Un Consiglio che necessiterebbe di qualche consiglio
Si è conclusa oggi a Parma una seduta del Consiglio Federale della FIR presieduto da Giancarlo Dondi, densa di decisioni ma povera di idee.
Dopo una relazione (giustamente) auto-elogiativa per l'organizzazione della Junior World Championship in Veneto, piaciuta a tutti gli appassionati incluso il presidente Irb Bernard Lapasset, meno a molti supporter Azzurri nonostante la qualificazione ai prossimi Mondiali (chissà che altro si aspettavano), i consiglieri son passati ad esaminare fatti più dolorosamente prosaici.
Come il prendere atto della mancanza di garanzie finanziarie della ex Olimpic Roma, rinominata Società Rugby Roma 1930 dai volonterosi che han provato a rianimarla alla chiusura dei rubinetti da parte del Gruppo Abbondanza. Conseguentemente, il Consiglio ha disposto l'inammissibilità della domanda di iscrizione al prossimo campionato d'Eccellenza e il ripescaggio della Società San Gregorio di Catania, piazza storica del rugby. Quanto alla ex Tre Fontane, qualche genitore e un ex dirigente la faranno sopravvivere nelle attività giovanili.
Nel prossimo campionato d'Eccellenza ci saranno pertanto tre "promosse" su dieci: Catania, Cosmo Haus Reggio Emilia e Cammi Calvisano, di cui solo l'ultima attrezzata in modo competitivo; arrivano al posto di una retrocessa (Venezia) e due "desaparecidos" (Roma e GranDucato). Aggiungendo l'Aquila salvatasi dal fallimento in zona Cesarini e i Crociati finanziariamente immobili, abbiamo (almeno) il 50% delle Società "Eccellenti" più attente al risparmio che all'investimento e un bel po' di "svincolati" in giro. Con buona pace della crescita di livello.
Lo sconfortante panorama di disarmo del rugby di livello nel territorio, quello che "tira" iscrizioni e sviluppo, pur nella versione "low cost" allestita dalla Fir, prosegue anche nelle serie minori.
La Società Casinò di Venezia perde il posto in Serie A, probabilmente farà la B consociandosi col Mirano; si ripesca la Banca Farnese Lyons Piacenza e Rugby Grande Milano, mentre il terzo posto libero nel girone 1 della A casca a fagiuolo per piazzarci la selezione dell’Accademia Nazionale U20 di Tirrenia. Quanto al Girone 2, ripescano Amatori Capoterra, la rediviva AlmavivA Capitolina e i Gladiatori Sanniti. In Serie B risalgono per demeriti economici altrui Valsugana, Amatori Parma e Civitavecchia.
Il Consiglio ha preso poi un paio di decisioni sul piano tecnico in ottica "propedeutico-nazionale", salutate con giubilo dai numerosi nazional-popolari, appassionati di scorciatoie come la Fir. Peccato che scorciatoie al duro lavoro day -by-day non esistano ...
S'è deciso che nei Campionati di Eccellenza e Serie A dalla Stagione Sportiva 2012/13, il ruolo di mediano d’apertura potrà essere solamente di giocatori di formazione italiana/eleggibili per la Nazionale di età inferiore ai 23 anni. Il comunicato Fir parla esplicitamente di "maglia numero 10"; e se a metà del secondo tempo entrasse un'apertura straniera col nr.2o? E se un trentenne col nr.12 o 15 osasse aprire? E se il nr.10 s'infortuna e i 22enni son finiti cosa sarà, apertura no-contest?
Battute a parte - o forse no - e sempre dalla stagione 2012/2013, han stabilito che le due rappresentanti italiane in Pro12 (ex Celtic League) potranno inserire in lista-gara solo tre giocatori provenienti da Federazione estera e non eleggibili.
In entrambe i casi va apprezzato l'anticipo con cui la Fir lascia alle malcapitate società perlomeno il tempo di attrezzarsi: della serie non capisco ma mi adeguo. Nel merito non è contrarietà pregiudiziale all'innovazione, preferiamo stendere un pietoso velo sulla logica di fondo. Col dirigismo centralista e i Gosplan quinquennali al massimo si galleggia mentre gli altri avanzano, come sta succedendo da 10 anni a questa parte. Ma qualcuno che lodi l'autarchico carcadè lo si trova sempre, nella patria delle adunate oceaniche.
Nel caso della norma dei tre stranieri in Pro12, essa venne richiesta alla sua prima intervista "italiana" da Jacques Brunel e par proprio un cadeau di benvenuto al nuovo coach, tipo Benigni - Troisi al Savonarola: "ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo".
La norma auto-infligge alle italo- celtiche meno chances di vittoria delle avversarie, che possono portare rose più competitive. Eppure si sa, la mentalità conta più di tutto e non c'è nulla che educhi alla vittoria come vincere. Lo han capito da tempo le Federazioni Irlandese o Gallese, che fan crescere i loro giovani mettendoli in concorrenza coi Collins, Howlett, Botha, Pienaar per 365 giorni e non solo due volte l'anno e che aumentano la competitività delle Nazionali vincendo campionati e coppe con le loro franchigie. Tant'è.
La Fir prova ad indorare la pillola annunciando una sorta di "sanatoria": saranno parificati tutti i giocatori eleggibili approvati. Quindi nel caso Benetton, riguarderà Van Zyl e probabilmente anche Botes.
Il Consiglio ha infine ufficializzato la composizione degli staff tecnici delle Squadre Nazionali, maggiore a parte (lì si attende e non si interpreta il parere di Brunel): Gianluca Guidi continuerà ad essere il responsabile tecnico dell’Italia “A”, affiancato da Stefano Romagnoli, mentre Craig Green, responsabile tecnico delle Accademie federali, guiderà l’Italia U20 affiancato da Giampiero De Carli e Massimo Brunello. L'Italia U18 è a Sandro Ghini con Vincenzo Troiani, l'Italia U17 a Fabio Roselli con Andrea Sgorlon.
In sintesi, si è trattato di una riunione fondamentale del vertice gestionale unico del rugby italiano, per iniziare a delineare il percorso del prossimo "quadriennio Brunel" (o possibilmente "sestennio").
Lo fa prendendo atto della propria impotenza - o vogliamo dire disinteresse? - a gestire la crisi del rugby nel territorio, impotenza figlia di un palese conflitto di interessi, consolandosi con una poco palpabile crescita degli iscritti; lo fa cercando scorciatoie "tecniche", caldeggiate da chi ha obiettivi intrinsecamente di breve termine (il prossimo ct), invece di tentare di innescare spirali virtuose sul territorio con un lavoro sul medio-lungo termine sia sull'alto che dal basso, secondo la ricetta francese che Brunel conosce bene: spettacolo-pubblico-sponsor-investimenti-vittorie che portano giovani a giocare, selezione nel territorio e non dal centro, sulla base dei risultati e non di parametri fisici, mediante concorrenza con campioni, da cui sviluppo e Nazionale "lunga". Noi invece, avanti tutta col conflitto di interessi, le prese d'atto dei fallimenti e le Accademie Federali.
(l'immagine riguarda le Flight Information Region - FIR - italiane)Dopo una relazione (giustamente) auto-elogiativa per l'organizzazione della Junior World Championship in Veneto, piaciuta a tutti gli appassionati incluso il presidente Irb Bernard Lapasset, meno a molti supporter Azzurri nonostante la qualificazione ai prossimi Mondiali (chissà che altro si aspettavano), i consiglieri son passati ad esaminare fatti più dolorosamente prosaici.
Come il prendere atto della mancanza di garanzie finanziarie della ex Olimpic Roma, rinominata Società Rugby Roma 1930 dai volonterosi che han provato a rianimarla alla chiusura dei rubinetti da parte del Gruppo Abbondanza. Conseguentemente, il Consiglio ha disposto l'inammissibilità della domanda di iscrizione al prossimo campionato d'Eccellenza e il ripescaggio della Società San Gregorio di Catania, piazza storica del rugby. Quanto alla ex Tre Fontane, qualche genitore e un ex dirigente la faranno sopravvivere nelle attività giovanili.
Nel prossimo campionato d'Eccellenza ci saranno pertanto tre "promosse" su dieci: Catania, Cosmo Haus Reggio Emilia e Cammi Calvisano, di cui solo l'ultima attrezzata in modo competitivo; arrivano al posto di una retrocessa (Venezia) e due "desaparecidos" (Roma e GranDucato). Aggiungendo l'Aquila salvatasi dal fallimento in zona Cesarini e i Crociati finanziariamente immobili, abbiamo (almeno) il 50% delle Società "Eccellenti" più attente al risparmio che all'investimento e un bel po' di "svincolati" in giro. Con buona pace della crescita di livello.
Lo sconfortante panorama di disarmo del rugby di livello nel territorio, quello che "tira" iscrizioni e sviluppo, pur nella versione "low cost" allestita dalla Fir, prosegue anche nelle serie minori.
La Società Casinò di Venezia perde il posto in Serie A, probabilmente farà la B consociandosi col Mirano; si ripesca la Banca Farnese Lyons Piacenza e Rugby Grande Milano, mentre il terzo posto libero nel girone 1 della A casca a fagiuolo per piazzarci la selezione dell’Accademia Nazionale U20 di Tirrenia. Quanto al Girone 2, ripescano Amatori Capoterra, la rediviva AlmavivA Capitolina e i Gladiatori Sanniti. In Serie B risalgono per demeriti economici altrui Valsugana, Amatori Parma e Civitavecchia.
Il Consiglio ha preso poi un paio di decisioni sul piano tecnico in ottica "propedeutico-nazionale", salutate con giubilo dai numerosi nazional-popolari, appassionati di scorciatoie come la Fir. Peccato che scorciatoie al duro lavoro day -by-day non esistano ...
S'è deciso che nei Campionati di Eccellenza e Serie A dalla Stagione Sportiva 2012/13, il ruolo di mediano d’apertura potrà essere solamente di giocatori di formazione italiana/eleggibili per la Nazionale di età inferiore ai 23 anni. Il comunicato Fir parla esplicitamente di "maglia numero 10"; e se a metà del secondo tempo entrasse un'apertura straniera col nr.2o? E se un trentenne col nr.12 o 15 osasse aprire? E se il nr.10 s'infortuna e i 22enni son finiti cosa sarà, apertura no-contest?
Battute a parte - o forse no - e sempre dalla stagione 2012/2013, han stabilito che le due rappresentanti italiane in Pro12 (ex Celtic League) potranno inserire in lista-gara solo tre giocatori provenienti da Federazione estera e non eleggibili.
In entrambe i casi va apprezzato l'anticipo con cui la Fir lascia alle malcapitate società perlomeno il tempo di attrezzarsi: della serie non capisco ma mi adeguo. Nel merito non è contrarietà pregiudiziale all'innovazione, preferiamo stendere un pietoso velo sulla logica di fondo. Col dirigismo centralista e i Gosplan quinquennali al massimo si galleggia mentre gli altri avanzano, come sta succedendo da 10 anni a questa parte. Ma qualcuno che lodi l'autarchico carcadè lo si trova sempre, nella patria delle adunate oceaniche.
Nel caso della norma dei tre stranieri in Pro12, essa venne richiesta alla sua prima intervista "italiana" da Jacques Brunel e par proprio un cadeau di benvenuto al nuovo coach, tipo Benigni - Troisi al Savonarola: "ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo".
La norma auto-infligge alle italo- celtiche meno chances di vittoria delle avversarie, che possono portare rose più competitive. Eppure si sa, la mentalità conta più di tutto e non c'è nulla che educhi alla vittoria come vincere. Lo han capito da tempo le Federazioni Irlandese o Gallese, che fan crescere i loro giovani mettendoli in concorrenza coi Collins, Howlett, Botha, Pienaar per 365 giorni e non solo due volte l'anno e che aumentano la competitività delle Nazionali vincendo campionati e coppe con le loro franchigie. Tant'è.
La Fir prova ad indorare la pillola annunciando una sorta di "sanatoria": saranno parificati tutti i giocatori eleggibili approvati. Quindi nel caso Benetton, riguarderà Van Zyl e probabilmente anche Botes.
Il Consiglio ha infine ufficializzato la composizione degli staff tecnici delle Squadre Nazionali, maggiore a parte (lì si attende e non si interpreta il parere di Brunel): Gianluca Guidi continuerà ad essere il responsabile tecnico dell’Italia “A”, affiancato da Stefano Romagnoli, mentre Craig Green, responsabile tecnico delle Accademie federali, guiderà l’Italia U20 affiancato da Giampiero De Carli e Massimo Brunello. L'Italia U18 è a Sandro Ghini con Vincenzo Troiani, l'Italia U17 a Fabio Roselli con Andrea Sgorlon.
In sintesi, si è trattato di una riunione fondamentale del vertice gestionale unico del rugby italiano, per iniziare a delineare il percorso del prossimo "quadriennio Brunel" (o possibilmente "sestennio").
Lo fa prendendo atto della propria impotenza - o vogliamo dire disinteresse? - a gestire la crisi del rugby nel territorio, impotenza figlia di un palese conflitto di interessi, consolandosi con una poco palpabile crescita degli iscritti; lo fa cercando scorciatoie "tecniche", caldeggiate da chi ha obiettivi intrinsecamente di breve termine (il prossimo ct), invece di tentare di innescare spirali virtuose sul territorio con un lavoro sul medio-lungo termine sia sull'alto che dal basso, secondo la ricetta francese che Brunel conosce bene: spettacolo-pubblico-sponsor-investimenti-vittorie che portano giovani a giocare, selezione nel territorio e non dal centro, sulla base dei risultati e non di parametri fisici, mediante concorrenza con campioni, da cui sviluppo e Nazionale "lunga". Noi invece, avanti tutta col conflitto di interessi, le prese d'atto dei fallimenti e le Accademie Federali.
3 commenti:
La crisi del Rugby nel territorio è in gran parte proprio frutto delle scelte della dirigenza fir , è come se un medico che ha amputato un piede per non curare una unghia incarnita si accorgesse che il paziente fa molta più fatica a camminare ...
D'altra parte l'intenzione esplicita era quella di dirottare tutte le risorse disponibili sulla nazionale ed in terza battuta sulle squadre celtiche, con la crisi che si è aggiunta la cosa ha funzionato anche troppo bene.
Aggiungiamo una dirigenza e le strutture di molti club abituati per anni a tutto tranne che una gestione seria ed oculata (cosa che -dati alla mano- la FIR ha sempre OSTEGGIATO) hanno creato un quasi-meltdown del sistema; dimenticando che nel bene e nel male un sistema sportivo è un corpo quasi unico ... così se soffre e sparisce il Venezia Mestre finisce con trascinare giù l'interesse dell'intera provincia , trascinando giù anche le altre società come ad.es. il Riviera , che pur essendosi salvata comodamente in A2 con una squadra a basso costo non è riuscita a trovare i soldi per le trasferte ...
Sad but true. Le spirali si auto-alimentano, siano esse perverse o virtuose. Se parlo di "conflitto di interessi" delal Fir, è proprio perchè come Giorgio, sono convinto che in Fir siano consapevoli di cosa stan facendo, anche se non tutti sono attrezzati, per ignavia o per incompetenza, per comprendere che esisterebbero delle alternative.
Quel che non han ancora capito in Fir è che si stan comportando come quello che se lo taglia per far dispetto alla moglie.
"Lo han capito da tempo le Federazioni Irlandese o Gallese, che fan crescere i loro giovani mettendoli in concorrenza coi Collins, Howlett, Botha, Pienaar per 365 giorni e non solo due volte l'anno e che aumentano la competitività delle Nazionali vincendo campionati e coppe con le loro franchigie": il punto in merito alle italo celtiche è proprio qui, come giustamente ha messo in conto il Socio. Io sarò ostinato, ma mi pare un principio molto semplice al quale arrivare con un altrettanto semplice ragionamento, però c'è quella voglia di dirigismo che tutto decide, tutto dispone. E non è solo questione di competizione, ma anche di apprendimento: il giovane italiano che se ha voglia di mettersi in mostra e di conquistare il posto, sta lì e guarda quelli con un certo curriculum alle spalle e apprende. Ma a quanto pare, contano di più gli asterischi che pubblicano nei comunicati stampa per indicare che Tizio o Caio provengono da quella accademia federale - argomento che a suo tempo, se non ricordo male, aveva sottolineato pure Giorgio.
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