 205 ne aveva segnati nell'ultima Currie Cup, mentre il secondo ne ha segnati "solo" 102 e 141 nella Currie Cup 2010, ma ha relegato un certo Butch James a inside centre ... Ambedue sono già al loro secondo campionato SuperRugby e Lambie ha già indossato la maglia degli Springboks nella tournèe autunnale. Come dimenticare del resto il loro "nonno" Aaron Cruden, Mvp del Mondiale Junior di tre edizioni fa, oggi apertura titolare degli Hurricanes? L'anno successivo Zach Guildford, ora titolare nei Crusaders, riportò il primazia ai trequarti.
Chi sono quest'anno i "già famosi" che vedremo nei campi veneti? Beh il primo che viene in mente partendo dai campioni in carica Junior All Blacks, mai sconfitti da tre anni a questa parte, è Lima Sopoaga, apertura classe 1991, Quest'anno ha segnato 51 punti e una meta nel SuperXV dove gioca con gli Highlanders per i quali è stato 6 volte titolare, mentre nello scorso torneo NPC - ITM Cup ne aveva segnati 88 per Wellington. Notare che il nostro aveva marcato esattamente 51 punti già nel Super14 del 2010.
Non solo australi: quest'anno tra i "già famosi" annoveriamo addirittura tre titolari nelle finali dei campionati europei più tosti, tutti e tre per giunta trovatisi sul lato vincente (ma che gli resterà da desiderare nella vita, se a vent'anni son campioni nazionali?).
La Francia schiera in Veneto il duo mediano tolosano Jean Marc Doussain e Nicolas Bezy, il primo mediano titolare della finale, il secondo subentrato dalla panchina all'apertura, centrando il penalty decisivo per la vittoria di Tolosa. Duo flessibile "alla francese", soprattutto il primo in grado di occupare entrambe i ruoli in mediana (l'ha fatto anche in Heineken Cup, addirittura cambiando nel corso della medesima partita). L'Inghilterra annovera Owen Farrell, protagonista coi Saracens della finale dell'Aviva Premiership di quest'anno, col papà a portargli la piazzola per i calci. Partirà dalla panchina nella prima partita degli inglesi contro l'Irlanda.
Sicuramente ce ne saranno anche altri giovinotti che sapranno mettersi in luce in questa edizione veneta dei Mondiali Junior, che si aprirà con l'impari Italia-All Blacks a Monigo e Argentina - Wales al Plebiscito di Padova, venerdì 10 giugno (diretta RaiSport e Eurosport, e streaming sui siti raisport, eurosport e Irb). Ad esempio il capitano Luke Whitelock, quarto dopo Adam, Sam e George di una stirpe di "Crociati" ancora molto giovani ma già noti.
La curiosità di tutte queste aperture "già famose" e già campioni, ci sembrava degna di menzione. Non è un caso: le statistiche ci dicono che il ruolo dove mediamente si percorrono più kilometri in campo è proprio la mediana (più di tutti il mediano di mischia: a saperlo non stupisce che Frederick Michalak, 28 anni ma ne dimostra 34, non gradisca giocare in un ruolo che ti consuma); ragion per cui avere il fiato di un ventenne aiuta molto.
Ovviamente "aprire bene" non è solo questione di fiato, funziona a patto di possedere un ottimo livello di skill di base (il calcio, il passaggio); difatti questo capita in Paesi (Inghilterra, Francia, Sudafrica, Nuova Zelanda) dove essi vengono perfezionati in età molto giovane e fan poi parte del bagaglio standard del giocatore, vengon poi allenati non "creati" ex novo.
E' questo l'approccio opposto a dove invece, come da noi, si tenderebbe a livello federale a privilegiare la costruzione fisica del giovane e soprattutto a "fargli fare esperienza", mentre le capacità tecniche verranno poi da sè, con la pratica. Nun capita.
Con buona pace dei nostri validi Leso, Callori di Vignale, Bruni, Quaglio etc.etc, scelti esplicitamente dal coach perché "già giocano in prima squadra nei loro club", all'estero vengon prima gli skills dell'experience e del fisico. I primi, i famosi "fondamentli", o li assimili da giovanissimo o non li prendi mai più, non solo nel rugby (tra l'altro in tutti gli sport, persino nel golf si tende a "maturare" sempre più presto); il resto arriverà, non è essenziale quanto la padronanza degli skills.
Tant'è, facciamo un grande in bocca al lupo ai ragazzi di casa, nella speranza che un dì alcuni di loro"saranno famosi"; si confronteranno come detto sopra non solo con validissimi e tostissimi coetanei inseriti in squadroni ricchi di tradizioni, ma anche con qualche "già famoso", portatore sanissimo di titoli e caps pregiati.
Non ci saranno solo volti nuovi da scoprire al Mondiale Junior: c'è un manipolo di "già famosi" e quest'anno pare particolarmente ben nutrito in un ruolo -l'apertura o la mediana in genere - che solitamente si ritiene esser posto "d'esperienza", mentre i giovani dovrebbero tipicamente esplodere prima dove servano doti di scatto e muscoli lunghi: come nel ruolo di ala.
Ricordiamolo, il Most Valuable Player dell'edizione dell'anno scorso in Argentina fu proprio un'ala, il neozelandese Julian Savea, un classe 1990 che quest'anno ha giocato oltre 500 minuti di SuperRugby partendo 5 volte come titolare negli Hurricanes e ha marcato 40 punti nell'ultimo campionato NPC per Wellington.
Ad andar oltre al solo Mvp del torneo e a guardar chi poi si sia affermato sul serio, ci s'accorge che la prevalenza delle aperture tra gli Under20 di successo internazioale non è una novità. Oltre a Savea in Argentina emersero altri due classe '90, i sudafricani Patrick Lambie e Elton Jantjies. Oggi sono entrambe titolari all'apertura in team del SuperRugby, rispettivamente di Sharks e Lions: come a dire esser titolari in Heineken Cup per gli europei. Il primo ha marcato 162 punti nel presente SuperXV dove è il quinto marcatore in assoluto e 205 ne aveva segnati nell'ultima Currie Cup, mentre il secondo ne ha segnati "solo" 102 e 141 nella Currie Cup 2010, ma ha relegato un certo Butch James a inside centre ... Ambedue sono già al loro secondo campionato SuperRugby e Lambie ha già indossato la maglia degli Springboks nella tournèe autunnale. Come dimenticare del resto il loro "nonno" Aaron Cruden, Mvp del Mondiale Junior di tre edizioni fa, oggi apertura titolare degli Hurricanes? L'anno successivo Zach Guildford, ora titolare nei Crusaders, riportò il primazia ai trequarti.
Chi sono quest'anno i "già famosi" che vedremo nei campi veneti? Beh il primo che viene in mente partendo dai campioni in carica Junior All Blacks, mai sconfitti da tre anni a questa parte, è Lima Sopoaga, apertura classe 1991, Quest'anno ha segnato 51 punti e una meta nel SuperXV dove gioca con gli Highlanders per i quali è stato 6 volte titolare, mentre nello scorso torneo NPC - ITM Cup ne aveva segnati 88 per Wellington. Notare che il nostro aveva marcato esattamente 51 punti già nel Super14 del 2010.
Non solo australi: quest'anno tra i "già famosi" annoveriamo addirittura tre titolari nelle finali dei campionati europei più tosti, tutti e tre per giunta trovatisi sul lato vincente (ma che gli resterà da desiderare nella vita, se a vent'anni son campioni nazionali?).
La Francia schiera in Veneto il duo mediano tolosano Jean Marc Doussain e Nicolas Bezy, il primo mediano titolare della finale, il secondo subentrato dalla panchina all'apertura, centrando il penalty decisivo per la vittoria di Tolosa. Duo flessibile "alla francese", soprattutto il primo in grado di occupare entrambe i ruoli in mediana (l'ha fatto anche in Heineken Cup, addirittura cambiando nel corso della medesima partita). L'Inghilterra annovera Owen Farrell, protagonista coi Saracens della finale dell'Aviva Premiership di quest'anno, col papà a portargli la piazzola per i calci. Partirà dalla panchina nella prima partita degli inglesi contro l'Irlanda.
Sicuramente ce ne saranno anche altri giovinotti che sapranno mettersi in luce in questa edizione veneta dei Mondiali Junior, che si aprirà con l'impari Italia-All Blacks a Monigo e Argentina - Wales al Plebiscito di Padova, venerdì 10 giugno (diretta RaiSport e Eurosport, e streaming sui siti raisport, eurosport e Irb). Ad esempio il capitano Luke Whitelock, quarto dopo Adam, Sam e George di una stirpe di "Crociati" ancora molto giovani ma già noti.
La curiosità di tutte queste aperture "già famose" e già campioni, ci sembrava degna di menzione. Non è un caso: le statistiche ci dicono che il ruolo dove mediamente si percorrono più kilometri in campo è proprio la mediana (più di tutti il mediano di mischia: a saperlo non stupisce che Frederick Michalak, 28 anni ma ne dimostra 34, non gradisca giocare in un ruolo che ti consuma); ragion per cui avere il fiato di un ventenne aiuta molto.
Ovviamente "aprire bene" non è solo questione di fiato, funziona a patto di possedere un ottimo livello di skill di base (il calcio, il passaggio); difatti questo capita in Paesi (Inghilterra, Francia, Sudafrica, Nuova Zelanda) dove essi vengono perfezionati in età molto giovane e fan poi parte del bagaglio standard del giocatore, vengon poi allenati non "creati" ex novo.
E' questo l'approccio opposto a dove invece, come da noi, si tenderebbe a livello federale a privilegiare la costruzione fisica del giovane e soprattutto a "fargli fare esperienza", mentre le capacità tecniche verranno poi da sè, con la pratica. Nun capita.
Con buona pace dei nostri validi Leso, Callori di Vignale, Bruni, Quaglio etc.etc, scelti esplicitamente dal coach perché "già giocano in prima squadra nei loro club", all'estero vengon prima gli skills dell'experience e del fisico. I primi, i famosi "fondamentli", o li assimili da giovanissimo o non li prendi mai più, non solo nel rugby (tra l'altro in tutti gli sport, persino nel golf si tende a "maturare" sempre più presto); il resto arriverà, non è essenziale quanto la padronanza degli skills.
Tant'è, facciamo un grande in bocca al lupo ai ragazzi di casa, nella speranza che un dì alcuni di loro"saranno famosi"; si confronteranno come detto sopra non solo con validissimi e tostissimi coetanei inseriti in squadroni ricchi di tradizioni, ma anche con qualche "già famoso", portatore sanissimo di titoli e caps pregiati.
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