sabato 6 ottobre 2007

Il mondo ovale torna a Nord

Francia-Nuova Zelanda 20-18
E’ battaglia! Lo si sapeva, ma quando i danzatori maori si ritrovano ad un palmo di naso dai francesi radunati attorno a Chabal è il chiaro segnale che la guerra sta per cominciare. Si annusano le due nazionali, come a voler assaporare l’odore del sangue e della paura. E’ il rugby, bellezza, quello che carica dentro e fuori dal campo. E’, tanto per ribadire, il singolo che si prepara a seguire i suoi compagni di reparto nelle quattro mura di Cardiff. A farne le spese è subito Betsen, costretto a lasciare dopo un duro colpo con Rokocoko: perde inizialmente i sensi e ha le gambe molli una volta rialzato dai medici.
La prima conclusione a punti è dal piede francese con un drop che si spegne a lato. La Nuova Zelanda è più sorniona e i francesi continuano a fare ping pong con i calci a spostare il gioco. Come previsto, insomma. Finché l’ovale non arriva nelle mani di McDonald, un signor giocatore che stravolge i piani e attacca la linea avversaria. Poi ci si mette l’abilita tutta nera di riciclare il pallone anche quando sembra buttato via. La Francia se la cava con poco, con un piazzato centrale di Carter che apre le marcatura dopo quasi un quarto d’ora di studio.
Gli All Blacks iniziano ad ingranare, a giocare come sanno giocare e trovano Luke McAlister che sguscia in mezzo alla linea di difesa francese, angolo giusto per creare la superiorità numerica e per avere l’assistenza di Collins che poi torna da McAlister che marca la prima meta dell’incontro. Carter trasforma: al 17’ siamo sul 10-0 per la Nuova Zelanda.
Da una parte, quella francese, si calcia per allontanare la pressione. Dall’altra, quella neozelandese, si calcia per metterla sul collo dei trequarti che non possono che rispedire l’ovale al mittente. Nel frattempo, sempre a proposito di calci, Carter allunga al 26’ sul 13-0.
A quattro minuti dal termine del primo tempo, Beauxis ha di nuovo la possibilità di smuovere il tabellone dei punti per i francesi, ma spara ancora a lato. La sensazione che si respira al Millenium è che gli All Blacks giochino per far venire il fiatone ai galletti. Che quando si avvicinano ai ventidue nemici trovano una rete sempre pronta a ingarbugliarli. Tra l’altro Ali Williams e compagni imparano a prendere le misure in rimessa.
40’: ancora Beauxis, il 21enne mediano di apertura Bleus, ha il calcio per smuovere i suoi compagni e finalmente, al terzo tentativo, trova il centro dei pali. Si va negli spogliatoi sul 13-3.
All’inizio della seconda frazione, arriva il miglior momento fino ad ora della Francia che sfiora la meta, ma si ricompone la difesa neozelandese. Poi McAllister commette un taglia fuori su Traille e si becca il cartellino giallo. Beauxis ha a disposizione un calcio facile e non sbaglia: 13-6, i galletti rialzano la cresta e si fanno sotto. E’ di nuovo battaglia a Cardiff.
E i neozelandesi rispondono con un’azione lunga 15 fasi con raccogli e vai fino ai cinque metri dalla meta, vanificata da un in avanti di So’oialo. E’ la reazione degli All Blacks che vuole dimostrare di non avere paura con un uomo in meno. Al 51’ esce Pelous ed entra l’uomo delle caverne, Chabal. Sarà il caso, ma la Francia in questo momento rialza la testa e va a marcare la meta che riapre definitivamente i giochi con Dusautoir. Beauxis si aiuta con il palo: 13-13.
Giro ai box per gli All Blacks: torna McAllister, escono Oliver e Carter zoppicante. Aleggia il fantasma del ’99, ma al 62’ So’oialo conclude una lunga azione iniziata a furia di ricicli e conclusa con raccogli e vai fino allo scatto di schiena finale del numero 8 tutto nero. Il pallone di McAlister non gira abbastanza nella realizzazione: 18-13.
Entra Michalak al posto di Beauxis a tredici dalla fine. Il quale trova il varco e ci si infila, corre corre e manda il suo compagno in meta. Così, come se niente fosse. La trasformazione va a segno e la Francia passa in vantaggio per la prima volta nella partita. 20-18. La nuvoletta sfigata del ’99 si infila nel tetto chiuso del Millenium Stadium. Evans esce infortunato, entra Toeava. Ora agli All Blacks va tutto storto. Ai francesi tutto per il meglio.
Finisce tutto al 79’, quando McAlister spara un drop disperato. La linea Maginot ha tenuto quando sembrava dover cedere.
La Francia manda a casa gli All Blacks, gli eterni dannati a vincere. Quelli che vincono tutto, ma non vincono più al Mondiale. Quelli che sono sempre belli, ma che non vincono quando in palio c’è la Web Ellis Cup. I galletti hanno cancellato il debutto contro l’Argentina. E’ la svolta del torneo. Vennero. Videro. Soffrirono. E vinsero. I cambi, stavolta, hanno dato retto a Laporte.
John Kirwan aveva detto: se li tengono sotto pressione nei primi venti minuti, allora le cose si possono fare. Ci hanno provato e si può dire che ci sono riusciti. Ma forse era il caso di tenere i bleus sotto il martello anche nei primi venti minuti del secondo tempo.

Ps: il sottoscritto eviterà accuratamente qualsiasi altro pronostico.

LA VERSIONE DI DANNY
Wow, che giornata! Dont' worry Brett per i pronostici, tanti "esperti" sono stati oggi sbugiardati e molti bookmakers stanno pagando dei gran bei soldi in giro.Dal canto mio, attorno al 35' ho affermato: "gli All Blacks vinceranno di 20 punti".
E invece ai narcisi, pur riuscendo bene o male l'adeguamento al preannunciato arbitraggio punitivo dell'irritante Barnes, è mancato il killer instinct per chiudere la partita nel primo tempo. Eppure venivano agevolati dalla suicida scelta laportiana della cessione del possesso mediante calcioni lunghi e alti di Beauxis e Traille.
Al rientro gli argentati continuano a gestire la loro superiorità senza graffiare, mentre i francesi passano dal tiro navale al mortaio da trincea con Elissalde, pur senza incrinare il piano base "catenacciaro". I Kiwis accusano il cartellino giallo a McAlister e il conseguente pareggio, ma pur a fatica si riportano avanti a quindici minuti dalla fine; tutto sotto controllo, pare.
La Francia rende più efficiente il catenaccio con la Vecchia Guardia in campo - segnatamente Chabal e Michalak: il primo è lo stopper su tutti i punti di contatto, rallentando gli attacchi e recuperando alcune importanti palle; il secondo t'inventa il contropiede (forse grazie all'arbitro che non vede un in avanti) che mandava in meta Jauzion (in foto).
Gli All Blacks, pur divenuti una sorta di wild bunch a forza di cambi - infortuni stanchezze e qualche bocciatura - avrebbero in teoria tutto il tempo per recuperare due miseri punticini. Perdono invece tempo a risalire il campo a pick&go e ricicli invece di cercare le rimesse dove dominano. Cercavano un calcio di punizione? L'arbitro i fuorigioco francesi non li vede, ha la testa sempre dentro le ruck, a controllare dove si caccino i supporti neozelandesi ...
Sic transit gloria australiorum, oggi down under è giorno di lutto - o di mal comune mezzo gaudio.
Aldilà degli episodi, la foto di questa partita come spesso succede sta nei numeri:
- il 72% (!) di possesso palla e il 63% del tempo nel territorio francese ci dice che i Kiwis sono stati dominanti ma poco efficaci;
- 178 (!) placcaggi eseguiti dai transalpini ( più 19 mancati) sono circa il doppio di una partita normale, è stato "catenaccio" peggio che trapattoniano, alla Nereo Rocco;
-
i soli 36 placcaggi più 11 mancati dagli All Blacks: sono stati attaccati con pochi veloci "contropiede";
- 5 touche rubate dai Kiwis ai francesi su 16 (1 ogni 3), contro 0 perdute: perchè i i neozelandesi non hanno sfruttato questo chiaro punto di forza nel finale?
I Galletti insomma han tenuto botta e vinto in contropiede, con cuore spirto di sacrificio ed orgoglio infiniti; ma la partita se la sono giocata ancora una volta i mitici All Blacks, spegnendo il cervello. Graham Henry si sta già informando sulla località segreta dove s'è rifugiato il gallese Gareth Jenkins...

Il tempo e la pressione evidentemente giocano a favore dei boreali: sono più abituati a gestire i nervi in trincea e iniziano solo ora a entrare in piena forma per una questione di bioritmi e di abitudini ai campionati invernali. A proposito dei quali ci "godremo" un bel Francia-Inghilterra in semifinale.
Domani capiremo a che emisfero appartengano veramente gli Argentini, e se gli Springboks siano pronti a scalare tutta la stairway to Heaven che il destino gli sta aprendo davanti.

2 commenti:

nullo ha detto...

beh, ragazzi, io di rugby non ne vedo molto, ma faccio fatica ad immaginare qualcosa di meglio degli ultimi venti minuti ieri sera. vabbè che c'era il forward pass sulla meta francese, vabbè che i kiwi dovevano cercare il drop e avere una punizione, però quell'instancabile marea, più di venti fasi, e i francesi che non hanno mollato, e quelli continunavano, e continuavano... che bella cosa

Abr ha detto...

Si si d'accordo, i francesi hanno applicato un "resistere resistere resistere" di cuore e di denti. Sembravano i nostri sull'Altipiano nella Grande Guerra; oppure il Milan di Nereo Rocco. Si può vincere anche cos', come no.
In più le notazioni sugli errori arbitrali, aldilà del fastidio che ci dà l'inglesità alla professorino 110% di Barnes, sono per sottolineare l'incredibile balcpout mentale degli All Blacks: devi tener conto anche del tipo di arbitraggio se vuoi vincere.

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