domenica 28 novembre 2010

La disfatta delle prime della classe - II: Francia


Se la prima della classe Europa, l'Inghilterra, è caduta proprio quando ci s'attendeva spiccasse definitivamente il volo dopo un paio di convincenti prove di decollo, molto peggio è andata alla seconda d'alta classe, la Francia, umiliata tra i fischi dei 60.000 allo Stade de France dalla Sedan (uguale a Caporetto in francese) subita dall'Australia, senza mai convincere prima in questo novembre.

Stade de France, Paris - St.Denis: France 16 - 59 Australia (ht: 13-13)

Come si spiega questo sette mete a una, il peggior risultato subito in casa dal 10-52 col Sudafrica nel 1997?
Un primo indizio potrebbe arrivare dalla scansione temporale del risultato: 13-13 a fine del primo tempo (meta stupenda in prima fase da rimessa laterale di Adam Ashley Cooper al 4' minuto, meta di punizione con tanto di giallo al pilone destro Ben Alexander alla mezz'ora, due penalty e una trasformazione a testa per Morgan Parra e James O'Connor); 16-13 al 41' (punizione di Parra, ultimo punto segnato dai francesi); poi il sorpasso Ozzy al 48', è 16-20 con la meta del salvatore della patria Benn Robinson, al 51' l'uno-due mortale per il 16-27 di Will Genia; all'ora di gioco è 16-30 con un piazzato di O'Connor, poi la doppietta fotocopia per il 16-47 di Drew Mitchell al 66' e 73', e poteva essere tripletta al 76' ma un rimbalzo favorisce Rocky Elsom invece dell'ala, arrivano i 50 punti segnati; infine gloria anche per James O'Connor che marca il 16-59 e sbaglia l'unica trasformazione della serata proprio sulla sua meta, quasi a risparmiare ai francesi l'umiliazione annichilente di sessanta punti subiti.
E' stato un 46 a zero in mezz'ora: è successo qualcosa, è arrivato Nembo Kid, era schierata la nazionale A o i Barbarians, s'è fatto male qualcuno? Boh ... Lo stesso allenatore Lievremont alza le mani:"C'est difficile de donner une explication rationnelle à cette débâcle". Rincara Chabal: "On ne comprend pas ce qui s'est passé". La stampa francese al riguardo non aiuta: reazioni emotive, schizoidi, i più moderati reclamano le dimissioni immediate di tutto lo staff, altri arrivano a tirare in ballo una supposta mancanza di competitività del Top14 ... Giusto per dire che l'opinionismo senza freni e senza vergogna non è esclusiva italiana, se può consolare.
Coach Deans punta sulla raggiunta "composture" di un gruppo molto giovane, messa in risalto da un confronto molto fisico che sulla carta poteva essere penalizzante per una squadra relativamente inesperta nonchè "leggerina" in mezzo e dietro, perdipiù con un punto debole grande come una casa, la mischia ordinata. Nel merito, secondo molti il risultato è episodico: per Deans, Elsom ma anche per capitan Dusatoir, la chiave sono state quelle due mete back-to-back attorno al 50' di Benn Robinson e Will Genia a pugnalare a morte alla Francia.
Ok, facile esser d'accordo, ma questo spiegherebbe casomai il come, non il perchè.

A nostro avviso ha instaurato false aspettative l'aver recuperato tutto sommato facilmente la fantastica meta iniziale dei Wallabies che avrebbe invece dovuto far risuonare molti campanelli d'allarme per la difesa dei Bleus. E' stata una prima fase da rimessa laterale sul lato destro dell'attacco, una di quelle mete da polli che le "grandi" segnavano all'Italia fino a un paio d'anni fa (ricordate quella di Simon Danielli in un Italia -Scozia?): Barnes si sposta a far da apertura, riceve da Genia, attira su di lui il primo flanker e scarica a O'Connor fiondatosi vicino sulla sua destra, mentre il resto degli avanti francesi sono in lieve ritardo e i trequarti si spostano al largo abboccando alla finta di Quade Cooper; si tratta di un varco di due metri o un secondo, quanto basta per far passare la scheggia; sostegno e meta in mezzo ai pali di Adam Ashley Cooper. False le aspettative francesi per il recupero con la meta di punizione alla mezz'ora, di poter schiacciare facilmente con la sola mischia ordinata gli avversari.
Tanto che i francesi non mostravano alcun senso di urgenza per approfittare della superiorità numerica sul 13 pari. Il loro sorpasso al 41' era salutato da tutti come naturale inizio di un'altra fase della partita. Ed è stato così , ma non nel senso che s'attendevano.
Nel frattempo infatti i Wallabies si assicuravano il controllo della
fonte primaria del gioco, le rimesse laterali (al proposito, l'annunciato Nallet era costretto a dar forfait, al suo posto Jerome Thion e alla mezz'ora subito dopo la meta si rompeva pure il tallonatore Servat, sostituito da Guirado). Paradossalmente poi, l'espulsione di Alexander e l'ingresso in campo di Robinson, stritolato precedentemente dai pack inglesi, gallesi e scozzesi, dava un certo equilibrio per tutto il resto della gara alla mischia chiusa australiana. Al 50' Lievremont provava la prima linea tutta Perpignan Mas-Guirado-Schuster ma senza gran risultati. Risultava spuntata anche l'unica arma rimasta, situazione un po' da italiani anzi decisamente peggio; ai francesi non restavano che i tentativi di percussione di Chabal su proprio possesso, peraltro regolarmente fermati dalla terza linea Aussie, mai in affanno nonostante il peso e l'agilità degli avversari di reparto. Mentre gli australiani coi loro di possessi, facevano ballare eccome la linea francese!
La loro tattica è ripetitiva e al contempo mai uguale a se' stessa: il canovaccio di massima è che ai trequarti spettino i break importanti e le finalizzazioni ma sta al pack sta guadagnare i metri che contano dentro all'area dei 22m avversaria, abbattendo a testate ogni resistenza con Elsom, Sharpe, McCalman e Moore più degli altri. Per non parlare del loro ruolo nel recupero del possesso, sulle iniziative avversarie o anche nel caso di qualche ovale perso durante i loro attacchi, eventualità sempre frequente dati i rischi che si prendono. Di fatto le due mete decisive arrivano dal lavoro del pack: è un pilone e il guizzo del mediano su un punto d'incontro fissato a un metro dalla meta.
Il resto è solo infierire sull'avversario disorientato, fiaccato e demotivato: la linea difensiva francese è a dente di sega, piena di buchi quando arrivano le tre mete di Drew Mitchell a sinistra (in realtà due più quella di Elsom per via di un rimbalzo finale, ma sono tutte fotocopia) e quella a destra di O'Connor, il cui merito va diviso con l'altro della linea arretrata, Beale.
E poi Quade Cooper: altro che soffrire il "doppio cacciatore di numero dieci" in campo, ha offerto una grandissima prova di regìa e di precisione nell'esecuzione, in bella coppia con Will Genia da una parte e Berrick Barnes dall'altra: mani, piedi, decisioni sui lati verso cui sviluppare il gioco o di fintare come per la prima meta, non ne ha sbagliata una. O meglio, come tutti gli altri Wallabies e come sempre, ne han sbagliate assieme una caterva, ma tutto viene sepolto dalla quantità di cose pregevoli tentate e stavolta finalizzate.
Finisce in gloria il tour dei giovani Wallabies, la squadra con due soli trentenni on board, che pure han subito una sconfitta pesante dagli inglesi che non li può lasciar tranquilli, ma che respinge nel limbo i francesi, mai vincenti con loro dal 2005 e soprattutto incassa la vittoria con gli host del Mondiale 2011: una squadra che può tutto, nel bene e nel male. E che nel nostro piccolo e visto che sarà nel nostro girone Mondiale, tende a prenderci sottogamba e a soffrire un filino la nostra difesa.
Quanto ai francesi, risultano frantumate tutte le certezze costruite nella stagione di grazia tra 2009 e 2010, ora pare tutto da rifare. A partire dal capire come mai: non parrebbe una questione di uomini, se anche i "vice" riuniti nei French Barbarians sono stati sconfitti nel weekend da Tonga per 26-27 (mete di Heymans, Kelleher e Caucau per loro, sotto le formazioni). Ne risentiranno, a partire dal Sei Nazioni. Torneo che potrebbero dover affrontare, loro vincenti col Grand Slam, come terza Nazione Europea dietro a Inghilterra e Irlanda; questa sconfitta rende infatti "scalabile" il loro attuale quinto posto nel ranking Irb, se l'Irlanda dovesse prevalere con più di 15 punti di scarto sull'Argentina: sarebbe una chiusura di novembre da catastrophe per i Galletti, che a giugno scorso, non tre anni fa, anche se solo per una settimana avevano raggiunto il terzo posto assoluto.


French Barbarians: 15 Céderic Heymans (Toulouse), 14 Rupeni Caucaunibuca (Toulouse), 13 Mathieu Basteraud (Stade Français), 12 Maxime Mermoz (Perpignan), 11 Vincent Clerc (Toulouse), 10 Jean-Baptiste Elissalde (Toulouse), 9 Byron Kelleher (Toulouse) (captain), 8 Louis Picamoles (Toulouse), 7 Chris Masoe (Castres), 6 George Smith (Toulon), 5 Yoann Maestri (Toulouse), 4 Rob Linde (Bayonne), 3 Sylvain Marconnet (Biarritz), 2 Benjamin Kayser (Castres), 1 Daan Human (Toulouse)
Replacements: 16 Benoît Cabello (Brive), 17 Lionel Faure (Clermont), 18 Loïc Jacquet (Clermont), 19 Rémy Martin (Bayonne), 20 Jérôme Fillol (), 21 Benoti Baby (Clermont), 22 Benjamin Fall (), 23 Jean-Baptiste Poux (Toulouse)

Tonga: 15 Vunga Lilo, 14 Mateo Malupo, 13 Alaska Taufa, 12 Andrew Ma'ilei, 11 Viliami Helu, 10 Kurt Morath, 9 Samisoni Fisilau, 8 Samiu Vahafolau, 7 Finau Maka (capitão), 6 Tukulua Lokotui, 5 Emosi Kauhenga, 4 Paino Hehea, 3 Kisi Pulu, 2 Ephraim Taufaka, 1 Tonga Lea'aetoa
Replacements: 16 Ilaisa Maasi, 17 Ofa Fainga'anuku, 18 Lisiate Fa'aoso, 19 Ueleni Fono, 20 Thomas Palu, 21 Soane Havea, 22 Kaiongo Tupou

7 commenti:

Madflyhalf ha detto...

Deans ha dimostrato che con una mischia poco competitiva ma tante idee (e talento) fuori, puoi vincere le partite in ogni modo: vincendo all'inizio, o allo scadere o nel mezzo.
E ha dimostrato come con una mischia fortissima E BASTA, senza un piano vero, non vai da nessuna parte.

La Francia secondo me è scesa in campo per fare delle mischie, eventualmente prendere punizioni così e poi lanciare gli omoni dei 3/4 (Traille, Jauzion, Rougerie) contro gli ometti Australiani, Quade Cooper in particolare.

Peccato che una volta sistemata vagamente la mischia, l'Australia ha gestito il possesso da dio, in difesa placcava l'impossibile (scontro fisico e contact area decisamente vinta dagli Australiani) e ha puntato tutto sulle touch.

I "ragazzini" hanno deriso i loro diretti avversari, nel tempo in cui Traille o Jauzion si piegavano per fare un placcaggio, Cooper, O'Connor, Beale o Ashley-Cooper gli avevano fatto 3 giri intorno.
Chabal non è più un 8 da tempo e non è andato da nessuna parte, Traille ha recuperato da un braccio rotto solo di recente, Jauzion è cotto e Rougerie è un'ala fortissima ma non un centro internazionale!

Con la più semplice delle tattiche l'Australia ha portato a casa la partita: guardi, pensi, agisci.

Guardavano la difesa, pensavano come agire sui punti deboli e agivano di conseguenza (rapidità).
Lo hanno fatto per tutta la partita più velocemente, meglio e per più tempo dei Francesi. Che sono stati a guardare.

Deans deve per forza trovare un 3 perché Alexander non è un 3 di ruolo. Nei Brumbies gioca sempre 1, e gli ho visto fare cose mostruose, tipo risollevare da solo una mischia che stava per crollare (lo vidi fare solo a Sheridan), ma non può adattarsi a 3 senza l'aiuto di Robinson che invece è un sinistro coi fiocchi (John Smit dichiarò che era quello che più l'aveva messo in difficoltà).

Con tutto il rispetto non credo possano andare al mondiale con Slipper, dovranno riesumare Baxter o Dunning almeno.


Per contro, secondo me la Francia tornerà a vincere il 6 Nazioni, Lievremont quando ha fatto questa formazione sarà stato ubriaco, avendo disponibili Medard, Poitrenaud, Beauxis e altri... Sarebbe stata una partita sicuramente più veritiera. Probabilmente avrebbe vinto l'Australia lo stesso, perché il blackout francese per me è partito da tutta la terza linea, n.p. nel secondo tempo, Parra e una rimessa laterale imbarazzante.
Quando avrà recuperato Trinh-Duc sarà di nuovo la squadra da battere.

Sabato sera si sono visti i peggiori estremi e ali di sempre (parlo dei francesi ovviamente).

Di fronte avevano forse il triangolo allargato più creativo e più votato al puro attacco del mondo.

Kurtley Beale oggi come oggi è il primo o secondo miglior estremo al mondo, non male per uno che 2 anni fa era davvero INGUARDABILE anche coi Waratahs e il cui unico highlight era questo:

http://www.youtube.com/watch?v=KqW70M4z6Q8

:D


ps. scusa la lunghezza ma... adoro l'Australia! si vede?

Abr ha detto...

Beh Mad, che con una mischia ordinata forte e basta non si vada da nessuna parte, l'aveva già dimostrato l'Italia ...

Concordo sulla tua analisi, per me la chiave della schiacciante vittoria è stata il controllo del possesso, iniziata a partire come ho scritto dal controllo in rimessa, a seguire dalla foga in attacco e difesa dei suoi avanti, fino a un sostanziale equilibrio (sia pur instabile) offerto da Benn Robinson persino in mischia. Ai francesi non rimaneva nulla.
Poi l'aviazione aussie, leggera fin che si vuole ma molto skilled, ha chiuso la faccenda col bombardamento a tappeto.

Quanto a Lievremont, la mia idea è che non fosse ubriaco, solo presuntuoso: voleva testare le alternative, approfittando del dover per forza rinunciare al suo metronomo Trinh Duc. Ha subito un colpo da ko proprio in terza linea, che voleva dedicata alal caccia a Quade e invece è stata cacciata a testate da Elsom, Pocock e McCalman, linea di loose forwards all'altezza di quelli All Blacks, come detto nel resoconto della vittoria a Hong Kong.

Beale era impresentabile e fuori ruolo fino a sei mesi fa, ma dopo un po' di giri ha trovato il suo posto in campo nel Super14, ha estromesso da estremo O'Connor che grazeia ciò ha trovato pure lui il suo all'ala in una squadra che le ali le usa, ed ora sono micidiali, il gioco a due nell'ultima meta è ... da League.

Quanto all'Australia, se non vado errato e mi confondo, avevi come immagine- avatar in un forum, quello che per me rimane uno dei migliori estremi della storia del rugby.
Prima di usare la testa bendata che campeggia anche qui in sidebar, il mio avatar era invece John Eales, sempre a proposito di a chi piace l'Australia. :)

Col tempo ho attraversato l'Oceano Indiano e ho portato il cuore in Sudafrica, la terra del pack, ma credo che in questo novembre abbiamo visto in campo LA favorita per il titolo mondiale, squadra di casa ovviamente a parte.

Madflyhalf ha detto...

no ho sempre avuto la foto di me medesimo stesso appeso a un cavo mentre faccio bungee jumping.

E per quanto Latham fosse un gran giocatore (era a lui che ti riferivi se non sbaglio, ma è un altro utente), io da pseudoapertura quale sono, ho sempre adorato e ammirato "Bernie".

Al secolo Stephen Larkham! :D

Abr ha detto...

Già mi confondevo con altri sorry per l'arterio, era proprio Latham.

Larkham, il grande Paperoga! :)
Ottimo, flessibile, tipo (in meglio) Berrick Barnes, lo preferivo come primo centro e in mezzo al campo la coppia Nick Farr Jones e Michael Lynagh.

madflyhalf ha detto...

Credo non ci abbia mai giocato... almeno coi wallabies. Passò da 15 nei primi 3 test, a 10 immediatamente (era il 1997 o giù di lì) e poi dopo non se l'è più levata.
L'esperimento a 12 credo fu solo nel 2005 contro l'Italia a Roma con Mat Rogers 10...

Larkham sembrava si muovesse al rallentatore con tutti gli altri che invece si muovevano a velocità normale... aveva linee di corsa fenomenali per ogni opzione che voleva usare. sembrava avesse occhi ovunque!

Abr ha detto...

Mat Rogers 10?! Incredibile, era un Drew Mitchell tel quel!

madflyhalf ha detto...

No Mat Rogers, no! È stato gran giocatore secondo me, molto dotato, tecnico e versatile come pochi, non è da tutti arrivare dal Rugby League con quelle caratteristiche e poter giocare stabilmente 15 e 13.
Mat Rogers fu uno dei giocatori più solidi al Mondiale 2003, la sua unica sfiga fu quel benedetto ultimo calcio, da mancino verso sinistra, che non uscì "abbastanza in là".

Era il 117' minuto della finale, erano 17-17...

mu! :(

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