Stade de France o Stade de FFR?
E' bello ogni tanto sognare di essere chi si può permettere più di noi: è il segreto del successo di molti film. O, in una prospettiva più concreta, guardar che fa chi è più avanti, può costituire una via per non reinventare l'acqua calda.
Il sogno che proiettiamo oggi riguarda il progetto del nuovo stadio del rugby francese. In fondo gli stadi rappresentano quello che nel Medioevo eran le Cattedrali: un landmark cittadino e nazionale significativo. L'uomo non vive di solo pane e salame, ha anche bisogno di un po' di grandeur, dopotutto è il motivo per cui le Nazionali, specie quelle del rugby, son così seguite.
Traduciamo allora per i nostri sogni estivi, ampi stralci di un articolo apparso oggi su Le Monde, a firma Geoffroy Maurice.
Ci piace chi pensa e agisce in grande, e interpreta il ruolo federale occupandosi di sviluppo e non solo di "passione", termine che tanto piace a queste latitudini ma il cui rovescio della medaglia è sovente provincialismo e stasi. E' anche la fotografia di un sistema complessivo moderno dal basso, fondato su Comunità che pensano a migliorare, non a conservare quel che c'è (cioè villette a schiera coi nani in giardino e discariche abusive), accaparrandosi Grandi Opere che portino opportunità di business nel territorio.
- La Federazione Rugby Francese vuole il suo grande stadio
La Federazione Francese di rugby (FFR) ha compiuto un salto di livello nell'ambizioso progetto di dotarsi di proprio nuovo stadio multifunzionale di grandi dimensioni. Lunedì 18 luglio ha ricevuto i dossier preparati dalle nove Comunità desiderose di ospitare nel loro territorio uno stadio da 82.000 posti a sedere con tetto e terreno di gioco retrattili dedicato al rugby.
La FFR opererà a partire da settembre una pre-selezione delle candidature, prima della scelta finale del sito prevista massimo entro giugno 2012. L'inaugurazione dello stadio è prevista nel 2017, il costo dell'opera è stimato in 600 milioni di euro.
"Il processo procede come presentato alla fine dell'anno scorso (quando la FFR nominò un comitato esecutivo, ndr). Questa tappa è importante perché precedentemente avevamo lavorato in isolamento. L'accoglienza riservata al progetto è stata ovunque molto positiva, specialmente nella ventina di siti visitati in un anno e mezzo ", ha detto l'ex Nazionale francese Serge Blanco, presidente del Biarritz e membro del consiglio federale, incaricato di seguire il progetto.
IL CONFLITTO CON LO STADE DE FRANCE
La volontà di costruire un nuovo grande stadio adeguato allo sviluppo del rugby in Francia è stata formalizzata nel novembre 2010. Nel giro di quindici anni, soprattutto dopo la Coppa del Mondo del 2007, il numero di tesserati è in costante aumento e ha raggiunto i 413.000 il 31 maggio 2011 (in Italia ce n'è 79.000, di cui 71.000 giocatori - attivi e non, ndr). Il rugby è diventato uno sport di massa e quanto previsto a metà anni '90 non basta più.
L'accordo firmato nel 1995 tra FFR e il Consorzio Stade de France scade nel 2013. Esso, divenuto esecutivo all'inaugurazione dello stadio nel 1998, prevede che le partite casalinghe della nazionale vengano tutte disputate a San Denis. Problema, il rugby deve fare i conti con gli altri eventi, non sempre compatibili, organizzati dal Consorzio. Ci sono stati casi di partite spostate per via di un incontro di calcio o di un concerto. Oggi il rugby francese è diventato grande e non vuol più dipendere da nessuno, vuol gestirsi da solo i propri impegni.
C'è anche una importante componente di business: il Consorzio, nell'ambito dell'accordo 1995, ha la priorità sullo sfruttamento degli spazi pubblicitari all'interno dello stadio.(...) La GMF e la Societé Générale, partner storici della Federazione Francese, han dovuto sovente giocare al rialzo per ottenere spazi. Ad altri sponsor importanti come Nike e Orange, la FFR deve rivendere al costo gli spazi che acquista dal consorzio. Anche la gestione dell'ospitalità sfugge in gran parte alla FFR. "Nel giro di dieci anni, abbiamo rilevato una performance migliorativa di 160 milioni di di euro rispetto al business plan iniziale dello Stade de France. Questo denaro non è andato allo sviluppo della disciplina", s'è osservato in Federazione.
L'AZIENDA FFR
(...) Se i dossier ricevuti dimostrano l'interesse delle Comunità al progetto, questo non rappresenta ancora nulla di definitivo. La costruzione del nuovo stadio infatti verrà intrapresa se la FFR non riuscirà a trovare una soluzione soddisfacente con stadi già esistenti alla scadenza del suo contratto con Stade de France nel 2013.
"Noi non rinnoveremo il contratto con lo Stade de France, ma questo non significa che non non intendiamo più giocare a San Denis," precisa un un membro della direzione FFR. Se i negoziati portassero a condizioni più favorevoli, Les Bleus potrebbero quindi continuare a giocare lì.
D'altra parte, qual'è l'economia che la FFR potrebbe sviluppare avendo uno stadio proprio? Oltre Manica, la Federazione inglese è proprietaria dello Stadio di Twickenham dal 1907. Lo sfruttamento del contenitore consente alla RFU di raccogliere da una partita del XV della Rosa utili tre volte superiori rispetto ai ricavi che la FFR ottiene dallo Stade de France. Anche le Federazioni Irlandesi di rugby e calcio hanno il condominio dell'Aviva Stadium (50.000 posti), inaugurato nel Maggio 2010.
Alla fine, è uno squilibrio che non può non pesare sullo sviluppo del rugby sui lati opposti del Canale. Il presidente della FFR Pierre Camou ritiene inoltre che un grande stadio di proprietà, la cui denominazione sarà venduta a un partner privato, impegnerà la Federazione "su una visione a 50 anni".
Dopo il 2013 e fino a quando il progetto verrà finalizzato, la FFR dovrà comunque trovare una o più localizzazioni per i suoi match in casa. La disponibilità di una nuova generazione di stadi multifunzionali come quello di Lille o Lione offre opportunità senza precedenti e dovrebbe già mettere la parola fine al monopolio dello Stade de France (nella foto: il progetto del nuovo Stade Vélodrome a Marsiglia, previsto per il 2016).
Il sogno che proiettiamo oggi riguarda il progetto del nuovo stadio del rugby francese. In fondo gli stadi rappresentano quello che nel Medioevo eran le Cattedrali: un landmark cittadino e nazionale significativo. L'uomo non vive di solo pane e salame, ha anche bisogno di un po' di grandeur, dopotutto è il motivo per cui le Nazionali, specie quelle del rugby, son così seguite.
Traduciamo allora per i nostri sogni estivi, ampi stralci di un articolo apparso oggi su Le Monde, a firma Geoffroy Maurice.
Ci piace chi pensa e agisce in grande, e interpreta il ruolo federale occupandosi di sviluppo e non solo di "passione", termine che tanto piace a queste latitudini ma il cui rovescio della medaglia è sovente provincialismo e stasi. E' anche la fotografia di un sistema complessivo moderno dal basso, fondato su Comunità che pensano a migliorare, non a conservare quel che c'è (cioè villette a schiera coi nani in giardino e discariche abusive), accaparrandosi Grandi Opere che portino opportunità di business nel territorio.
- La Federazione Rugby Francese vuole il suo grande stadio
La Federazione Francese di rugby (FFR) ha compiuto un salto di livello nell'ambizioso progetto di dotarsi di proprio nuovo stadio multifunzionale di grandi dimensioni. Lunedì 18 luglio ha ricevuto i dossier preparati dalle nove Comunità desiderose di ospitare nel loro territorio uno stadio da 82.000 posti a sedere con tetto e terreno di gioco retrattili dedicato al rugby.
La FFR opererà a partire da settembre una pre-selezione delle candidature, prima della scelta finale del sito prevista massimo entro giugno 2012. L'inaugurazione dello stadio è prevista nel 2017, il costo dell'opera è stimato in 600 milioni di euro.
"Il processo procede come presentato alla fine dell'anno scorso (quando la FFR nominò un comitato esecutivo, ndr). Questa tappa è importante perché precedentemente avevamo lavorato in isolamento. L'accoglienza riservata al progetto è stata ovunque molto positiva, specialmente nella ventina di siti visitati in un anno e mezzo ", ha detto l'ex Nazionale francese Serge Blanco, presidente del Biarritz e membro del consiglio federale, incaricato di seguire il progetto.
IL CONFLITTO CON LO STADE DE FRANCE
La volontà di costruire un nuovo grande stadio adeguato allo sviluppo del rugby in Francia è stata formalizzata nel novembre 2010. Nel giro di quindici anni, soprattutto dopo la Coppa del Mondo del 2007, il numero di tesserati è in costante aumento e ha raggiunto i 413.000 il 31 maggio 2011 (in Italia ce n'è 79.000, di cui 71.000 giocatori - attivi e non, ndr). Il rugby è diventato uno sport di massa e quanto previsto a metà anni '90 non basta più.
L'accordo firmato nel 1995 tra FFR e il Consorzio Stade de France scade nel 2013. Esso, divenuto esecutivo all'inaugurazione dello stadio nel 1998, prevede che le partite casalinghe della nazionale vengano tutte disputate a San Denis. Problema, il rugby deve fare i conti con gli altri eventi, non sempre compatibili, organizzati dal Consorzio. Ci sono stati casi di partite spostate per via di un incontro di calcio o di un concerto. Oggi il rugby francese è diventato grande e non vuol più dipendere da nessuno, vuol gestirsi da solo i propri impegni.
C'è anche una importante componente di business: il Consorzio, nell'ambito dell'accordo 1995, ha la priorità sullo sfruttamento degli spazi pubblicitari all'interno dello stadio.(...) La GMF e la Societé Générale, partner storici della Federazione Francese, han dovuto sovente giocare al rialzo per ottenere spazi. Ad altri sponsor importanti come Nike e Orange, la FFR deve rivendere al costo gli spazi che acquista dal consorzio. Anche la gestione dell'ospitalità sfugge in gran parte alla FFR. "Nel giro di dieci anni, abbiamo rilevato una performance migliorativa di 160 milioni di di euro rispetto al business plan iniziale dello Stade de France. Questo denaro non è andato allo sviluppo della disciplina", s'è osservato in Federazione.
L'AZIENDA FFR
(...) Se i dossier ricevuti dimostrano l'interesse delle Comunità al progetto, questo non rappresenta ancora nulla di definitivo. La costruzione del nuovo stadio infatti verrà intrapresa se la FFR non riuscirà a trovare una soluzione soddisfacente con stadi già esistenti alla scadenza del suo contratto con Stade de France nel 2013.
"Noi non rinnoveremo il contratto con lo Stade de France, ma questo non significa che non non intendiamo più giocare a San Denis," precisa un un membro della direzione FFR. Se i negoziati portassero a condizioni più favorevoli, Les Bleus potrebbero quindi continuare a giocare lì.
D'altra parte, qual'è l'economia che la FFR potrebbe sviluppare avendo uno stadio proprio? Oltre Manica, la Federazione inglese è proprietaria dello Stadio di Twickenham dal 1907. Lo sfruttamento del contenitore consente alla RFU di raccogliere da una partita del XV della Rosa utili tre volte superiori rispetto ai ricavi che la FFR ottiene dallo Stade de France. Anche le Federazioni Irlandesi di rugby e calcio hanno il condominio dell'Aviva Stadium (50.000 posti), inaugurato nel Maggio 2010.
Alla fine, è uno squilibrio che non può non pesare sullo sviluppo del rugby sui lati opposti del Canale. Il presidente della FFR Pierre Camou ritiene inoltre che un grande stadio di proprietà, la cui denominazione sarà venduta a un partner privato, impegnerà la Federazione "su una visione a 50 anni".
Dopo il 2013 e fino a quando il progetto verrà finalizzato, la FFR dovrà comunque trovare una o più localizzazioni per i suoi match in casa. La disponibilità di una nuova generazione di stadi multifunzionali come quello di Lille o Lione offre opportunità senza precedenti e dovrebbe già mettere la parola fine al monopolio dello Stade de France (nella foto: il progetto del nuovo Stade Vélodrome a Marsiglia, previsto per il 2016).
2 commenti:
Ciao. Leggendo l'articolo mi pare di capire che c'è la possibilità che il nuovo stadio della FFR verrà costruito in una città diversa da Parigi. Leggendo qua e là mi pare di ricordare che c'è una regola del 6 Nazioni che impone che le partite vengano giocate nelle capitali. Se è così come si potrà risolvere la situazione?
Saluti e vivi complimenti per il blog!
Tino
Ciao Tino, grazie per i complimenti e per il contributo. Da quel che si sa, i nove comuni che han presentato dossier dovrebbero esser tutti nei dintorni di Parigi.
Teniamo presente la situazione squilibrata della Francia rispetto all'Italia in termini di distribuzione della popolazione: Parigi e sua banlieue valgono più di tutta la Lombardia o la Sicilia. Giocoforza lo stadio di faccia lì intorno, dove ad es. han fatto Disneyland Europe.
Quanto alla "regola del 6Nazioni", che mi sa un po' di leggenda metropolitana (indagherò, ma mi pare che anche l'Italia avesse parlato di portar il 6N a Firenze fin che il Flaminio non è adeguato, no?), è chiaro che Les Bleus tra il 2013 e il 2017 giocherebbero solo i Test Match fuori Parigi, come del resto già fanno ora.
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