domenica 30 settembre 2012

Brillano i vecchietti nei Boks dei debuttanti

The Rugby Championship - Loftus Versfeld Stadium, Pretoria
South Africa 31 - 8 Australia

Uno inizia letteralmente col piede sbagliato ma alla fine più la sfortuna che l'emozione ne sporcano l'esordio; un altro scalpita per entrare e alla fine cinque minuti son pochi, solo un paio di placcaggi e un'apertura ma c'è il magic touch che fa scaturire un'azione da meta ( "i miei generali li voglio fortunati", diceva Napoleone); un altro ancora lavora in trincea con un working rate da terza linea sia in difesa che come ball carrier e produce un solido partitone. Stiamo parlando dei tre debuttanti Boks ventenni o poco più Johan Goosen (al debutto come titolare), Jaco Taute (debutto assoluto) e Elton Jantjies (primo cap): si può dire che il futuro è promettente da quelle parti.
Il futuro è bello ma il presente si fonda ancora su alcuni vecchietti per modo di dire: due in particolare, Bryan Habana autore di un hat trick e Ruan Pienaar, emerso leader in campo nel momento più critico. Citazione per un altro "vecchio" all'anagrafe  per gli standard di quel Paese (26 anni) ma non di caps: il dinamicissimo Adriaan Strauss, anche lui working rate da brivido, esempio e parola coi compagni di reparto. Anche Jean deVilliers "rassicurato" dalla solidità del compagno di reparto Taute gioca con sagacia, ma risulta uno di quei capitani pur dotati di credibilità (con gli arbitri), più immersi nel loro savoir faire che carismatici coi loro uomini. Nè giovanissimi né vecchi sono i loose five autori di una prova terrificante per efficacia, come un bombardamento a tappeto: meritano la citazione tutti, da Etzebeth a Bekker dominatore di terre e di aria, al grande Francois Louw scavenger ed assist man, da Alberts a Vermeulen, nulla di appariscente ma tanta roba. E' stata una partita in cui anche il (da noi) criticato Zane Kirchner s'è messo in luce: era successo anche all'andata. Chi manca all'elenco? I piloni Mtawarira e DuPlessis, ben tenuti col solito mestiere sopraffino dai contrapposti Wallabies e Hougaard, autore di alcuni bei dribbling stretti ma oscurato dalla produttività dell'onnipresente Habana, un'ala che Louw s'è ritrovato fin ultimo compagno abbracciato a sostegno in una maul.
E poi ci sarebbe la panca tutta.

Che dire dei Wallabies? Prima di tutto che per loro a Pretoria è un massacro peggio che Rouke's Drift o Isandlwana, o meglio Gallipoli nel loro caso: ad Anthony Fainga'a gira ancora la testa, ha  dovuto rimpiazzare quasi tutti gli uomini in fondo, da Pat McCabe a Ioane a - definitivamente - Berrick Barnes; poi  Adam Ashley Cooper mette la testa dalla parte sbagliata nello sbarrare il passo a Kirchner che non marca la doppietta grazie al suo sacrificio; anche Benn Robinson deve lasciare il posto a Slipper. E questo solo nel primo tempo: nel secondo tocca a Samo, Ioane,  Polota-Nau, al suo vice Saia Fainga'a ... Tanto che coach Deans si vede negare dall'attento arbitro Rolland il rientro di Polota Nau e l'Australia rimane in 14 per quasi dieci minuti, con le mischie che diventano no contest. Mai vista prima una cosa del genere.

A parte che "mal che si vuole non duole", non è solo una questione di massacro fisico: i Wallabies vanno contro a testate a un Sudafrica determinato e concentratissimo davanti, finalmente molto attivo anche dietro, opponendo carne alla carne, scontro fisico allo scontro fisico. Non c'è filo logico, non c'è lume nella prestazione del regista designato Kurtley Beale in posizione di apertura. Si fa trovare dal mediano Phipps regolarmente molto a ridosso della linea, e questo va bene, ma da lì inventa poco, per lo più tenta di far da finalizzatore vuoi di percussione o al piede, di fatto tagliando fuori tutti gli altri.  Anche Samo si spiaccica addosso al muro difensivo, ci prova nei primi venti minuti poi scompare. Rimane sempre attivo il faro Sharpe ma quando emerge lui, significa che i Wallabies non mettono in moto la palla, non stanno facendo quello per cui sono famosi. Degli altri, stavolta proprio non ce n'è per i giovani flanker Dennis e Hooper, messi sotto alla brutta dagli avversari; Phipps non c'entra molto con questo livello, il suo rimpiazzo Sheehan fa vedere cose migliori; Shipperley all'ala è poco servito, l'unico trequarti in evidenza è il neozelandese di nascita Michael Harris, che segna la sua prima meta internazionale da ala giocando abbastanza fuori ruolo (sarebbe un second five eight piazzatore).
La combinazione tra rude determinazione e velocità da una parte, sconclusionatezza dall'altra, porta a una partita dominata dai Boks, coi Wallabies "smashed up and spat out", come descrive onomatopeicamente un australiano.

La cronaca - Piange durante l'inno l'atteso Johan Goosen e si vede che le lacrime gli filtrano la visione: due suoi errori dalla piazzola in stretta sequenza attorno al 9' caratterizzano il primo quarto di gara. Il primo errore dalla lunga distanza lo destabilizza (ma lassa perde', no?), il secondo immediatamente successivo era da piazzare tutta la vita. Peraltro poco prima sbagliava malamente anche Berrick Barnes.
Primo quarto caratterizzato da difese feroci e da diversi errori di handling da parte sudafricana. Logico, con tutti quei volti nuovi nelle posizioni cruciali, ma si registra anche qualche calcio mal calibrato da Pienaar.
I Wallabies tentano percussioni centrali e allargate ma non riescono ad avanzare, la difesa è impenetrabile. Il gioco stalla nei due quarti centrali, nessuna delle due squadre riesce mai a visitare l'area dei 22metri avversaria.
La sfida tra mischie ordinate è equilibrata nel disequilibrio (crollano sempre), nessuno riesce a prevalere; piuttosto, lo strapotere in rimessa laterale del reparto guidato da Bekker (partita impeccabile la sua) coi lanci di Strauss, nel finale del quarto fa emergere l'arma letale dei Boks per impadronirsi della partita: la classica maul. Attorno al 20' riescono due importanti avanzamenti con tale tecnica: il primo genera una punizione calciata ai 5 metri da Pienaar; la seguente maul installa i Boks a ridosso della linea di meta. Prima ci provano gli avanti a sinistra, poi partono i trequarti a destra, l'inserimento dell'estremo Zane Kirchner servito da Habana porta alla meta. La trasformazione di Pienaar  sigla il 7-0 e l'ingresso in un'altra partita.
Notare, il sempai Pienaar solleva il kohai Goosen dalla responsabilità dei piazzati, caricandosela sulle sue spalle; alla fine l'esito non sarà brillante (tre trasformazioni su cinque e due errori con un palo nelle punizioni) ma l'effetto è quello di un leader che si alza e si rimbocca le maniche, cosa sinora mai vista nei Boks di coach Meyer.

Siamo appena entrati nel secondo quarto e già non c'è più equilibrio. Alla prima azione dopo la meta, Goosen tocca un grubber ben fatto e guadagna metri dopodiché, e siamo al 24', si lancia in mezzo alla difesa correndo per trenta metri e arrivando a ridosso della linea di meta, dove viene fermato. Il sostegno è immediato e massiccio, tanto che tutto il pacco viene spinto dentro l'area di meta ma il Tmo opterà per il doppio movimento. A rigor del vero l'apertura una volta atterrato striscia un po' ma molla la palla prima di entrare in area di meta e parrebbe essere il sopraggiunto Jaco Taute a toccare l'ovale sulla riga, ma tant'è.
Poco dopo anche Pienaar prova a piazzare da oltre metà campo, fallendo come Goosen. Il mediano si rifà all'azione successiva, con un guizzo dai cinque metri verso la meta e mentre lo atterrano vede il sostegno perfetto del taglio di Bryan Habana che arriva razzente da destra verso sinistra; servito, l'ala degli Stormers si allunga al massimo e deposita di giustezza in meta. Pienaar non fallisce la facile trasformazione, è 14-0.
L'Australia perde pezzi: escono il pilone Robinson (subentra Slipper) e Barnes (entra Anthony Fainga'a, già entrato due volte per blood reversal, al posto di McCabe e Ioane). Comunque provano la reazione. Un fallo in ruck consente a Beale di mettere al 35' primi punti a referto, 14-3.
I Boks mantengono l'iniziativa con ferocia e veemenza; solitamente inizia un guadagno territoriale di un trequarti post assorbimento degli avanti avversari, nel caso DeVilliers, proseguito dalla "marea verde" dei ball carrier davanti. Dove c'è spazio per tutti; si distingue Strauss assieme ad Alberts nel compito "istituzionale" di hookerblindside sudafricani (i quali non a caso li vogliono rapidi oltre che potenti).
Al 38' si apre uno spiraglio lungo l'out destro per Kirchner, il quale vi si butta; la difesa è in ritardo, ad Ashley Cooper schierato centro non rimane che immolarsi esponendo il lato sbagliato (la testa davanti alle gambe del placcato): esce in barella e va all'ospedale, al suo posto Michael Harris, vice Quade Cooper nei Reds, anche lui nato Kiwi. Quanto all'estremo dei Bulls, riesce a danzare in aria e a schiacciare l'ovale in meta con il centro australiano che gli stramazza addosso, salvo sfiorare col tallone un filo d'erba dipinto di bianco della linea laterale: è quanto basta per annullare la seconda meta sui quattro touchdown potenziali del primo tempo per i padroni di casa.

Il secondo tempo prosegue all'insegna della ferocia. Al 50' è un anonimo Kane Douglas tutto assorbito in difesa a uscire rimpiazzato da Simmons, al 52' la pressione dei Boks ottiene il cartellino giallo per Slipper, pescato a tentare di interrompere l'avanzata come può. La punizione viene furbamente spedita in rimessa laterale mentre Samo si fa medicare (verrà sostituito da Liam Gill) e col pack ospite ridotto a sei uomini, al 53' parte la maul finalizzata in meta  dal lucido Francois Louw, spinto dal terza linea aggiunto Habana.
Anche se Pienaar fallisce la trasformazione, sul 19-3 persino coach Meyer si rilassa, concedemdo ben 25 minuti a Patrick Lambie, estremo al posto di Kirchner. L'andazzo Boks mostra un po' di giustificato ripiego al gioco di rimessa e Lambulance non riuscirà a mettersi granché in evidenza,  pur senza far errori. Riposo anche per gli ottimi Etzebeth e Alberts, rimpiazzati da Flip Van der Merwe (solido come il granito ma privo della garra attenta del primo) e da Marcell Coetzee: doppio openside con Louw, l'idea par essere quella di prepararsi alla reazione australiana.
I Wallabies ci provano in modo più veemente che razionale, trascinati dall'esempio di Sharpe e frenati dall'individualismo senza idee di Beale. Andrà un po' meglio quando, all'ora di gioco, il mediano Phipps cederà il posto a Brett Sheehan, in realtà subentrato a Ioane, "picchiato duro" per tutta la gara come l'altra ala Shipperley e Fainga'a, McCabe e Harris: tutti a tentare di farsi vedere tagliando al centro da Beale ma arrestati dall'implacabile Taute. La cui prestazione solida senza buchi consente a DeVilliers di uscire dalla linea "da spia" e dedicarsi agli intercetti, come ai bei vecchi tempi quando con lui c'era Jaque Fourie.
Nel frattempo anche il gioco di rimessa risulta produttivo per i Bokke: all'ora di gioco una palla recuperata oltre metà campo da Habana, consente a Strauss di involarsi sul lungo linea destro, attirando i difensori in scramble; libera un passaggio lungo dritto a scavalcare che manco il miglior mediano, ritornando palla a Habana lanciato e smarcato, il quale la deve solo depositare in mezzo ai pali.
Cinque minuti dopo è Harris a concludere in meta sull'angolo destro l'ennesima offensiva australiana tutta testate e poca "eleganza" - a proposito di "toxic culture" non adeguata alle tradizioni d'attacco Wallabies, introdotta secondo Q.Cooper  (da chi? Ma dal coach cantabrian).
Harris manca la trasformazione, è 26-8; i restanti dieci minuti sarebbero catalogabili come garbage time, coi Wallabies ridotti in 14 e le mischie no contest quando Saia Fainga'a non può subentrare a Polota-Nau: "ne avete già cambiati sette", dice Rolland, prima infatti era rientrato Robinson per Alexander; l'hooker titolare priva allora a far finta di nulla e riprender palla ma Rolland lo caccia, era uscito "sotto osservazione medica" (ecchevordì? Forse mi sono perso qualche bit).
Abbiam detto "sarebbe garbage time" ma quei minuti finali vengono "illuminati" da due eventi: il primo è il debutto assoluto di Elton Jantjies che rileva Goosen, entrando assieme a De Jongh per Taute (fresco come una rosa nonostante un working rate da scaricatore di porto), più Cilliers e Liebenberg in prima linea. Il secondo evento del periodo è il volo di Habana (in foto) alla terza meta personale al 78', lanciato su recupero iniziato da Jantjies.

Finisce così un duro pestaggio - e poteva anche andar peggio agli australiani! - che rasserena l'ambiente Boks, espone tutto sommato positivamente alcuni giovani - Goosen deve solo scrollarsi di dosso quell'aura da The Chosen One e star sereno,  Taute ha le doti per essere il nuovo Fourie, Jantjies ha ... ulo; soprattutto rinsalda il reparto loose five oggi impeccabile e forse chi lo sa, mette in luce una leadership che sinora mancava: si erge difatti Ruan Pienaar, una vita da vice all'ombra del mito DuPreez e della aristocrazia dei mediani Bulls.
Al mondo e nel rugby in particolare, tutto è relativo: la risorgenza Springboks va tarata alla squadra che hanno affrontato. La quale è stata poca cosa soprattutto sul piano delle idee: Beale ha brillato per individualismo persin peggio di Q.Cooper, di fatto non è mai riuscito ad innescare il gioco del reparto arretrato. Questi Wallabies non possono permettersi un'ora senza i neuroni di Berrick Barnes, let alone Will Genia. Gli rimane solo che provarci a testate - onore al coraggio, Sharpe in testa, proprio nella casa dei Bulls di nome e di fatto  - ma guarda caso spaccandosi tutti come mele. Toxic culture ...

2 commenti:

RugbyBurger ha detto...

Johannes Lodewikus Goosen.
È incredibile che impatto ha avuto sul gioco. Miglior partita dei Boks dal 2009. Peccato che ha sbagliato i due primi piazzati, però tra l' emozione e i porblemi al tallone del piede d' appoggio è del tutto comprensibile. grande partita. Sono veramente contento di come è andata.
Pienaar è stato magistrale, ha permesso a Goosen di poter pensare solo ad attaccare. Gran merito va anche al pack, solidissima piattaforma.
Prima di vedere gli ABs pensavo che a Soweto non ci sarebbe stata storia, invece i tutti neri hanno mostrato in casa degli argentini il loro miglior rugby quest' anno e hanno giocato a un ritmo insostenibile per tutti.
Quindi non so, mi aspetto che HM presenti lo stesso 15 più Coenie in panca (ah si, rimettendo dentro Frans).

Taute ha creato un bel dilemma, JdV a 12 con Goosen funziona alla grande (per lo meno per quanto visto ieri) e lui stesso a 13 ha giocato bene. Steyn a 15 non so se rende come un tempo, ha un piede assurdo ma non è elettrico e non penso possa creare grandi grattacapi palla in mano. Oltretto Frans a 15 vorrebbe dire scalare Lambie a TERZA SCELTA come full back... JdV è capitano dunque inamovibile... Anche escludendo Kirchner uno tra Lambie, Frans e Taute sta in panca. Peccato.

In ogni caso spero che questa prestazione non sia stato un exploid pemesso dal fattore campo e dalla situazione degli Wallabies ma sia il vero livello attuale dei bokke.
Sarà uno spettacolo sabato prossimo.

Abr ha detto...

Rovescerei la sequenza logica del tuo ragionamento: dato che il pack ha fatto una prestazione ottima, QUINDI Goosen ha potuto concentrasi sull'attacco. In più c'era finalmente un leader in campo a prenderli per mano, Pienaar.

Però tutto è relativo, la prova vera del fuoco ce l'avranno la prossima settimana.
Dietro hanno raggiunto con Taute e Habana propositivo un equilibrio invidiabile, manca solo JP Pietersen. In mediana e al centro gli AB non fanno paura, nonostante The Snake. Il confronto piuttosto si fa impari tra Dagg-Jane vs. Kirchner-Hougaard.
Non si tratta tanto di mismatch individuali, quanto di chiavi tattiche. Secondo me gli AB calceranno lungo oltre la metà dei loro possessi.
la chiave come sempre sarà però davanti: se il pack regge e soprattutto se domineranno l'aria come con gli australiani, allora basteranno un paio di maul a coprire gli errori sfruttati magistralmente dai tutti neri. Se poi l'arbitro sarà sveglio e il piede funzionerà ... (quello di Pienaar: Goosen va lasciato tranqui, per adesso). Partita tutta da gustare.
Credo che Lambie sarà in panca, con Jantijes e DeJongh: ha avuto quasi mezz'ora ma non ha fatto vedere nulla di eclatante, solo ordinaria amministrazione. Certo che giocare di rimessa non fa per lui.

Recent Posts


Latest Rugby Headlines


Championships

Rugby Values

rugbyboots.net

rugbyboots
We take a look at all the rugby boots on the market, show you the best for your position, the conditions and whether it is rugby union or rugby league you need the boots for.

Rugby news from Scrum.com

Rugby World News

Premiership News

SuperSport.com News

Eurosport - France

SudOuest.fr - rugby

Il Rugby in Italia (via RugbyCS)