Le Grandi ai Mondiali: l'Australia
I Wallabies guidati da Robbie Deans sono la prima delle Grandi ad aver ufficializzato l'elenco dei trenta convocati alla Rugby World Cup 2011.
Il primo commento sintetico è che non sempre tanti avanti voglion dire un approccio difensivista o "tattico" come si dice nel rugby: guardate i trenta nomi selezionati (dieci Reds, nove Waratahs, sei Brumbies, quattro W.Force e un Rebels). La suddivisione scelta dal management è infatti 17 (avanti) - 13 (trequarti), non il classico 16-14 tipo l'Italia di Mallett, avversaria nel girone.
Ricordiamolo, la caratteristica peculiare del Mondiale rispetto ad ogni altro torneo o tour delle Nazionali, è che i trenta convocati possono essere sostituiti solo per infortunio e nel caso, lo sono in modo permanente. Tema da non trascurare in un torneo lungo sette settimane senza riposi, che gli Aussie paiono seriamente intenzionati a percorrere fino alla fine e che quindi Deans ha tenuto ben presente, defininendo "non negotiable" certi punti fermi. Riguardano i ruoli più specialistici, cioè piloni, mediano di mischia e tallonatore - tutti li coprono rispettivamente con quattro, tre e tre giocatori; altrove si tende invece a inserire qualche "jolly" che dìa flessibilità in caso di necessità.
Nel reparto avanti il management Aussie sceglie la copertura classica (quattro piloni, tre tallonatori, quattro seconde linee) ma in terza linea porta un uomo in più (coi "logici" Elsom, Pocock, McCalman, Higginbotham e il recuperato Palu è convocato anche un sesto, il 35enne Radike Samo, per coprire l'ultimo), come fece Berbizier nel 2007.
Dietro invece ci sono i tre mediani (Genia, Burgess, Phipps) e solo due aperture come l'Italia, ma solo apparentemente: oltre ai "titolari" Quade Cooper e Berrick Barnes, in caso di necessità tra gli otto trequarti/estremi figurano due che hanno portato in stagione il numero 10: Kurtley Beale e James O'Connor.
Forse è questa la risposta che Deans non vuol dare, riguardo alla mancata convocazione di Matt Giteau che tanto scalpore ha suscitato. Non è l'unico missing tra l'altro: mancano anche tra gli altri Mark Gerrard, Lachie Turner, Rod Davies, Luke Morahan, Dean Mumm. "Abbiamo dovuto prendere delle decisioni toste", ha dichiarato il coach, e "non commenterò le esclusioni". Di fatto i ruoli ricoperti dall'angelo, per usare le terminologie australi il "fly half" e il "second five eight", risultano di fatto ben coperti.
Anche se ... in effetti la scelta di Berrick Barnes come vice Cooper è un punto interrogativo. La classe del 25enne non si discute, ma quest'anno s'era ritirato a giugno dal SuperRugby per i postumi di una serie di commozioni cerebrali ("concussion"); in nazionale non s'è più visto dal tour Boreale di novembre. Dopodichè l'apertura dei Waratahs le ha provate tutte: dal caschetto rinforzato al cambio di dieta alla meditazione; s'è rimesso in gioco con quattro partite per la Sidney University ed è andato tutto nel migliore dei modi, sperimentando anche qualche placcaggio duro che non ha provocato mal di testa. Sarà in campo con gli Australian Barbarians contro il Canada venerdì prossimo, un bel test molto fisico, adatto al suo probabile incarico di leader dell'Australia "B-Side" che Deans allestirà per l'Italia all'esordio mondiale, in cui dovrà ripagare tutta la fiducia accordatagli, già costata titoloni e belle polemiche (più per l'escluso che per lui).
Come Barnes,anche il centro Rob Horne non ha mai giocato con la nazionale quest'anno causa infortuni, da cui sono stati recuperati anche il pilone Slipper, il tallonatore Polota Nau, il nr.8 Palu e il back Mitchell. I sopravvissuti dalla spedizione del 2007 (conclusa con l'eliminazione ai quarti di finale) sono otto: con Barnes c'è Rocky Elsom, Adam Ashley-Cooper, Drew Mitchell, il tallonatore Stephen Moore, Wycliff Palu e i due lock Nathan Sharpe e Dan Vickerman; questi ultimi, compagni di reparto del nuovo capitano, il 26enne James Horwill, sono gli ultimi superstiti del 2003, quando i Wallabies persero la finale in casa con l'Inghilterra di Jonny Wilkinson.
Una parola si spende volentieri proprio per Dan Vickerman, un destino marcato dai Wallabies e dalle Università. Sudafricano, nei Junior Springboks nel '99, nel 2000 si trasferì a Sidney per frequentare l'Università e nel 2001 fu preso dai Brumbies. Dopo la coppa del mondo 2007 decise di fermarsi a Cambridge per laurearsi in economia, togliendosi la soddisfazione di partecipare da capitano al più famoso dei Varsity, la sfida Oxford-Cambridge a Twickenham. Quest'anno è tornato in Australia per giocarsi la terza Webb Ellis Cup.
Ironia del destino, la prima delle grandi a sciogliere i dubbi sui convocati mondiali è l'unica nazionale ad avere ancora qualcosa di molto serio sul piatto pre-mondiale: niente warm up, il 27 agosto l'Australia disputerà in casa quella che verosimilmente sarà la finalissima del TriNations 2011 contro gli All Blacks. Nella speranza di ipotecare il prossimo futuro - e di non rimetterci qualche pezzo pregiato.
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