Buone notizie da Dublino?
Attorno all'ora di gioco, all'Aviva Stadium di Dublino, mentre l'Irlanda perdeva 20-9 contro l'Inghilterra (sarà il risultato finale), tra i più di 48.000 spettatori qualche ottimista avrà pensato, beh potrebbe andare peggio, potrebbe piovere.
Difatti s'è scatenato un improvviso e violento fortunale molto Irish. Difficile pensare a una giornata peggiore per l'Irlanda: quarta sconfitta su quattro warm up match pre-mondiali, seconda sconfitta in fila in casa, la prima con gli inglesi da diversi anni, mostrando un gioco sempre più involuto e inconcludente e quel che è peggio, perdendo il cruciale openside flanker David Wallace per i Mondiali. Con un esercizio di cinismo che solo i chiaramente più deboli possono permettersi, verrebbe da chiosare: buone notizie da Dublino.
C'è qualche rimaneggiamento dell'ultimo minuto nella terza linea inglese, che rinuncia precauzionalmente a Wood e Easter, richiamamdo il "non Mondiale" Hendre Fourie al nr.7 e sposta Haskell al nr.8, con Croft confermato sul lato cieco.
Gli Albionici fan vedere da subito che vogliono tenere il pallino, attaccando su tutto il fronte gestiti da Wigglesworth con buon controllo e decente velocità. Entrano nei 22metri avversi e ci provano sino al tentativo di drop di Jonny Wilkinson, stranamente sbagliato, al minuto 2'15". Nelle prime azioni si mettono in mostra i ball carrier pesanti Haskell e Sheridan. Alla successiva azione è meta inglese: quei due guadagnano terreno, il mediano apre a Wilko verso sinistra, palla subito a Mike Tindall, il compagno di reparto Manu Tuilagi incrocia stretto, riceve l'ovale e passa tra Bowe che s'allarga e Earls che si fa bucare da pollo, senza che nessuno venga manco toccato; al 5' è la seconda meta in due caps per l'anglo-samoano. Troppo facile. Jonno trasforma per il 7-0.
Nel resto del primo quarto i falli dominano la scena: l'Irlanda prova a sfruttare la rimessa laterale ma la gestione che ne fanno è povera e gli inglesi possono calciar via lontano. Geordan Murphy contrattacca, calcia e viene lievemente ostacolato da Lawes, ottenendo un calcio di punizione centrale che O'Gara piazza, 3-7 al 9'. E' la mischia ordinata inglese a guadagnare la punizione che consente a Wilko di mantenere le distanze, è 3-10 al 15'.
Il 20' è il minuto degli infortuni: David Wallace placcato da Tuilagi si torce il ginocchio, da come si agita è chiaro che si tratti di cosa grave purtroppo per lui, entra Leamy; esce anche Fourie sostituito da Palmer con Lawes che si sposta in terza linea, poi anche Cueto per motivi precauzionali, sostituito all'ala da Armitage. Nel frattempo O'Gara può piazzare il 6-10.
Altra azione notevole alla mezz'ora: ennesima rimessa laterale mal gestita dai padroni di casa su 22m inglesi, la palla rotola fino a Tuilagi che si mette in moto e si lancia in un coast-to-coast. E' l'eroico Murphy, il migliore dei suoi, a inseguire, raggiungere e fermare il compagno di club a Leicester. Negli sviluppi, gli inglesi si divorano una meta fatta per un sottomano frettoloso di Lawes che molto fa arrabbiare Foden, pronto allo scatto finale. Al 26' c'era stato il piazzato del 6-13 di Wilko.
Al 32' anche Heaslip deve uscire, sostituito da Donncha Ryan e il primo tempo si chiude con un piazzato di O'Gara per un apparentemente equilibrato 9-13.
La seconda frazione pare iniziare in modo promettente per l'Irlanda: al primo minuto un Chris Ashon in ombra (del resto si gioca chiusi, su spazi piccoli e ritmo bassino) si fa cacciar fuori per fallo professionale in ruck. Ne consegue una punizione centrale, che O'Gara stampa sul palo.
Nei minuti che seguono l'Irlanda rivela tutta la sua pochezza: l'iniziativa resta agli inglesi in inferiorità numerica e al 46' Wigglesworth apre verso Tindall sulla sinistra, questi s'avvede che tre difensori su quattro sono lenti avanti, per cui si produce in un delizioso calcetto rasoterra, cogliendoli tutti in contropiede; Armitage è il più veloce, s'infila e schiaccia in meta. Due a zero, 20-9 e altro non succede, acquazzone a parte.
Che dire in ottica mondiale? Beh, due sono i vincenti della giornata: Manu Tuilagi e il reparto centrale con Mike Tindall meritato Man of the Match, più Jonny WIlkinson.
La nazionale della Rosa dei Lancaster già aveva identificato il pack - anche se continua a preoccupare lo stato di salute di capitan Moody, c'è chi può rimpiazzarlo; ora sembra avere trovato l'assetto dietro, col dualismo centrale tra esperto inside e giovane outside, assieme al triangolo allargato Foden-Ashton-Cueto già identificato dal 6Nazioni - peraltro in ombra in queste ultime uscite, Cueto a parte che si dà sempre molto daffare e si va a cercare le azioni. All'apertura Wilkinson non ha fatto nulla di eclatante ma produce razionalità, mentre Flood spesso è frenetico più che dinamico, mettendo in crisi assetto ed equlibri, a partire dal mediano suo compagno di reparto. Sopra ogni alta cosa c'è il fatto che con Wilko titolare l'Inghilterra vince (qui e col Gales a Twickenham); forse Martin Johnson ci sta facendo un pensierino, tant'è che Flood è entrato come primo centro ma tardi, visto che Tindall ha dimostrato un ottimo rapporto col nuovo ruolo inside, non è solo muscoli (vedi assist di ambo le mete).
Quanto all'Irlanda, detto fuori dai denti e con "occhio Azzurro", è tutto troppo bello per essere vero: c'è da sperare per noi che non sia tutto un diabolico barbarucco di Kidney per nascondersi. L'Irlanda sta precipitando, il quarto test pre-mondiale è stato se possibile il peggiore di tutti: no gioco, mismatch clamorosi (Earls con d'Arcy al centro), Eoin Reddan in mediana che perde lucidità man mano che passa il tempo - ma non era O'Leary il problema? Robe che vien da dire, ma Stringer gioca ancora? Le fonti del gioco sono inaridite: i lock non si capiscono più coi tallonatori in rimessa e la mischia ordinata sa imporsi solo quando Cian Healy è in forma super; in terza linea oggi non c'era Sean O'Brien quindi va sospeso il giudizio, ora ha perso l'importante pedina David Wallace.
Davanti s'è visto solo qualche tentativo rabbioso ma individuale di Earls e Trimble, mentre Bowe è l'ombra del campione che era - a proposito di fuori forma esclusi dalla rosa come Luke Fitzgerald. All'apertura, RoG non sbaglia nulla ma la squadra non gira; quando entra Sexton si percepisce la sferzata psicologica, ma non par bastare. Crisi di identità o solo di risultati? Oppure, Sexton o RoG cambia poco, nella realtà sono una squadra mediocre che diventa buona solo quando c'è O'Brien davanti, O'Driscoll de'drio e Cian Healy in giornata di grazia? La risposta nel giro di un mesetto.
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