lunedì 8 marzo 2010

E la meta dell'anno 2009 è ...

Già che siamo nella notte degli Oscar, il trofeo per la miglior meta del 2009 va a Jaque Fourie, per quella che al 74' minuto del test match decisivo tra Springboks e Lions portò in vantaggio i padroni di casa (la quarta nell'immagine a fianco).
E' stata votata da più di 8.000 tifosi, battendo nell'ordine le nominations per Shane Williams (la seconda), Vincent Clerc, Jamie Heaslip, Mils Muliaina, Isaac Ross, Ma'a Nonu, Cedric Heymans, Rob Kearney, Berrick Barnes, Imanol Harinordoquy, Lee Byrne, Gonzalo Camacho e Alexander Yanyushkin. Chi è curioso o non ricorda, in questo post può trovare i video di tutte le mete in nomination.
Sono felice per il monumentale centro sudafricano a quel tempo rientrato da poco nel giro Springboks dopo una serie di infortuni, anche se personalmente avevo votato per la meta giunta quarta. Va bene lo stesso, il senso strategico di quella meta nell'economia della tournèe dei Lions ha certamente pesato; si tratta di una meta esemplare anche nell'esecuzione, come del resto tutte le nominate: sia dal punto di vista "corale" (la difesa tirata da una parte poi l'apertura veloce dall'altra) che della determinazione e sforzo individuale: quel suo dritto per dritto, quel rimanere in campo di un millimetro.
L'IRPA Try of the Year 2009 Award è stato consegnato sabato a Fourie prima della partita del Super14; segue quello del 2008 a Brian O'Driscoll e il primo nel 2007, vinto da Takudzwa Ngwenya oggi ventiquattrenne e al Biarritz, per la sua meta con gli Usa alla Coppa del Mondo. L'Award di quest'anno è il primo assegnato mediante "voto popolare" via email ad apposita casella di posta della Irb. Qui sotto il video.

4 commenti:

ringo ha detto...

Beh, in effetti è una di quelle poche mete che il Sudafrica ha fatto facendo girare il pallone da un lato all'altro del campo, senza fermarsi. E poi il ragazzotto in poco spazio prima affossa il placcatore, poi si allunga non da ridere.
Ripensando alla meta di Takudzwa Ngwenya, la segnò proprio contro il Sud Africa e bruciando sullo sprint finale Habana. Soddisfazioni, credo.

Abr ha detto...

La meta di Ngwenya diede quasi la sensazione del cambio generazionale, ma il vecchio ghepardo poi mostò che aveva ancora del buono da dare ...

gio ha detto...

Mi piace il fatto che abbia vinto il premio una meta molto "costruita" e "difficile", ma non particolarmente spettacolare, nel senso che di solito si dà al termine: nessun calcetto tattico con presa al volo in doppio axel, nessun triplo passo, niente offload acrobatico; "solo" un multifase lineare, continuo, senza errori e senza fronzoli. Puro rugby.
Vuol dire che chi ha votato ci capiva davvero.

Abr ha detto...

Bella la "presa al volo in doppio axel" ... :)
Han votato gente cme me e te, appassionati; io poi ho votato sul serio quella di Heaslip, che si libera di mezza difesa con un lutz e un paio di salchow ;)
Perchè mi piacciono le terze linee che non pensano solo al grillotalpa, ma come si faceva una volta, giocano da centri ;)

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