sabato 18 maggio 2013

Tolone Blade Runner della Heineken Cup

Lansdowne Road, Dublin  - Heineken Cup Final

Clermont Auvergne 15 - 16 Toulon

(Primo tempo: 3 - 3)

Che partita la finale 2013 della Heineken Cup! Ha tutti gli ingredienti per risultare splendida: impegno, abnegazione, fisicità immane, tattica eccelsa, protagonisti super e alla fine anche il thriller di un finale sul filo del rasoio che tiene tutti, tifosi e non, col cuore sospeso fino alla fine.
Vittorio Munari spiega che esistono due categorie di partite di rugby, quelle con la spuma al cedro in palio, dove ci si butta che tanto, e quelle invece dove la posta in palio ti impone di usare anche la testa oltre a cuore e muscoli. A nostro avviso a questi livelli - dove in palio c'è sempre qualcosa -  le partite sono più propriamente categorizzabili in altro modo: ci sono quelle con una evidente disparità tra le squadre in campo, come abbiamo visto ieri nella finale di Amlin Euro Challenge, e allora una delle due dòmina producendo belle cavalcate offensive che lasciano a bocca aperta l'inclito e il profano; ce ne sono  invece altre dove le squadre, che magari presentino qualità di gioco diverse, risultano sostanzialmente pari - vuoi per il potenziale e/o perché gli staff han saputo fare un ottimo homework. Di solito le gare della seconda categoria risultano bloccate, a volte pure troppo anche se ad alto livello (ricordiamo ad esempio la finale del Mondiale 2011); a volte sono splendide per l'intenditore e molto combattute, giocate sul filo del rasoio dell'episodio singolo. La finale di quest'anno è stata un film di Ridley Scott (Alien, Blade Runner, Il Gladiatore, scegliete voi): cupo, teso, umido, senza "buoni" e "cattivi"   - nemmeno il pur ogni tanto distratto arbitro Rolland -  ma proprio per questo pieno di suspence, "illuminante" e bellissimo.
Siamo ancora esaltati dallo spettacolo al cardiopalma (anche perché trattasi di squadre che amiamo particolarmente per lo spettacolo che han dato quest'anno), tanto che dalla penna (virtuale) ci esce prima il commento (per punti, nell'ordine che ci viene) che la cronaca e ci vorrete perdonare per questo.

- Ha vinto Tolone against all odds, inclusi i nostri pronistici. Non dovevano manco arrivarci i provenzali in finale, doveva  fermarli in semifinale a Twickenham i lanciatissimi Saracens, dei quali invece i Varois  rivelavano l'improvvido arenarsi, confermato dai playoff della Premiership. Certo che siamo tra i pochi - vedi archivio - che ininterrottamente dall'inizio della stagione avvisiamo, occhio che il Tolone quest'anno non si ferma: certo in nome del roster stellare ancorché stagionato, certo in nome dell'esperienza, fatta perdendo due obiettivi su due la stagione scorsa (per alcuni commentatori che evidentemente praticano poco questo sarebbe un fatto negativo; noi invece sappiamo che perdendo s'impara). Sopra ogni altra considerazione, lo affermavamo per la mentalità e gli schemi apportati da colui che si conferma a nostro modesto avviso il miglior allenatore di scuola europea in circolazione: il tanto vituperato e irriso (storia Ministero con Sarkò, storia Bayonne, storia Stade Francais) Bernard Laporte. Ha saputo prendere dei mercenari, una Légion Etrangére, un Real Madrid nel senso deteriore del termine, da cui il tanto celebrato Philippe Saint-André non aveva saputo cavare gran ragni dal buco, fargli un gioco e un'anima e nel giro di due stagioni l'ha portata sul trono d'Europa.
- E' stata una vittoria-beffa? Un po' si, aldilà dei book degli scommettitori,  in effetti nel marcare la meta (non)decisiva, Delon Armitage (in foto) irride giusto un filo i difensori che non possono raggiungerlo. Tolone ha segnato una meta sola contro le due marcate dal Clermont, vero; ma chi sostenesse la tesi della beffa, primo andrebbe contro uno dei Comandamenti del Dio Eupalla Ovale (concetto mutuato da Gianni Brera), che afferma che nel rugby "vince la squadra più forte nella giornata"; questo non è calcio, niente "mano de Dios".  Secondariamente, tralascerebbero che Clermont ha chiaramente dominato solo metà partita: i due quarti centrali, in particolare il terzo mentre nel primo sono stati messi in crisi dall'ermeticità difensiva sugli offloads e dalla mischia ordinata tolonese, mentre nell'ultimo si sono scomposti, a causa della pressione da "fattore Wilko" di cui parleremo e di alcune sostituzioni incomprensibili dal di fuori (Rougerie, Parra, Brock James: spiegabili solo con infortuni). Anche il paradigma della "squadra operaia" ha bisogno di leader in campo nei momenti decisivi: se quei momenti li fai gestire, sia detto col massimo rispetto, da Radosavljevic e Skrela, beh ...
- E' stata la vittoria di Jonny Wilkinson? Si, ma solo nel senso di come Laporte ha impostato questo squadrone da due anni a questa parte: difesa alla morte e pack combattivo, che lavora per uno che sa compensarne puntualmente gli sforzi. A Tolone Michalak fa il mediano o al massimo fa riposare Wilko, con buona pace di Saint-André e in fondo anche di Gatland. In tal senso, è un meccanismo di causa-effetto: JM Fernandez Lobbe (man of the Match del quarto quarto ma sempre attivo anche prima), Chris Masoe, Andrew Sheridan, Sébastien Bruno e Carl Hayman (solo per menzionare gli uomini del pack messisi in luce positiva oggi), unitamente alle iniziative di Matt Giteau (funzionale a Wilko quanto lo era Catt ai tempi, solo più incisivo e spettacolare), Mathieu Bastareaud (chiaro dominatore del primo quarto, Man of the Match complessivo) e Delon Armitage, sono tutti cause dell'effetto Wilko. Un effetto che ha mostrato di saper atterrire ancora: ha vinto quarto e semi finale, ha segnato i due punti decisivi per vincere, trasformando la meta di Armitage da posizione angolata e sotto la pressione di una finale Heineken.
- Per le ragioni appena dette, troviamo giusto che il Man of the Match non sia andato alla sua ennesima, impeccabile prestazione, ricca come al solito di sacrificio difensivo. L'autentico unsung hero della giornata è stato a nostro avviso Fernandez Lobbe, autore della solita prova indefessa, con tanto di recupero e assist per la meta; però il pack come reparto ha mostrato delle crepe, sottoposto del resto alla pressione dei titani di fronte - Vosloo su tutti, poi la sagacia di Bonnaire, la potenza di Chouly e il dominio della seconda linea Hines-Cudmore sui contrapposti Botha-Kennedy; un uomo di pack è parte di un insieme e il mancato prevalere di alcuni è giusto infici la prestazione singola, per questo concordiamo che il MoM sia andato allo spiritato Bastareaud, uomo ovunque difensivo e dritto per dritto offensivo, quando gli è capitato. Restiamo comunque a bocca aperta per il coraggio iconoclasta che Laporte mostra nello schierare praticamente due (e mezzo) numeri otto di ruolo in terza linea (Masoe e Lobbe, più Roussow) e portandosi in panca Steffon Armitage ...

- L'ha persa Clermont la partita? Nei due quarti centrali ce l'aveva in mano, nel terzo in particolare pareva fatta, dominio assicurato. Merito di ali che in giro non ce n'è, Nalaga e Sivivatu e di una supremazia dietro  completata da Fofana e Rougerie, sempre meglio più passa il tempo. Per non dire di Lee Byrne, miglioratissimo nel presidio del territorio e Brock James, l'apertura più sottovalutata in rapporto alle capacità di ambedue gli Emisferi. Non solo trequarti, anche il pack s'è messo in mostra: equilibrio sostanziale davanti tra Sheridan-Hayman- Bruno (38 anni, età record per un vincitore di HC) vs Domingo-Zirakashvili-Kayser, dominio come detto in seconda linea e prevalenza complessiva anche in terza.
Dal punto di vista numerico poi, manca sul conto degli Alverni la trasformazione della seconda meta, unico errore nei piazzati di un Morgan Parra oggi non particolarmente brillante. Del resto una finale si gioca nei dettagli. La nostra risposta però è no, la finale non è stata semplicemente "persa" da Clermont, tutto - nel rugby - ha una causa.
- Clermont ha cominciato a cedere il possesso ai tolonesi, detenuto per due quarti quasi totalmente, contemporaneamente all'ingresso di Michalak.  A nostro avviso è il momento chiave della gara: pareva la mossa disperata stile "provamo anche questa", un giocatore fuori da tempo per infortunio. Ha mostrato subito una iniziativa vincente, quel calcio in profondità seguito da corsa e grillotalpa su Byrne, che ha portato alla marcatura del 15-9; in generale non ha però fatto nulla di straordinario. Ha solo smesso di provocare troppe perdite di ovali ai suoi, giocando meno frenetico, più razionale e variato, anche sbagliando (un calcio nel box finito fuori) ma chissene, ti rendi meno prevedibile. Prima Tillous-Borde aveva fatto poco di buono: secondo l'uso anglosassone, spiace ma meriterebbe il titolo di villain of the match: nulla di cattivo per carità, ma ha fallito in fase propositiva e ha mancato due placcaggi finali su due, in ognuna delle mete avversarie. No, non l'ha (solo) persa Clermont, anche se i Jaunards si confermano squadra che ne deve perdere diverse prima di vincerne una ...
- Un tema a noi caro trova conferma in questa finale: dominare le statistiche "buone" non significa vincere. Le statistiche son numeri, "parlano da sole" solo per i giornalisti cane: vanno analizzate, non "bevute".  Tolone ha effettuato ben 176 placcaggi, il doppio di una partita normale, contro il 68% di possesso e il 75% di territorio del Clermont .  Questi numeri dicono di una immane disciplina difensiva tolonese (una sola punizione piazzabile - e piazzata - concessa), pagata del resto con due mete. Due sole, verrebbe da esclamare a questo punto.
Quel che le statistiche non dicono ma dice bene il risultato, è la solidità mentale di un gruppo che, fatta la corretta messa a punto al pit stop finale, ha recuperato nel giro di cinque minuti una situazione di due mete a zero alla miglior squadra d'Europa - se Clermont avesse vinto, ricordiamolo, sarebbe stata la prima squadra nella storia a vincere una coppa conseguendo solo vittorie. In massima sintesi, Clermont è sbattuta addosso a un muro.

Volete pure la cronaca adesso?
Bene, primo tempo tre a tre: un titanico scontro di pack e dritto per dritto tolonese, manovre avvolgenti e tagli da tutte le parti dei Jaunards, protagonisti Sivivatu, Rougerie, Fofana (Nalaga sta fisso nella sua pista di decollo a sinistra), ben giostrati da B.James, mentre Parra commette qualche errore. Clermont tenta da subito di fare la partita ma sbatte addosso al denso muro difensivo tolonese (il primo a sacrificarsi addosso a Rougerie è Wilko, alla prima palla in gioco: ah, l'esempio del leader ...). La cosa mette in crisi l'attacco Alverno fino al ventesimo. Poi trovano le misure e il dominio di possesso e territorio si fa definitivo. Due soli falli piazzabili, uno per parte, implacabilmente puniti da Parra e Wilkinson. Non è giornata per le "sporcizie" in ruck e le difese, in particolare la più sollecitata provenzale, sono disciplinatissime. Si mette in gran evidenza Bastareaud; dall'altra parte James illumina, Fofana e Sivivatu cercano varchi e offload, Rougerie dirige.
Clermont ci prova con lunghi multifase che Tolone ferma, senza però riuscire a consolidare il proprio possesso e quindi a rallentare il ritmo elevatissimo. Si segnala solo la quasi meta di Brock James, che calcia un contropiede profondo su palla rubata al duo Armitage - Wulff (ancora insufficiente, anche Palisson s'è visto poco: si attendono contributi prossimi venturi di Bryan Habana e Drew Mitchell), supera i lentigradi Masoe e Lobbe ma tocca la palla quando è già sopra la linea di fondo.

Nel secondo tempo il dominio di Clermont si fa imbarazzante: nascondono la palla a Tolone e vendono la loro metà campo, Sivivatu imperversa da tutte le parti e se nel primo tempo tentava le penetrazioni vicino ai punti di contatto o facendosi trovare in mezzo alle mini unit degli aventi per sorprendere la difesa - che mai ci casca - adesso largheggia senza limiti.
La meta la inventa Rougerie al 42', assorbendo la difesa e lanciando Nalaga sulla corsia sinistra, della quale sfrutta ogni centimetro rimasto senza rallentare. E' meta in bandiera che Parra non trasforma: 8-3. Tolone non molla ma fa fatica a raggiungere la metà campo avversaria. Ci riesce episodicamente al 46', Wilko è messo nelle condizioni di marcare una facile punizione, 8-6. La partita pare aperta solo nel punteggio: il dominio di Clermont continua, due minuti dopo al 48' è Brock James a inventare un calcetto a scavalcare al centro la linea difensiva, se ne impossessa Rougerie "spallando" via Wilko, poi scarica in modo perfetto allo stesso apertura che la porta in meta. Parra trasforma, è 15-6.
Tolone non riesce a reagire, i suoi errori di handling aumentano, la partita pare finita. Fino al 51', quando Laporte comanda il cambio gomme davanti (pilone sinistro e tallonatore) e manda il capitano storico Joe Van Niekerk al posto di uno spento Roussow, ma soprattutto Michalak a rimpiazzare lo scomposto Tillous- Borde.
Il vento gira immediatamente, all'insaputa non solo dei soliti opinionisti  ma persino dei commentatori (Dominguez a parte, va detto, sempre attento agli uomini della cerniera). Tolone recupera un po' di possesso, non per errori degli avversari quanto semplicemente smettendo di sprecare. Subito arriva la punizione del 15-9, prodotta da un calcio profondo di Michalak e dalla sua aggressione a Byrne che commette tenuto. Sottobreak, non è finita!
Il pack tolonese non aveva mai smesso di lottare su ogni punto di contatto e al 61' arriva il premio: tentativo fermato di Fofana sulla destra poco oltre metà campo, JM Fernandez Lobbe entra dal gate, come fa di solito allunga il piede, sottrae l'ovale, lo recupera e apre a Armitage che taglia esterno a sinistra. Nalaga era finto in ruck, Byrne pure era in linea d'attacco con tutto Clermont,  l'estremo nativo franco caraibico di passaporto inglese ha l'autostrada sgombra e si può persin permettere di irridere "alla League" il lontano James al vano inseguimento, prima di marcar meta. La trasformazione di Wilko è decisiva e non semplice, riesce e fissa il punteggio finale. Ma anche se la sbagliava, v'immaginate un finale di finale contro una squadra con quel droppatore lì e un solo punto di vantaggio?
A peggiorare le cose per Clermont, al 70' c'è l'uscita di Rougerie, capitano vero e autore di due assist, assieme al migliore dei flanker Vosloo, seguito due minuti dopo da Parra e James, 90% dei neuroni gialli. Se non è resa questa, molto gli somiglia. Sivivatu prova a prendere la leadership delle operazioni, ma somiglia molto a un "tutti avanti e palla a me" nella miglior tradizione del campetto.
Di fatto gli Alverni erodono territorio ma sprecano tempo a cercare il bersaglio grosso che pare alla portata (quasi come gli All Blacks nel 2007 al Millennium) e provano una sola volta a droppare ma Skrela viene stoppato da Wilko: s'impegna per mantenere ciò che ha guadagnato per tutti. 


E' la fine, l'apoteosi per la ex Legione Straniera tolonese che conquista la sesta Coppa Europa francese (quattro di Tolosa, una di Brive), pareggiando il conto delle inglesi (due Wasps, due Leicester, una Bath e una Saints) e delle irlandesi (due Munster, una Ulster, tre Leinster). E riempie una bacheca vuota da 21 anni. 5 anni fa Tolone stava in ProD2, onore quindi anche al mercuriale patròn Mourad Boudjiellal, dice tutto come ha vissuto l'ultima parte della gara.
E' anche la prima volta per un sacco di ... inglesi di ottimo predigree: Sheridan, gli Armitage, Kennedy; sarebbe addirittura la terza coppa Europa per l'assente ex Wasps Simon Shaw. Ci sono anche quelli che ora possono vantare il meglio dei due Emisferi a livello di club, titolo SuperXV e Heineken Cup: Bakkies Botha, Roussow e Giteau. Per Rocky Elsom in tribuna, una sola partita giocata col Tolone in stagione ma non in coppa, sarebbe invece la seconda HC dopo quella vinta col Leinster.
Dulcis in fundo e signori si nasce, è il primo trofeo mai vinto con un club da Jonny Wilkinson.  Vorremmo vedere chi riuscirà a negargli il titolo di miglior giocatore europeo della stagione  - con lui in nomination sono tre del Clermont - Bonnaire, Fofana e Sivivatu, più Heaslip. Ulteriore message in a bottle per Gatland, di bottiglie per lui sono oramai pieni gli oceani da qui all'Australia.




15 commenti:

Anonimo ha detto...

Guardando la partita mi è venuta in mente una battuta sul segreto dei successi calcistici dei tedeschi. Il segreto sarebbe questo: i tedeschi, nella loro stolidità, non si ACCORGONO mai di avere perso la partita, e tra lo sbalordimento generale CONTINUANO a giocare. Al Clermont succede il contrario. Ogni tanto si ha come l'impressione che dicano: ma non vedete come siamo forti, come siamo belli, come siamo irresistibili? Perché non vi ARRENDETE? Gli avversari a volte non ci sentono, e gli alverni vanno in crisi d'identità. E' successo anche col "piccolo" Munster di quest'anno, piccolo ma pur sempre erede di una tradizione fatta di vittorie, anche "brutte".
L'arma in più del Tolone è proprio il duo Laporte-Wilkinson: uno fuori del campo e l'altro dentro il campo formano l'architrave della solidità mentale di questa squadra.

Abr ha detto...

Tesi interessante quella "tedescs" - anche se dei teteschi ho sempre negli occhi quella finale di Champions Bayer - Manchester Udt. del '99: superati incassando due gol in tre minuti di recupero. Voglio dire: anche gli inglesi in quanto a "ignoranza" ci dàn dentro ...

Noi latini in effetti siam più da biliardo, dove il colpo scontato si concede, e da "onore delle armi" (ci si arrende anzitempo, in cambio di un riconoscimento del valore).

Molto d'accordo sul duo dentro-fuori di Tolone.

Del resto Munari faceva giustamente notare come Laporte avesse ripetuto a Tolone lo schema che applicò allo Stade di Dominguez.
Avendo i mastri e la quantità di operai giusti, se l'hai già fatta una cattedrale la puoi anche rifare altrove.

Abr ha detto...

La tesi "l'ha persa Clermont" (perché ha paura di vincere etc.etc.) a mio avviso però cozza come dico nel post contro due fatti, piccoli ma decisivi:
- l'ingresso al 51' di Michalak,
- l'uscita attorno al 70' di Rougerie, Vosloo, Parra e James.

Tolone non ha mai smesso di difendersi approrpiatamente, Clermont invece a un certo punto non ha regalato il posesso, se l'è ripreso Tolone; e poi, privata di leadershio e neuroni, ha smesso di attaccare con lucidità.

Abr ha detto...

Cero è comunque che stiamo analizzando i perché di una vittoria-sconfitta per un punto: bastava un battito d'ali di farfalla per cambiar tutto ...

Mi viene in mente la recente partita di playoff che ha mandato gli Spurs alla finale della West Conference battendo Golden State: due tiri di questi ultimi nel finale, entrano ma poi escono. Se stavano dentro era gara sette.

Anonimo ha detto...

Tolone ha fatto una grande partita difensiva, soprattutto all'inizio del match. Una mezz'ora asfissiante durante la quale ha murato tutto. Dopo le due mete del Clermont è stato bravo a non crollare mentalmente. E ha avuto logicamente anche un po' di fortuna. Fino all'ingresso di Michalak Tolone non si era visto praticamente in attacco. Il punteggio ancora non disperato era dovuto alla pulizia della prestazione difensiva. Poi la meta di rapina confezionata dall'indomito Fernandez Lobbe. Lì anche il destino ha giocato. I jaunards non ci potevano credere.
Neanch'io ho capito le sostituzioni di Parra, James, Rougerie e Vosloo. Devo dire che negli ultimi minuti tifavo per il Clermont: la punizione mi sembrava troppo grande. Hanno avuto per due volte consecutive la possibilità di costruire una piattaforma per il drop o per cercare il fallo fatale dei rossoneri e hanno fallito piuttosto miseramente. Forse con Parra e James le cose sarebbero andate un po' diversamente.

Abr ha detto...

Eh, Parra l'ho visto zoppicare mentre usciva, gli altri non so, forse avevano fato tutto. Saprà ben Cotter, inutile pensare che si a impazzito.

Resta il fatto che con Skrela che va a giocare al Colomiers la prossima stagione e Rado, è chiaro che non vinci.

Allora si potrebbe pensare che abbia vinto la depth della panca. ma questo il coach lo sa da prima, e si può preparare la squadra "corta" a reggere in 15 per quasi tutta la partita, come ha recentemente fatto Tolosa o Castres, mi pare.

Fai bene infine a sottolineare la solidità mentale: non mollare sotto di due mete, aver fede che le cose cambieranno avendo il 30% di possesso s territorio, quello è stato il vero elemento chiave!

ironduke ha detto...

la svolta cè stata al 55 quando parra è inciampato sul 16 tolonese "mimetizzato" nell erba ;) palla a michalk pedatone e punizione x il 15-9 .una squadre con 3 n10 in campo vincerà sempre su una che ne ha uno ,buono,ma non ottimo . ha vinto la squadra più tought e se vediamo la fedina rugbysticopenale dei tolonesi non c' erano dubbi .
ps sono convinto che quello lì ,il 16 non si è mosso apposta ..

Abr ha detto...

Il 16 era il mitico, adamantino ex capitano Joe van Niekerk, c'mon ... ;)
Direi che per la posta in palio è stata partita molto violenta e fisica ma anche sufficientemente corretta.
Priva di furberie, anche se non certo giocata da verginelle (la spallatina di Rougerie che toglie di mezzo Wilko nella meta di brock james?)

Per giocare con 3 numeri 10 in campo (nella realtà ho sempre visto Michalak 9 e Giteeau 12 alla aussie, ma comprendo quel che intendi), devi potertelo permettere: ad esempio schierando tre numeri otto, e bastareaud ... Correndo un rischio, minimizzato dalla prova incredibile di Lobbe: di venir superati in manovra vicino alle ruck da vosloo e bonnaire. O da sivivatu, che andava a mescolarsi alle mini unit degli avanti.

Riguardo la fedina rugbistico penale: hai mai visto quella di cudmore? Per non dire di Hines ... botha e kennedy, strumentali in semi e nei quarti, in finale sono stati sottomessi dai due.

Cmq. quello che menzioni è stato uno dei punti più interessanti della partita: come fermare una squadra terrificante sul punto di contatto non solo, anche negli offload. Aò, i tolonesi ci sono riusciti sempte nel primo caso, quasi sempre (tranne due volte) nel secondo ... Onore all'animus che han saputo mantenere quando nessuno avrebbe più dato un soldo bucato per loro.

Abr ha detto...

Cmq. sia chiaro: mi dispiace che abbia perso quella che considero la miglior squadra in europa, ma son contento abbia vinto la underdog. Quella underdog lì e non altre: un caso unico, una parata di stelle allestita, contrariamente a quel che si pensa, senza enormi mezzi - certo, il triplo di quelli Benetton ma metà di quelli Tolosa o Clermont.
Mi dispiace ma son contento, son contento ma mi dispiace ...

ironduke ha detto...

io i tolonesi li adoro xchè rappresentano il rugby d antan meno robotico fatto di giocate di pestate u po sudafricano ,iglese ,neozelandese lontano anni luce dagli svolazzi francesi una squadra di fricchettoni ma sono sicuramente la squadra più anglosassone in terra di francia diciamo che sono angeli dalla faccia sporca

Abr ha detto...

beh però che clermont sia "tutta svolazzi" ...
Va ben fofana (che ci mette però anche il fisico), ma ha due ali pesi supermassimi, alla figiana direi, in mezzo c'è un apertura "operaio" e davanti so' dei tritasassi.
Non a caso il capitano è Rougerie, uno tosto ma che sa anche fare offload.

Il punt è che non li trovo una eccezione nel quadro delle squadre franche. In questo non sono tanto d'accordo con Munari che si chiede retoricamente, scuola francese si ma quale?
Ha ragione dal punto di vista storico, e dicendolo chiarisce che i francesi mica han solo "svolazzato", ma dice anche che da sempre han fondato il tutto su un solido pack competente. C'è una linea giuda insomma.

Esapserata addirittura da un paio d'anni a questa parte, IMHO: emerge abbastanza chiaramente un incernierare il gioco sulla fisicità sia davanti che dietro, mentre le inglesi e celtiche puntano sulla competenza (e furbizia) nelle fasi statiche. I francesi sono invece tutta forza e tecnica in quelle dinamiche (e mischia ordinata ovviamente, ma non rimessa laterale).

In tale ottica vedo Tolone e Clermont molto vicine.
Poi è chiaro, una gioca per Wilko perché ce l'ha, l'altra per le ali e i centri, ma quello è la finalizzazione, mentre il "mezzo" con cui conseguono i punti è il medesimo: la pressione sui punto di incontro mediante sfondatori, la rimozione forzata dei grillotalpa. E gli offload per Clermont.
Squadre diverse ma con similarità nelle fondamenta.

Anch'io amo Tolone: a parte che è vicina, dimostra che si potrebbero far le cose veramente in grande ovunque.

ironduke ha detto...

ahò Cotter diventerà il nuovo director della Scozia il prox 6 nations ansai le risate ...

Abr ha detto...

.. con noi è bastato e avanzato scott johnson ...

ironduke ha detto...

sagace come sempre ruvido quasi ... anzi abrasivo !!!!!!

Abr ha detto...

:)

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