mercoledì 11 gennaio 2012

La Premier si fermerà, gli Harlequins rallentano, i gallesi stanno a casa

Dato che manca meno di un mese al Six Nations, Oltremanica si stanno mettendo in moto in attesa di cominciare questo fine settimana, con le coppe europee e quindi con il raffronto diretto a livello di club tra Inghilterra e Francia, ovviamente, pur senza sottovalutare gli irlandesi, leader in tre gironi di Heineken Cup. L'asse Parigi - Londra si sposta dal sud neozelandese per la RWC al nord Old Union in vista dell'antico torneo tra le Nations. Ma è soprattutto tempo di UK, in generale.
Perché nel 2015 arriva il Mondiale e in bocca al lupo a chiunque sarà il manager della nazionale inglese, che pare destinata nel breve termine ai traghettatori (addirittura, dev'essere scappata a qualche solita fonte "ben informata", Nick Mallett potrebbe finire a fare il traghettatore di qualcun'altro dopo Stuart Lancaster).
Prima della parola finale sull'head coach - e magari in attesa di venir positivamente stupiti dalle scelte e dalla regìa del caretaker Lancaster, uno che col caso Danny Care, il mediano tagliato per aver alzato il gomito la notte di Capodanno, ha mostrato di avere idee ben chiare - ci sono altre caselle da riempire in Inghilterra. A cominciare dalla più alta di tutte, quella di Chairman della Union più grande del Mondo nonché organizzatrice dei prossimi Mondiali, la Rfu. Pare che a breve Bill Beaumont, il perdente per un voto nella sfida per la guida della Irb, dichiarerà la sua disponibilità a insediarsi; in tal caso la corsa sarebbe conclusa prima di partire, per manifesta superiorità su ogni ipotetica candidatura alternativa. 


La Premier pare destinata a fermarsi tra tre anni, prestando i maggiori impianti alla competizione internazionale, per riprendere una volta decretato il vincitore finale. Si ferma anche in questo mese, come tutta l'Europa che conta: ultime gare della fase a gironi di Heineken e Challenge Cup per l'appunto, ma anche della Anglo Welsh Cup.
 La tredicesima giornata, non la commentiamo per scaramanzia tutta inglese: basti sapere che il torneo s'arresta con gli Harlequins ancora primi in classifica, ma in un contesto di maggiore equilibrio: i londinesi adesso hanno ora solo tre punti di vantaggio sui detentori del titolo, i Saracens, dopo aver perso anche contro i Northampton Saints lo scorso venerdì.
Pensare che potessero tirare avanti ancora qualche settimana rimanendo immacolati alla voce "sconfitte" quanto meno in campionato, era roba più da fanta rugby che da massima serie inglese. Stanno tirando il fiato, o forse sono le altre ad averlo recuperato, tanto che il turno vede una sola sconfitta casalinga. Che è dei Falcons di  Newcastle, sconfitti dai Chiefs di Exeter e ultimi staccati in classifica. Dopo la retrocessione del Leeds la scorsa stagione, pare tocchi ora a un'altra delle ultime sentinelle del Nord, di dove provengono moltissimi giocatori ma dove solo gli Sharks paiono avere le spalle sufficientemente robuste per rimanere a galla. Sale che peraltro nella giornata è stato sconfitto di misura sul campo dei London Irish. Penultimi in classifica, continuano a soffrire i Wasps, del resto visitavano l'ostico campo di Leicester; i Warriors di Worcester li staccano battendo Gloucester, mentre cala in basso anche Bath liquidata dai Saracens


Intanto il capitano dei Quins, Chris Robshaw, è nel gruppo voluto da Lancaster per lavorare al 6N: ci sono nove debuttanti, 15 cambi rispetto a quello di settembre. E' il massimo concesso dai regolamenti Irb in anno post mondiale (10 più i ritiri, che sono Moody, Thompson, Wilkinson, Shaw, più i lungodegenti Sheridan e Wigglesworth). Del resto si poteva intuire che per l'Inghilterra post mondiale la continuità fosse decisamente l'ultimo dei problemi.
Dai Quins ci sono anche il Moichano Joe Marler in prima linea, il ciuffo biondo di Jordan Turner-Hall tra i trequarti e anche l'estremo Mike Brown, a giocarsi il posto di estremo con Ben Foden dei Saints. Assenti i due Quins "storici", Danny Care che prima beve e poi si mette alla guida e si fa beccare e Nick Easter, il vice ai Mondiali che qualcuno candidava a capitano, ma in England è tempo di discontinuità. Difatti oltre a Moody ritiratosi, non compare nemmeno l'altro capitano Mike Tindall del Gloucester, che mandava Easter ad occuparsi con l'arbitro di turno dei problemi nelle ruck. Bad news dalle convocazioni anche per Delon Armitage, Matt Banahan e Mark Cueto.
In cabina di regìa in mediana è confermato il duo Tigers Ben Youngs-Toby Flood temporaneamente assente, ma infortuni e buon senso han consigliato il coach di "coprirsi" con la combinata Saracens esperienza-freschezza: il veterano ex Sharks Charlie Hodgson e Andy Farrell, il ventenne predestinato dai tempi in cui, quattordicenne, veniva convocato nella nazionale Under18 e per di più col papà nel coaching team. E può giocare anche come primo centro, assieme al compagno di squadra Brad Barritt. A copertura temporanea per l'infortunio di Flood è stato convocato anche l'altro giovane Saracens, Alex Goode. Gli appelli da lontano di Danny Cipriani non sono stati ascoltati.
Tra i volti nuovi dai Saints si apre spazio per Calum Clark e Lee Dickson, per David Strettle dei Sarries e per il conteso mezzo gallese Ben Morgan degli Scarlets, che decide di appendere il cappello al chiodo inglese. Tra le vecchie glorie c'è il ritorno di Lee Mears tallonatore di Bath.

Quins primi della classe (47 pts.), ma con soli 4 convocati, accerchiati anche in Premiership da gente dei Sarries (44 punti, 6 convocati), Saints (36 pt., 8 convocati) e Leicester Tigers (36 pt., 6 convocati). E la zona playoff eccola qua. Lancaster ha completato la lista dei 32 chiamandone due da Bath e dai Wasps, uno da Gloucester  e dagli Irish, più  due "stranieri" (Tom Palmer dallo Stade e Morgan dagli Scarlets).

Nel 2015 sarà a disposizione anche il Millennium Stadium di Cardiff, come successo nel 2007 mentre la Coppa del Mondo si disputava in Francia (si giocò anche al Murrayfield di Edimburgo, per la cronaca). Il Galles ci affrontò l'Australia, perdendo. Ma i Red Dragons a quanto pare potranno rimetterci piede durante la prossima RWC, con via libera della IRB che a marzo si incontrerà con gli organizzatori per cominciare a stendere un ruolino di marcia e prendere le misure. 

Occhi puntati sulla squadra di Warren Gatland perché per il prossimo tour dei Lions (destinazione proprio l'Australia) la scelta dovrebbe dipendere dalle performance delle nazionali coinvolte in questo Six Nations. Le intenzioni - come avevamo già riportato lo scorso aprile - è di garantire al manager capo 18 mesi di lavoro tranquillo. Gatland è tra i più gettonati, si intuisce. Un po' come nelle primarie repubblicane di queste settimane, Martin Johnson è fuori dai giochi, mentre agli albori del Tour 2013 viaggiava ai piani alti. 

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