domenica 4 novembre 2012

Pro12 senza november madness

Trasferte con prospettive potenzialmente ribaltate rispetto al solito per le italiane nella ottava giornata di Pro12, dicevamo alla vigilia. Siamo stati facili profeti, ma se questo purtroppo ha trovato netta conferma sulle coste atlantiche, è mancato invece alla sfavorita italiana non la volontà ma un indispensabile quid di fredda determinazione dall'altra parte del Mar d'Irlanda.

Connacht in formazione tipo dispone come crede della Benetton,  resa "B" dalla mole di nazionali richiamati da Jaques Brunel in preparazione ai Test Match (non tanto per qualità ma per amalgama e frequenza), battendola con un 18-3 senza appello, una meta per tempo dei trequarti Danie Poolman al debutto, arrivato da Western Province e di Gavin Duffy, contro un piazzato di Di Bernardo. "Partita brutta e senza grosse emozioni" la definisce il sito istituzionale dei veneti,  tra le solite folate di vento e pioggia atlantiche tipiche della capitale del gaelico d'Irlanda. Primo tempo 13-0, veneti proni alle difficoltà di handling e alle indiscipline conseguenti, con tre su tre per Dan Parks e meta alla mezz'ora, dove Poolman è puntuale a sostegno su un rapido allargamento; nel secondo tempo esordio sfortunato per Esposito che becca subito un giallo. Invece il veterano locale Duffy (in foto) marca meta su azione personale appena entrato, in precedenza un penalty e un palo per Di Bernardo e due errori nel tempaccio persino per Parks.

Il film "squadra inferiore ma A contro team superiore ma B" corre il serissimo rischio di ripetersi a favore delle Zebre a Llanelli, come avevamo ventilato. Lì difatti sono gli Scarlets a soffrire in modo evidente della mancanza di 12 titolari, richiamati dalla Nazionale per la preparazione ai Test Match. Scomposti, imprecisi, addirittura nel pallone in certe fasi - ci riferiamo in particolare al tallonatore Kirby Myhill, 20enne all'esordio stagionale, che pure è stato capitano della Under 20 giunta terza ai Mondiali in Sudafrica: a metà del primo tempo ha gli attacchi di panico e si impappina su tre lanci di rimessa laterale. Però i pur molto volonterosi e positivi parmigiani dai pochi e non essenziali prelievi in nazionale (5 in tutto) non sanno approfittarne e gettano all'aria una concreta e incredibile, succulenta opportunità di vincere la prima partita in casa della seconda in classifica. 22-13 il punteggio finale estremamente bugiardo sull'andamento della gara, non sul cinismo - innato? - dei ragazzini del Carmanthenshire; punteggio fatto da una meta per parte nel secondo tempo, di Matteo Pratichetti  e dell'ala 21enne Kristian Phillips al debutto come titolare, da 17 punti per l'apertura Aled Thomas e 8 per Daniel Halangahu.
Nel primo tempo è dominio territoriale e di gioco degli italiani, che in una giornata piovosa ma giocabile si fanno decentemente strada tra gli errori, le imprecisioni e anche lo scoramento dei padroni di casa. Le Zebre potrebbero e dovrebbero capitalizzare di più, col loro gioco espansivo e zero timidezze ma tanti errori (di handling e di freddezza) ed omissioni (di sostegno); invece è solo due su quattro piazzati per Daniel Halangahu schierato come al solito primo centro a sostegno di Chiesa all'apertura, oggi in un po' in affanno.
Gli Scarlets, a parte qualche folata iniziale ben difesa dalle Zebre, si auto escludono dalla metà campo italiana con gli errori e le indiscipline, ma mettono a segno quel piazzato su due (uno si stampa sul palo) che è quanto basta per restare agganciati 3-6 alla fine del primo tempo, segnato da una doppia panca puniti che colpisce Ferrarini e Owen sorpresi a scambiarsi apprezzamenti personali, che di fatto penalizza chi era più propositivo cioè gli italiani. Tra i quali menzione va al tallonatore ex Crociati Andrea Manici che si muove come fosse un veterano,  per la terza linea tutta impeccabile Cristiano (capitano di giornata)-Ferrarini-Van Schalkwyk, un po' appannato in fase di possesso ma con gli altri perfetto in fase di arresto. Anche Sole e Cazzola in seconda linea si portano bene. Su tutti come detto Tito Tebaldi, lucido e quasi impeccabile pur nella sua frenesia. Purtroppo dietro non è lo stesso: a Pace, Benettin, Odiete in particolare non mancano gli ovali ma non eseguono efficacemente, in specie quando è il caso di giocare di piede.
Arriva il secondo tempo, Ferrarini rientra quasi passando il cartellino a Tebaldi, Thomas piazza due punizioni e porta avanti gli Scarlets 9-6. Ristabilita la parità in campo, i gallesi si mostrano più resistenti ed efficaci col passare del tempo ma è una palla rubata all'attacco dei Rossi a rimetter le cose a posto, almeno momentaneamente.
L'attento mediano di Parma estrae palla da una ruck gallese - solito bel lavoro delle terze italiane - e lancia un rocambolesco contropiede: tra aperture avventate ma fortunate, mezzi in avanti e mancati controlli avversari, porta Matteo Pratichetti in meta.
Siamo all'ora di gioco, è 9-13, i padroni di casa non han fatto vedere granché, ci sono meno di venti minuti da "gestire". E' un parolone per le neonate Zebre, contrapposte a dei ragazzini forse con meno "aula" in Accademia dei nostri pari età ma più esperienza di campo. Così al 71' su un innocuo up&under gallese a metà campo, il nostro trequarti sopraggiungente da dietro non si capisce con la sua terza linea lì sotto, si ostacolano, la palla rimbalza e viene ghermita dalla audace (nel senso di fortunata) ala Phillips, che se la porta in meta per la vittoria. Seguono trasformazione e piazzato finale di Thomas, che scippa alle Zebre financo il primo punto di bonus fuori casa decisamente meritato. Sport crudele il rugby.
Che dire? Accontentarsi della oramai solita spavalderia "tronconiana" priva di timori reverenziali nel gioco così poco "latino" delle Zebre, o esser spiaciuti per la concreta opportunità sprecata per altrettanto tronconiane mancanze di freddezza in fase di concretizzazione e "gestione"? Dobbiamo consolarci col solito mantra della "inesperienza a questi livelli", oppure più razionalmente dirci che sarebbe oggettivamente stata troppa grazia, prender la prima vittoria in campionato in casa della seconda in classifica?  Par di leggere la lapide sul solito monumento ai militari italiani, "mancò la fortuna non il valore"; tant'è, ognuno risolva da sè il classico dilemma del bicchiere mezzo pieno o vuoto, per adesso segnaliamo con piacere la crescita costante dei ragazzi del pack, in particolare la terza linea attorno al "pivot" van Skalkwyk.

Nel resto dell'ottava giornata di Pro12, disputata venerdì, tutto scorre senza scrolloni da Test Match.
Munster
evidenza l'indebolimento complessivo di Cardiff battendolo all'Arms Park per 18-24, doppietta del nr.8 Tommy O'Donnell e meta decisiva nel finale dell'ex, il centro Casey Laulala. Ulster si conferma imbattuta rollandosi Edinburgh privo di Visser (ma in panca c'è il fratellino Sep) per 45-20, sei mete a una con a brace of tries per l'ancora poco celebrato arrivo dalla Nuova Zelanda, il back Jared Payne, in meta da due gare come anche Pienaar.
Anche Glasgow conferma e rilancia dopo Treviso con le seconde linee: 37-6 ai Dragons, cinque mete a zero con doppietta per l'ala naturalizzata ex nordirlandese Tommy Seymour.
Domenica pomeriggio 14 punti di Matthew Morgan danno la vittoria agli Ospreys sul Leinster altrettanto imbottito di debuttanti, assoluti e stagionali, per il 19- 1o della partita clou della giornata. Sexton è in campo ma si tratta di Thomas, hooker alla seconda gara da titolare. Ian Madigan e Isaac Boss in regìa per gli irlandesi, Morgan con Rhys Webb per i gallesi.  Una meta per parte, quella iniziale del nr.8 Leo Auva'a per gli ospiti,  0-10 al 10' minuto ma poi non marcano più, quella del sorpasso dell'ala Eli Walker attorno all'ora di gioco, nonostante il giallo a Duncan Jones. Al 75' sul 16-10, Morgan centra il crudele drop che toglie agli ospiti il punto di bonus.

In classifica, dopo l'ottava giornata Ulster  continua a guidare con 31 punti e sette vittorie (una partita in meno), gli Scarlets  tengono il passo con 29 punti e i Warriors sono terzi a 27 punti, entrambe con sei vittorie. Un po' più in basso la lotta per la quarta piazza vede tutta la grande nobiltà celtica: Munster e campioni in carica Ospreys a 23 punti, Leinster a 22, tutte con 5 vittorie. E' profondo il baratro per arrivare alla settima piazza e oltre, nella tradizionale netta divisione in due della Lega: Cardiff ha 15 punti e Connacht 14, entrambe con tre vittorie;  tre vittorie anche per la Benetton a 13 punti, ferma a pari punti con Edinburgh che di vittorie ne conta due come  i Dragons a nove punti; in fondo le Zebre con 1 punto (una partita da recuperare).

Unica vittima dei Test Match novembrini per adesso è quindi la Benetton: coi quattro punti normalmente del tutto alla portata col Connacht, i trevigiani sarebbero volati settimi a 17 punti, primi della "classe economica".
Mi chiedo se fosse troppo intelligente far come i francesi: han giocato l'ultima di campionato con qualche giorno di anticipo - tanto c'era il ponte di Halloween, un tempo detto "dei Morti" - al fine lasciare i nazionali il più possibile a disposizione dei club. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo per noi italiani la coperta è sempre troppo corta ed il ns club è incorso in una brutta sconfitta ahimè più brutta del ns più pessimistico pronostico . E se sbagliano loro che sono ,ripeto l'unico rugby club peninsulare figuriamoci la Fir undercover alias le Zebre .... mala tempora currunt amici cari ironduke

Abr ha detto...

Basterebbe poco - un filo di intelligenza - per tutelare meglio i pstrimoni nazionali e al contempo far crescere nei giocatori azzurri presenti e futuri la consapevolezza che si può anche vincere, ogni tanto persino fuori casa.
Consapevolezza che non si sviluppa tanto giocando spavaldo, ma piuttosto ... vincendo. Pare un ossimoro ma non lo è.
Ps.: nel frattempo a Castrogiovanni l'han fatto giocare titolare, quindi almeno un'ora, sabato a Leicester: credo sia la prima volta in stagione.

Ho sentito ieri un discorso terribile (e bello) ai giocatori dell'allenatore dei New Jork jets, dal succo: "Se non giochi per vincere, puoi esser bravo fin che vuoi ma non mi interessi".

Zamax ha detto...

Ho seguito la partita in diretta su Galway Bay FM. Condizioni climatiche veramente al limite. Vento forte e capriccioso che mulinava senza una direzione precisa, pioggia e temperatura sui 2-3 gradi. Partita orribile "and a very poor italian side". Sul 13-3 Treviso ha preso in mano il pallino del gioco, tanto che i radiocronisti hanno cominciato a preoccuparsi, ma il Benetton non ha concretizzato un bel nulla, a causa di un gioco alla mano troppo prevedibile e "error-ridden" e di una buona difesa del Connacht. Poi la meta improvvisa di Duffy ha chiuso i giochi. A decidere la partita, sempre secondo i radiocronisti, è stata la sapienza dei calci di Parks, e il tragico tabellino iniziale in touche dei biancoverdi: perse sette su sette su proprio lancio. Sembra che sia andata meglio verso la fine della partita quando hanno cominciato a fare dei lanci corti (e che ci voleva?!). Sostanziale parità in mischia, meglio Treviso con l'andar del tempo. Ambrosini ha dato vivacità al gioco dei trevigiani nel finale. Connacht non molto meglio di Treviso, anzi forse ha "giocato" meno di Treviso, però ha "tenuto", ha fatto due mete e messo dentro i calci. Tutti questi giudizi espressi con beneficio d'inventario, naturalmente, viste le condizioni ambientali.

Abr ha detto...

Bene, abbiamo un flash su Ambrosini l'oggetto misterioso.

Molti si soffermano a considerare se la mischia di Tv sia più o meno forte dell'avversario di turno, ma a nostro avviso si sottostima regolarmente il ruolo cruciale della rimessa laterale nella "sudafricanità" della Benetton.

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