sabato 12 maggio 2012

Gli Harlequins vanno di peso oltre la difesa dei Saints

Di fronte al pubblico di casa del The Stoop i London Harlequins si qualificano per la finale 2012 di Aviva Premier, battendo i Northampton Saints per 25-23 nei minuti finali, con la meta del pilone Joe Marler da una maul che scaccia i fantasmi della sconfitta per la formazione che ha iniziato, condotto e chiuso la stagione regolare da prima in classifica. Per gli ospiti le ambizioni di mettere mano sul torneo svaniscono come da due stagioni in semifinale, dopo ottanta minuti trascorsi a difendere gli spazi, a bloccare le iniziative dei trequarti avversari e coltivando le speranze fino a cinque minuti dalla fine con un XV che fa i conti con le assenze del capitano Dylan Hartley per squalifica e Chris Ashton per infortunio, ma contando su un Lee Dickson in gran forma: c'è profumo di posto da titolare in mediana nella nazionale inglese in vista del tour estivo e i playoff sono il palcoscenico migliore per giocarsi tutte le carte. Arbitra Andrew Small.

Un affare ai punti tra Nick Evans da una parte e Ryan Lamb dall'altra, preferito a Stephen Myler. Non c'è Danny Care per i londinesi, al suo posto Karl Dickson, omonmo dell'opposto mediano. Al 2' Evans apre le marcature e la cosa gli riesce facile per le proteste dei Saints che valgono dieci metri di avvicinamento ai pali. Ogni opportunità conta e con essa pesa tremendamente la disciplina, come racconta il resto della storia dell'incontro. Il ritmo è alto, gli ovali vagano per il campo, Lamb placca l'ala Sam Smith che perde palla in avanti (non sarà l'unica nella gara) e salva i Santi da una brutta situazione, poi all'11' firma il pareggio dalla piazzola. Passano tre minuti e il calcio di Evans non trova i pali dopo un penalty conquistato dal suo pack, con la prima linea Marler & Johnson (fratello Minore di Census del Tolosa) più Gray, che va a prender la supremazia sui non ultimi arrivati Tonga' huiha & Mujati . Poco dopo non stecca Lamb al 17', per il vantaggio di Northampton (3-6). 
E' un alternarsi nel punteggio, non nel tema di fondo della gara: iniziativa tutta Quins molto spreconi, Saints a difendersi bene, a ripartire e a fare i cinici.
Marca Evans al 18', risponde immediatamente Lamb al 20' tenendo avanti i suoi. Si porta pressione da un lato all'altro del fronte, i due estremi Ben Foden e Mike Brown sono tenuti sotto controllo: non ci sono sprovveduti in campo.  Il primo break che vale una percussione in profondità è firmato dal russo Vasily Artemyev,  il rilievo di Ashton, attorno al 25', ma Small fischia un calcio contro i Saints nella ruck appena fuori i 22 avversari. George Lowe e Jordan Turner-Hall, la coppia di centri degli Harlequins chiamata a rapporto da Stuart Lancaster per l'estate, è tenuta fuori dai giochi offensivi e alla mezz'ora i Saints potrebbero allungare portandosi sul +6, ma il piede di Lamb dalla metà campo stavolta non è perfetto. La terza linea Maurie Fa'asavalu dei Quins devasta per due volte la trincea davanti a lui, favorito dal confronto impari con Lee Dickson che aiuta a chiudere gli spazi fuori dai raggruppamenti (foto). A proposito di Dickson, il suo omonimo Karl pari ruolo, bendato alla testa per una tacchettata, si danna a dar ritmo agli attacchi dei suoi, sempre fermati dalla ordinata e determinata difesa dei Saints, non sempre correttamente. 


E' il momento migliore per i londinesi: arrivano nei 22, Evans va in rimessa sui 5 metri dall'ennesimo penalty della prima frazione, si gioca stretti nel fazzoletto di terra che porta alla linea di meta e al 32' il Numero 8 ospite Roger Wilson si becca il cartellino giallo per un fallo in ruck. Brown vorrebbe giocare, il capitano Chris Robshaw al contrario è più razionale e ordina a Evans di puntare ai pali ed è pareggio (9-9), c'è tempo;  ma con un uomo in meno i Saints non perdono la calma, par quasi si siano preparati all'evenienza da come la gestiscono con ordine e reagiscono al momentum dei Quins, approfittando di un piazzato al 36' e mettendo paura con una combinazione tra Foden e Paul Diggin sulla fascia. Si va quindi al riposo con gli ospiti in vantaggio di tre punti.

Nella ripresa la tensione sale di minuto in minuto. L'ala di casa Tom Williams al 43' innesca con un bel calcio ad incrociare il solito Brown (il più propositivo di tutta la linea dei 3/4 Harlequins), ma Foden fa buona guardia e si rifugia in rimessa nei propri 22. Robshaw e soci passano per una maul ma sono imbrigliati e perdono il possesso per l'ennesima volta. L'inerzia rimane dei londinesi ed Evans al 48' perviene al 12-12. La mischia dei Saints intanto cede sempre di più e a Dickson viene fischiato un tenuto a terra che al 54' vuol dire sorpasso Quins. Ma sul drop di ripartenza viene ravvisata una ostruzione sulla ricezione di Nick Easter ed è ancora una volta immediato pareggio per i cinici e più esperti Saints.  
L'ultimo quarto bussa alla porta e Northampton raffina la tattica: difesa, difesa, difesa, approfittando degli errori altrui che giungono di fronte all'impenetrabilità delle maglie ospiti. Così se gli Harlequins si consolidano in mischia, i Saints vanno di contropiede: un intercetto di Lamb fa incassare tre punti per il nuovo vantaggio, con grazia ricevuta per Evans che non viene ammonito dopo essere intervenuto nell'azione da posizione di off side. Al 62' il piazzato di Evans non arriva a destinazione, salgono vertiginosamente i numeri di placcaggi dei Saints (si supera la novantina, gli Harlequins sono sotto i 40). Al 66' il colpo di scena: spazi stretti lungo la linea laterale, Foden scatta, George Pisi e James Downey vanno di riciclo e spediscono Lee Dickson a marcare la meta che rompe l'equilibrio instabile e potrebbe risultare decisiva. del pomeriggio. Lamb non trasforma, è 23-15 per gli ospiti. 

Lo Stoop si ammutolisce, rischia di scapparci la beffa: un'annata trascorsa tutta da prima della classe con un filotto iniziale di vittorie invidiabile ed ora il rischio concreto di trovarsi fuori. Mai dimenticare che siamo in Inghilterra però, mollare non è una opzione per nessuno. L'inconsistente Sam Smith esce, all'ala entra il mezzo gallese Matt Hopper, ex Cornish Pirates. Per intanto i Quins si accontentano al 72' di andare per i pali per portarsi sotto-break a -5. Manca giusto una meta, da trasformare per completare il lavoro di recupero. Siccome la disciplina rimane fattore determinante, gli Harlequins al 76' possono calciare in rimessa sui 5 metri: sulla reiterata pressione offensiva dei padroni di casa, non rotola via il placcatore Saint dentro i 22. 
Rimessa, maul che si compatta e ruba centimetri, che diventano metri, che prosegue inarrestabile la corsa quando anche i centri Turner-Hall e Lowe e anche Evans si aggiungono in spinta. L'ingresso inarea di meta è massivo, trionfale ed è quasi perfetto che ad atterrare l'ovale sia proprio il sorriso beffardo di  Joe Marler, meritatissimo Man of the Match, pilone loosehead 21enne tirato su nella cantera del club londinese guidato da Conor O'Shea, una delle autentiche rivelazioni stagionali: spinge in mischia, placca, picchia come un fabbro e fa il personaggio con quei tagli spaziali, ma anche passa e si muove, dinamico come un neozelandese. E lo fa con una esperienza e sicurezza da dieci anni di più: è un pilone che chiama le rimesse laterali, per dire. Il TMO certifica che non c'è alcun motivo per cui non assegnare la marcatura, Evans da sotto i pali non può sbagliare: 25-23, la matematica non è un'opinione. La frustrazione della squadra di Jim Mallinder si va viva sui volti di chi è in campo, la lancette scorrono e parte il countdown del pubblico a dieci secondi dalla fine. 
Tra due settimane i Quins traslocheranno a meno di un chilometro, per affrontare in finale la vincente tra Leicester Tigers - Saracens a Twickenham. 

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