venerdì 28 settembre 2012

Mischia che dibattito!

Altrove - raramente da noi -  l'informazione condivide tanta bella roba.
Ad esempio giovedì su Rugbyrama s'è celebrata una conferenza a porte (web) aperte: da Tolosa in diretta chat gli Etats Généraux de la Mêléegli Stati Generali della mischia (ordinata). Attorno al tavolo nomi eccellenti: Barrière, Retière, Garuet, Moscato, Conquet, Simon, Bru, Sanchez. Tutti a condividere in diretta le loro considerazioni ed esperienze sul tema, il più scottante - in particolare in Francia in questi primi turni di Top14, con scambi di veri e propri insulti al riguardo tra rappresentati sindacali dei giocatori e classe arbitrale - e caratterizzante lo sport del Rugby nella versione Union.
Alcune delle parti più interessanti emerse dal dibattito, a giudizio personale:

- Jean-Pierre Garuet [pilone del Lourdes, nazionale dal 1983 al 1990, finalista al Mondiale 1987]: il rugby è l'unico sport in cui si trovi un combattimento otto contro otto. In tal senso la mischia ricopre un posto particolare all'interno del rugby stesso: è un mondo a parte.

- Secondo Vincent Moscato[tallonatore classe 1965, campione di Francia col Bégles] la mischia è un modo di ricreare la guerra, ritualizzandola. Questo spiega come mai il rugby sia lo sport principale praticato all'Accademia di West Point- incredibile, data la diffusione ridicola del rugby negli States; un ufficiale americano gli chiarì che il rugby possiede una dimensione tattica particolarmente interessante per formare i futuri ufficiali.

- Per Raoul Barrière [pilone, poi allenatore, nato nel 1928 a Beziers], la mischia è un "affare precipuamente latino" (frase nostra: lui dice "affare francese e argentino") perchè si fonda sulla intimidazione: in tali culture è fondamentale la pressione fisica.

- Moscato apporta due considerazioni connesse: ci sono pochi incidenti gravi in prima linea. Perché sono tutti molto ben preparati. Per cui si dovrebbe smettere di sanzionare le mischie del tutto: non sono pericolose e poi, è impossibile codificare qualcosa che non lo può essere.

- Serge Simon [pilone, classe 1967, collega di Moscato al Bégles] appoggia: per lui oggi le mischie sono diventate uno sprint. Tale scontro improvviso  è diventato troppo instabile.

- Per Simon, rifare una mischia è un paradosso. Se la prima volta non era regolare, come si fa a domandare a dei giocatori già fiaccati o dominati tecnicamente, di rifarla meglio di prima?
Per lui una mischia è una cosa inerentemente imperfetta, non può essere lineare, immobile, liscia.

- Bàrriere rimarca come il tallonatore entri oggi in mischia con gli appoggi sul medesimo asse, subendo un forte disequilibrio in avanti. E se prima le terze linee stabilizzavano semplicemente i piloni, oggi li spingono con tutta la loro forza.

- Pierre Conquet [oggi scrittore di rugby] indica come l'allenamento con le macchine di mischia sia fuorviante: sono per forza fisse, stabili, mentre si dovrebbe cercare di ricreare la situazione reale di inerente disequilibrio tra forze opposte vere, "umane".

- Nella seconda parte del dibattito, Didier Retière [ex allenatore degli avanti della nazionale francese con Lievremont] afferma che la mischia oggi è ridotta a una battaglia all'impatto. Per cui la mischia termina nel momento in cui inizia. Secondo lui dovrebbe invece venir premiata e valorizzata la fase di potenza, di spinta.

- Yannick Bru [nuovo allenatore degli avanti della nazionale francese con Saint-Andrè] afferma che "la colpa" di ciò ricade sui neozleandesi, i primi a puntare tutto sull'impatto, a valle di studi biodinamici.
E aggiunge che si dovrebbe reintrodurre un tempo di stasi, pausa, latenza nei comandi! Per valorizzare al fase di potenza, di spinta. Invece si sta facendo esattamente l'opposto.
Infine rammenta un problema apparentemente banale: le magliette aderenti di nuovo tipo sono un disastro (non solo estetico) per i giocatori di prima linea: non trovano appigli.

- Didier Sanchez [tallonatore, poi allenatore classe 1956] nota il numero di piloni stranieri presenti nel Top14: circa il 40% non è eleggibile nei Bleus.

- Interessante la posizione di Simon: imporre che la mischia sia stabile è deleterio. Se una mischia è dominante nei confronti di un'altra, è giusto che possa sfruttarlo fino in fondo. Come un pilone destro così solido e tecnico da riuscire a sbilanciare il tallonatore spingendo di traverso: se ci riesce e non è facile, perché l'arbitro dovrebbe sanzionarlo? Al limite, quel pilone si esporrà alla ritorsione degli avversari!

Tanta roba: un sacco di spunti eterogenei, affastellati e confusionari (è lo stile francese) ma tutti estremamente "centrati" ed interessanti.
Personalmente ho trovato notevole ad esempio che anche a quel livello siano in molti a raccomandare-sognare (come il sottoscritto) una deregolamentazione complessiva della mischia ordinata.  Cioè semplicemente meno interventismo arbitrale invece di cercare la sequenza di comandi perfetta.
La mischia è instabile e gira o il pilone destro "punta" il tallonatore? Laissez faire, laissez passer! Ricordo i tempi in cui l'arbitro non scandiva comandi, li dava il mediano mentre il primo controllava che l'introduzione fosse diritta. Qualcuno degli esperti notava nel dibattito, negli anni '80 una mischia durava in media dieci secondi, oggi ne prende settanta ...
Cibo per i pensieri, come si dice tra gli angli; aria fresca e pulita che è un piacere respirarla.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Vi segnalo un articolo che avevo trovato interessante. Vanni.

http://www.telegraph.co.uk/sport/rugbyunion/club/9561232/Harlequins-and-Leicester-highlight-how-the-age-old-dark-arts-of-the-front-row-have-been-hooked.html

gsp ha detto...

molti, molti spunti interessanti.

effettivamente il dato sugli infortuni della prima linea e' da considerare.

l'idea delle maglie con la maniglie ritorna spesso e si potrebbero anche fare.

un'altra proposta e' anche quella per cui entrano le prime linee, poi le seconde e cosi' via. un po' come si faceva negli anni '70.

pero' sono daccordo, trasformare la mischia esclusivamente nell'impatto e' cambiarla a qualcosa di diverso. stara' bene alla NZ perche' gli va bene cosi' pero' ne perde il gioco ed il fascino. se il punto e' eliminare la mischia e la battaglia di trincea, di spinta e forza bruta, allora diamoci al XIII che va gia' bene cosi'.

Anonimo ha detto...

Io sono d'accordo con la questione della difficoltà di adeguarsi alla cancellazione del "pause". Ora si vedono prime linee prima del "go" molto più "alte" o storte e non in linea con la prima linea avversaria o posizionate troppo avanti così da limitare la spinta.

Abr ha detto...

Link molto interessante Vanni, grazia. Tutti gli appassionati dovrebbero leggerlo: è inglese, non è un dibattito quindi gli argomenti sono logici e conseguenti.

Chiarisce molto bene come "s'è ridotto" il tallonatore oggi. "The result of elite referees unilaterally ignoring the put-in law".

In generale è un pianto nei confronti delle mischie del passato. Oggi a furia di super regolazione, siamo arrivati all'autoscontro istantaneo e tutti giù per terra. 70 secondi invece di 10.

Abr ha detto...

Insisto: eliminiamo gli arbitri il più possibile dall'equazione instabile michia, mettiamoli a controllare che l'introduzione sia diritta come ai vecchi tempi, diamone le chiavi nuovamente al mediano che introduce, volendo si potrebbe averla già "bind" prima della spinta, contemporanea alla introduzione.
E tutto il resto è vita, senza fischi 50-50.

Anonimo ha detto...

Abr come ho detto in passato io penso (o spero) che il set voglia avere un binding e poi una spinta...serve pero' chiarezza dalla IRB a questo punto, se hanno cambiato la chiamata da "engage" a "set" che sia un vero "set".

Visto che siamo in tema di articoli piu' tecnici ti segnalo quest'articolo secondo me molto itneressante:

http://www.irishtimes.com/newspaper/sport/2012/0928/1224324534361.html

Naoto

Abr ha detto...

Articolo interesting, thanks. Come detto, nella stampa straniera ce n'è. In quella italiana quando mai? Anche per il calcio eh!

Vabbè, ogni tanto c'è lo spazio di Raimondi (ben confinato mi raccomando, secondo i dettami classici crociani per i "tecnici"; sennò i crooner duri e puri che figura ci fanno?).

Col quale non concordo sui due arbitri (rischio casino e metro disomogeneo; piuttosto si sfruttino meglio guardalinee e Tmo) e sul gioco che dai Mondiali sarebbe diventato "più espansivo". L'articolo dell'irish times che citi è una parziale risposta: si cercano solo nuove vie per scardinare difese sempre meglio organizzate.

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