domenica 21 luglio 2013

Crusaders facili, Brumbies per un palo

Quarti di finale o barrage alla francese come si vogliano chiamare, tra ieri e oggi sono andate in onda le prime partite do or die della stagione australe del SuperXV.

Quella di sabato è stata del tutto priva di storia, fin quasi noiosa quanto un Pro-Am di golf: nei sei gradi centigradi con pioggerella di Christchurch, i Crusaders difendono agevolmente le 8 vittorie e zero sconfitte stagionali in casa, passando sopra all'ombra dei Reds, 38-9 l'impietoso e meritato score finale, le canoniche quattro mete a zero con doppietta per il centro Ryan Crotty, quelle in mezzo di Dan Carter in splendida forma autore di 20 punti e dell'ala Tom Marshall del Tasman. La partita è pur godibile nei suoi limiti,  per la maestrìa e gli automatismi messi in mostra nei multifase da parte della squadra casalinga: orchestrati da nessuno cioè da tutti i rossoneri che entrino in possesso della palla per primi e perfettamente sostenuti da tutti, è uno spettacolo collettivo di multi-funzionalità - tutti san passare, grillotalpare, coprire, placcare (persino Israel Dagg ...) - dove si mettono in evidenza il sovente criticato (anche da noi) pilone Wyatt Crockett, il lock Luke Romano,  capitan Kieran Read, i centri Taylor (in realtà apertura-piazzatore del Canterbury, quindi secondo regista offensivo in uno schema alla australiana) e l'ariete Crotty, Marshall e uno Zach Guildford più attivo che conclusivo. In tale scenario in cui tutti lanciano tutti, il ruolo della cerniera mediana Ellis-Carter è delicato, devono evitare di inceppare la fluidità delle operazioni e ci riescono perfettamente. Lucidi, determinati, implacabili.
Certo che gli avversari non hanno costituito test probante: esaurito e un po' sfavato Will Genia, fischiato e poco innescato Quade Coper, Quirk, Gill e Schaltz a perdere regolarmente la battaglia nel breakdown, coi Todd, Read e G.Whitelock  mentre in linea arretrata Lucas, Lance e Tapuai, Shipperley e Feauai-Sautia son costretti a spendere tantissimo nella fase difensiva. Horwill prova a tenere in piedi la baracca con l'esempio, ma non basta.
Nell'ultimo quarto d'ora spazio a Re Leone Richie McCaw dopo sei mesi sabbatici.
I Crusaders si son pienamente guadagnati il viaggio nella Isola del Nord - vicina per le distanze in ballo nel SuperRugby e soprattutto nello stesso fuso orario, ma son pur sempre quasi 700km, quanto Torino-Napoli - a sfidare in semifinale i Chiefs detentori del titolo e vincitori della stagione regolare. Gli uomini di Todd Blackladder ci andranno forti di tradizioni vincenti e automatismi ora ben oliati dopo un inizio stagione "sperimentale", ricordando la fresca netta vittoria in casa nell'ultimo incontro ma consci anche del 28-19 subito ad Hamilton in maggio.

Tutt'altra storia invece in quella che sembrava essere l'eliminatoria più scontata (tanto che Sky ha trasmesso l'altra, seguendo il glamour): i Cheetahs fuori casa potevano esser già soddisfatti di essere entrati nei playoff per la prima volta nella storia, i Brumbies invece han dominato la stagione e in più dovevano riscattare qualche passo falso nel finale. E' finita in modo drammatico, 15-13 con la palla del pari sui piedi di Riaan Smit all'ultimo minuto. Di più, la squadra di Adriaan Strauss allenata da Naka Drotske, con Broussow, Labuschagne (miglior placcatore del torneo) e Van der Walt in terza linea contrapposti a Kimlin, George Smith e Ben Mowen (siamo ai massimi livelli), guida all'intervallo per 6-8 grazie alla meta al 15' del centro Johan Sadie, non trasformata da Smit alla quinta titolarizzazione in stagione dopo la serie di infortuni che ha falcidiato i ranghi delle aperture a Bloemfontein (uno su quattro la sua percentuale di giornata).
I padroni di casa recuperano la situazione grazie al piede di Chris Leali'ifano (12 punti totali, due errori su sei tentativi per l'apertura Wallabies) e al 50' del mediano Nic White. All'ultimo minuto arrivava la seconda meta (contro zero) che riapriva la gara, dell'ala di rincalzo Rayno Benjamin subentrato al giovaneRaymond Ruhe. Suspence ma il calcio di trasformazione dalla linea laterale che avrebbe spedito le squadre ai supplementari, incocciava il palo!
Peccato per la squadra vera sorpresa del torneo: proprio nell'anno in cui sembra azzoppata da infortuni di uomini chiave (uno su tutti: Johannes Goosen) e partenze importanti (una su tutti : il suo rilievo Sias Ebersohn), ti scova fuori la solita serie inesauribile di giovani dominanti: come il mediano Petrus Van Zyl che tiene fuori Sarel Pretorius, o il pilone di rilievo Nyakane  o Robert Ebersohn gemello di Sias e ora in partenza per Montpellier (ci sarà da fare un post sull'esodo di sudafricani verso l'Europa che quest'anno sta assumendo proporzioni bibliche). A proposito di partenze, il mormorato alle Zebre Hendrik Daniller che continua imperterrito ad occupare il posto di estremo titolare, lasciando il giovane sensation Willie le Roux all'ala.
La squadra di Jake White domina possesso e territorio coi reduci dalla Serie Lions - Alexander, Moore, Smith (nella foto, preso da Le Roux), Mowen, Leali'ifano, Mogg, Tomane dalla panca - ma ancora una volta dimostra di soffrire la vitalità tutta fisicale delle squadre sudafricane (come dimenticare il pari in casa coi Kings?), così simile alla sua impostazione; ora in semifinale dovranno andare proprio dai Bulls a Pretoria (otto ore di differenza di fuso), dove non vincono da un sacco d'anni.

Azzardiamo e ci sbilanciamo per una mitica finale Bulls-Crusaders a Pretoria? Tanto per mettere un po' di pepe sull'incombente The Championship; altrimenti se la finale fosse ad Hamilton, beh allora saremmo in linea col sostanziale "oscuramento" del SuperXV 2013 in termini di pathos e interesse. E pure il Championship partirebbe scontato: gli All Blacks lassù in alto, tutti gli altri a capire cosa possan farci.

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