sabato 9 febbraio 2013

Italia imbalsamata dalla Scozia

Six Nations - Murrayfield
Scotland 34 - 10 Italy

Ok, finita la veglia funebre? Chiusi gli ottanta minuti di Murrayfield (dove la banda interrompe a metà l'esecuzione di Flower of Scotland e lascia che sia il pubblico a completare l'inno così emozionante) con l'Italia battuta 34-10 della Scozia nella seconda giornata di 6 Nations, si è respirato aria di funerale in giro, annunciata dalle cronache sconsolate che raccontavano di Azzurri riportati a terra dagli Highlander. Gli stessi cronisti che fino a ieri battevano la grancassa celebrativa della fine degli anni di carestia, perché oramai battere la Francia non è più un exploit.
A Edimburgo non è andata bene, il passivo è di quelli che lasciano il segno: intendiamo le quattro mete subite, due delle quali firmate da parte del triangolo allargato, le altre due dal centro. Scott Johnson aveva certe pedine da muovere sul campo e l'ha fatto a dovere, mentre Jacques Brunel e i suoi ragazzi imparano la vitale lezione che solo uno sport crudo, senza alibi come il rugby sa impartire: vince chi ha fame, chi è più forte e furbo in quel frangente e le riconferme richiedono sforzo maggiore, a maggior ragione se fuori dalle mura. Insomma: un conto farsi prendere dall'entusiasmo per una vittoria, tutt'altro conto avventurarsi verso un bis storico senza tenere conto degli avversari o peggio, sottovalutandoli dopo la sconfitta di Twickenham come s'è letto e sentito fare in giro. 


La squadra della Caledonia è andata oltre il solo morderci i polpacci come hanno fatto i francesi a Roma: una linea difensiva costantemente al limite del fuorigioco e perennemente avanzante, si lancia in ruck e monopolizza l'area del breakdown, approfittando di un metro di giudizio dell'arbitro sudafricano Jaco Peyer che va e viene, innervosendo i nostri tanto che Martin Castrogiovanni invece di andare a sostegno si sofferma a chiacchierare poco amichevolmente con Jim Hamilton lontano dall'azione. La Scozia del pomeriggio è quella che per prima cosa punta a far giocare male chi ha davanti, mettendo pressione su ogni singolo punto diincotnro e in cabina di regia, annullando Luciano Orquera e qualsiasi tentativo di aggirare la linea con un grabber. Gli Scots fanno e vanno letteralmente a muro pallavolistico, usando anche i piedi. Le rare volte che gli Azzurri optano per un calcio in profondità con Tobias Botes,  trovano il cavallone Tim Visser che agita le gambe. Viene gestito con attenzione per un po', l'Olandese volante naturalizzato, e non è fortunato sul rimabalzo di un servizio dal piede in profondità di Greig Laidlaw. (a loro riescono, la nostra linea gli lascia una frazione di secondo in più).  In compenso, gli Azzurri al 6' potrebbero smuovere il punteggio, ma il penalty di Orquera sbatte sul palo, segnale di una giornata un po' così (difficile chiedere all'italo-argentino di ripetersi ai livelli di sei giorni prima). Sei minuti più tardi è il break di Hamilton a portare i suoi nei nostri 22, l'inerzia dei padroni di casa si arena, ma un vantaggio precedente consente allo stesso Laidlaw di marcare il 3-0.
Il ciuffo biondo di Richie Gray e quello pel di carota di Rob Harley arrivano regolarmente per primi nelle contese a terra, capitan Kelly Brown autore di una prova monstre di vero esempio, vero Man of The Match e John Beattie vanno alla carica dei ball carrier. Gli italiani gestiscono il possesso non male date le difficiltà della pressione costante, Botes e Sergio Parisse quasi riescono ad andare oltre con un incrocio, ma il capitano azzurro sfortunatamente non controlla l'ovale.  Al 24' Laidlaw allunga  sul 6-0 per una maul fatta crollare nei nostri 22. L'incontro prende una brutta piega, lo dimostra il restart di Orquera che non supera i dieci metri e poco dopo Giovanbattista Venditti che opta per un rischiosissimo controcalcio di rinvio su un calcio rasoterra di Sean Lamont ma liscia in modo incredibile e allora serve l'eroico placcaggio in extremis di Botes per negare a un Matt Scott che forse non ci credeva granché, la marcatura alla bandierina.
E' il preambolo allo strappo che si materializza al 28', con fasi insistite degli scozzesi e lo zampino di Scott e Lamont, centri fermati dai nostri con un attimo di ritardo, che servono l'accorrente Visser, massa e velocità. Il corridoio è aperto, lascia sul posto Parisse e marca meta, il divario sale a tredici punti. 

Agli Azzurri  in deficit non resta che infilarsi sempre più nel baratro del possesso insistito. Si gettano ordunque in avanti a forza di pick and go, annusando per la prima volta i 22 opposti con una bella scorribanda lungo la fascia sinistra a suon di ricicli tra Andrea Masi, Parisse, Zanni e Botes; quando piantano le tende, ecco che il solito ciuffo biondo di Gray infila le mani ed evidenzia il tenuto a terra. Al 37' Parisse fa lo stesso sull'avversario, la penaltouche consente di tornare nei 22 scozzesi, Francesco Minto fa a sportellate, indietreggiamo, ma Orquera può mirare i pali per un fallo e al 39' almeno si cancella lo zero dal tabellone, 13-3.
Un primo tempo in cui, notare, la mischia ordinata fa il suo e in rimessa laterale su nostro lancio, Zanni risolve e non ci espone: la prevalenza delgi Scots è quindi tutto e solo merito della furia Highlander sul punto d'incontro che sporca e disturba il prevalente possesso Azzurro, previene gli offload e non fa ragioanre la mediana, riducendo le azioni italiane a tentativi individuali o di coppia, sgranati e inefficaci, portando con la pressione il gioco nella nostra metà campo. Proprio come noi eravamo riusciti a ridurre la Francia nel weekend precedente.


Nell'intervallo, un tweet del magazine Rugby World rilancia l'ipotesi di un suo commentatore, che mette in conto il ritorno italiano nei restanti quaranta minuti, ma è tutt'altra storia già al 42', quando Scott viene liberato da Sean Maitland che assorbe tre uomini tagliando al centro dagli sviluppi di una rimessa (se i nostri difendono bene la propria, lasciano anche libertà totale a quella avversa): Masi si aggiunge alla linea dei centri e così l'ala di nascita neozelandese libera il collega che ha la via libera come sulla tangenziale milanese al dì di Ferragosto e firma il 20-3. Manca l'estremo Stuart Hogg all'appello dei marcatori, non uno degli scozzesi più propositivi in quanto "sorvegliato speciale". Si presenta al 48', quando negli intenti gli Azzurri potrebbero riaprire la gara:  Orquera trova finalmente un varco, entra velocemente  nei 22 assistito sia all'esterno che all'interno, decide di servire Tommaso Benvenuti all'interno ma  Hogg "legge" bene, si posiziona in mezzo ai due, la nostra aportura passa senza aspettare di assorbirlo, lui nemmeno tenta un placcaggio e intercetta, correndo per ottanta metri intonso in direzione opposta. E' la meta del ko
E difatti Brunel cambia la regìa che non è riuscita a dirigere: entrano Ugo Gori e Kris Burton in mediana, Davide Giazzon e Alberto De Marchi in prima linea, Antonio Pavanello in seconda. La Scozia dall'alto del vantaggio imponente può permettersi di alzare il piede all'acceleratore difensivo, la mischia italiano conquista un calcio che consente di andare a lanciare sui 5 metri, la maul viene portata a terra irregolarmente, si passa per un altro ingaggio sotto i pali: cedono i pack, si ripete, Parisse dalla base prova a partire, ma perde il pallone sotto la pressione decisamente fallosa di Harley già staccato anticipatamente: è chiara topica arbitrale, ma la nostra mischia non avanzava e la partenza del nr.8 era l'opzione due (premiata l'azione difensiva, si sarebbe detto in altri tempi e in altri campi). Altro giro in giostra e stavolta sono gli Azzurri a indietreggiare sulla spinta avversaria. Sul 27-3 gli scozzesi ovviamente si limitano a tenerci lontani, poche cose, ma fatte quasi bene, come l'assist di piede di Laidlaw indirizzato nel box presidiato dal solo Gori, braccato da Gray cui rende oltre venti centimetri, che lo trascina fuori: vincono il lancio dalla rimessa, si affidano ai pick & go e muovono al largo con l'ultima trasmissione di Maitland per Scott che è in avanti, sennò era la second ameta per il giovane centro. Festa solo rimandata per il reparto centrale di casa.  
Gli ultimi due momenti degni di cronaca sono le ultime due mete. Al 68' Lamont tocca di punta un ovale - fuori o ancora dentro il raggruppamento? - sul quale le mani di Gori sono in ritardo, il centro scozzese lo raccoglie e corre sotto i pali dalla metà campo. Al 74' Parisse serve Zanni da un'altra mischia sui 5 metri con un delizioso sottomano degno di altre occasioni,  la terza linea marca per la bandiera. L'Italia prova a tenere viva l'azione anche oltre l'ottantesimo, la conquista territoriale c'è ma alla fine Gori mesos alle strette cede il possesso tentando un calcetto a scavalcare. Quel che succede a quel punto la dice lunga sulla mentalità con cui gli Scots ci aspettavano oltre il Vallo di Adriano: all'ottantaduesimo suonato ripartono in attacco, Visser viene lanciato da una pedata di Lamont e l'ovale dev'essere annullato in area di meta da Luke McLean. La nostra proud army è stata sent homeward, thae think again

Scorrono i titoli di coda e ci buttiamo dentro giusto due dati, così: l'Italia fa registrare il 62% di possesso contro il 38% della Scozia, passando dal 58 a quasi il 70% nel secondo tempo, ma nel contempo concede 17 turnover contro i cinque avversari che placcano 146 volte, mancando l'appuntamento con l'obiettivo in dodici occasioni, la stessa cifra degli Azzurri che si fermano a quota 58 con i tackle (quindi 8% di fallimenti contro 21%). E' la legge di questo rugby di adesso: chi muove palla LA perde e perde, chi sa difendere aggressivo vince (sempre se sa "loeggere" al meglio l'arbitraggio).
Si era detto di badare ai quei tre là in fondo, il trio ha chiarito il motivo della preoccupazione, si era fatto cenno del potenziale mismatch al centro e han marcato entrambi. Ma questi sono eventi: la partita s'è persa come sempre capita, coi primi otto uomini: gli scozzesi hanno lavorato la preda ai fianchi, lasciando respirare le guardie italiane solo a risultato consolidato. "La nostra mediana non ha fatto le scelte giuste ma non è solo colpa loro. Nei punti d’incontro siamo stati quasi ridicoli", le parole di Parisse al termine. Forse ridicoli è troppo, di certo imbalsamati dagli altri in quello che doveva e poteva essere il nostro punto di forza. "I breakdown? Li abbiamo preparati tutta la settimana, sapevamo che se riuscivamo a prendere la palla lì potevamo fare molto male", le dichiarazioni di coach Jonhson - e all'apertura hanno levato spazio e tempo. That's rugby, non è nè scienza spaziale né intimidazione sulle sole ali dell'entusiasmo: è passare dai piani ai FATTI e non basta sporcarsi le mani, serve farlo più degli avversari. Gli annunci funebri non ci azzeccano, c'è da rimboccarsi le maniche ANCHE NOI nelle prossime due settimane e smetterla con le celebrazioni anticipate, ridicole sempre ma autolesioniste quando arrivano a sottovalutare gli avversari. All'Olimpico arriva il Galles che ha stoppato la serie negativa di otto partite a Parigi. Si suggerisce video analisi approfondita ma più che altro, solenne bagno di umiltà.

Update: a proposito di umiltà, un'Italia che dopo al Francia batte pure la Scozia nel suo Sei Nazioni c'è: è quella femminile, che sbriga la pratica con un 0-8.

39 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti non rimane che riprendere il lavoro e curare le cose curabili,ma quei.seppur per eccesso,29 anni di età media del 1st xvreoccupa nu poco.Per il resto senza essere polemico a tutti i costi non mi aspettavo molto di più.Brunel e quella mania di continuare a correre di qua e di la senza verticalizzare,avrebbe dovuto capire che può pagare vs altri francesi,peraltro distrutti,ma non di certo contro le strutture celtiche.D'altra parte avevamo un buon allenatore del break-down,ma i francesi non lavorano che fra di loro,evidentemente.

Anonimo ha detto...

grande articolo come sempre ....
aggiungerei anzi sottolinerei che non ci siamo adeguati al metro dell arbitro anzi lo abbiamo sofferto ,gli scozzesi già sapevano tutto e lo hanno fatto "cornuto e contento" ;) anche qui bisogna crescere e tanto .
ho notato con piacere che jonhson usa finalmente il pettine e non usa più le miccette per pettinarsi :D .
cmq era difficile ma losapevano pure i muri,cioè io ,che avrebbero messo pressione su orquera e sarebbero stati feroci sul breakdown dopo aver visionato il metro di giudizio dell arbitro ... ironduke

franky ha detto...

l'abbiamo persa sui punti d'incontro dove loro, a differenza della francia, si sono sporcati le mani (e si sono adeguati all'arbitraggio); un'altra fase pericolosa per noi poteva essere la touche ma abbiamo tenuto bene, invece abbiamo commesso diversi errori in difesa e in attacco (ricicli forzati su tutti) però in quest'ultima fase di gioco non ho visto una brutta italia (vedasi varie azioni tra cui quella in cui orquera ha servito hogg : turning point della partita) solo che gli errori che non abbiamo fatto domenica scorsa li abbiamo fatti oggi

Abr ha detto...

Si, il punto critico dell'impostazione Brunel è di insistere nel possesso. La cosa ci ha fatto infilare il collo nella trappola. L'ha riconosciuto anche lui alla fine: dovevamo usare di più il piede, andare a giocare nella loro metà campo.
Il problema è andare in svantaggio: non siamo ancora gli All Blacks, capaci di aspettare con pazienza (qualche minuto) che l'avversario si sbilanci ...

Abr ha detto...

Tnxs iron. Giustissima la considerazione sull'arbitraggio: castro & co si sono fatti fregare da Hamilton e compari. Troppa temper in quella generazione.

Quanto alle previsioni, chiaro che si sapeva: bastava leggere gli articoli di noi ignoranti per trovarvi esattamente quello che è successo, con due giorni di anticipo.
Ma le masse vanno ad abbeverarsi ad altri Tinelli - se Maestro Vittorio le dice sovente corrette, l'allievo invece capisce quel che può, o che vuole.
E poi si gratta la ponza sconsolato: maccome, non bastava cambiar Mallett con uno che capisce la pissicologgia dei nostri ... ;0

Abr ha detto...

L'abbiamo persa sui punti d'incontro, certamente; ma doveva essere il ns. punto di forza.
Cioè, Favaro Zanni Parisse contro Harvey-Brown-Beattie, neanche un ds ubriaco avrebbe il minimo dubbio su chi vale di più. Mettici pure Minto-Gelden contro Barbie on ice e Hamilton (partitone grandioso di questi due, i nostri lock invece in ombra, anche se Minto s'è dannato come ball carrier).

Invece siam arrivati un po' "tronfi" e ci siamo fatti prendere a sberla dall'inizio.
Per cui Botes e Orquera han dovuto lavorare sprotetti, rivelando i loro limiti.
Sui ricicli, era il chiaro target della loro difesa: costringerci a ripiegare su un gioco più lento, a testate, facendoci perdere tante palle. Come noi con la Francia.
Non è come a scuola, questi sono tutti errori forzati.

Più che turning point, quello di Hogg è stato un colpo di grazia: "mamma metti il caffè sul fuoco che arriviamo a casa".
Nell'occasione Orquera commette una imprecisione che non aveva fatto nella meta di Castro: passa prima di assorbire l'ultimo difensore.

Il turning point per me è stato il palo di Orquera, la mancata presa al volo di Parisse e i battibecchi di Castro con Hamilton tutti nel primo tempo: tutti segnali che non era giornata (i nervucci non saltano mai a galla per caso). A quel punto contavo in una lavata-scrollata di capo nell'intervallo, e invece ti arriva la loro meta di Scott.

franky ha detto...

aggiungo che il nostro problema è che se il pacchetto.non rende nelle fasi statiche ma soprattutto in giro per il campo diventa dura sappiamo che è il nostro punto di.forza e se viene a mancare siamo in difficoltà perchè dalla mediana in su non abbiamo la qualità per far bene se il pack soffre e indietreggia

Anonimo ha detto...

a noi mamma rugby ci ha separato dalla nascita .. quando ho visto castro pascolare bofonchiando ho pensato la stessa cosa ironduke

Anonimo ha detto...

aldila delle condizioni metereologiche ,e degli infortuni i teppistelli ,insenso vezzeggiativo,di Lancaster hanno individuato in O' Gara l 'anello debole e li hanno picchiato spegnendo lui hanno spento l irlanda .
C' è sempre da imparare a cinismo dai sassoni specialmente quelli biancovestiti .vedendo la media anagrafica questa inghilterra può aprire un ciclo ironduke

Abr ha detto...

Nel rugby di questi tempi e di questo torneo in particolare (e con questi arbitraggi), quale mediana riesce mai a "lavorare di qualità", se il suo pack perde la collisione?

Abr ha detto...

Beh anche prima che Sexoton uscisse, se tu fossi il selezionatore dei Lions cosa avresti detto, Sexton o Farrell apertura titolare?
Per dire che coem dicevi sopra anche tu, è la pressione del pack che mette l'apertura in condizioni di lavorare bene o meno.

Anonimo ha detto...

farrell tutta la vita amico mio

Abr ha detto...

eh già: attacca peggio e sta meno sulla linea dell'irlandese, ma risolve problemi punendo ogni indisciplina avversaria e con ciò motiva gli avanti (miele per loro, tre punti a ogni fallo guadagnato).

massimo coppa zenari ha detto...

la sconfitta ci poteva pure stare, ma è il modo in cui è maturata che offende: Italia inesistente! ma com'è possibile?!

ciccigelatiere ha detto...

Ma se Orquera invece di passarla così "svogliato" la tiene e va in meta cosa sarebbe cambiato? Difficile dirlo ma sul 20-10 poteva essere un'altra partita. OK con i se e i ma non si fa la storia, però con un po' più di attenzione e di "misura" sul metro arbitrale si poteva porta re a casa la vittoria oppure giocarsela fino alla fine. Il problema più grosso di questa nazionale è il nervosismo e la mancanza di adeguamento al metro arbitrale, soprattutto di Castro e Parisse, sempre molto nervosi quando l'arbitro è molto permissivo nei punti di incontro. Mi sarebbe piaciuto vederli con l'arbitro di ieri, IRL vs. ENG, nei breakdown si vedeva di ogni, quasi impossibile giocare

Abr ha detto...

Poteva riaprire la partita, forse: loro avrebbero dovuto certamente prolungare nel tempo quella tensione che li ha portati a far 150 placcaggi, senza potersi permettere di alzare il piedino come invece han potuto permettersi. Secondo me c'era qualche probabilità di poterla ancora rimettere in piedi. Anche se nelle ripartenze, tanto di cappello a quel triangolo allargato loro.

Una parola sul passaggio di Orquera: non è stato "svogliato", è stato "logico", e tanto è bastato. Non so se teneva palla cosa succedeva, in meta secondo me non ci arrivava ma almeno fissavamo il punto lì e non subivamo meta.

Arbitraggio: per me quello di Ita-Sco è stato ben peggiore di quello di Garces in Irl-Eng. Ho trovato abbastanza attento il francese con la faccia da Mr.Beans che difatti ha punito gli irlandesi e giallato l'inglese. Per me il miglior arbitro della giornata, nemmeno lui certo esente del tutto da errori.

Abr ha detto...

tanto di cappello al loro Triangolo allargato dicevo, ma aggiungo che molte delle loro ripartenze sono state sviluppate dai centri (fatto salvo che l'origine della sconfitta sta nei punti di incontro).

Un vero mismatch quello centrale a mio modo di vedere, con i due più manovrieri ma meno mastini benvenuti e Canale.

Abr ha detto...

Più che inesistente, outplayed.
Nel NOSTRO terreno, il breakdown. Fa ridere certa critica alle vongole che scrive, ci han portato a giocare sul loro terreno. Tutto il contrario: ci hanno sfidato sul NOSTRO, il pack in fase dinamica, e lì ci hanno surclassato.
Il rsto (triangolo allargato centri etc.etc.) è solo conseguenza.
Un po' come Orquera che pareva Dominguez contro i francesi: è più facile fase i fenomeni quando hai quel secondino in più per ragionare.

ciccigelatiere ha detto...

Ho riguardato il video, Orquera ha ancora la palla in mano quando Hoog si sposta a marcare il passaggio, se lo vede, tira dritto e ciao, ripeto il rugby da divano è più facile da giocare. Secondo me non è tanto la bravura dell'arbitro, ma la nostra bravura ad adeguarci al metro dell'arbitro che manca. Sul loro triangolo allargato e sui loro backs non posso che non quotarti

ciccigelatiere ha detto...

Errata corrige: non posso che quotarti :) ho riletto dopo aver spinto invio, che scemo!

gsp ha detto...

sono daccordissimo e l'ha detto anche Brunel, bisognava cambiare gioco ed iniziare a calciare.tutta questa gestione e' basata sul prendersi reponsabilita' e non avere paura. non capisco perche' non l'abbiano fatto. anche perche' sia masi che mclean mi sono sembrati positivi sui calci e quando abiamo giocato cosi' e' andata bene.

e' vero ci hanno arato sui breakdown e loro avevano piu' voglia. molti dicono che dovevamo adattarci. ma non sarebbe cambiato molto perche' noi avevamo bisogno e deciso di giocare cosi'. avremmo potuto dedicare piu' uomini sul breakdown ma sarebbe cambiato il gioco, sarebbero finite prima le fasi e saremmo finiti cmq a calciare.

molti memori di tempi passati dicono che avremmo dovuto iniziare a pulire con i tacchetti. ma io sono straconvinto che se castro fa quello che ha fatto healy domenica si beccava almeno un paio di catellini.

leggo anche che per qualche ragione, se tacchetti giocatori in ruck perche' sta dove non deve esserci all'improvviso inizia a giocare in modo civile. nel rugby moderno internazionale, dove alcuni giocatori hanno livelli di aggressivita' che forse si trovano solo nei centri di rieducazione, non ho mai visto healy, mccaw, pocock, haskell tirarsi indietri perche' gli hai dato una tacchettata sui denti. anzi alla prossima lo fannp anche di piu'.

nel rugby di ieri forse funzionava, ma in quello intrnazionale di oggi tocca solo ed esclusivamente all'arbitro decidere se vuole arbitrare le ruck. peyper ha deciso di non fare un c...o, ma s'e' messo anche a rompere le palle intimando a Gori di giocare veloci. con la differenza che loro non rotolavano, si scivolava e lui pretendeva di arbitrare come fosse una partita estiva. assurdo.

detto questo da questa sconfitta ci sara' molto da imparare. sulla necessita' di un piano b.

pero' ha esposto a tutti come si fa a battere gli italiani, ed il metodo e' sempre lo stesso. inizia a giocare sporchissimo, oltre il regolamento e vedi che ne pensa l'arbitro. se dorme continua cosi', i nostri si innverosiscono e la partita e' vinta. sono stupidi gli italiani? non penso, sono curioso di vedere come reagirebbero le altre grandi squadre ad arbitraggi cosi' one sided. poi magari non c'e' dolo, ma che fosse one sided e' evidente.

io cmq ho visto cose interessanti, vediamo col galles. con l'IRL sappiamo come giocano e loro saranno come la scozia, ma peggio perche' lo fanno scientificamente lo fanno come unit. e se anche li' troviamo un arbitro che decide di non applicare il regolamento, ho paura che la partita sia' gia' decisa da oggi. non mi piace questo rugby.

gsp ha detto...

continuo a leggere che questa vittorie e sconfitte sono diverse e sorrido. poi magari tra 2 anni andiamo a vincere fuori casa. ma allora vremo giocatori che hanno fatto il pro12 per 5 anni, con Malle solo da 6 mesi. quindi rimane un cofronto impossibile da fare. ma che ci vuoi fare...

Hooker ha detto...

In realtà c'è un solo modo per non far perdere l'Italia nelle partite fuori casa del 6N. Nel 2006, in Galles, ero presente al primo pareggio fuori casa (ovvero prima "non sconfitta"), nel 2007 ero presente in Scozia alla prima vittoria all'estero. Sono le uniche partite esterne del 6N a cui ho assistito e non abbiamo perso, devo aggiungere altro? Se il prossimo anno qualcuno mi paga le trasferte rischiamo di vincere il torneo!!! :D

Abr ha detto...

Questione di decimi di secondo, quando ti sei "commesso" per il passaggio, è andata. Resta che nell'assist a Castro con la Francia aveva fatto l'opposto, aveva atteso il placcaggio prima di passare. Una volta ti va e una no.
Concordo che siamo indietro sull'adeguamento agli arbitraggi.

Abr ha detto...

Idem per me :)

Abr ha detto...

Non è successo che ci siam messi a claciare, perchè a mio avviso i mediani non avevano il tempo e la serenità per pensarci.
Prendi Botes, forse l'accusato principale di Brunel (lo capiremo quando annuncerà la squadra contro il Galles): di fa presto a dire calcia, se faceva fatica anche a recuperare la palla sempre sporcata da ruck proprie. Tra l'altro, con rischio di intercetto altissimo, per come il rosso, il biondo, il brutto (kelly) e cattivo (Hamilton) passavano le nostre guardie.

Io credo che ci siamo adattati, purtroppo: sotto sei a zero e poi 13 a zero, abbiamo giocato tutto possesso invece che difesa e ripartenze, quindi mettendo meno uomini nei punti di incontro per esser pronti, e loro ben felici ci han fatto infilare il collo nella trappola.

Più che metterti a racchettare i "cattivi" (bella cazzata, con il citing commissioner pronto e prova video: non servono nemmeno tanti gialli), si dovrebbe evitare di infilare il colo nel cappio. Ma Brunel è posssesso e iniziativa. Tant'è vero che abbiamo vinto la partita contro quelli più forti di noi sull'iniziativa, i francesi.
L amia speranza, l'ho anche scritto, era che gli Scotas in casa sentissero il dovere di fare loro gioco; invece appena ho visto Botes e Orquera scappare regolarmente in orizzontale a cercare offfload in linea, paradossalmente mi son detto che s'impbruscava male.

Gli italiani non sono stupidi, son solo gli ultimi arrivati a questi livelli.
Arbitraggi one sided: quando sei inuna situazione da 150 placcaggi (Scots) contro 60 (Azzurri), trovo sia unfair parlare di one sided: è assuefazione più che altro. Ciò detto, il punto di incontro in generale e in tutte le partite è ritornato ad essere un gran casino, più delle mischie ordinate dove si vedono più schiene dritte di due settimane fa, prima del torneo.

Putroppo in giro si stanno tutti adeguando, vedi proprio il Galles, a quello che ho definito "il rugby di questi tempi": tutto difesa e sporcare, un buon piazzatore e aspetta e spera la ripartenza della vita. Han cominciato gli All Blacks, quelli del cosiddetto "gioco espansivo" ....
La mia impressione è che gli Azzurri siano cresciuti tantissimo a livello individuale, ma tatticamente siano fermi una rev. indietro agli altri.

Abr ha detto...

Quoto. come si dice.
Il bello è che l'ascoltatissimo Munari prova anche a spiegare il concetto ("Brunel è arrivato al momento giuto", in risposta ai defi che "ma non poteva arrivar prima?"), ma evidentemente si rivolge a gente dalla dura cervice.

Quel che a me ha più impressionato sono state comunque le considerazioni sprezzanti sugli scozzesi messi sotto dalla Inghilterra: eppure si vedeva lontano un miglio il potenziale. Così ti instillano in testa l'idea che sarà una passeggiata.

Devo dire cmq. che tutto mi aspettavo, tranne che gli Azzurri si facessero metter sotto così nel breakdown. Troppa enfasi sulla fase di possesso, a mio avviso.
Del resto lì abbiamo decenni di gap da colmare lì, ma non è l'epoca rugbistica giusta per far possesso, questa.

Abr ha detto...

Si ma quelle due volte te l'eri pagata da te la trasferta, giusto?
E allora dai, mica vorrai incrinare la cabala, vero? Stessa felpa, stessi posti, stesso pagatore! Suvvia, il tuo è un dovere morale :D

Hooker ha detto...

Ad essere sincero per il viaggio in Galles ho avuto tutto pagato (tranne il cibo e la birra!!!). In Scozia invece ho pagato tutto di tasca mia. Quindi non credo sia questo a fare la differenza... Quindi credo che la FIR potrebbe anche provarci! :D

ringo ha detto...

C'ero anch'io - e uscendo dagli spalti ho pure sentito qualche sostenitori italiano rammaricarsi perché non avevamo vinto, mentre il gruppo di gallesi con il quale ero allo stadio mi davano delle pacche sulle spalle per congratularsi. Io ero incredulo.

Anonimo ha detto...

Ma siete duri a capire?Le sconfitte di Brunel sono "di forma" quelle di Malled "di sostanza" ;-)

Hooker ha detto...

Diciamo che se Pez avesse imbroccato qualche calcio quel giorno... hehehe...
Comunque si è fatto perdonare la sera, lo abbiamo beccato ciucco in un locale (di cui ovviamente non ricordo il nome) insieme ad una parte della squadra. Lui era sicuramente quello più "in forma", barcollava come pochi e parlava da solo in una sua strana lingua. Voto 10!

Abr ha detto...

Ah ecco. Come le donne, che van difese sempre e comunque - se sono della tua tribù (nel caso italiano, famigghia o politica; altrove per razza o religione); nel caso non ne faccian parte, allora son tutte putt ... :)

Abr ha detto...

Prova prova ... se ti riesce, poi spingiamo per un winter test alle fiji o tonga :)

Hooker ha detto...

Aspetto natale per mandare la letterina a Gavazzi... hehehehe

Abr ha detto...

Più che a natale, funzionerebbe meglio in prossimità di elezioni di organi federali ;)
(i tempi che cambiano: una volta bastavan cinque palloni ...)

Anonimo ha detto...

Si ormai certi commentatori fanno la corsa per celebrare anche le scorregge di Brunel e sputare su qualsiasi cosa abbia fatto Mallet (questa settimana la squadra con Mallet manco aveva un gameplan...va beh ne capiscono di rugby certi commentatori).

Abr ha detto...

Scommettiamo che saranno i primi a dare a Brunel del Pippo santonastaso, nel caso s'imbruscasse male stavolta e anche al tour estivo in Sudafrica?
Il problema non sono tanto le competenze rugbistiche - cosa vuoi, se guardassimo quelle dovremmo fare cose che manco Pol Pot. Inclusi tanti che credono che basti aver giocato, magari da senior, per capire.

Siamo sempre alle solite, il vero problema è la mentalità solita, poco razionale, calciottarda. Nulla di male ad aver passioni, ma bisognerebbe distinguere tifo da analisi. Un po' di equilibrio dài.
Ci sono dei siti, spiace dirlo detto, con l'occhio rivolto al solo numero delle visite, che stan facendo danni terrificanti in tal senso, a livello di logos (linguaggio uguale pensiero).

Hooker ha detto...

Mi sa che hai ragione, mi dispiace solo che la nazionale debba aspettare aspettare ancora quattro anni per avere il mio decisivo aiuto :)

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